lunedì 28 novembre 2011

Cover Italia-Francia



Ecco la bella Cover del Phys. Chem. Chem. Phys. andato online proprio oggi (è la issue del 21 dicembre, ma per un curioso motivo sono in anticipo di un mese). L'articolo corrispondente lo trovate sul sito (accessibile al 100% per chi ha l'abbonamento, gli altri possono comunque leggere l'abstract).

Si tratta dell'articolone fatto in collaborazione con Alberto Mezzetti (Univ. di Lille e CEA-Saclay) e il gruppo di Leonardo Guidoni (Univ de l'Aquila e La Sapienza). Ma soprattutto grazie al programma HPC-Europa2 che ha finanziato una mia permanenza a Roma e la venuta di Daniele (studente di Roma) a Evry, oltre a parecchie ore di calcolo sui supercalcolatori del CINECA (Italia) e del CINES (Francia).
Insomma una bella collaborazione Italia-Francia (poi che il lato Francia fosse zeppo di italiani è un altro paio di maniche).

Come dice il titolo, si tratta di una accurata caratterizzazione delle vibrazioni molecolari della peridinina, una molecola implicata nella fotosintesi e precisamente nei primi passi di cattura della luce. Studiandola in vari solventi abbiamo anche ottenuto delle piste semi-quantitative per proporre delle caratterizzazioni in proteina, o meglio come i diversi posti dove la si può trovare dentro una proteina possono influenzare il suo spettro vibrazionale.

Università e Ricerca nelle proposte del PD



In questi giorni il PD ha presentato un bel libretto per esporre in modo succinto ma non solo tramite slogan le proprie proposte per “L’Italia di domani” (che è anche il titolo del libro). Il libretto è abbastanza agile, il formato sembra poter coniugare “comunicazione” e “proposte concrete”, il tutto corredato da belle foto e qualche “highlight” su ogni tema. Insomma rispetto alle 600 e passa pagine del programma dell’Unione un notevole passo in avanti.

Andando oltre i saluti di rito di segretario, presidente dell’assemblea nazionale e vice-segretario, si delineano i differenti temi sui quali si declinano le proposte del partito. Si inizia con “famiglie e politiche sociali”, si continua con “lavoro”, “salute”, “scuola”, “sicurezza”, “immigrazione” etc … Non voglio entrare nei dettagli di ogni tematica, ma soffermarmi su una sola, quella “Università e Ricerca”, senza non poter prima non restare abbastanza sorpreso dalla mancanza di qualcosa sulle politiche industriali (a parte un capitolo sulla “green economy” in cui però c’è un po’ di tutto, anche i rifiuti …).

(continua su iMille)

domenica 27 novembre 2011

Gli opposti vanno insieme



E poi non mi venite a dire che la famosa teoria degli "opposti" in politica non vale! Ho notato come un articolo di Giulietto Chiesa su il Fatto Quotidiano sia stato ripreso dal blog della formazione fascista di Saia (che non linko per principio).
Poteri forti, governo delle banche, complotto internazionale dei "mercati" (ovviamente demo-pluto-giudaico), perdita della sovranità nazionale. Insomma ci sta tutto il tipico campionario della destra fascista in bocca a chi si professa come la vera e unica sinistra.
Che questa crisi, come tutte le crisi epocali, avrebbe rovesciato molte cose lo si diceva da tempo, ma per ora sembrava restare tutto molto astratto e futuribile. Ora sembrano arrivare le prime nere nubi, cariche di pioggia acida, e il veleno propagarsi tra la popolazione ...

venerdì 25 novembre 2011

E se non lo contiamo sul PIL ?

Ieri su iMille Raoul Minetti e Alessandro Giovannini criticano, giustamente, un articolo di Oscar Giannino perché quest'ultimo riportava l'andamento del debito assoluto e non in rapporto al PIL (il famoso prodotto interno lordo).
Da anni (dai tempi di Maastricht) sentiamo parlare di rapporto deficit/PIL (deficit inteso come annuale) o debito/PIL (debito complessivo). Quest'ultimo è quello che viene citato quando si parla dell'enormità del debito italiano.

