giovedì 19 novembre 2009

Lu meta no, lu meta oui

ok, sarà pubblicità, ma proprio perché sapete quanto odio la pubblicità, mi posso permettere questo video ... grande :)

domenica 15 novembre 2009

Chi era?

Fu deputato al Parlamento nazionale dal 1946 fino alla morte, e al Parlamento europeo dal 1984. Morigerato nella vita privata (viveva in un piccolo appartamento di un anonimo condominio di via Monteverde), in Parlamento e sui giornali dell'epoca era noto per la veemenza e la causticità delle sue orazioni: fu lui che nella primavera del 1953 - durante la discussione della cosiddetta legge truffa - entrò a Montecitorio con una riga di sangue che scorreva dal capo, lamentando che un cordone di "celerini di Scelba schierato davanti alla Standa di via del Corso" aveva impedito il passaggio di alcuni deputati socialisti e comunisti verso la Camera, e che alla sua esibizione del tesserino di parlamentare avevano risposto manganellandolo.

Uno stupido "quiz", per ritornare sulla terra aiutati magari dalle spalle dei giganti e non da "nani e ballerine".

venerdì 13 novembre 2009

LaTeX

Per tutti quelli che, usano LaTeX,
per tutti quelli che, ma come cavolo si scrive,
per tutti quelli che, ma sto simbolo se po' fa' ?
per tutti quelli che, ma che package devo usare?
per tutti quelli che, vediamo se sto sgorbio è un simbolo ...
per tutti quelli che, amano il pattern recognition
per tutti quelli che, sono un po' fuori
per tutti quelli che, hanno un po' di tempo da perdere, ah no è per lavoro!

questo sito lo trovo fantastico
Detefixy2

e buon divertimento

domenica 8 novembre 2009

Trasporti Differenti

Pippo Civati ha lanciato "la mia regione è differente" chiedendo contributi. Io da non-lombardo e ma da roman-parigino che ha avuto modo di andare spesso in lombardia l'anno scorso mando il mio piccolo contributo.

In questo 2009 sono appunto andato spesso da Parigi a Lodi. Viaggiare da Parigi a Milano è molto facile, ci sono parecchi aerei, i costosi alitalia-airfrance, gli economicissimi rynair e i medi easy-jet . A questo ci dobbiamo aggiungere il treno, ma di questo non parlo perché l'avventura puo' assumere contorni epici.

Arrivare ad un aeroporto milanese da Parigi è facile e rapido. Un' ora (scarsa) di volo, un'oretta (scarsa) per arrivare all'aeroporto parigino. E poi inizia l'avventura. Tralascio Ryanair, ti porta ad Orio al Serio, in pratica Bergamo, e arrivare poi già a Milano è un'epopea, figurati se poi bisogna arrivare a Lodi. E anche l'equivalente parigino non è comodissimo, ma si sa i prezzi modici si devono pagare in qualche modo. E' noto che ryan millanta una città per l'altra, Bergamo per Milano, Beauvais per Parigi. Una volta mi ha lasciato a Pescara-Ciampino-Roma ...

Veniamo agli aeroporti di "Milano" e alla compagnia più conveniente, Easy-Jet, prezzi non elevati e aeroporti umani, almeno qui a Parigi. Già perché poi a Milano inizia il bello. Se si ha fortuna, si riesce a prendere l'unico che arriva a Linate, un comodo bus e si sta rapidissimamente in centrale o dopo, che mi sono fatto astuto, ho scoperto un modo per arrivare alla stazione di Lambrate da dove passano i treni per Lodi. E cosi' partendo da Parigi al mattino per pranzo stavo a Lodi.
Purtroppo i voli per Linate (e per fortuna per i milanesi) sono pochi, uno solo da Parigi. E non possono certo aumentare, anzi visto che la città avanza quell'aeroporto è normale che a regime sparisca. Oltre ai trasporti bisogna pensare alla salute fisica e psichica degli abitanti, mi pare evidente, non vogliamo trasportare persone in una gabbia di matti :)

