mercoledì 29 agosto 2007

Democrazia è Partecipazione



Un titolo impegnativo perché mi sembra giusto pubblicizzare in ogni dove la nascita di una piattaforma wiki per l'elaborazione di un progetto politico nazionale.

lunedì 27 agosto 2007

No Comment

Un esempio di concorso fresco fresco fatto dall'università di roma la sapienza per un posto di ricercatore, dal sito ufficiale.
Lascio a voi i commenti, riassumo solo i dati oggettivi:
hanno mandato il dossier 10 candidati, e la procedura di valutazione sui titoli riporta che si hanno candidati con i seguenti giudizi globali:
eccellente 3
ottimo 1
molto buono 2
buono 3
insufficiente 1

Leggendo i curricula, si trovano persone, comunque tutte italiane, che sono state a Berkley, Parigi, Oxford, New York. Uno potrebbe pensare: "ah, allora non è vero che l'università italiana è chiusa e provinciale!".
Seguitando a leggere ci si immagina quindi una sana competizione, come avviene in tutto il mondo, per le prove successive, almeno tra i tre eccellenti, e come possibili outsider l'ottimo e i due molto buono.
E invece, quanti si presentano alla prima prova scritta? Un candidato, e neanche uno di quelli che aveva eccellente ...
Forse però bastava fermarsi all'inizio quando si legge:
"Il Prof. Gozzi e il Prof. Canepa dichiarano che nei lavori in collaborazione il contributo dei candidati è stato paritetico con quello degli altri autori. La Commissione ritiene quindi che vi siano evidenti elementi di giudizio per definire l'apporto dei candidati e unanimemente delibera di accettare i lavori in oggetto ai fini della successiva valutazione di merito." Ovviamente uno dei due professori aveva lavori con due candidati (tra cui il vincitore) mentre l'altro professore con un solo candidato (il vincitore).
Non ho nulla contro il vincitore, voglio solo dire che la sua qualità scientifica e la sua dignità lavorativa si sviliscono con questo metodo di condurre le cose in italia.
Ok, qualche commentino me lo sono concesso ...

giovedì 23 agosto 2007

NonDimenticare



in partenza per una settimana abbondante a roma, che finirà con il famoso incontro con iMille, una piccola ricarica con il che, sempre necessaria.

mercoledì 15 agosto 2007

Video



per ferragosto i nembutal presentano "astrocinesi" dal loro album "la marcia degli automi psigoedelici".
Tutte le informazioni si trovano sul nuovo sito di iperuranoaddizioni (http://iperuranoaddizioni.googlepages.blogspot.com).
Buona visione e buon ascolto.

domenica 12 agosto 2007

venerdì 10 agosto 2007

Bene Così

Girando su YouTube:
Se "la democrazia" [...] "fosse libertà sarebbe affrancamento dal lavoro e non occupazione sul lavoro, anche se non si scappa mai"
Lascio a voi indovinare l'allocutore.

