domenica 23 settembre 2012
Tertium non datur. Hic et nunc.
"Questo pomeriggio, a seguito di un incontro pubblico sulla valorizzazione del paesaggio italiano, ci siamo incontrati per discutere delle prossime primarie del centro-sinistra. La nostra convinzione e' che le primarie debbano essere una competizione di idee per governare l'Italia e non una gara di personalismi e sterili contrapposizioni. Lo richiede prima di tutto la situazione gravissima che sta vivendo il nostro Paese. Ma perché queste primarie siano un confronto vero, e' necessario che le loro regole siano discusse in modo trasparente e condiviso da tutti i concorrenti; per questo chiediamo che venga istituito un tavolo di elaborazione dello statuto delle primarie, aperto a tutti i candidati. E affinché le primarie diventino un laboratorio di idee per il governo del Paese e' necessario che in primo piano siano le politiche e i progetti per l'Italia e non i tatticismi di schieramenti precostituiti. Per questo, all'Assemblea nazionale del Partito Democratico del prossimo 6 ottobre daremo un segnale di unità e chiarezza. Stefano Boeri, Pippo Civati, Sandro Gozi, Laura Puppato"
E' il comunicato che hanno partorito quattro "innovatori" del PD, che, fino ad oggi, hanno annunciato ognuno separatamente di correre per le primarie. Non proprio tutti e quattro, diciamo tre e mezzo. Sì perché Boeri l'annunciò alcuni mesi fa (e poi da allora nessuno ne ha saputo più nulla), Laura Puppato l'ha fatto una settimanella fa, e Sandro Gozi pochissimi giorni fa. Pippo Civati invece ha fatto un mezzo passo. Quando qualcuno capirà che intenzione ha, potrà comunicarlo gentilmente al popolo? Sempre che a questo interessi qualcosa.
Qualcuno ha accolto con ottimismo questo comunicato, come finalmente il segno di un fronte comune. Io invece sono meno ottimista.
Al di là di tutto, infatti, mi pare che il "cuore" del loro messaggio sia in questo passaggio: per questo chiediamo che venga istituito un tavolo di elaborazione dello statuto delle primarie, aperto a tutti i candidati.
Cioè mentre Bersani e Renzi già duellano in campagna, loro si preoccupano dello statuto. Mi spiace di essere un po' duro con persone che ho avuto modo di conoscere e che da un punto di vista personale sono sicuramente delle brave persone, ma qui sembra che siano usciti da una farsa della scuola DC. Già perché se veramente fossero andati alla scuola DC non si comporterebbero così, da travet della politica. Pensano ad un tavolo dello statuto. Una cosa sicuramente utilissima e di cui tutti sentivano la mancanza.
E' per questo che, non senza rimpianti, penso che oramai una terza candidatura interna al PD non abbia spazio, e non perché non esista uno spazio politico astratto ma perché non l'hanno saputa costruire in questi anni. Ora pensiamo che possano farla all'ultimo istante? E' proprio quella pratica dell'ultimo momento, tipica dell'italia, la cultura della non-pianificazione che sta mandando tutto a rotoli in Italia. E pensiamo che gente che non riesce a coordinarsi in quattro saprà fare qualcosa di buono?
Per questo concordo totalmente con chi dice: sono fuori tempo massimo. E per questo devono scegliere (già come i grandi, ne sono capaci?): Renzi o Bersani. Tertium non datur, appunto.
E penso anche che tutto questo spazio "politico" non ci sia, per vari motivi. Cosa unisce, infatti, Gozi, Civati, Puppato, Boeri, e gli altri "innovatori" come Scalfarotto (con il quale condivido lo scetticismo sul comunicato dei quattro) Serracchiani etc ...? Il voler (giustamente) superare questa classe dirigente ma anche i pupilli della stessa, perché il metodo (quello dei perpetui e della loro perpetuazione per filiazione politica e/o diretta) è sostanza tante volte. E allora dove sta la distanza con Renzi? Mi direte, queste non sono "posizioni sui contenuti" è "pre-politica".
