venerdì 6 aprile 2012

Sull'acqua calda



Come sempre in Italia si scoperchiano i pentoloni per scoprire l'acqua calda, che è sicuramente una delle quotidiane e sempre meglio riuscite scoperte italiche. Negli anni novanta si scoprì che i socialisti chiedevano tangenti agli imprenditori (come gli altri, ma in modo più sfacciato probabilmente) e che molti democristiani erano se non proprio mafiosi comunque collusi. Cose che tutti "sapevano" (erano scritte sui muri sin da quando ero bambino ...) ma che non si potevano dire. Lo fece Beppe Grillo e fu cacciato. Poi scoppiò lo scandalo e tutti diedero libero sfogo alla propria (ipocrita) indignazione.

Ultimamente la scoperta dell'acqua calda ha coinvolto, faccio due esempi, i festini hard di Berlusconi e dei suoi amici e l'utilizzo spregiudicato dei fondi pubblici di un partito che ha smesso la sua attività politica oramai quasi cinque anni fa. E arriviamo a questi ultimi giorni dove l'acqua calda ha assunto i colori della lega: il "cerchio magico", il dossier "Silvio" e il "patto" tra Bossi e la sua famiglia stipulato all'indomani dell'ictus che il leader leghista ebbe nel 2004 (prossimamente uscirà l'acqua calda su cosa causò quell'ictus e perché i danni furono così elevati?). Così trapela tra le righe di un sagace articolo di Libero, che altrimenti sembrerebbe una "satirica" denuncia di complotto meridionalista ai danni dell'Umberto.

E ora non iniziamo con la storia "la magistratura faccia il suo corso". Si possono avere opinioni sui comportamenti senza aspettare quaranta gradi di giudizio, o no?

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