sabato 16 gennaio 2010

E tu come lo sai che è lassù?

Paradiso dei bambini
di
Nagib Mahfuz, scrittore egiziano vincitore del premio Nobel per la letteratura 1988.


- Papà...

- Dimmi.

- Io e Nadia stiamo sempre insieme.

- Certo, tesoro: è la tua amica...

- In classe, in cortile, anche alla refezione.

- Bene! Nadia è una bambina bella e bene educata.

- Nell'ora di religione però io vado in un'aula e lei in un'altra. 

Lanciai un'occhiata alla mamma e la vidi sorridere mentre era intenta a cucire. Sorrisi anch'io dicendo:
- Ma è solo nell'ora di religione...

- E perché?

- Perche tu hai una religione e Nadia un'altra.

- Come?

- Tu sei musulmana e Nadia è cristiana.

- Perché, papà?

- Sei ancora piccola. Un giorno capirai.

- No. Io sono grande!

- Ma no che sei piccola, tesoro!

- E perché sono musulmana?
Dovevo essere disponibile e accorto e soprattutto non tradire i nuovi sistemi educativi alla prima difficoltà.

- Il tuo papà è musulmano e la tua mamma è musulmana, per questo anche tu sei musulmana.

- E Nadia?

-I suoi genitori sono cristiani, perciò è cristiana pure lei.

- Forse è perché il suo papà porta gli occhiali...?

- Non c'entrano gli occhiali. E' che anche suo nonno era cristiano... dissi, deciso a risalire le generazioni senza smetterla finché non si fosse stancata e avesse finito per 
cambiare argomento.

Ma ella riprese:
- Chi è meglio?

Riflettei un poco, poi risposi:
- La musulmana è buona e anche la cristiana è buona.

- Una dev'essere migliore per forza.

- Son buone tutt'e due.

- E se mi faccio cristiana per stare sempre con Nadia...?

- Non si può, amore. Ognuno deve restare come il suo papà e la sua mamma.

- E perché?

Ecco qua la tirannia dei nuovi metodi educativi!

- Non vuoi proprio aspettare quando sarai grande?

- No, papà.

- Bene. Lo sai cos'è la moda? A uno piace una moda, all'altro un'altra. Essere musulmani è l'ultima moda, per questo devi rimanere musulmana.

- Allora quella di Nadia è una moda vecchia!

Benedette tu e la tua Nadia! Nonostante la mia prudenza mi ero sbagliato e avevo finito col mettermi in un bel pasticcio.

- E' una questione di gusti... però ognuno deve restare come i suoi genitori.

- Dirò a Nadia che la sua è una moda vecchia e che la mia è nuova.

- Tutte le religoni sono buone - mi affrettai a dire - chi è musulmano adora Dio e chi è cristiano anche.

- Ma perché lei lo adora in un posto e io in un altro?

- Perché da una parte lo si fa in un modo e dall'altra in un altro modo.

- E perché?

- Lo saprai l'anno prossimo, o quello dopo. Per ora basta che tu sappia che sia i musulmani sia i cristiani adorano Dio.

- E chi è Dio, papà?

Restai sorpreso. Riflettevo, mentre prendevo tempo.

- Cosa ti ha detto la maestra?

- Ci ha letto una sura del Corano e ci ha insegnato le preghiere. Però chi è Dio non lo so.

Ci pensai su ancora, nascondendo un sorriso. 

- E' il Creatore di tutte le cose.

- Di tutte?

- Di tutte.

- E che vuol dire Creatore?

- Vuol dire che è Lui che ha fatto ogni cosa.

- E come ha fatto?

- Con la Sua grande potenza...

- E dove vive?

- Ovunque nel mondo.

- E prima del mondo?

- Lassù.

- In cielo?

- Sì.

- Lo voglio vedere.

- Non si puo'.

- Nemmeno in TV?

- Nemmeno.

- Nessuno lo puo' vedere?

- Nessuno.

- E tu come lo sai che è lassù?

- Lo so.

- Chi te l'ha detto?

- I Profeti.

- I Profeti?

- Sì, come Muhammad.

- E lui come ha fatto a saperlo?

- Aveva una forza speciale.

