sabato 10 marzo 2012

Marchionne vs Landini?



Come da migliore tradizione italica l'opinione pubblica dopo essersi divisa su (nell'ordine sparso) Craxi, Andreotti, Berlusconi, Moggi, Scattone ... (lunga sarebbe la lista) ora ha trovato un altro "personaggio" per continuare il suo sport preferito. Marchionne. Se ne parlava già da un po', ma evidentemente il dibattito sull'articolo 18 ha fatto riprendere quota al soggetto. Già perché discutere di diritto del lavoro è troppo astratto, difendere un articolo con uno slogan "non si cresce licenziando" già andava meglio, ma resteva comunque una polemica zoppa, perché su un articolo del codice del lavoro è difficile far scaldare gli animi. E allora si ritira dal cappello Marchionne ed ognuno deve schierarsi. Ovviamente schierandosi con una parte e accettando tutto di questa parte, dall'articolo 18 agli altri 17 precedenti e ai successivi, per non parlare dei treni, delle delocalizzazioni, della malvagità del mercato, della dicotomia crescita-decrescita.

E ovviamente nella centrifuga chi ci mettono? Ma il PD, che doveva andare di qua, andare di là, scegliere uno o l'altro. E ovviamente molti si prestano al giochino. E allora c'è quello che si schiera con Marchionne e quello lo prende ad esempio dei mali della società (quasi il responsabile della crisi). Chi non sta con i secondi ovviamente non ha scelta è necessariamente un "amico dei padroni", perché queste si chiamno "relazioni sindacali", e la contrapposizione FIOM/Finmeccanica, che è ancor più rilucente nella sua personalizzazione Landini/Marchionne, sarebbe addirittura il sale della democrazia.

Che il governo Monti avrebbe messo in luce le contraddizioni non solo del PD ma di tutta l'aera (elettorato in primis) del centro-sinistra d'altra parte l'avevo scritto alcuni mesi fa quando il nuovo governo si era da poco insediato.

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