mercoledì 8 agosto 2007

Leva



Una piccola digressione agostana, con il blog de iMille quasi in ferie, riporto qui delle considerazioni che forse stavano meglio da quelle parti.
Bisogna parlare ogni tanto di argomenti che sembrano non riguardarci direttamente e personalmente, come per esempio la Leva e l’Esercito, o meglio dal modello di esercito che vogliamo, partendo, per quel che possibile, dalle nostre esperienze personali. Vista l’età media de iMille, molti di noi hanno dovuto scegliere tra servizio militare e civile, poi i più giovani sono stati esentati da ogni servizio, mentre i più attempati hanno vissuto il periodo in cui non si poteva scegliere, e chi era obiettore di coscienza se la passava veramente male. Faccio questa premessa perché, immagino, pochi di noi hanno fatto il CAR, io personalmente scelsi per il servizio civile da cui fui poi esonerato perché mi capitò di doverlo fare sotto il governo D’Alema quando non c’erano soldi per il servizio civile e quindi bastava entrare in uno dei criteri di esonero senza “amici” (nel mio caso “meriti scientifici” dovuti alla borsa di dottorato di ricerca del ministero dell’Università) e si era in esubero. Questo esubero era dovuto al fatto che c’erano moltissime più domande di servizio civile di quanti posti (ovvero soldi) fossero disponibili. La scelta del servizio civile, oltre ad essere un “sintomo di coscienza”, era soprattutto un’interessante mappatura sociale. Ovvero, normalmente domandavano il servizio civile giovani che avevano frequentato l’Università, provenienti da una famiglia di cultura medio-alta e abitanti nelle grandi città del centro-nord. Curiosamente questo profilo coincide con il profilo medio degli aderenti de iMille …
Ma i poveri del sud perché non volevano fare il servizio civile? Perché erano tutti militaristi? Certamente no, ma perché più semplicemente l’esercito era, è e sarà una speranza di occupazione sicura e morale (si perché almeno è legale e non bisogna accordarsi col boss locale) e l’anno di Leva il primo passo per entrarvi, spesso seguito dalla cosiddetta ferma. Ora non è più così, ora c’è l’esercito dei professionisti. Bene si dirà, lo Stato non obbliga più la popolazione a fare il servizio militare. Ma voglio essere provocatorio, è veramente un bene a lungo termine? In assoluto sì, ma questo deve essere accompagnato da una profonda revisione del concetto di difesa, esercito, uso delle armi. E la direzione presa in politica estera ed uso dell’esercito, sia dal centro-destra che dal centro-sinistra, non è compatibile con un esercito “di volontari”. Ma mi spiego meglio. Esercito di volontari, significa in realtà esercito di poveri e disperati, i figli delle classi benestanti sono ben contenti di non dover fare il militare (o comunque perdere un anno di studio-lavoro con il servizio civile) e sbandierano ai quattro venti quanto sia giusto e libertario che lo stato non obblighi i propri cittadini. Salvo costringere de facto i più poveri, che si identificano spesso con i giovani del Sud d’Italia, ad entrare nel “nuovo e moderno” esercito di professionisti. E se guardiamo quello che succede negli altri stati occidentali, vediamo che il trend è proprio questo. L’esercito USA, per necessità di sempre nuove reclute a causa della propria scellerata politica estera, oramai arruola chiunque, tanto che le gang criminali dei ghetti americani (altra faccia della medaglia del modello liberista americano) oramai si sono trasferiti a pie’ pari nell’esercito. E anche in Israele, i giovani delle nuove generazioni non sentono il motivato furore patriottico dei loro padri o fratelli maggiori.
Quindi esiste una profonda contraddizione, in Italia come in tutto il mondo occidentale dove l’esercito di leva non esiste più: in nome della libertà i più ricchi e coloro che possono sperare in un “lavoro normale” evitano la leva, mentre i più poveri (e anche i delinquenti) formano l’esercito, che è paradossalmente sempre più chiamato ad agire, a guerreggiare nel mondo.
Qual è la soluzione a tutto ciò? Non è certo una domanda dalla facile risposta. Nel doppio spirito “ideale e reale”, provo a suggerire due possibili modi di agire futuri:

1) Ideale: bisogna lavorare perché le questioni internazionali non si debbano risolvere più nel futuro con interventi militari, anche qualora questi si camuffino sotto il nome di “peacekeeping”. Non solo e non tanto perché il pacifismo è un valore assoluto, ma anche per una questione di giustizia sociale: un esercito di poveri che combatte a destra e sinistra nel mondo per preservare i diritti dei ricchi non è degno di una repubblica democratica.

2) Reale: proporrei che per poter prestare servizio militare volontario (il solo ora possibile) nell’Esercito Italiano o per essere arruolati in ogni forma nelle forze armate, si sia obbligati prima a prestare servizio civile presso un ospedale, un ente di assistenza a malati, invalidi etc … Perché se non vogliamo avere un esercito di popolo e non possiamo ottenere subito il pacifismo gandhiano in Italia e nel mondo, che almeno sia un esercito dove prima si impara il rispetto per il prossimo e poi la guerra.

lunedì 6 agosto 2007

Svolta A Sinistra


Nel magma dei commenti, idee, progetti di mille e simpatizzanti, come più in generale di molto positivo fervore politico rinvigorito dalla futura nascita del partito democratico ci sembra di individuare due grandi aree, se vogliamo, purtroppo, riconducibili a un pensiero più di destra e ad uno più di sinistra:

