Caro Marco,
provo a rispondere il più brevemente possibile alla tua lettera aperta. Sollevi parecchie questioni e io ti rispondo per quello che più mi riguarda, come portavoce de iMille.
Il rapporto tra iMille e il PD e le mozioni è sempre stato dialettico. I Mille infatti erano quelli che alla loro nascita
avevano due opinioni in contrasto tra loro sul PD. La prima opinione era che il PD fosse una grande occasione, la seconda era che i modi (e soprattutto gli uomini) che caratterizzavano la nascita del partito non sembravano in grado di dare quella ventata di freschezza necessaria e quindi di concretizzare quella grande occasione. Questo era il punto di partenza del 2007.
Da allora molte cose sono apparentemente cambiato, ma per molti di noi questo sentimento è rimasto immutato. Certo Ivan è vice-presidente del PD, molti "millesimi" e "milleunesimi" sono nelle assemblee e direzioni (nazionali e regionali). Sono cioè "organici" al partito. Molti altri di noi invece non lo sono.
Alcuni non sono neanche iscritti al PD. Questo perché se è vero che abbiamo sempre identificato nel PD lo strumento (potenzialmente) migliore per un nuovo riformismo italiano, è anche vero che non possiamo biasimare chi non vuole appartenere ad un partito che ha in sé esponenti autorevoli che hanno visioni molto diverse sul presente e sul futuro della società italiana. Questo essere "di frontiera" (ribadito recentemente nell'ultima assembla nazionale) non vuol dire essere altri, ma, più semplicemente, cercare di fare politica non solo con e attraverso il PD. Certo anche con e attraverso il PD.
Come dici tu, in un certo senso siamo (eravamo?) i più entusiasti del progetto originario del PD anche se (paradossalmente?) molto spesso questo ci ha portato a contestare i vertici del partito, soprattutto per come si sono mossi nel non-ricambio dei dirigenti, locali e nazionali.
E' chiaro che il progetto originario del PD ha perso fiato in questi due anni (Romano Prodi ha oggi detto più o meno la stessa cosa) e quindi il nostro lato "pessimista" rischia spesso di prendere il sopravvento sul nostro lato "ottimista". Ma non ti preoccupare, la politica è ottimismo, quindi continueremo a lottare perché la prima opinione (quella del PD come grande occasione) prevalga sulla seconda.
Il rapporto con la mozione Marino (ex ?) è stato (ed è) altrettanto dialettico. Sia nella fase congressuale (se è vero che la maggior parte di noi appoggiava Marino, altri, tra cui tu stesso, stavano con Bersani e Franceschini) sia in quella post-congressuale, iMille hanno una dialettica analoga a quella che hanno con il PD con quell'area. Per la fase congressuale non ho nulla da aggiungere a quanto detto da te. Per la gestione post-congresso, vengo subito alla tua critica. Questa "non-chiarezza" ha sicuramente almeno due cause. Per prima una evidentemente "scarsa" comunicazione da parte nostra (anche se nel mio video di capodanno mi pareva di essere stato chiaro sulla distinzione iMille-MozioneMarino, evidentemente no, oppure sarà colpa delle parole che volano). Pero', piuttosto che parole spero che saranno le nostre azioni che parleranno per noi. Ora stiamo infatti organizzando una serie di iniziative in febbraio-marzo in Italia per trattare direttamente i temi che ci hanno caratterizzato e quindi costruire "de visu" quella saldatura tra pezzi di società, di sensibilità e di culture di cui tu parli. E questo indipendentemente da mozioni e schieramenti nei congressi. E oltre al fronte sul campo stiamo lavorando anche a migliorare il "laboratorio delle idee". La seconda è chiaramente dovuta ad una "incertezza" sul futuro della mozione Marino. Questo non ci compete, non sta a noi (e soprattutto non sta a me) dire "che fare" di quelle energie che si erano attivate intorno a Marino per il congresso (ovviamente quelle forze diverse da iMille, che esistevano indipendentemente prima del congresso e così' lo saranno dopo). Tu dici che molti (ex)mariniani sono sperduti e la colpa è nostra. Mi pare che confondi ora iMille con chi ha votato per Marino. Io ho cercato di affermare una diversità e il fatto che noi non ci rivolgiamo agli ex-mariniani solo in quanto ex-mariniani è forse una piccola prova a favore della linea politica che cerchiamo di perseguire e che nasce dal desiderio di non "marcare territori" ma di essere quel movimento poroso il cui scopo è migliorare, lentamente ma inesorabilmente, la politica e soprattutto la società italiana.
Posso dirti pero' che molti che si sono ritrovati nella mozione Marino non vogliono fermarsi dopo essersi mobilitati e che sono "sperduti". Cercano un'appartenenza. E qui vengo ad un punto centrale, l'appartenenza.
