domenica 15 luglio 2012
Sacralità anni '70
A prescindere dal merito delle questioni che hanno fatto nascere la polemica intorno all'assemblea estiva del PD, il punto più "agghiacciante" sono le motivazioni, e in particolare quella che ha bloccato ogni dibattito sulle primarie che recita: "la relazione di Bersani delinea un percorso ben definito che si occupa anche delle primarie per la premiership. L'odg delinea un percorso un po' diverso e quindi è precluso."
Sembra di vedere un film degli anni '70, con una lunga relazione del segretario del comitato centrale (di PCI, PCUS, PCF, PCC o chi vi viene in mente), omnicomprensiva, una sorta di omelia del comunismo, dove si concretizza la sacralità di chi dirige il popolo attraverso il suo partito.
Un mondo parallelo in cui vivono, rivivendo la propria giovinezza che fu, grigi burocrati, fedeli amministratori locali, dirigenti bolliti, giovani vecchi che vorrebbero rimettere indietro di 40 anni le lancette dell'orologio, nei riti come nei contenuti. Fuori dal tempo al pari del loro avversario che dopo 18 anni continua imperterrito a candidarsi.
Ma forse sono il giusto specchio di una società che ha paura del futuro, ha paura di mettersi in gioco con il mondo, mitizza un passato che mitico non fu e pensa di potersi così rituffare in una società dove il pubblico impiego sostituisce gli ammortizzatori sociali, dove qualcosa si avrà comunque aspettando. La mitizzazione del modello Andreotti-Forlani-Cirino Pomicino.
Una società che poi non si deve lamentare se nessuno vuole investire in lei (e che non sa o fa finta di non sapere che quei soldi prestati dai tanto vituperati mercati servono proprio per quello stato sociale che gli vogliono contrapporre): ma voi glieli prestereste 100 euro a questi dirigenti e ad una popolazione che li continua a votare?
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