- da una parte c’è chi, come noi, viene dalle feste dell'Unità, di Cuore, che ha magari votato Rifondazione una o più volte, che insomma ci fosse un PS tipo quello francese non esiterebbe un istante. Però non ci piacciono le mosse alla Mussi-Angius o alla Diliberto e sappiamo anche che bisogna andare oltre, ed è per questo che siamo qui a dibattere del PD. Chiediamo magari umilmente di rendere più di sinistra questo movimento.
Poi non siamo neanche per la dittatura del proletariato, ma vorremmo che si facessero politiche sociali, eque, democratiche, laiche e repubblicane. Vorremmo che le persone e la loro felicità, la loro qualità della vita vengano prima del denaro, dell'economia, di questo strabenedetto mercato. Forse siamo poeti, sognatori, ascoltatori di certa musica di Gaber che ci ricorda perché siamo (stati) comunisti, perché siamo felici solo se lo sono anche gli altri.
Ed è per questo che possiamo convergere con molti che non vengono dalle feste dell'Unità o di Cuore, ma che in fondo la pensano come noi sulle priorità. Ecco, per noi qui trova posto il Partito Democratico, al di là delle parole e delle fusioni fredde (LC). Il cuore degli elettori dei Progressisti, dell'Ulivo e dell'Unione è qui, da Rifondazione alla Margherita passando per tutti gli alberi, i cespugli e i cespuglietti. E iMille trovano il loro posto perché le nuove generazioni prendano il testimone di questi sentimenti dalla generazione precedente e li portino avanti nel mondo moderno.

- dall'altra parte ci sono quelli della meritocrazia esasperata che dimenticano che se è giusto che il figlio dell’operaio possa, eccellendo nei suoi studi, raggiungere la giusta realizzazione professionale, lui stesso deve poter sperare in una vita migliore anche dopo una non straordinaria formazione scolastica. Questi non sanno, o non ricordano, che esistono uomini e donne che non lasciano l’Italia per andare a fare i ricercatori o nonsoché in giro per il mondo, ma sono persone normali. Anzi, sono persone che conoscono l’Italia molto meglio di noi, semplicemente perché in Italia ci vivono. Scelte di vita diverse, possibilità e indoli diverse, forse, ma è anche questo la nostra ricchezza. Per esempio, il post sulla scuola di Francesca è stato commentato positivamente e propositivamente quasi esclusivamente da insegnanti, mentre è stato criticato nei suoi punti più essenziali da chi pensa che la scuola sia un’azienda come un’altra ma che forse l’ultima volta che ha visto un gruppo di 25 tredicenni era tanti anni fa e se l’è scordato. Perché se poi sanno scrivere bene e ragionare con logicità, hanno dimenticato che sono andati ad una scuola, la scuola italiana, che non è come una qualunque azienda. Ed è grazie a questa scuola, che noi vogliamo proteggere e salvare dalle derive “manda il CV e poi ti sceglie il preside”, proprio per permettere a tutti i bambini, un giorno, se vorranno, di andare ovunque e crescere.
Questi hanno magari avuto successo, vivono o hanno vissuto in Inghilterra e negli USA e sono riusciti a "sfondare", dimenticando però i più che non sono riusciti e che non potendo tornare a casa dalla mamma sono per la strada ubriachi o lavorano come schiavi da WalMart o Lidle. Badate bene, non vogliamo dire che questo modo di concepire la società non ha diritto di esprimersi o di esistere. Anzie, è questo un modello sociale che regna nel mondo. Ha un solo difetto per il partito democratico: questi sono programmi della destra.

Quindi se Veltroni, come ci sembra, tra i candidati ora sulla piazza, è quello che più rispecchia il modo di sentire sociale allora la scelta di Veltroni per noi rappresenta una SVOLTA a SINISTRA auspicabile.
Ci lamentiamo che la sinistra non trovi mai un rappresentante al di sotto dei 70 anni? ovvero un gruppo credibile? Forse ora ci possono essere iMille. Garibaldi e camicia rossa per darci una connessione col passato, internet per darci un mezzo del presente, il coraggio per provare a cambiare il futuro.

Francesca Pollastrini e Riccardo Spezia

mercoledì 1 agosto 2007

danoncrederci

Veramente da non crederci. Ieri angela riceve una lettera inviata da un mittente a noi ben noto e che normalmente non porta buone notizie: il Ministero dell'Economia delle Finanze e dell'Industria - servizio tesoreria. Insomma le tasse.
Ora tutto mi potevo aspettare ma non questo: un rimborso (!!) di ben 568 euri senza che nessuno di noi l'abbia neanche mai chiesto. E a tempo di record, visto che angela è qui dal 2005, non può essere nulla di precedente.
Insomma, non sappiamo perché (e certo non contestiamo il fatto che ci abbiano dato dei soldi che non abbiamo chiesto) e siamo molto contenti.

A prova del fatto che lo stato francese del socialismo reale funziona, e che l'amministrazione pubblica può funzionare in modo degno, tutto sta a volerlo, ovvero a incazzarsi quando le cose non funzionano. E come sapete tutti bene "i francesi che si incazzano" sono molti, moltissimi :)

Eccone la prova:



il cannocchiale