Il PD nasce come partito "post-ideologico" si diceva. Cosa vuol dire? In sé nulla, ma noi l'abbiamo interpretato come non indentitario. Non si cerca cioè un gruppo di persone che ha un insieme di ricette su tutto e poi cerca truppe per vincere e ottenere la società ideale. Per questo iMille non hanno mai avuto vere e proprie adesioni, non hanno tessere. Sono per prima cosa un "comune sentire".
Ora mi pare che molti, sia al livello di partito sia di gruppi interni, sentano il bisogno di una identitarietà. Sul contrasto alla visione di un partito come un gruppo chiuso (su idee e quindi su persone) cerchiamo di non retrocedere e cerchiamo, nei nostri limiti, di costituire costitutori di partiti e di politica. Se al contrario costituissimo un gruppo indentitario, allora si' che ci rivolgeremmo alla "pancia" (come la chiami tu). Cercando di non eterodirigere discussioni (sulla mailing-list) e post sul blog certo può' succedere che a volte le discussioni tematiche siano poche e che prevalgano (o meglio restino di più nella memoria) post di protesta contro la leadership del PD. Il blog è pieno di argomenti su temi cruciali (energia, economia, lavoro, scuola, università …) ma purtroppo spesso le discussioni sono poche. Anche per questo vogliamo portare i temi tra le persone reali, per nutrire e soprattutto nutrirci di più di dialogo. Anche per questo vogliamo perseguire la nostra porosità, perché non ci vogliamo chiudere in un club dove siamo tutti felici e d'accordo su tutto.
Finisco con il tuo appunto sulla candidatura di Boccia. E sui differenti aspetti da te sollevati. Premettendo che questa parte della tua lettera, che tu consideri un "esempio" di quello spazio eccessivo che staremmo dando alla pancia, a mio avviso non ha niente a che fare con quella prima parte del ragionamento. Infatti penso che delle primarie pugliesi (soprattutto da quando si sono indette) non abbiamo poi parlato molto. E' vero che alcuni di noi si sono mobilitati quando si chiedevano le primarie, ma poi a primarie indette se ne è parlato poco. Forse troppo poco. Quindi più che di tifo per Vendola parlerei ti eccessivo distacco. Forse dovuto al temporaneo predominio della seconda considerazione che noi abbiamo del PD. Non posso poi certo rispondere delle accuse di "tradimento" (velate ma fino ad un certo punto) che porti a chi nella direzione pugliese ha prima votato (voto all'unanimità) per Boccia e poi non si è evidentemente speso per sostenerlo. Nessuno di noi fa parte della direzione pugliese né tanto meno abbiamo un potere di guida su qualcuno dei suoi membri (a dire il vero non vogliamo guidare nessuno, sarebbe contraddittorio con la nostra concezione del mondo).
E finisco con il mio pensiero (che avevo prima ma dico solo ora, così' non "inquino le prove") sulla candidatura Boccia. Si' certo Boccia era al lingotto e fa chiaramente parte di quei "giovani sperimentati". Ecco è anche la prova che quei giovani sperimentati di cui si parlava nella campagna congressuale accettano troppo la concezione dei rapporti basati sulla sudditanza e sulle attese. Sono i parenti politici di chi nelle Università attende pazientemente che il proprio barone gli conceda qualcosa, non lesinando alcun servizio nell'attesa. E' la visione tradizionale, conservatrice, per cui si fa piacere al padre per poi averne da lui qualcosa. Nel 2007 noi volevamo "uccidere il padre". Padri come i padri di Boccia sono i primi che vorremmo mettere da parte. E infatti la brevissima campagna elettorale, ha forse mai visto emergere le sue qualità? Io certo vivo lontano, ma non mi sono accorto di interventi particolari del candidato Boccia. La mia impressione (impressione che si è consolidata sentendo D'Alema, il grande manovratore del Tavoliere, da Fazio sabato scorso fare campagna per il suo pupillo, non potevano mandarci lui, per esempio?) è che la campagna era basata sulla "coalizione con l'UDC che ci avrebbe portato alla vittoria". Ora non sto qui a contestare la scelta strategica (cosa che faccio ma credo anche che Bersani e il suo gruppo sia stato eletto con questa visione strategica) ma sulla modalità con cui si sta portando avanti.
Non si è riusciti neanche a convincere i propri elettori (i propri che avevano votato per Bersani in Puglia pochi mesi fa, ne mancano all'appello circa 25000 come abbiamo letto in un interessante dibattito che si sta svolgendo nella Mailing List) a questa convergenza. Forse questi "professionisti" della politica dovrebbero iniziare ad agire in modo più professionale.
Ecco, spero di aver risposto un po' a tutto, almeno parzialmente.
buona giornata
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