sabato 11 febbraio 2012
Bachelet, "uno di noi"
La settimana prossima, bufere di neve permettendo, si voterà per eleggere il segretario del PD Lazio, elezioni cui possono (anzi direi devono) partecipare non solo gli iscritti (che hanno già selezionato i tre candidati finali) ma soprattutto i simpatizzanti. Ovvero quanti spesso prima criticano i dirigenti del PD per poi inevitabilmente votarlo e lamentarsi di una dirigenza che "è sempre la stessa". Bene se lasciamo votare sempre gli stessi allora poi non lamentiamoci che nulla cambia a sinistra, non si può pretendere che gli "eterni" si mandino in pensione da soli.
Purtroppo non vivo nel Lazio, quindi non posso partecipare alle elezioni, ma se potessi non avrei dubbi: il 19 febbraio andrei a votare per Giovanni Bachelet.
Certo sono di parte, Giovanni è "uno di noi": professore di Fisica alla Sapienza si occupa di struttura della materia. Ma sono ancora più di parte perché la prima volta che l'ho conosciuto è stato nel 1996 all'esame di Fisica II, quando mi mise 30 e lode. Siccome i 30 e le lodi a quell'esame non si sprecavano (come in generale nelle scienze "dure"), non posso che ricordarmene con piacere. Anche e soprattutto perché l'orale fu particolarmente interessante (lo scritto fu in realtà più che decisivo per il voto finale).
L'ho ricontrato tanti anni dopo, ancora alla Sapienza, quando fresco deputato venne a festeggiare la promozione di un mio collega che era stato un suo alunno. In una mia visita alla Sapienza sono addirittura stato nel suo vecchio gruppo, il TNT, quando lui però aveva già sospeso l'attività universitaria perché deputato.
Ma l'avevo incontrato indirettamente pochi mesi prima, quando, arrivato ad Evry nel 2005 ho studiato i suoi pseudopotenziali (i Bachelet-Hamann-Schluter). L'ho poi rincontrato durante la campagna elettorale di Cristiana alle regionali del Lazio e nei racconti di un suo vecchio post-doc finlandese oggi professore all'Università di Zurigo, come in quelli di un mio amico che grazie a lui fu ben indirizzato verso un dottorato alla Sissa (e ora è professore a Berna).
Una delle ultime volte me ne parlò quasi commossa l'attuale direttore del CECAM, ricordando quando insieme in USA, fu lei a comunicargli l'assassinio del padre.
Ecco, uno di noi, una brava persona, intelligente, pacata, lavoratrice. Sembra strano che una persona così si sia voluta invischiare nelle beghe infinite del PD del Lazio. Eppure se tutti quelli come lui restassero tranquillamente a casa a criticare comodamente, non potrebbe mai cambiare nulla.
Sarà un'elezione difficile, il candidato dei big del partito ha distanziato tutti tra gli iscritti (anche se hanno votato meno della metà) e purtroppo in Italia si ha la tendenza a votare per chi è considerato "vincente". Ma chissà, le rimonte sono sempre possibili. E soprattutto da aiutare, invitando tutti quanti mi leggono ad andare domenica prossima, 19 febbraio, a votare per Giovanni Bachelet segretario del PD nel Lazio.
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