lunedì 5 marzo 2012

Merito e istruzione. Italia e Francia a confronto.



Questi mesi di governo Monti hanno avuto, tra i vari meriti, quello di aver dato nuova linfa ad una serie di discussioni, tra cui quella che riguarda il bisogno da parte del nostro paese di premiare il merito. Un concetto vago che si può articolare in vari modi, dalle eccellenze alla giusta valorizzazione di ogni competenza. Ovviamente questo processo ha al suo centro il sistema di formazione e il suo collegamento con il mondo del lavoro. E in questo campo ci sono molte proposte nel calderone : si parla di maggiore integrazione tra Università e imprese, di qualificazione della formazione tecnica terziaria non universitaria, di valore legale del titolo di studio e di tanto ancora.

Ogni problema andrebbe analizzato prima separatamente per poi mettere insieme i pezzi e cercare una visione generale. Un aspetto, magari marginale nei numeri ma importante nella definizione di una società, è quello dell’identificazione degli studenti migliori per far sì che possano diventare la classe dirigente della società del domani. Si parla sempre dei migliori e mai degli studenti normali ? Non credo sia così, e le facili critiche di elitismo non devono spaventarci perché un sistema democratico e repubblicano è proprio quello che ha in sé i giusti meccanismi per trovare i migliori elementi nel suo corpo sociali e valorizzarli correttamente. Se non ci sono questi meccanismi allora sarà il familismo a prevalere, bloccando l’ascensore sociale e trasformando una democrazia sulla carta in una aristocrazia nei fatti. Perché non è solo il voto a definire una democrazia ma anche la possibilità per tutti ad accedere, secondo il proprio merito, al ruolo sociale che gli spetta. Ma secondo il proprio merito, ed è qui che è necessario che il sistema identifichi dei meccanismi chiari. Poi i geni che escono dal seminato troveranno anch’essi sempre il modo di farsi avanti. Ma per tutti gli altri serve un sistema chiaro e giusto.

(continua su iMille)

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