mercoledì 23 febbraio 2011
Domino o complotto ?
Tunisia, Egitto, due regimi che duravano da decenni caduti in poche settimane. E ora la Libia, mentre ancora in Bahrein e Yemen gli scontri stanno sulla soglia del punto di non ritorno, in attesa forse dell'Algeria e perché no anche di Marocco e Giordania.
Effetto domino di una prima rivolta, quella tunisina, che ha avuto successo.
Eppure la dietrologia, il complottismo sembrano diffondersi sempre di più. Mi accorgo con stupore che sono in tanti a dire "ma è strano, in pochi giorni" alludendo, chi più chi meno velatamente, a "forze esterne". Alcuni citano "Soros e banchieri americani", altri dicono che la prossima sarà la Grecia, anzi che in Grecia la rivolta sta già scoppiando. La Grecia che dicono essere governata da "Strauss-Kahn" (e non si capisce il nesso).
Americani, banchieri, o "islamisti" (come dicono pubblicamente non pochi governi), tutti legati da una fobia del complotto, dall'ineluttabilità di un "piano" dietro a eventi che così repentinamente cambiano il panorama politico di una intera regione. "Come nel 1989" dice qualcuno, ma non facendo un'analogia con dei regimi arrivati al capolinea e caduti dopo un primo scossone (come in un domino appunto), ma citandoli come esempio (!?) della riuscita di un "complotto" (leggo: troppo vivo è ancora il ricordo dell’89 e tante sono le somiglianze, soprattutto la velocità dei fatti, oggi ancora più accentuata dalla rete. e soprattutto è vivo il ricordo di come sono finite la russia e gli altri, e le forze oscure che alla lunga la caduta del muro ha scatenato.)
Le "forze oscure", i "piani", i "complotti" piacciono sempre di più del "caso" che sta dietro gli effetti domino, ovvero il caso del primo colpo riuscito. Perché si preferisce sempre credere all'esistenza di un'intelligenza che sta dietro gli eventi, mentre la causalità genera angoscia, paura, imprevedibilità. Per cui fa meno paura un dio, anche maligno, del fato.
Fin qui si rientra nella "normale" psicologia umana (anche un po' a buon mercato). La cosa più inquietante è che quando si diffonde troppo l'idea di un "complotto" poi qualcuno ci marcia e sfrutta la credenza che il complotto possa esserci.
E questo ricorda molto quando alla fine dell'ottocento circolava nelle società europee l'idea di un complotto "giudaico-massonico".
E non finì tanto bene.
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2 commenti:
il "complottismo" è un contagio da leggenda urbana che qualche volta diventa metastasi democratica.
Resta il fatto che i servizi segreti delle grandi potenze ci fanno una figura da pirla se davvero non si eranno accorti di nulla.
se davvero (... chiusura complottista)
che i servizi segreti siano più pirla di quanto si creda credo sia un fatto assodato. O meglio lavorano più per nutrire la leggenda della loro onniscenza che per sapere veramente.
E poi come diceva qualcuno, se vuoi smascherare un complotto, organizzalo :)
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