Andiamo a vedere allora. Senza dimenticare che non è tanto vero che il discorso del ricambio sia a-politco, perché come si seleziona una classe dirigente nel partito rispecchia anche che tipo di dinamiche nella società ha in mente il partito stesso, al di là di tante chiacchiere. Ma allora veniamo a questi benedetti contenuti (che non valgono di più in sé perché in astratto ognuno può dire più o meno tante belle parole, ma visto che va tanto di moda parlarne ...).
1) lavoro: Scalfarotto e credo anche Gozi sono sulle posizioni di Ichino (e con lui anche Renzi). Civati fa il tentenna e strizza l'occhio a sinistra come penso anche la Puppato. Serracchiani li segue. Quello che pensa Boeri non lo so. Come la maggior parte degli elettori credo.
2) diritti: Scalfarotto, Civati e Serracchiani sono abbastanza concordi, e credo anche la Puppato (e forse anche Boeri, ma di lui sappiamo poco in generale). Renzi su questo è molto più vicino a Bersani o quanto meno a tanti che stanno con Bersani (Bindi, Fioroni, Gentiloni, Letta, Marini etc ...).
3) europa: apparentemente tutto il PD è sulla stessa lunghezza d'onda.
4) politica industriale: non pervenuta su tutta la linea. A meno che non si pensa che l'idea di Fassina di foraggiare le industrie col denaro pubblico sia qualcosa di sensato. E sto parlando di un progetto di futuro industriale che tenga conto del mondo esterno. Una cosa seria e autocritica, insomma.
Voglio aggiungere che queste saranno primarie di coalizione, quindi oltre al PD (con quanti candidati non si sa), vanno considerati i suoi alleati. Ad oggi sembra siano tre a partecipare (anche se tutto resta molto, troppo vago): Vendola, che incarna quindi un'ala più a sinistra di Bersani; Tabacci (ma è sempre in lista?) e Valdo Spini. Direi che possiamo lasciare a questi ultimi due il diritto allo 0.x%, no?
Questo per dire che oggi bisogna mettersi tutti insieme se si vogliono veramente mandare via sia i perpetui e dare anche un colpo ai "giovani sperimentati" che si apprestano a succedergli, nella più totale tradizione conservatrice della cooptazione. Un modo che è simile a quello del barone universitario che fa entrare il suo fido studente che è stato tanti anni ad aspettare, sottopagato, facendogli le fotocopie, portandogli a spasso il cane, sostituendolo gratis etc ... E' quel mondo che rispecchiano Bersani, Bindi e tutta la nomenklatura PCI-PDS-DS-DC-Margherita.
Se quindi vediamo le due società che possono sottendere le due candidature Renzi-Bersani (con tutte le critiche al sindaco di Firenze e non solo al segretario), allora pensiamo veramente che ci sia uno spazio terzo? Perché gli spazi politici non sono dei luoghi astratti, ma si costruiscono. Non l'hanno fatto, non sto a discuter perché, ma è così. La colpa è loro. Se invece di "travagliarsi" pensassero ad un accordo con Renzi per il dopo-primarie farebbero molto più il bene del PD e dei progressisti che stando a chiedere tavoli per le loro "grandi candidature" (di tutti separatamente poi, pensate quanto gongola D'Alema).
E infine, ci siamo chiesti perché mentre "di qua" si sta a discutere sull'esistenza di uno spazio politico terzo (discussione quasi teologica, oramai, che ricorda le dispute cristologiche dei primi secoli, ma meno appassionante e acuta), dall'altra parte nessuno si smarca? Stanno tutti tranquillamente dietro a Bersani: D'Alema, Veltroni, Fassina, Letta, Bindi, Turco, Gentiloni, Fioroni, Finocchiaro etc .... tutti d'accordo sui "contenuti" di cui sopra? Non direi ....
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