lunedì 30 maggio 2011
Il calcio e l'eterogenesi dei Fini
Con questo fine settimana, la finale di coppa Italia e i ballottaggi delle amministrative si è conclusa la stagione (politico)-calcistica. Facciamo quindi un bilancio formazione per formazione. Ovviamente i voti non sono "assoluti", ma relativi alle aspettative.
Milan. Campioni d'Italia. Male in Coppa Campioni e in Coppa Italia dove si fermano alla semifinale. Dominano in campionato dalla prima giornata, come programmato quando Berlusconi dopo lo strappo di Fini, decise di mettere mano al portafoglio e di comprare Ibrahimovic e Robinho. Una eterogenesi dei Fini, appunto. Spende per motivi politici, vince il campionato e contemporaneamente perde le elezioni. A Milano la sconfitta più "paradossale". Tornando al calcio, bravo Allegri a plasmare il Milan a seconda di chi è più in forma: palla lunga a Ibra nella prima parte, più reticolare e operaia verso la fine. Non facile vincere quando si è obbligati, dalla stratosferica campagna acquisti e da necessità elettorali. Li avevamo dati favoriti ad agosto e non hanno deluso le attese. Voto 8.5.
Inter. Ad agosto avevamo detto che sarebbe stato difficile vincere. Benitez è stato mandato via dopo il "facile" mondiale per clubs e Leonardo ha recuperato molto e vinto la coppa Italia (che serve più a lui, prima vittoria da allenatore, che alla squadra) e tenuto insieme i pezzi di una squadra che sarebbe potuta esplodere. Salvato comunque da un Eto'o sontuoso. Però la difesa è inguardabile e questa è colpa di un non-allenamento difensivo (oltre agli infortuni, ma quelli li hanno tutti). La squadra è chiaramente bollita e (per usare un luogocomunismo) alla fine di un ciclo. Vediamo se quest'anno la minore concorrenza cittadina consentirà politicamente a Moratti di fare un mercato migliore, che è assolutamente necessario. Voto 6.5.
Napoli. Spettacolare. Forti e entusiasmanti, si nutrono dell'entusiasmo che procurano ai magnifici tifosi napoletani e così li entusiasmano ancor di più. Un mercato azzeccato e una buona organizzazione che riesce a coprire alcune carenze tecniche individuali, soprattutto dietro. Una grande stagione che ha fatto bene a tutti, peccato che si sia lasciata sfuggire il treno che l'avrebbe potuta portare ancor più in alto. Voto 8.
Udinese. In Champions League per la seconda volta nella sua storia. Inizia malissimo e ha la forza di non crollare, ma piano piano risalire in gioco, concretezza, risultati e classifica. E come sempre sono abilissimi a trovare e valorizzare giovani campioni, quest'anno affiancati a "vecchi" che non sono voluti partire regalando ai tifosi (e regalandosi) una stagione fantastica. Voto 8.
Lazio. Un buon campionato, fatto con la rosa che l'anno scorso rischiò di retrocedere su cui sono stati innestati dei bravi giocatori, su tutti Hernanes. Un centrocampo solido e inventivo è stato sicuramente il reparto trascinatore della squadra e della stagione. Un attacco poco prolifico anche per mancanza di grandi giocatori e una difesa che ha fatto molto più di quello che ci si sarebbe potuti aspettare. Voto 7.
Roma. Stagione di transizione, nella confusione del passaggio di proprietà che nasconde il passaggio generazionale. Oltre a Totti sono a fine carriera tanti pilastri che l'hanno portata in questo decennio a vincere uno scudetto, due coppe italia, due supercoppe e sei secondi posti. Un'annata logora e confusa, nuovi acquisti non gestiti, scommesse che non potevano essere vinte. Solo il capitano salva la baracca ma non basterà. Se la salveranno gli americani si vedrà. Voto 5.5.
Juventus. Una catastrofe. Fuori da tutto, una squadra allo sbando. Farsi recuperare più volte due gol è incredibile per qualsiasi squadra abbia la volontà di vincere qualcosa. Il progetto non è esistito, Del Neri ha grandi colpe, ma i giocatori e la società ne hanno probabilmente di più. E' la prova che il nome non basta, bisogna avere buoni giocatori e solidità. Voto 3.
Palermo. Avanti a sprazzi. Inizia forte, poi cala. Buona stagione nonostante il presidente Zamparini che a fine febbraio impazzisce caccia Rossi e prende Cosmi (pessima la sua gestione) per poi ritornare sui suoi passi. Una squadra però sbilanciata sia tatticamente sia caratterialmente. Storica la conquista della finale di coppa Italia che però è esemplare: il Palermo fa la partita ma perde 3-1. Voto 6.
Fiorentina. Stagione anonima. Migliora rispetto all'anno scorso ma non infiamma i tifosi. Voto 5.
Genoa. Salvezza anticipata ma si rompe il giocattolo di Gasperini. Peccato. Poi Preziosi fa buoni affari, vende, compra, presta e resta a galla. I tifosi gioiscono per la retrocessione dei rivali blucerchiati e la stagione va. Voto 6.
Catania. Salvi in anticipo anche se devono cambiare allenatore in corsa. Una buona salvezza e parecchie soddisfazioni in campionato. Voto 6.5.
Parma. Una stagione tranquilla anche se peggiora il risultato dell'anno scorso. Riesce però a divertire e divertirsi. Realtà adatta per esaltare buoni giocatori come Giovinco. Voto 6.5.
Chievo. Una stagione più tranquilla della precedente. Ben messa in campo da Pioli, ben spinta dal capitano Pellissier, fa un buon campionato. Il "Chievo dei miracoli" di Del Neri è indietro nel tempo, ma la squadra di un quartiere di Verona resta per il terzo anno consecutivo in serie A con pieno merito. Voto 6.5.
Cagliari. Resiste al post-Allegri, anche se Bisoli ne deve fare le spese. Con qualche palpitazione ma con anticipo Donadoni conquista la salvezza. Un anno di passaggio, superato con merito, il prossimo sarà cruciale. Voto 6.
Cesena. Mancava da vent'anni dalla serie A. Ci torna ed è l'emblema più classico del trionfo della squadra operaia. Anche vendendo il suo gioiello giapponese a gennaio (ora titolare nell'Inter, non poco) continua il suo campionato a testa bassa. Senza farsi prendere dal panico negli inevitabili momenti difficili. Voto 7.
Bologna. Salva nonostante i punti di penalizzazione (che variavano durante l'anno) cui la squadra ha risposto con orgoglio e punti. Difesa e sperare in Di Vaio la filosofia di gioco. Conquistata la salvezza però si fermano. Voto 6.5.
Lecce. Per il Lecce e per tutte le neo-promosse il traguardo è la salvezza. Centrato, con affanno, ma centrato. Voto 6.
Sampdoria. Dal quarto posto all'inferno della retrocessione. Una catastrofe che arriva lentamente, inaspettatamente, ma infine inesorabilmente. Prima l'incredibile caso Cassano, poi la cessione di Pazzini. Garrone distrugge la squadra e va in serie B. Voto 2.
Brescia. Ritorna in B dopo una stagione deludente. In affanno tutta la stagione, si impantana in classifica e nel gioco. Voto 5.
Bari. Da rivelazione e gioiellino di gioco e risultati dello scorso anno al crollo. Persi. Voto 4.
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