Commentando il post, ho chiesto da profano di economia (che è una curiosa disciplina che quantifica oggetti non fisici): ma non sarebbe più corretto calcolare il deficit e il debito rispetto al "volume di affari" dello stato?
Giustamente, mi è stato risposto che Il rapporto misura quindi quale frazione del PIL annuale della nazione lo stato dovrebbe “prelevare” in tasse per riuscire ripagare il suo debito. Ora questo però, quando si comparano i rapporti deficit/PIL e debito/PIL di diversi stati, ha poco senso se non si tratta di stati con la stessa fiscalità e con la stassa presenza dello stato nell'economia nazionale.
Se prendiamo due stati con lo stesso debito/PIL che, per fare un esempio "scolastico", è generato dallo stesso debito e dallo stesso PIL, ma sono organizzati molto diversamente, uno con una tassazione robusta, uno stato attivo che ha enti, industrie etc … (o se vogliamo prendiamo il limite di uno stato “sovietico” che controlla tutta l’economia) e l’altro che invece non ha nulla, dove tutto è privato, dove le tasse sulle imprese sono molto basse, etc … è ovvio che i due stati avranno tempi e possibilità diverse di ripianare questo deficit. Insomma riportare tutto al PIL mi sembra o una pretesa di "statalizzazione dell'economia" (paradossale visto che questo indicatore è utilizzato da entità che sono quanto di più lontano al controllo statale dell'economia) oppure mi pare possa essere molto fuorviante nel determinare le classifiche di virtuosità degli stati.

Il bravissimo Alessandro mi ha quindi mandato questi due interessanti grafici dove il debito e il deficit sono stati divisi per la "revenue" di ogni stato. Forse il denominatore non è ancora corretto, però mi pare diano una visione complementare sullo stato di salute degli stati, sull'ordine di "virtuosità" e di reazione possibile alle tempeste.
L'ordine non è radicalmente diverso, con delle eccezioni interessanti che riguardano USA e Francia ...



lunedì 21 novembre 2011

Sguardo sui governi "tecnici"

Oggi su iMille abbiamo pubblicato un lavoro collettivo in cui abbiamo individuato i governi tecnici, di larghe intese, di unità nazionale (e qualche governo di minoranza) che si sono formati negli ultimi cent'anni nei paesi industrializzati.

Un'interessante rassegna che mostra una certa "unicità" del caso italiano e come governi appoggiati da tutte le forze politiche abbiano spesso coinciso con eventi eccezionali.

Buona lettura.

domenica 20 novembre 2011

Ma qual è l'exit-strategy del PD?



Come molti stanno scrivendo e dicendo, il governo Monti potrebbe portare ad uno scombussolamento del panorama politico, a partire dai due partiti che ne sono gli interpreti principali: PD e PdL. Premessa necessaria è il successo del governo Monti. Se questo dovesse fallire (e con lui lo stato italiano, nel senso vero e tecnico del termine) il terremoto economico sarebbe tale che l'ultimo dei problemi sarebbe quello dei nuovi assetti dei partiti politici.

Ipotizziamo quindi un successo (anche solo parziale) del governo Monti. Questo avverrà passando attraverso misure economiche e sociali importanti. Non solo tasse ma anche rottura di privilegi e modifica di molte regole sociali, a partire da quelle sul lavoro, sugli ordini professionali, sulle pensioni. La mia impressione è che le misure che ogni forza politica e sociale cita, ognuna singolarmente, andranno (e mi auguro saranno) fatte tutte.

Allora il panorama cambierà molto, non solo lato PdL, su cui tanto si parla. La sua exit-strategy è secondo me abbastanza segnata: verso un'unità Alfano-Casini che ridisegnerà il centro-destra. Un progetto dal loro punto di vista coerente e omogeneo e che quindi può andare a buon fine. Ne avevo già parlato in tempi non sospetti. Ovviamente ci saranno una serie di variabili che possono farlo fallire: il rapporto con la Lega, l'ostilità di grandi pezzi del PdL, il ruolo di Fini etc ...

Meno si parla, anche se si sta iniziando a farlo, di come potrà essere ridisegnata la sinistra e il PD. Questo anche perché Bersani non ha subito iniziato a parlare di "spine da staccare" e ha, per il momento, contenuto i mal di pancia all'interno. Però le differenze verranno presto fuori e la strategia del "tenere chiuso il tappo" rischia di poter risultare controproducente quando la pressione sarà talmente grande che non si potrà più contenere. Venendo al sodo: come si comporterà il PD quando arriveranno le misure sulla riforma del mercato del lavoro? Come conterrà chi dice che la legge Gelmini "attacca il diritto allo studio" quando, ben presto, si finiranno i decreti attuativi e si dovranno attuare quei famosi criteri meritocratici per permettere di rendere reale il diritto allo studio per chi vuole studiare e lo fa con profitto e non per tutti indiscriminatamente (dando poi troppo poco a tutti)? Si ha l'impressione che l'exit-strategy a sinistra non si sia ancora delineata. Si sacrificheranno le posizioni di Fassina, benché "validate" dalla fantomatica assemblea di Genova sul lavoro del PD, sull'altare del governo? Probabilmente si, ma subendole o rilanciandole (famosa è la posizione opposta di Ichino che sembra stia risalendo nei consensi interni, anche se l'opposizione della CGIL resterà sicuramente maggioritaria)?
Il rischio evidente è che l'asse Alfano-Casini, se il PD continuerà a seguire il modello di un partito ancorato all'asse CGIL-SeL, riuscirà nel disegno di marginalizzazione della sinistra e della carica innovatrice contenuta nel progetto laico e democratico. Perché ricordiamo che se il centro-destra ha delle convergenze sicure in alcuni provvedimenti di questo governo, resta aperta la partita sul modello di società che si ha in mente. La destra resta su un modello "familista" e basato sulla "tradizione" (in molti campi). La sinistra dovrebbe farsi artefice di un modello liberale nel senso non solo economico ma soprattutto sociale. Se invece si ritira nel caro alveo assistenzialista farà poca strada e farà crescere poco il paese.

Trovare un'exit strategy è perciò fondamentale. Il governo può dare un'utile sponda a chi nel PD è nel lato "liberal-democratico" (un po' i miglioristi del 2000, mutatis mutandis), bisogna però coglierla e non farsi affossare dall'apparato e dal suo immobilismo e trasformismo inconcludente.

venerdì 18 novembre 2011

Il PD Parigi in piazza

Grazie a Raffaello per aver fatto un bel montaggio per rappresentare la manifestazione del PD Parigi del 5 novembre, in collegamento San Giovanni, in una bella sezione del PS (quella del II arrondissement, che ringraziamo e particolarmente Gerard).

Ecco il video

martedì 15 novembre 2011

La notte dei Ministri



Allora pare proprio che il governo partirà, anche se non è chiaro quanto lunga e sofferta sarà la sua corsa. Intanto la notte sarà lunga alla ricerca dei ministri. Ricordiamo che la Legge Bassanini del 1999 ne individuava 12:

1) Ministero degli Affari esteri;
2) Ministero dell'Interno;
3) Ministero della Giustizia;
4) Ministero della Difesa;
5) Ministero dell'Economia e delle finanze;
6) Ministero delle Attività produttive;
7) Ministero delle Politiche agricole e forestali (così il quasi ex ministro Romano può stare tranquillo);
8) Ministero dell'Ambiente e della tutela del territorio;
9) Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti;
10) Ministero del Lavoro, della salute e delle politiche sociali (anche se l'ultima volta fu necessario in tutta fretta scorporare la Sanità a causa del virus H1N1 e si sa che i virus non si possono vietare per decreto né perché non stanno nella lettera alla UE);
11) Ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca;
12) Ministero per i Beni e le attività culturali;