Già quindi arrivo nel mitologico Malpensa (ora ho capito perché mitologico ...), nell'ancor più mitologico "Terminal 2". E qui comincia un'avventura, solamente per arrivare in centrale (poi vai a beccare la coincidenza ...).
Prima opzione: prendere il bus, che parte davanti al Terminal 2 e che serve la Fiera. Già la famosa Fiera di Milano. Il bus ha un problema che i geni dei trasporti lombardi non hanno ben presente: il traffico e la regolarità. Un bus ogni 30' circa e vi lascio immaginare il traffico. Se quando arrivavo a Malpensa ogni tanto potevo permettermelo, al ritorno certamente no. Avrei rischiato di perdere l'aereo, senza neanche la consolazione di poter passare una notte in più a Lodi, perché fare Lodi-Malpensa è più lungo che fare Parigi-Milano ...
Allora ci sta il mitico treno delle Nord. Beh, solo che parte dal Terminal 1 e qualche altro genio dei trasporti lombardo (o forse è lo stesso, si sa quando si hanno dei cervelli fini a disposizione non li si lascia scappare) deve aver pensato che allungare due binari nella campagna non sta bene. E cosi' bisogna prendere un bus che ci mette 15 minuti e passa ogni 15. Morale, visto che la legge di Murphy non risparmia nessuno, ogni volta ci si mette una mezz'ora solo per andare da un terminal all'altro. Mi chiedo se i nostri amici geni progettisti di Malpensa abbiano mai fatto un giro negli aeroporti del mondo. A Houston, la terza città degli USA, un semplicissimo monorotaia che passa in continuazione ti porta da un terminal all'altro, e lo stesso a Charles de Gaulle (che, mi spiace per Formigoni, ha un volume di traffico un tantino più grande di Malpensa e un'estensione un tantino più grande, li' i terminal sono tre ...), ha il suo bel monorotaie che gira continuamente.
Arrivato poi al terminal 1, si prende il treno delle nord che, altra genialata, ti lascia a Cadorna! Già, il decentramento. Solo che poi bisogna prendere due metropolitane per andare in centrale ... ma vabbé questa è colpa mia che voglio andare verso la lombardia del sud, solito terrone che non sono altro. Me ne andavo a Varese o Saronno era meglio. Ora che ci penso mi sa che da Malpensa si fa prima ad arrivare a Lugano ... in un certo senso è un aeroporto più svizzero che lombardo.

L'epopea per fare Lodi-Malpensa è speculare, aggiungiamoci che partendo spesso di domenica i treni da Lodi a Milano (avrei potuta farla a piedi, pelandrone che non sono altro!) bisogna praticamente partire a mezzogiorno per prendere il volo della sera.

Insomma, cosa puo' fregare delle peregrinazioni di uno sfigato roman-parigino? Già, pero' se ci sono tanti voli Parigi-Milano, sarà anche perché ci stanno tante persone che lavorano tra le due operose città (non sono mica scemi quelli di Easy-Jet, mica sono come Colaninno, costretto da Silvio a prendersi alitalia e non hanno i soldi del governo italiano ...). Una prova è che per andare i fine settimana è molto facile, ci stavano sempre posti. I parigini non hanno ancora scoperto le bellezze turistiche lombarde, ci vanno di settimana per lavoro. D'altra parte arrivando a Varese e con uno sforzo immenso a Cadorna vorrei ben vedere, mi stupirei del contrario! Arrivare a Mantova o Pavia, per esempio, diventa improbo, o anche andare nelle montagne del nord.
Non parliamo poi della famosa fiera ... un mezzo di trasporto su ferro dall'aeroporto era troppo rivoluzionario? troppo comunista? un bel bus per gli sfigati, un taxi per i ricchi (e inquinatori), e via. Cosi' magari avranno anche la scusa per allargare le tangenziali.

