venerdì 25 novembre 2011

E se non lo contiamo sul PIL ?

Ieri su iMille Raoul Minetti e Alessandro Giovannini criticano, giustamente, un articolo di Oscar Giannino perché quest'ultimo riportava l'andamento del debito assoluto e non in rapporto al PIL (il famoso prodotto interno lordo).
Da anni (dai tempi di Maastricht) sentiamo parlare di rapporto deficit/PIL (deficit inteso come annuale) o debito/PIL (debito complessivo). Quest'ultimo è quello che viene citato quando si parla dell'enormità del debito italiano.

Commentando il post, ho chiesto da profano di economia (che è una curiosa disciplina che quantifica oggetti non fisici): ma non sarebbe più corretto calcolare il deficit e il debito rispetto al "volume di affari" dello stato?
Giustamente, mi è stato risposto che Il rapporto misura quindi quale frazione del PIL annuale della nazione lo stato dovrebbe “prelevare” in tasse per riuscire ripagare il suo debito. Ora questo però, quando si comparano i rapporti deficit/PIL e debito/PIL di diversi stati, ha poco senso se non si tratta di stati con la stessa fiscalità e con la stassa presenza dello stato nell'economia nazionale.
Se prendiamo due stati con lo stesso debito/PIL che, per fare un esempio "scolastico", è generato dallo stesso debito e dallo stesso PIL, ma sono organizzati molto diversamente, uno con una tassazione robusta, uno stato attivo che ha enti, industrie etc … (o se vogliamo prendiamo il limite di uno stato “sovietico” che controlla tutta l’economia) e l’altro che invece non ha nulla, dove tutto è privato, dove le tasse sulle imprese sono molto basse, etc … è ovvio che i due stati avranno tempi e possibilità diverse di ripianare questo deficit. Insomma riportare tutto al PIL mi sembra o una pretesa di "statalizzazione dell'economia" (paradossale visto che questo indicatore è utilizzato da entità che sono quanto di più lontano al controllo statale dell'economia) oppure mi pare possa essere molto fuorviante nel determinare le classifiche di virtuosità degli stati.

Il bravissimo Alessandro mi ha quindi mandato questi due interessanti grafici dove il debito e il deficit sono stati divisi per la "revenue" di ogni stato. Forse il denominatore non è ancora corretto, però mi pare diano una visione complementare sullo stato di salute degli stati, sull'ordine di "virtuosità" e di reazione possibile alle tempeste.
L'ordine non è radicalmente diverso, con delle eccezioni interessanti che riguardano USA e Francia ...



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