Ora chi ha voglia e tempo può tentare di incasellarvi i nomi che frullano nei diversi totoministri. C'è tutta la notte a disposizione.

domenica 13 novembre 2011

State bboni



Se qualcuno non lo sa ieri sera si è dimesso Berlusconi. E questa è certamente una buona notizia. Da qui però a lanciarsi a destra e a manca in dichiarazioni del tipo "la fine di un'era", "la guerra è finita" o "la riscossa del paese" ce ne passa.
Si dice: “il ritrovato spirito civile di noi italiani”. Ritrovato come? Con Antonione o la Carlucci? Ricordo che il governo Berlusconi è caduto per pochi transfughi e non certo per aver perso le elezioni. Certo è che (contrariamente a quanto dicono dal pdl) il fenomeno dei transfughi è causato (indirettamente) dal tracollo del paese e quindi le pressioni di confinudstria, sindacati, associazioni di commercianti etc … hanno avuto un peso anche nelle scelte dei “transfughi”. Ma non c’è stata nessuna “riscossa civile”, e non c’è nessuna “nuova pagina”.

Ci sarà invece, temo, un periodo parecchio burrascoso. Il PdL ha sempre 212 deputati e 128 senatori, Berlusconi è sempre il suo leader (lo ha appena ripetuto Alfano nella trasmissione di Lucia Annunziata) e ritornerà a fare il tribuno (ha anche annunciato una manifestazione nazionale del PdL).
Non è cambiato nulla, si formerà, probabilmente, un governo per evitare il baratro prendendo per qualche mese soldi dove potrà e poi ricomincerà il solito circo. Il PdL si spaccherà tra Pisanu/Scajola e gli altri? Ancora peggio, si coaguleranno gli ultrà della peggiore destra (e il messaggio di Berlusconi al partito di Storace è un pessimo sintomo) e renderanno ancora più pestifera l'aria politica e parlamentare.

Finché non perde, e di molto, le elezioni, non cambia nulla.

sabato 12 novembre 2011

Con il PdL dentro o nulla



In questi giorni si assiste ad uno dei più duri scontri mai registrati in quello che fu il monolitico (almeno da fuori) partito (o meglio pseudo-partito) creato da Berlusconi. E questo non può che farci piacere, è uno dei migliori sintomi che il capo sta veramente per concludere la sua carriera politica. Anche se aspetterei sempre per esultare.
Anche perché il "si salvi chi può" del PdL ha creato una inevitabile spaccatura su appoggiare o meno un governo tecnico a guida Monti che si va delineando in questi giorni.
La Lega se ne è già tirata fuori: è possibile che il governo nasca senza l'appoggio anche del PdL. No, e giustamente Bersani (e mi pare anche Casini) hanno detto che o è appoggiato anche dal PdL o non se ne fa nulla.
Ma a parte le ovvie motivazioni politiche, ci sono prima delle motivazioni numeriche.
Per questo dobbiamo guardare la composizione dei gruppi parlamentari di Camera e Senato.
Alla Camera PdL+Lega hanno 271 deputati, mentre Fli+IdV+PD+Udc ne hanno 292. In questo caso se aggiungiamo i 42 deputati del gruppo misto arriviamo a quota 334, che basterebbe teoricamente per avere la maggioranza (che è di 316). Una maggioranza risicata, debole politicamente e numericamente soggetta agli "sbalzi d'umore" dei deputati del gruppo misto (7 componenti + 17 deputati non iscritti ad alcuna componente, insomma una giungla paludosa).

Ma è al Senato la faccenda sarebbe ancora più intricata. Qui PdL+Lega hanno 153 senatori e IdV+PD+FLI+UdC ne hanno 146. Se si aggiungono i 15 deputati del Misto si arriva giusto a 161 (che è giusto giusto la maggioranza). Sarebbero quindi necessari i 12 deputati del gruppo "Coesione Nazionale-Io Sud-Forza del Sud", vi rimando alla sua composizione per vedere di chi si tratta.

Se quindi il governo Berlusconi non poteva agire perché appeso ad una maggioranza risicata, potrebbe mai farlo con una maggioranza altrettanto risicata numericamente un governo tecnico che sarebbe in più debolissimo politicamente?

Certo, sarebbe possibile che il PdL si spacchi ancora, costituendo un gruppo di deputati e senatori che entrano comunque nella maggioranza, abbandonando il vecchio padre-padrone in compagnia dei suoi ultimi scagnozzi che non avrebbero alcun futuro in nuove riorganizzazioni del centro-destra (un po' come i repubblichini, ed ironia della sorte molti sono proprio gli eredi dei repubblichini ...). Ma questa spaccatura è per il momento poco chiara soprattutto numericamente e poi si dovrebbe concretizzare prima delle consultazioni. Ovvero domani.

Ad oggi quindi o il governo è appoggiato (senza escamotages di appoggi esterni, sarebbe come farlo nascere con il cappio al collo, sopra una sedia con un piede rotto), oppure dubito serva a qualcosa. Se non andare a prossime elezioni con un Berlusconi di nuovo trionfante (un mezzo cerino, insomma).

venerdì 11 novembre 2011

Toto-ministri!



Beh, è già partito sul corriere un gioco cui avevamo purtroppo un po' perso l'abitudine: il totoministri!!
Per ora il corriere presenta due scenari: tecnico-puro e tecnico-politico.
Vediamo chi mette, così poi tra qualche giorno controlliamo.

Tecnico Puro
Economia: Saccomanni/Monti.
Esteri: Amato/Frattini non vedo dove sia il loro tecnicismo, Amato è stato ministro già con De Mita, poi con Craxi, poi ultimo premier del pentapartito, poi ultimo premier dell'ulivo, poi ministro con Prodi. Non oso immaginare se fosse stato politico ... Un discorso simile vale anche per Frattini, ministro già dai tempi di Dini. Per un maestro di sci il tecnicismo lo vedrei altrove ...
Sviluppo Economico: Bini Smaghi/Saccomanni.
Giustizia: Barbuto/Pomodoro.
Istruzione: Profumo, presidente da pochissimo del CNR.
Welfare: Ichino: ma non è senatore del PD? non credo che un governo "tecnico-puro" possa avere un senatore PD e nessuno PDL in un posto importante.
Beni Culturali: Baratta.

Tecnico Politico
Economia: Monti.
Vicepremier: Letta & Letta. Ah questa sarebbe la certificazione della forza del nepotismo in Italia! Un sigillo di continuità, insomma.
Interno: Frattini (o agli esteri) ... già detto (vedi sopra).
Giustizia: Nitto Palma. Si commenta da solo.
Istruzione: Buttiglione ... eh!????? l'onorevole Buttiglione??? ma siamo qui a smacchiare i giaguari????
Affari Regionali: Fitto. Simbolo dell'inossidabilità democristiana.
Pubblica amministrazione: Bassanini. Il nuovo che avanza, insomma.

Come si può notare ne mancano molti, alcuni sono veramente impresentabili (e quindi facile che ci azzecchino). Il "tecnico-puro" suona ovviamente meglio, anche perché il tecnico-politico così come dato sembra veramente essere il peggio di una serie di tradizioni: berlusconismo, democristianesimo, apparatismo della sinistra immutabile etc ...

Beh è solo il primo che leggo, e non credo sarà l'ultimo. Il bello è poi andare a rivedere a governo fatto. Se mai si farà, alla fine dei giochi.

le 11h11 dell'11-11-11

Qui in Francia oggi è vacanza (fine della prima guerra mondiale), quindi alle 11h11 stavo a casa.
Non ve ne frega nulla, lo so ...