Per chi gira in Europa, trasporto uguale treni. Un giorno forse ci sarà un vero TGV tra Parigi e Milano, uno rapido insomma. Forse non ci resta che sperare che i francesi, finita la loro parte, bucata la montagna e accortisi che dall'altra parte non c'è nulla, invadano il piemonte e la lombardia e ci costruiscano le strade ferrate?

Ecco i miei 2 centesimi come utente dei mezzi di trasporto lombardi.
Servirebbero veramente "trasporti differenti".

giovedì 5 novembre 2009

Cose serie

Il calcio degli anni 80 resta il più bello in assoluto. La "mano de Dios"



Gli argentini sono grandi, ci superano quasi (il ritornello "oh-le Die-go" è magnifico per quanto disarmante.

domenica 1 novembre 2009

Il seggio di Cambridge

Noi, Rutelli e il senso del PD

Ovvero, gli innovatori, l’uscita di Rutelli dal PD e il senso del partito tra identitario e maggioritario. Una disamina necessaria, nel suo piccolo, che nasce dalle ultime discussioni tra militanti e simpatizzanti che tanto si sono impegnati in questi ultimi mesi per rilanciare il PD e che ora hanno qualche timore. Militanti e simpatizzanti che appoggiavano la candidatura di Marino ma non solo. Perché ci sono innovatori (e conservatori) in tutti i campi, da qualche parte di più da qualche parte di meno.

Cerco di partire dalla fine, ovvero dal senso del partito. Certamente il voto ha fatto vincere il partito "quadrato", che è solido al suo interno e che poi si allea con i partiti che hanno identità diverse (anziché cercare di inglobarli come sarebbe dovuto essere e che non è stato neanche nel PD veltroniano) ma possibili comuni affinità (anche se continuo a non trovare alcuna affinità culturale con l'UDC, mentre le posso trovare con gli altri gruppi/partiti del centrosinistra). E' la risposta della conservazione e della paura. Conservazione ovvero difesa quasi comprensibile, davanti agli attacchi di Berlusconi molti hanno preferito "l'usato sicuro" a nuove macchine già usurate (Franceschini) o nuove macchine ignote (Marino). Però questa è la democrazia e non ci sono altri partiti che la applichino al proprio interno quanto e come il PD. Non ci sono altre strade quindi se non quella di impegnarsi perché i rapporti di forza si invertano. Per mostrare che la "macchina nuova" (nuova non tanto intesa in senso di novità in sé, ma di diversa concezione, moderna, della sinistra) è meglio della macchina "usata", perché non solo (e non tanto) quella usata non potrà vincere le elezioni (cosa che non mi auguro, ma è da molti usato come un argomento che però è tutto da dimostrare , e quindi non è un argomento probante) ma soprattutto perché è un "conservatorismo sociale" mascherato con la parola progressismo. Senza contare che mantenendo un certo modo di gestione del potere e concezione della società, anche le vittorie elettorali diventano poi sconfitte prima culturali e poi politiche (e l'esempio del fallimento del secondo governo Prodi è il più noto e paradigmatico, ma ci aggiungerei i tanti governi regionali e locali, Penati, Bassolino etc ...).
Perché, il PD al governo dovrebbe contrastare culturalmente e quindi politicamente, nella società, la Lega al nord e il clientelismo baronale al sud. Ma non ha fatto nessuna delle due cose, e il nostro sentimento (e timore) è che il "nuovo corso" continuerà a non farlo.

Quindi NOI. Ecco noi dovremmo cominciare rendendo per quanto possibile visibile e concreta la nuova sinistra moderna. E organizzandoci perché questo sia a conoscenza dei tanti militanti e simpatizzanti che credono, al di là dello specifico della mozione congressuale che hanno sostenuto, a volte timidamente a volte visceralmente, così da aggregare quanti abbiano la stessa visione del PD. Certo ora siamo "minoranza interna" che non è associata alla dirigenza. Questo non vuol dire essere avulsi al partito, al contrario. Bisognerà entrare ovunque sia possibile e sia sensato farlo, ovvero ovunque la nostra presenza non sia solo di facciata (o peggio ancora un avallo alla continuità della gestione attuale), fare politica nei circoli, nelle città, tra le persone vere, per continuare a crescere. E chi può e chi vuole deve iniziare a candidarsi per le cariche elettive, ad ogni livello. Sia interne, sia soprattutto esterne. Sembra folle, ma bisogna iniziare a pensarci concretamente, trovando le persone disposte a perdere tempo, denaro, sonno, fatica, per candidarsi quando e dove ci sono le condizioni.

