domenica 11 settembre 2011

Dalla Corea (7) - 11 settembre 2011

Oggi sveglia tranquilla e risveglio lento, è pur sempre domenica, ma non tardissimo. Sotto in cucina c’è una colazione coreana, leggera ma sostanziosa, frutta, cereali, un strano succo di pomodoro che formava due fasi distinte, una liquida in basso e una spumosa in alto - insomma chimica-fisica al primo mattino - poi un caffè, purtroppo solubile io che avevo sperato avendo dormito con ben sei barattoli di Illy alle spalle, ma evidentemente era finito, e la nipote di Ki, che parla inglese perfettamente, ci accompagna al centro. Ci lascia nella zona più “posh” (anzi in una delle più posh, non è l’unica da quanto ho capito), dove tra i grattacieli si alternano vari negozi di vestiti, cosmetici e ristoranti, in un curioso mix di insegne occidentali e orientali. Notare che è domenica mattina e tutti i negozi sono aperti. E’ ancora presto e ci prendiamo un caffè in un bar all’americana. Poi un giro ed è subito pranzo (qui mangiano presto l’ho già detto). Visto che oramai alcuni seguono principalmente il filone culinario di questa cronachetta, a pranzo una cosa leggera: in pratica ci portano una ciotolona con dell’acqua che mettono su a bollire e a fianco una ciotola con noodles e una serie di verdure e frutti di mare, quando bolle si butta tutto dentro e aspettiamo che sia cotto. Viene fuori una specie di spaghetti in brodo ai frutti di mare, leggeri e saporiti (vabbé due spaghettini alle vongole so un’altra cosa però non male neanche questo, più leggeri, senz’olio ...). Quindi dopo ci dirigiamo verso la Seoul Tower, dove arriviamo dopo aver preso la funicolare. Purtroppo è nuvoloso e quindi è inutile salire fino a su, in pratica sta dentro le nubi. Fuori c’è un bel piazzale da cui vedere la città, anche se pioviggina, ma va migliorando, e ci sono tanti giochi tradizionali, con cui anche qui si divertono grandi e piccini. Il tempo di prenderci il caffè e quando siamo fuori ci sta uno spettacolo tradizionale, di musica e arti marziali. Ci dice bene insomma, sono giornate per la festa del Chuseok (che ha il suo apice domani con la cerimonia tradizionale che mi aspetta al mattino) e quindi ci sono molti turisti sia coreani che da tutto il mondo. Dopo lo spettacolo tradizionale (ho tante fotografie che tenterò di mettere al più presto) ci avviamo verso casa, scendendo a piedi dalla collina, non è lontano, in pratica subito dopo il quartiere di ambasciate e direttori generali delle grandi compagnie coreane, tipo Samsung, LG, Hyundai ... insomma robetta (a noi ci danno una pista, come si dice a Roma, ma questo magari per un post successivo). Quartieri dove si affollano villette, un po’ l’equivalente dei Parioli ma meno organizzato e meno bello, meno monumentale soprattutto, comunque è cosa comune evidentemente mettere i quartieri bene in una zona semi-centrale un po’ in collina. Arriviamo a casa, un attimo di pausa, anche perché la passeggiata è stata bella ma lunga comunque dalla cima della collina. E alle sei scendo ... con cena coreana casalinga! Un tripudio di quei piattini che avevo incontrato in vari ristoranti ma ovviamente molto meglio! Le alghe, le alicette, vari tipi di verdura, la carne spadellata, il riso con fagioli (i fagioli della giovinezza, che non fanno venire i capelli bianchi, mi dicono), le uova di pesce, la zuppetta con il tofu (che qui si chiama tubu) e pezzetti di seppia. Tutto ottimo, la crème di quello che ho potuto mangiare nei ristoranti. E ancora una volta la mia abilità con le bacchette, che si è perfezionata raggiungendo vette di virtuosismo, stupisce tutti! Mi chiedono dove abbia imparato ... semplicemente frequentando tanti ristoranti asiatici in giro per il mondo. Insomma è solo una questione di abitudine, un po’ come dormire per terra ... vabbé ma quello me lo sono risparmiato. La sera birra in uno dei posti che fanno loro stessi la birra qui a Seoul, uno degli ultimi e a dormire presto, che domani è un’altra lunga giornata, con le celebrazioni al mattino per il Chuseok, il pranzo e poi si torna in bus alla KNUE. Ultima nota, sui tassisti di Seoul, che si vedono la TV dal navigatore, perché prendono via internet i canali via cavo ... insomma la tecnologia qui ci surclassa di decenni (e questo è solo un assaggio per questo genere di riflessioni).

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