martedì 8 novembre 2011

La mossa del cavallo



La maggioranza che non è maggioranza ha costretto Berlusconi a salire al Colle, ma poi la montagna ha partorito un topolino: "le dimissioni a babbo morto". Ovvero prima approvo la legge di stabilità (ora ha cambiato nome, fino a qualche anno fa la chiamavamo finanziaria, è la stessa cosa evidentemente questo nome è più "fashion") e poi mi dimetto.
Non sono neanche dimissioni col timer ma un "lo farò". Ovviamente le reazioni sono state le più disparate, dalle prime esultanze ("si è dimesso" diceva qualcuno, cosa falsa) alla successiva titubanza. Fino alla possibile "fregatura" paventata da Dino Amenduni.
A questo punto, siccome è partito il gioco del "cosa succederà", mi ci metto anche io. Qualcosa non diversa dall'incubo di lunedì.

Allora se ho capito bene mercoledì prossimo ci sarà la fiducia in Senato su un provvedimento legato alla Legge di stabilità. In Senato la maggioranza ce l'ha, quindi la fiducia dovrebbe averla. A quel punto può fare due cose: (i) tirarla per le lunghe (un po' come paventato sull'articolo de il Fatto Quotidiano); (ii) andare da Napolitano con la fiducia del Senato in tasca e quindi con delle "mezze" dimissioni.
Nel secondo caso Napolitano sarebbe quasi obbligato a rimandarlo alla Camera per chiedere la fiducia. Oggi è andato sotto grazie al non-voto di molti, ma siamo sicuri che da qui a diciamo quindici giorni ci sarà una maggioranza di deputati disposti a non votargli la fiducia? In una situazione che inevitabilmente sarebbe: "o questo governo o elezioni subito".

Dibattito

"A che serve la scienza?" Una domanda secca su cui Amedeo Balbi apre il "dibattito" su il Post.

Oggi c'è troppa concitazione politica, ci iniziamo a ragionare in tempi di minore crisi :)

Situazione politica

La situazione politica attuale è facilmente riassumibile così

lunedì 7 novembre 2011

Il cerino



In questi giorni ho sempre più paura che lo scenario del cerino si concretizzi.
Vediamo cosa sarebbe:
1) cade in qualche modo (dimissioni o sfiducia) il governo Berlusconi (faccio mio il principio della Moka, quindi niente date ma un semplice esercizio di stile);
2) si fanno le consultazioni e grazie a vari transfughi del pdl in vari gruppi di centro sembra che una maggioranza è possibile;
3) l'incarico non viene dato ad uno del PDL ma ad un tecnico e a questo punto Berlusconi e Bossi se ne tirano fuori;
4) viene varato un governo tecnico che viene subito additato dalla stampa filo-berlusconi (che non è minoritaria, al contrario) come "il governo di chi ha perso le elezioni";
5) il governo ha la fiducia, votata da Terzo Polo, transughi del PDL (che saranno non a caso tanti, tantissimi), PD e tutti i vari gruppi e gruppetti misti con magari astensione di IdV e perché no anche dei restanti PDL;
6) questo governo adotta le misure "lacrime e sangue" necessarie e poi cade, aprendo la strada alle elezioni;
7) PDL Berlusconiano con la Lega si presentano, con Silvio o Marina candidati, come i salvatori della patria, quelli che avevano protetto gli italiani etc ...

Marina a palazzo Chigi e Silvio al Quirinale.

E' solo un incubo?

domenica 6 novembre 2011

Bersani e la tartaruga



Il discorso di ieri di Bersani si può a mio avviso riassumere in due parole: andiamo con l'UDC (come dice bene Makkox).
Cosa che è come si dice legittima ma se la facciano loro, come si può altrettanto legittimamente dire. A me soprattutto non sono chiare due cose su come si muove il PD e la sua dirigenza "storica", che è, purtroppo, sempre quella PCI-PDS-DS, gli altri, come diceva Stefano Menichini qualche giorno fa, sono visti sempre come degli estranei (tranne qualcuno della ex sinistra DC, a prova che è vero che si trattava semplicemente di catto-comunisti ...).