- Una forza speciale negli occhi?

- Sì.

- E perché?

- E' Dio che lo ha creato così.

- Perché?

Mi dominai e risposi:
- Egli è libero di fare ciò che vuole.

- E quando lo ha visto com'era?

- Grande, forte, potente...

- Come te, allora.

Trattenni una risata: 
- Nessuno gli è simile.

- E perché vive lassù?

- La terra non basta a contenerlo, ma Egli vede ogni cosa.

Si distrasse per poco, poi riprese:
- Ma Nadia dice che ha vissuto sulla terra.

- E' perché vede ogni luogo, così è come se vivesse dappertutto.

- Nadia ha detto che lo hanno ucciso.

- No, amore mio, hanno creduto di averlo ucciso, ma Egli è vivo e non muore mai.

- E il nonno, è vivo anche lui?

- No, il nonno non c'è più.

- Lo hanno ucciso?

- No. E' morto da solo.

- E come è morto?

- Si è ammalato ed è morto.

- Allora la mia sorellina che è malata morirà anche lei?

Mi adombrai e prevenni la reazione della mamma affrettandomi a dire:
- Ma no, guarirà!
- E allora il nonno perché è morto?

- Il nonno si è ammalato da grande.

- Anche tu ti sei ammalato da grande. Perché non sei morto?

Questa volta la mamma la rimprovero' ed ella resto' smarrita a guardare ora l'uno ora l'altra.

- Moriamo quando lo vuole Iddio.

- E perché Dio vuole che moriamo?

- Egli è libero di fare ciò che vuole.

- La morte è bella?

- Oh no, tesoro.

- E perchè Dio vuole una cosa brutta?

- E' bella quando è Lui a volerla.

- Ma tu hai detto che è brutta.

- Mi sono sbagliato, amore.

- Perché la mamma si è arrabbiata quando ho detto che tu muori?

- Perché ancora Dio non lo ha voluto.

- E perché lo vuole, papà?

- E' Lui che ci fa nascere e fa che ce ne andiamo.

- E perché?
- Vuole che facciamo delle cose belle prima di andarcene.

- E perché non restiamo?

- Non ci sarebbe spazio per la gente se tutti restassero.

- Così lasciamo tutte le cose belle.
- Andiamo dove ci sono cose migliori.

- Dove?

- Lassù.

- Da Dio?

- Sì.

- E lo vedremo?

- Sì.

- E sarà bello?

- Certo.

- Allora dobbiamo andare.

- Ma non abbiamo ancora fatto tante belle cose...

- Il nonno le ha fatte?

- Sì.

- Che cosa ha fatto?

- Ha costruito una casa e ha coltivato un giardino.

- E cosa aveva fatto Totò, il mio cuginetto?

Mi rattristai per un istante, poi volsi uno sguardo commosso alla mamma e risposi:

- Anche lui ha costruito una piccola casa prima di andarsene.

- Il figlio dei vicini invece mi picchia e non fa niente di bello.

- E' proprio un ragazzaccio.

- Allora non morirà.

- Solo quando Dio lo vorrà.

- Anche se non farà nessuna bella cosa?

- Tutti si muore. Chi fa cose buone va dal Signore e chi le fa cattive va all'inferno.

Lei sospiro' e tacque.
Avvertii quanto la cosa fosse stata impegnativa, ma non sapevo dire se avessi risposto bene o male.
La fila dei perché aveva risvegliato domande celate dentro me. La piccola non lascio' passare molto tempo prima di sbottare:

- Voglio stare sempre con Nadia.
Guardai verso di lei con aria interrogativa.

- Anche nell'ora di religione!

Scoppiai a ridere. Anche la mamma rideva.
Soggiunsi sbadigliando:

- Non me lo immaginavo che si potesse parlare di cose simili a questo modo.

Intervenne la mamma con aria consolatrice:
- La bimba crescerà e un giorno potrai spiegarle tutte le cose che sai a riguardo.

Mi girai allora alterato verso di lei per capire fino a che punto avesse parlato sul serio o se piuttosto mi prendesse in giro.
Ma già aveva ripreso il suo lavoro di cucito.

(tratto da La taverna del gatto nero, traduzione di Paolo Branca)

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