domenica 13 marzo 2011

E se poi, intanto, vince Gheddafi?



Mentre l'attenzione del mondo è, giustamente, rivolta alla tragedia giapponese, Gheddafi avanza sempre più verso est, tanto che oramai ha in linea di tiro Bengasi. Se questa dovesse cadere sarebbe semplicemente la fine della rivolta e il ritorno nelle mani del colonnello del controllo di tutto il paese. Un dramma per la Libia e un casino diplomatico.

Dando per scontato il primo, il secondo è paradossale e sintome della goffagine e dell'improvvisazione di molti governi. Per esempio, che farà la Francia che alcuni giorni fa ha addirittura quasi riconosciuto il comitato di Bengasi come rappresentante della Libia? E cosa faranno EU e USA che hanno, giustamente, appoggiato la rivolta?
Perché si ha la sensazione che hanno lanciato il sasso e poi ritirato la mano.
Così la Libia ri-gheddafizzata o vedrà una nuova teoria di governanti occidentali (soprattutto europei) ri-genuflettersi innanzi al rais oppure sarà uno "stato canaglia" al centro del mediterraneo, peggio di quando negli anni 80 Reagan arrivò a bombardarla (e Gheddafi a tirare su Lampedusa).

I governi sono in balia degli eventi, non intervengono concretamente, parlano per calmare le proprie opinioni pubbliche e per darsi un manto di "purezza", ma rischiano di fare una figuraccia e di perdere completamente la bussola.
E non agendo dovrebbero pragmaticamente almeno porsi il problema sul che fare se vince Gheddafi.

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