Nel 1994 il PDS poco dopo aver cambiato nome da PCI costruì un’alleanza, "i Progressisti", senza ancora il PPI ma già orientata verso formazioni più di centro (i cristiano sociali, alleanza democratica etc …). Era qualcosa che a guardarla oggi sembrava coraggiosa e coerente (dispiace quasi rimpiangere Occhetto ...).
Poi venne il '96 e la grande alleanza con il centro, secondo me per evitare che un certo furbone da Arcore continuasse a gridare contro “la Sinistra” e “i Comunisti”. L’alleanza funzionò un paio di anni, l’Ulivo finì come sappiamo e Berlusconi continuò a chiamare quelli che ora si erano chiamati DS e tutta la sua area sempre nello stesso modo.
Nel 2001 vinse a mani basse Berlusconi, come era ovvio vista l'inettitudine dei governi D'Alema e Amato. Qualche ministro a caso: Enrico Letta, Livia Turco, Pierluigi Bersani, Piero Fassino, Rosy Bindi per citarne alcuni e tralasciare i sottosegretari. Curiosamente tutti dirigenti del PD attuale, dimentichi tutti (elettori in primis) del loro fallimento.
Quindi nella legislatura successiva si continuò con le aperture al centro: Mastella e Dini furono inglobati nell’armata dell’Unione. E così si quasi-vinse nel 2006. Nel 2007 si volle sigillare l’unione della sinistra con il centro progressista e si costituì il PD, che non aveva bisogno di allearsi al centro perché già un partito di centro-sinistra (le discussioni trattino o non trattino che avevano infiammato il 96 si tralasciarono). Però già nel 2009 iniziò il dibattito sull’alleanza con l’UDC (anzi forse già il giorno dopo la sconfitta del 2008). Una rincorsa infinita, degna di Achille e la tartaruga.

Mi domando ingenuamente allora: non sarebbe ora di rimettere tutto a zero, chi vuole fare un partito conservatore lo faccia, chi vuole farne uno progressista lo faccia? E amici come prima? Insomma allearsi con l’UDC mi sembra perdere completamente il senso dell’esistenza del PD (la certificazione della sua trasformazione in “PDS meno S”) e la sua fine politica ovviamente. Poi arriveranno i pasdaran a dire che bisogna turarsi il naso e votare PD, ma se poi gli elettori non lo fanno non si lamentino con loro come fanno verso chi vota Grillo, ma con se stessi.

E poi, possibile che quelli che quando stanno dentro il partito sono i più attaccati (Binetti, Rutelli e tutti quelli che li hanno seguiti nell’UDC e nell’API rispettivamente, ce li siamo dimenticati?) appena escono sono i primi con cui ci si vuole alleare? Non è questa un’incitazione alla scissione? Altro che unità, parole che sono fumo e basta nel noioso e fumoso discorso di Bersani.

In effetti un'ora per dire una cosa sola: "Io & Casini".

sabato 5 novembre 2011

Manifestazione 5 novembre anche a Paris



Ecco, anche a Parigi per chi vuole si può partecipare alla manifestazione nazionale del PD. Grazie alla disponibilità dei compagni del PS (in particolare quelli della sezione del 2° arrondissement) che ci hanno dato la sala di una bella sezione che si affaccia sulla pedonale rue Monteurgueil.
Proietteremo la manifestazione nazionale di Roma e sarà un'occasione per discutere sulla sempre burrascosa situazione italiana. Ma anche un momento per scambiare le nostre opinioni con francesi, tedeschi e altri simpatizzanti delle sinistre europee, in un momento in cui l'importanza di una vera integrazione sembra come non mai importante.

