domenica 1 agosto 2010

Elezioni?

Le nubi che si addensavano da alcuni mesi sul cielo del PDL hanno finalmente scatenato un temporale. Non proprio fulmini a ciel sereno, ma certamente quando due anni fa nasceva una maggioranza di governo con quella che è (è stato?) forse il più ampio margine parlamentare della Repubblica, pochi si potevano immaginare una situazione “à la” Prodi, ovvero un esecutivo Berlusconi sotto il ricatto di gruppuscoli di parlamentari “di lotta e di governo”. Ma la politica (quella con la p minuscola) italiana ci riserva sempre sorprese. In mancanza di grandi piani economici per contrastare la crisi economica o di strappi nelle consuetudini ottocentesche dei rapporti sociali o di rilanci della crescita culturale e quindi democratica e produttiva (ovvero di Politica, con la P maiuscola), si hanno sempre intrighi, trappole parlamentari, paventati governi di transizione (verso dove poi ...) o di larghe intese (su cosa non si sa) o ancora peggio per fare la legge elettorale (ma se i partiti non sono d’accordo neanche al proprio interno su un modello di legge elettorale come possono esserlo tra loro!). Tutte formule che fanno impazzire di gioia cronisti e “esperti” e che potrebbero avere anche un senso se non avessero l’effetto controproducente di far percepire come “quelle cose” la politica, mentre, appunto, la vita quotidiana si affronta con sempre maggiori difficoltà e l’unione sociale (quella su cui la politica vera dovrebbe lavorare) si disintegra.

Ma tant’è. Arriva l’estate e ora passeranno il tempo a tramare (per parafrasare un ministro della Repubblica). Quello che però non possiamo non domandarci è: cosa succederà a settembre? Se poi agli intrighi interni (che nascondono sempre una divaricazione sociale nella rappresentanza) si dovesse aggiungere una “crisi sociale” allora l’esplosione (o meglio l’implosione) sarebbe garantita. Fermo restando che il boccino resta dalla parte della maggioranza, cosa dovrebbe fare o dire l’opposizione? A caldo verrebbe da dire che la cosa migliore e più giusta sarebbe martellare sul fallimento della maggioranza che ha fatto come, anzi peggio, di quella di centro-sinistra. Perché se il governo Prodi del 2006 nasceva già debole (1 senatore di scarto e, soprattutto, 11 partiti), il governo Berlusconi del 2008 aveva come uno dei suoi maggiori vanti proprio quello di essere diverso “antropologicamente” dalla sinistra: una vasta maggioranza, 2 partiti e tutti fedeli al presidente e al programma votati dagli italiani. Hanno quindi dimostrato di non essere in grado di mantenere un governo che nasceva bene (e specularmente bisognerebbe far notare il “miracolo” di Prodi che riuscì a tenere in vita un governo “nato male” per un anno e mezzo) per non parlare della inazione quando si tratta di contrastare il declino (per riprendere un’espressione cara a chi criticava dall’interno il governo Prodi solo alcuni mesi prima di passare nel centro-destra). Inazione che non manca quando c’è da difendere il gruppo dirigente dai pericoli di inchieste giudiziarie o tagliare sulla pelle delle classi sociali che non li hanno votati.
Quella grande differenza numerica si è quindi ridotta a soli sei-otto mesi in più di vita politica? Ancora il governo è lì, e la sua fine è solo una possibilità. Forse Berlusconi reggerà e non cadrà nella tentazione delle elezioni anticipate. Forse no.
Ma l’opposizione? E’ sano e saggio domandare “governi di transizione” come prima risposta a caldo? Soprattutto quando non si hanno i numeri per imporsi? Non si fa solamente il gioco mediatico della destra e non si fa semplicemente la parte di chi ama tramare e ha paura delle elezioni? Certamente sciogliere dopo solo due anni e mezzo una legislatura che è seguita ad una precedente che è durata solo due anni non è un bene per la democrazia. Perché se votare è sempre un atto democratico, l’inflazione elettorale rischia di generare “mostri”, di indebolire cioè la democrazia facendo apparire le elezioni inutili.

Agosto comincia con un dilemma, chiedere a gran voce elezioni?, e con un’incognita, reggerà il governo? Perché se tutti noi ci auguriamo che finisca il governo Berlusconi (uno dei peggiori degli ultimi anni, anche del suo precedente), restano non pochi dubbi su quale scenario augurarsi per l’immediato futuro.

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