sabato 17 settembre 2011

Dalla Corea (12) - 16 settembre 2011



Anche oggi, come ieri, la mattina è nuvolosa, umida, si sente che è acqua che ha evaporato per il troppo caldo, una sorta di foschia che diventa nuvole, e infatti a mezzogiorno le nuvole sono andate via per fare spazio ad un bel cielo limpido, terso, ma sempre caldo e umido. Tra queste nuvole del mattino si odono spesso come motori di aerei da caccia a reazione, che siano esercitazioni quotidiane, o ancora peggio pattugliamento mattutino? In ogni modo la mattinata passa tranquilla e a pranzo si va con il professore di biochimica - quello che è stato in Francia, dall’aria giovane e molto dinamica - la professoressa di “Chemical Education” si scusa, dice che avrebbe avuto piacere a mangiare ancora insieme (dopo la cena con i faculty del dipartimento della settimana scorsa) ma purtroppo ha lezione, questa è l’ultima occasione, poi c’è il fine settimana e io lunedì parto. Simpatica e mi dice Ki che porta molto al dipartimento, è una delle più attive. Quindi andiamo in tre a mangiare in un nuovo posto, un ristorante dove fanno una sorta di specialità miste giapponesi (o forse mongole, non lo sanno neanche loro) e del viet-nam. In pratica mettono a bollire il solito ciotolone con l’acqua, le verdure e della carne tagliata molto sottile e noi ci facciamo da soli gli “involtini primavera” vienamiti, con dei tondi che sembrano di plastica e invece sono fatti di riso (veramente bio!). Come in quasi tutti i ristoranti di qui, non c’è bisogno del cuoco, perché sono clienti a cuocere! Così inzuppando questi rigidi cerchi che sembrano di plastica (non solo a me, anche a Ki) nell’acqua calda, poi li si possono riempire di verdure e pezzetti di carne bollita, girare e mangiare. Infine nella pentola con l’acqua calda si cuociono i soliti noodles e con quello che resta si mette del riso che forma una volta cotto un qualcosa che è una via di mezzo tra un risotto e una purea. Insomma carne sottile e verdure, crude o bollite, con riso e noodles, leggero anche se riempie. Al ritorno chiacchieriamo con il professore di biochimica che è preoccupato per la crisi europea, un po’ perché loro esportano molto (ma hanno la Cina vicina non mi pare abbiano per ora grandi problemi, e infatti hanno appena saputo che per l’anno prossimo il numero di insegnanti in Corea aumenterà, cosa molto importante per la KNUE che è una Università per formare insegnanti, e chiaro segno che il governo non sta messo tanto male a soldi da investire) un po’ perché non capiscono (se si ricordasse quante vacanze hanno i francesi forse capirebbe) un po’ perché hanno paura che partita dagli USA, passata in Europa i prossimi potrebbero essere loro, come materializzandola in un serpente che gira per il mondo. In ogni modo basta guardarsi intorno, è pieno di macchine e sono quasi tutte coreane, Hyundai, Kia, anche quella su cui viaggiamo è una fusione di Samsung (perché Samsung fa anche macchine), Nissan e Renault (prodotta in Corea), e poi ancora tutti i prodotti elettronici o tecnologici sono principalmente Samsung o LG (che è anch’essa coreana), di prodotti europei si vede qualche Mercedes e un paio di Ferrari (a Seoul), insomma solo beni di lusso, ma nulla di massa. E la Corea è un paese relativamente piccolo, e tutto ciò (o cose affini a tutto ciò, coreane o cinesi che siano) deve ancora passare completamente in Cina, dove ce n’è per molti anni penso, il tutto in modo totalmente indipendente dall’economia europea. Insomma fanno da soli e noi giustamente paghiamo gli interessi della storia.

Nel pomeriggio smanetto con gli input di gaussian per dei conti di Ju-Yahng quando ad un certo punto mi chiamano Ciccio, Ju e Ara, mi volto e .. hanno un dono per me! Una bellissima scatola con dei dolcetti coreani, a base di sesamo, noci e pistacchi, con una presentazione bellissima, sia la scatola sia la busta cui è contenuta la scatola, quelle presentazioni orientali con pochi colori e dei tratti stilizzati che sono quasi calligrafia di caratteri cinesi. Sono quasi commosso ...
Il pomeriggio poi passa tranquillo, è pur sempre venerdì, anche se sia Ara sia Ciccio (non so se anche Ju) vengono anche domani (sabato). Ki finisce lezione e dopo un po’ ci accordiamo per la sera. Ciccio intanto sta giocando ad un gioco in coreano che mi sembra familiare, infatti mi avvicino ed è niente meno che Civilization 4! Ma pensa, all’età sua (mi pare sia del millenovecentoottantasette) io giovavo al numero due, con il vecchio 286.
Decidiamo con Ki di andare in centro, passo quindi in stanza a posare lo zaino e la scatola con i dolci coreani e ci vediamo alla fermata del bus. Andiamo in centro con i mezzi, da notare che anche sull’autobus c’è il wi-fi, dove dopo un po’, passando attraverso un mercato di frutta, carne, pesce ma anche vestiti e qualsiasi altra cosa si possa pensare, mercato che alle sette e mezza di venerdì sera è aperto, troviamo un ristorante tipico di pesce! Mi mancava. C’è da dire che qui il pesce lo mangiano crudo, ci sono fuori delle vasche e Ki mi dice che prendono quel pesce, lo tagliano e lo servono. Non mi può non venire in mente una famosa scena di un film, ad un certo ristorante giapponese ... Comunque Ki ordina un pesce piccolo che viene mischiato con la verdura (e purtroppo non ce lo prendono e tagliano sotto gli occhi), ma soprattutto accompagnato con un tripudio di piattini dove spiccano, oltre ai soliti bachi da seta, gamberetti, broccoli e affini, delle conchigilette, i polipetti, e delle uova di un qualche uccello selvatico sode. Buone! Insomma tante cose nuove anche questa sera, ho quasi fatto una panoramica completa della gastronomia coreana, mi pare, in queste due settimane che oramai volgono al termine. Prima di tornare ci prendiamo una birretta con annesso pesce secco (qui non si beve mai senza mangiucchiare qualcosa, sarà perché molti asiatici non hanno tutti gli enzimi per assimilare l’alcool e quindi devono mangiarci qualcosa) e poi ci avviamo verso la fermata dell’autobus, siamo fortunati e prendiamo uno degli ultimo “al volo”. Insomma doppiamente fantozziani. 
Stanco e satollo quindi mi avvio verso casa, ad ammirare la versione coreana di X-factor, che mi fa addormentare subito, c’è da dire che oggetti non se ne esportano tanto dall’occidente, ma tutte le mode arrivano ... compresi Mr Pizza e Paris Baguette!

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