martedì 8 novembre 2011
La mossa del cavallo
La maggioranza che non è maggioranza ha costretto Berlusconi a salire al Colle, ma poi la montagna ha partorito un topolino: "le dimissioni a babbo morto". Ovvero prima approvo la legge di stabilità (ora ha cambiato nome, fino a qualche anno fa la chiamavamo finanziaria, è la stessa cosa evidentemente questo nome è più "fashion") e poi mi dimetto.
Non sono neanche dimissioni col timer ma un "lo farò". Ovviamente le reazioni sono state le più disparate, dalle prime esultanze ("si è dimesso" diceva qualcuno, cosa falsa) alla successiva titubanza. Fino alla possibile "fregatura" paventata da Dino Amenduni.
A questo punto, siccome è partito il gioco del "cosa succederà", mi ci metto anche io. Qualcosa non diversa dall'incubo di lunedì.
Allora se ho capito bene mercoledì prossimo ci sarà la fiducia in Senato su un provvedimento legato alla Legge di stabilità. In Senato la maggioranza ce l'ha, quindi la fiducia dovrebbe averla. A quel punto può fare due cose: (i) tirarla per le lunghe (un po' come paventato sull'articolo de il Fatto Quotidiano); (ii) andare da Napolitano con la fiducia del Senato in tasca e quindi con delle "mezze" dimissioni.
Nel secondo caso Napolitano sarebbe quasi obbligato a rimandarlo alla Camera per chiedere la fiducia. Oggi è andato sotto grazie al non-voto di molti, ma siamo sicuri che da qui a diciamo quindici giorni ci sarà una maggioranza di deputati disposti a non votargli la fiducia? In una situazione che inevitabilmente sarebbe: "o questo governo o elezioni subito".
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