giovedì 19 maggio 2011

Pagelle elettorali



Il voto è passato da oramai alcuni giorni, ma volevo aspettare per fare un commento più a freddo e con tutti i dati disponibili.
Sarà un commento "sospeso" però, perché penso che si dovrà e potrà parlare in modo definitivo solamente dopo i ballottaggi.

Complessivamente non ci si può lamentare, l'onda lunga del centro-destra e della lega sembrerebbe arrestarsi. Anche se non si deve cantare vittoria mai troppo presto.
Allora prendendo gli attori in campo, possiamo provare a fare una sorta di "pagelle elettorali", sulla falsa riga di quelle calcistiche (per le percentuali mi baso su quelle nei sei capoluoghi di regione).

PD. Gioca in difesa e regge. Il crollo napoletano era probabilmente atteso e probabilmente meritato, nonché un sintomo di "sanità elettorale". Se un'amministrazione si comporta male è sano che venga punita. Altrimenti se si vota solo sugli schieramenti si formano classi di impuniti, che non servono (anche perché non mancano). Come contro-prova, possiamo anche dire che vince bene dove governa bene. E un candidato non spigliato come Fassino ha dalla sua un blocco che è ben visto. Questo è il vantaggio ma anche il limite del PD di Bersani: sostituire un "blocco" al leader. Un blocco "tranquillo", nella tradizione del PCI emiliano. Con i suoi pro e i suoi contro. Infatti lo fa diventare una sorta di "PDS meno S" che fa il regista del centrosinistra ma non è l'unico a giocare la partita. Da notare positivamente che a Milano è il primo partito alla pari con il PdL. Chapeau.

SeL. Il suo dato è amplificato mediaticamente da Pisapia, che poi si è candidato alle primarie come indipendente. Se andiamo a vedere i suoi voti oscillano tra il 4 e il 5% anche dove presenta un candidato (tranne a Cagliari dove arriva al 7% e Bologna dove però si presentava con una lista civica che arriva al 10%). Astutamente però gioca il ruolo del centravanti di rapina, un po' l'Inzaghi del centrosinistra.

IdV. Come per SeL Pisapia, per l'IdV è De Magistris a Napoli ad amplificare i risultati del partito di Di Pietro. Per un certo verso il risultato di Napoli è ancor più dirompente perché De Magistris batte il PD. Dovremmo ricordare che il doppio turno serve anche a questo, ovvero a fare le veci delle primarie (cosa che in Francia avviene naturalmente, sia a destra che a sinistra spesso si presentano più candidati). Se però vediamo i risultati delle liste sono molto deludenti. Anche a Napoli non superano l'8%, mentre altrove sono marginali. Una sorta di ala destra genio e sregolatezza, mancano di continuità, si direbbe.

Altri di sinistra. Si sta un po' riformando quella galassia composita di formazioni minori della sinistra (i cespugli dell'Ulivo si chiamavano un tempo), che certamente nelle elezioni amministrative trova terreno fertile. Ma anche se Verdi e federazione della sinistra riescono a rimettere il naso dentro le televisioni, non credo andranno molto lontano. Loro è il ruolo di raccattapalle, direi.

PdL. E' un tracollo, finalmente. Non vanno mai oltre il 28% (a Milano, che per il PdL è una sconfitta), è chiaro che il partito è in stato confusionale. Si potrà salvare solo se vince ai ballottaggi, altrimenti anche i soldi del patron rossonero non potranno convincere tutti a restare sulla barca che affonda. Ma appunto bisogna che prima prendano il colpo dei ballottaggi, e mai vendere la pelle dell'orso ...

Lega. L'onda lunga sembra arrestarsi. Come per il PSI nel '92, pensavano di fare il pieno e recuperare i delusi del PdL e invece ... Certo per loro bisognerebbe analizzare i dati nei tanti comuni e province del nord. Però è chiaro anche dal comportamento immediatamente successivo al voto del politburo leghista che la delusione è stata cocente.

Terzo po(l)lo. Sopravvalutato. Prima e dopo. Vogliono giocare il ruolo dell'arbitro ma al massimo possono sedersi in tribuna. Marginali politicamente, sembrano poter sopravvivere solo nelle aree dove hanno un "rapporto col territorio" (che vuol dire tante cose ...) ben radicato (ovvero dove il sistema di potere DC ancora vige). Continuano a decidere di non decidere, ma è poi l'unica decisione possibile. Hanno avuto troppi pochi voti per poter giocare alcun ruolo. Rimandati dagli elettori al post-Berlusconi. Sempre che in quell'area saranno loro a raccogliere (quando mai sarà) il testimone.

Grillini (detti anche M5S). Avanzano anche se non sfondano come alcuni di loro pensavano. Benissimo a Bologna e in tanti piccoli centri, deludono a Torino e Milano, dove erano i primi a pensare in un risultato più eclatante. Sono comunque una realtà nuova e non meno rilevante quantitativamente del terzo polo, anche se nessuno ne parla né è possibile sentirli direttamente in televisione. Più li si emargina più crescono, come l'erba cattiva.

1 commento:

Guerrino Macori ha detto...

Lucida analisi, ma tra la "i cespugli dell'Ulivo" alle elezioni amministrative oltre a Verdi e federazione della sinistra è stato fondamentale anche il PSI che viene comunque sempre dimenticato dagli analisti e non solo perchè la % di votanti è bassa. Spesso sono determinanti per la vittoria del centro sinistra.