giovedì 3 novembre 2011

Funzioni di distribuzione radiale




Se qualcuno oggi vuole sapere cosa ho fatto, allora la cosa più importante è stata quella di iniziare a mettere in ordine e trasportare su uno stesso computer due simulazioni, che dovranno continuare nel 2012, quando avrò le nuove ore di calcolo sui supercomputer francesi, quelle del 2011 le ho finite, anche abbondantemente visto che al CINES sono andato al 120%.
Una volta le simulazioni ordinate, ho potuto iniziare ad adattare i primi ed elementari programmi di analisi, ovvero ho aperto i codici fortran90 e li ho modificati, andando a selezionare i gruppi di atomi per i quali volevo calcolare le "funzioni di distribuzioni radiali".
Immagino qui debba aprire una parentesi, per i profani che sono il mio pubblico preferito (tra quei pochi lettori). La funzione di distribuzione radiale è una misura della probabilità di avere un certo tipo di atomo ad una distanza data da un altro atomo. Per essere chiari, se io mi siedo sopra un atomo e radialmente inizio a vedere se c'è o no un atomo di un tipo X (ossigeno, idrogeno, carbonio, per dire), facendo questo su un insieme di strutture ottenute da una dinamica, allora avrò la probabilità di trovare questo atomo ad una certa distanza da quello su cui mi sono seduto. Una specie di istogramma ma che nella teoria dei liquidi (o più in generale per la materia molle) è opportunamente normalizzato in modo da rappresentare la termodinamica del sistema. Un esempio è riportato in figura, per capire di cosa si tratta e cosa in pratica sputano fuori questi programmi.

Così mi sono potuto divertire a fare girare il programma sulle varie simulazioni e ho potuto iniziare a confrontare le proprietà geometriche ottenute dalla dinamica dei miei due soluti in acqua (nulla di rilevante, dei complessi metallo-ligando) con quelle calcolate dal mio collega nel vuoto.
Ovviamente sono preliminari, perché devo far girare ancora a lungo le simulazioni per avere quello che si chiama un ensemble statisticamente significativo, ma intanto l'armamentario è pronto.

martedì 1 novembre 2011

Walden



Oggi mi sono studiato per bene un vecchio articolo di Chen e Adelman del 1980 (J.Chem.Phys. 72, 2819, 1980) sui modelli macroscopici per la dinamica di ioni solvatati.
Ho riprodotto i loro dati per ioni 1+ in acetonitrile e prospettato quelli per ioni 3+.
Ora bisogna "solamente" estendere i modelli nel caso di solventi protici, magari con qualche approssimazione. E cercare nella letteratura di Wolynes che ha fatto dei modelli molecolari se sono facilmente utilizzabili.

Di cosa sto parlando? (postilla per i non specialisti) Una delle cose che i chimici-fisici hanno da sempre voluto capire è come sapere quali sono le proprietà degli ioni in soluzione e come queste sono legate a parametri macroscopici. Le proprietà dell'articolo di Adelman (studiate lungamente da gente come Onsager, Born, Stokes, Zwanzig etc ...) sono come gli ioni si muovono, ovvero qual è la loro velocità. Poiché gli ioni sono carichi questa è legata alla conducibilità, quindi a una grande quantità di proprietà elettrochimiche e di reattività in generale.
Questi modelli mettono in relazione quindi la diffusione (o la viscosità) con proprietà dello ione e del solvente (i prodotti di Walden, che titolano questo post ne sono una misura). Per esempio quanto è grande lo ione, qual è la costante dielettrica del solvente, ma anche proprietà più sottili come i tempi di orientazione dipolari o traslazionali o quanto strutturano etc ...
Questo alla fine può servire o per predire delle quantità o per comprendere gli andamenti osservati di queste quantità.

Blog e scienza



Ho scritto per la sezione Scienza de il Post un articolo su blog e ricerca scientifica.

Il rapporto tra i blog e la stampa tradizionale, così come quello tra giornalismo cartaceo e giornalismo online, è da anni al centro di un dibattito internazionale allo stesso tempo interessante e pigro, centrale per l’evoluzione della società moderna ma viziato da luoghi comuni e superficialità. Discussioni del genere, seppure un po’ diverse, stanno avvenendo da tempo anche per una serie di pubblicazioni meno generaliste, che si trovano anche loro ad affrontare le difficoltà e le sfide poste dalle nuove tecnologie: le pubblicazioni scientifiche.


Continua su il Post.