lunedì 22 agosto 2011

Un ristorante come non ce ne sono tanti



Nel luglio scorso andando ad Aquapendente per partecipare a Changes mi sono fermato a dormire il sabato a Monterubiaglio, che si trova poco dopo il confine che separa il viterbese dalla provincia di Terni. A pranzo siamo quindi andati nella vicina Castel Viscardo, dove Emanuela conosceva sin da quando era piccina un ristorante tipico umbro, "La Pergoletta".

Sin da subito ho capito che era il ristorante giusto, perso nelle colline umbre ma soprattutto nel tempo. Cucina veramente casalinga, senza menù perché a cosa serve?
Arriva uno dei proprietari e te lo dice a voce. Dopo l'immancabile antipasto (in Umbria non ci sono le tartine coi fegatini di pollo? ecco, da prendere),
si sceglie il tipo di pasta (pappardelle o tagliolini) e cosa metterci sopra (funghi porcini, tartufo, funghi porcini E tartufo, cinghiale). Poi ancora a voce, subito o anche dopo aver mangiato il primo per verificare quanto spazio sia eventualmente rimasto, si può passare al secondo. Ricordo delle costolette d'agnello "da urlo" (ah, sono possibili anche le mezze porzioni, così se dopo antipasto e primo non ce la si dovesse fare è sempre possibile un assaggio, perché non ci si può far scappar tanta bontà).
Il dolce poi è sempre fatto da loro a mano, e quindi variabile, può essere crostrata, può essere tiramisù, a seconda degli ingredienti e della fantasia.
Acqua e vino bianco della casa per pasteggiare, caffè (e ovviamente volendo anche ammazzacaffè) per finire. Quando poi arriva il conto quasi ti prende un colpo ... ma in senso buono a differenza di Parigi, dove non ci mangia neanche una persona per quel prezzo! (ok non ditelo ai proprietari che poi magari gli viene voglia di adeguarsi ...)

Si capisce che non ci sono stato solo il sabato? Infatti, la domenica successiva ci siamo tornati e ... essendo domenica le lasagne al forno erano d'obbligo. E abbiamo fatto anche questo "sforzo".

Ma soprattutto si tratta di uno di quei ristoranti che sembravano persi nella memoria, negli anni ottanta, quando ancora ai castelli si potevano trovare dei posti a gestione veramente familiare dove si mangiavano piatti "semplici" ma veri, cucinati come a casa propria (e infatti verso le tre tutta la famiglia si mette a tavola per mangiare le stesse cose) e serviti come a degli amici. Con le tovaglie vere, pulite e colorate, non come nei finti ristoranti "tipici" che vanno ora a Roma dove ti mettono le "tovaglie" di carta per fare i rustici, e i tavolini in veranda dove ci si può godere il venticello che spira tra i pini ombrosi e dove dopo pranzo si può andare per digerire un po' sotto le fresche fronde.

E sì che ci siamo tornati molto spesso anche nella nostra settimana umbra, non potevamo di certo mancare!

Buon appetito ai fortunati che potranno andarci in questi mesi, noi prima di Natale non credo sarà possibile.

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