domenica 19 giugno 2011

Monti, rendite e non-giornalisti



Oggi su Rai Tre nella trasmissione in 1/2 ora, c'era ospite Mario Monti. Cristallino, chiaro, lucido, ragionevole, troppo anche per la media dei media (scusate il gioco di parole) italiani. E infatti la Annunziata spesso sembra non capire (per esempio quando parlano delle dimissioni di Bini Smaghi).
Ma ancora peggiore è per le domande che pone due volte e soprattutto per quelle che non pone, una su tutte. Monti dice più volte che per la crescita non ci sono solo provvedimenti di spesa ma soprattutto riforme strutturali. Rompere quelle rendite "di cui noi tutti beneficiamo", dice Monti non una ma più volte a proposito della finta e inutile (nonché dannosa) dicotomia tra il rigore di Tremonti e la riduzione delle tasse. Ecco, una domanda avrebbe dovuto fare a Monti, come direbbe lei "per far capire ai nostri telespettatori": ci può fare qualche esempio di quelle rendite che tutti noi abbiamo e che frenano l'economia e che dovremmo eliminare e perché eliminandole rilanciamo la crescita?
E invece nulla. Ma era prevedibile già dalla prima volta in cui Monti aveva menzionato la possibiltà di eliminare le rendite e così dare spazio ai giovani: la sua faccia, il suo storcere il naso e alzare il sopracciglio. Sarebbe stato andare fuori dai binari dello status quo giornalistico italiano. Ma sarebbe stato un paradosso perché chi si nutre delle rendite non può neanche lontanamente pensare di potersi tagliare il tubo che l'alimenta.

3 commenti:

S. ha detto...

c'hai un link?

Riccardo ha detto...

eh no, l'ho visto in tv ... forse più tardi lo trovi sul sito della rai o se qualche volenteroso lo mette sul tubo :)

S. ha detto...

Trovato: http://goo.gl/BiCW0
Certo che lei è di un'ignoranza mostruosa, non capisco come lui la sopporti. E comunque: parole sante!