Per finire, Rutelli. Le considerazioni di Rutelli nulla hanno a che vedere con questo discorso. Anche se apparentemente alcune sue parole potrebbero far pensare al contrario. Ma quando si leggono alcune interviste bisogna trascendere dalle frasi spesso sensate in sé e riportarle al contesto (e alla credibilità) di chi le afferma. Soprattutto verrebbe da chiedersi: perché non l'ha fatto in questa lunga campagna? Perché non si è speso per il candidato che non riporterebbe il PD ad essere una continuazione dei DS (per citare le sue parole)? Forse perché non avrebbe avuto la credibilità in una campagna di confronto. Nelle sue dichiarazioni abbondano banalità che si contrappongono a banalità. Dice che il PD non è diventato quello che voleva. Ma ci ha mai raccontato quale PD voleva? E si è mai chiesto se i democratici volevano il PD che lui voleva? E lui in questi anni dove viveva? Non mi risulta sia stato in Africa a fare volontariato e sia tornato ieri. E' stato candidato sindaco di Roma dal PD poco più di un anno fa, ed ha perso. E' stato candidato (ed eletto in un seggio sicurissimo) senatore in umbria e si è preso la presidenza del COPASIR (proprio poco dopo aver perso le elezioni di Roma consegnando la città alla Destra). Questo per dire non gli sono mancati gli spazi per rappresentare il PD che dice che vorrebbe o, a questo punto, che avrebbe voluto. La banalità sta nell’utilizzare frasi per semplificare, per cui lui rappresenta (o meglio direi rappresenterebbe) i “ceti produttivi”. Ovvero? E gli operai bersaniani o i precari mariniani o gli insegnanti franceschiniani cosa sarebbero, scarti, improduttivi? Questo è il peggiore degli effetti del berlusconismo: ridurre tutto a contrapposizioni (sterili) tra nomi. Che sono ovviamente “irriducibili”.
Se vogliamo ridurre al senso politico direi che Rutelli ha fatto una battaglia e l'ha persa. Anche se forse sarebbe più onesto dire che la battaglia non l’ha neanche mai iniziata, almeno alla luce del sole.

Per questo sono due aspetti diversi, Rutelli e l’azione degli innovatori nel PD. Rutelli se ne va forse perché preferisce essere un capetto in un piccolo partito che combattere in uno più grande. Altro il problema degli innovatori (di ogni “estrazione” congressuale) di un possibile ripiegamento del PD (purtroppo possibile naturale conseguenza di ripiegamento della società italiana) verso soluzioni più "tranquille" dove le "cordate" di sempre stanno insieme e poi i partiti "tradizionali" si alleano. Il che non è di per sé un male, ma lo è nella misura in cui (perdonatemi il francesismo) il modo di concepire i partiti (e i rapporti tra i partiti) rispecchia (e genera) una società statica e ferma.
Ovvero conservatrice. Ovvero, di destra.
Ovvero quello che noi che vorremmo un PD (e una società) moderna, democratica, laica e di sinistra combattiamo dalla nascita. E continueremo a fare.

Dopomarino

I dati finali sono stati finalmente resi noti. Un mio commento "a bocce quasi ferme" l'avevo scritto qualche giorno fa e sta qui.
All'estero siamo andati benissimo, 20% (e 5 delegati) in Europa e 32% (1 delegato e secondi dopo Bersani) in Nord America stanno li' a testimoniarlo.

Ora sabato assemblea nazionale e intanto ci si continua a tenere in contatto, inglobando tutti gli innovatori conosciuti ed incontrati in questi mesi.