martedì 14 febbraio 2012

Sanremo 2012 - le canzoni



Sembrerà strano ma ho ascoltato il Festival di Sanremo, come ogni volta che l'ho fatto, per le canzoni in gara, che, volenti o nolenti, rappresentano la musica leggera dell'epoca, piacciano o no. E' vero che spesso i "big" del momento non partecipano, ma i gusti musicali si riflettono molto in quello che passa sul palco del festival. Quindi di seguito per ogni canzone e interprete ho scritto un breve commento (e un piccolo voto riassuntivo, tanto per rendere il gioco più vispo). Un giudizio dato e scritto a caldo, subito dopo il primo ascolto, più centrato sulla musica come al solito e sull'interpretazione che sui testi. Tutti gli altri commenti su ospiti, conduzione, regia, tempistica li lascio ad altri (o al massimo a qualche mi cinguettio), nonché ogni altra riflessione musicale più ponderata.

Dolcenera in Ci vediamo a casa. Brava. Un inizio non facile con la propria voce che si intreccia con quella del coro, un timbro interessante e un ritmo moderno. Bella canzone ascoltabile e buona interpretazione, forse poteva metterci un po' più di grinta, ma è scusata perché non deve essere facile essere la prima a salire sul palco. Voto 7.5

Samuele Bersani
in Un pallone. La canzone potrebbe anche essere carina, un bel ritmo e allegra. Peccato che l'interpretazione sia troppo sotto il limite della decenza. Il live è impietoso a volte, ma è il bello del festival.
Voto 4

Noemi in Sono solo parole. Anche per lei difficile giudicare la canzone senza pensare all'interpretazione. Insufficiente nel recititativo iniziale, sempre al limite. Quando sale di tonalità migliora un po' ma resta sempre un'incertezza nel tono. La melodia e la struttura sono d'altra parte poco originali anche se mediamente orecchiabili.
Voto 4.5

Francesco Renga in La tua bellezza. Anche lui incerto nel recitativo iniziale, più a sua agio quando sale di intensità. Canzone per il resto anonima, molto mainstream.
Voto 5

Chiara Civello in Al posto del mondo. Canzone interessante che potrebbe svilupparsi bene e sbocciare in qualcosa di bello ma l'interpretazione è troppo timida. Cerca di restare sul filo ma non riesce a dare quello che dovrebbe.
Voto 5.5

Irene Fornaciari in Grande mistero. Buona presenza scenica, canzone diversa dal solito sanremese, peccato che la grinta gestuale non la trasmette alla voce. Canzone senza infamia e senza lode, più adatta ad un gruppo rock da scantinato affumicato che ad una grande orchestra (per dire i passaggi di archi tarpano la canzone anziché valorizzarla). Ha il pregio di essere un po' energetica dopo una lunga serie di moscerie.
Voto 5.5

Emma in Non è l'inferno. Canzone non facile, non tanto melodicamente, quanto per una pulsazione non uniforme che è molto brava a rendere. Peccato il brano non arrivi mai ad esplodere completamente. Buona l'interpretazione vocale. Tra le favorite (giustemente) alla vittoria finale.
Voto 7

Marlene Kuntz in Canzone per un figlio. I gruppi rock si amalgamano sempre male con l'orchestra dell'Ariston e forse è per questo che il rock sembra essere rimasto a casa. Brano che ha qualche buon passaggio pur restando anonimo. Interpretazione vocalmente sufficiente (ma non presenta grandi difficoltà) anche se spesso non si distinguono le parole.
Voto 5.5

Eugenio Finardi
in E tu lo chiami Dio. Un veterano della canzone dal timbro inconfondibile come anche lo stile delle sue canzoni. Un po' tirata vocalmente (specialmente l'inizio), risulta infine gradevole e scorrevole.
Voto 6.5

Gigi D'Alessio e Loredana Berté in Respirare. Bella canzone, sapientemente scritta ed organizzata. Orecchiabile, ritmica e comunicativa, si capisce che autore e interprete (D'Alessio) è a contatto diretto con un pubblico vero. Peccato l'incertezza iniziale della Berté che poi si riprende nei duetti.
Voto 7.5

Nina Zilli in Per sempre. La sua vocalità la conosciamo, timbro caratteristico soprattutto negli incisi, nel ritornello sembra di tornare negli anni 60. La canzone è appunto per buona parte manieristica con qualche variazione. Buona l'interpretazione.
Voto 7

Pier Davide Carone e Lucio Dalla in Nanì. Più che altro sembra il saggio dell'allievo Carone davanti al maestro Dalla. Il "giovane" è però bravo sia vocalmente che nell'interpretazione dove riesce a metterci un po' di personalità senza "dallizzarsi" troppo (anche se non ne è esente). Dalla sorveglia e ogni tanto vocalizza tanto per fare qualcosa. La canzone è purtroppo poco più che un esercizio.
Voto 6

Arisa in Dove sei. Canzone scontata senza alcuno spunto interessante né melodico né ritmico, interpretata diligentemente senza sbavature né grandi vette.
Voto 5.5

Matia Bazar in Sei tu. Quando almeno si è capaci a fare una canzone. La nuova cantante non potrà arrivare alla Ruggero, ma se la cava bene e ha la sua, giustamente diversa, personalità. Melodia e ritmo, due ingredienti che sembrano scontati ma non poi sempre facili da organizzare. Forse non sarà la canzone del decennio ma scorre giù gradevolmente.
Voto 7.5

Queste le mie impressioni a caldo su ogni canzone. Ora si può parlare di Celentano.

Nessun commento: