In questi giorni la lettera di Vassallo, gli interventi di Veltroni e Franceschini da Cortona, l'intervento di Marino in risposta alla lettera di Paolo Cosseddu, hanno riaperto le cataratte del "primarie si, primarie quando".
Premetto che sull'operato della commissione statuto, che è stata nominata durante la Convenzione Nazionale, ne so quanto letto dai giornali. Ricordo che la commissione fu nominata all'epoca, e che, seguendo l'usanza tipica del PD, i delegati ne sono venuti a conoscenza solo il giorno stesso (io ero delegato, quindi lo so per esperienza diretta.).
Cosa poi abbia fatto in questi mesi quella commissione è restato misterioso e/o di poco interesse fino alla lettera di Vassallo.
Non ho capito (come tutti credo) quale sarà la proposta che verrà portata in Assemblea Nazionale e comunque è annunciata una riunione della commissione venerdi' (presumo pero' che non sia il primo incontro, anche se questo è forse non troppo rilevante). So pero' che, sia che la proposta che ne verrà ci piacarà sia che non ci piacerà, è un'ulteriore prova che assemblee composte da centinaia di persone non servono a nulla. E' chiaro che in un giorno non si potrà fare un dibattito. E francamente mi pare che delegare una commissione, già piuttosto nutrita, sia più che sufficiente.
Non entro nel merito dei dettagli, se ne è detto già abbastanza e si vedranno quando le proposte usciranno allo scoperto. Penso solamente che la strada che sembra aver imboccato il PD sia quella che era stata indicata da Bersani quando si presento' al congresso e che fu votata sia dagli iscritti sia dagli "elettori", che si sono dimostati non essere un "corpo mistico purificatore" pronto li' a mondare il PD (e la società italiana) dalle "storture della partitocrazia".
Voglio essere chiaro: non ero d'accordo all'epoca e non lo sono ora sull'idea di partito e di società che sta dietro quella linea che ha vinto. Penso pero' che questo sia solamente la spia del fatto che il progetto originario del PD si sia perso, si sia ingrigito (e ne ho scritto diffusamente in questi mesi). Perché, in primis, si è persa, esaurita, la spinta sociale e immaginativa che stava alla base del PD. Le colpe di questo sono molteplici, la società italiana che è "per se" molto conservativa e, in un "feedback negativo", il PD ne è pervaso, allontanando da sé le componenti più dinamiche e, poiché le classi dirigenti sono elette da persone (che siano elettori o iscritti poco cambia), un corpus "conservativo", che non ama il rischio, ha premiato l'esperienza dei soliti noti. E l'interessante incontro sullo studio delle correlazioni tra voti al PD e società sottostante promosso da iMille e Deigma ad inizio maggio ce l'ha fatto vedere molto bene.
E' un po' anche colpa nostra, pero', che spesso ci appassioniamo di più e critichiamo (anche a ragione) la dirigenza PD per queste cose dimenticando talvolta i motivi di fondo. Penso che iMille, occupandosi (criticando e proponendo) di Energia&Ambiente, Università&Ricerca, Diritti, Lavoro, cerchino di recuperare "politicamente" quei settori dinamici e moderni che poi naturalmente porterebbero, quando e qualora fossero prevalenti nel PD, al modello di partito che è secondo noi il modello più adatto per un partito progressista e democratico nel mondo di oggi.
Fare una battaglia ideologica sulle primarie, pero', mi pare anche francamente un po' paradossale. Un "compagno" del PD di Parigi ha detto "non abbiamo abbandonato l'ideologia socialista per l'ideologia delle primarie". Questo direi che dovremmo ogni tanto ricordarcelo.
E francamente penso che l'assemblea nazionale potrebbe essere un'occasione per capire non tanto cosa pensa il PD dei propri meccanismi interni (cosa importante ma su cui non vale troppo la pena accendere i riflettori della società, basta una commissione), ma cosa pensa il PD del futuro dell'Italia, cosa pensa del futuro dell'Europa. Pensiamo che il sistema economico-finanziario cosi' com'è potrà funzionare? Che l'Euro senza un sistema integrato di politica finanziaria e fiscale potrà reggere? Possiamo cogliere questa crisi dell'Europa mozzata per rilanciare un'Europa vera e piena? Dei cittadini e della politica?
E dell'energia? pensiamo che il PD possa pensare che in Italia si facciano piani energetici globali e non ridursi a cercare LA fonte energetica? Che il problema è proprio li', che cercare anche (o forse direi soprattutto) in questo campo LA soluzione non è la cosa giusta da fare. Certo un vecchio modo di concepire la politica e il mondo è basato su LA soluzione unica ad un problema dato. La modernità suggerisce che spesso non è la strategia corretta, e i problemi interconnessi di fonti energetiche, ambiente, economia e lavoro stanno li' a dircelo. Solo che molti non hanno orecchie per capirlo.
Possiamo sperare che il PD dica: ok su questo, questo e questo (Energia-Ambiente-Sviluppo e Economia-Lavoro-Europa, per esempio) possiamo aprire dei cantieri dove discutere e soprattutto presentare proposte e dati? Discussioni tra esperti e non discussioni fatte perché Fassino, Veltroni, D'Alema, Franceschini, Castagnetti o La Torre trovino li' un'ulteriore scusa per riproporre le loro decennali disfide.
Quindi, per rivenire a bomba, ai "rumors" di questi giorni. Mi pare che la cosa peggiore che possiamo fare è non vedere che le schermaglie di Vassallo e compagnia non sono altro che l'estenuante riproposizione dello schema Veltroni-D'Alema. Cerchiamo di non finirne stritolati. Cerchiamo di attirare e di farci contaminare dai settori della società più moderni. E all'obiezione che già sento: "ma se il partito non è aperto come possiamo pensare di convincerli?", rispondo che è un falso problema. Nel partito volenti o nolenti alcune sponde le abbiamo, sia nel nostro piccolo sia con persone che ci guardano (o ci possono guardare) con interesse ma che tante volte non hanno la forza di fare il "grande passo". Portiamo pero' decine di proposte moderne, basate su lavoro serio e non mettiamo il carro davanti ai buoi. Perché quando si ha la forza politica poi le regole si adattano. Come sta succedendo, nel verso opposto di quanto da noi auspicato, attualmente e come è successo in questi anni (e come sempre è stato).
Non confondiamo la politica con il sistema delle regole.
Sarà forse un lavoro "lungo", ma, essendo in vena di motti popolari (è la bersanianizzazione) direi che "la gatta frettolosa fa i gattini ciechi". Quindi continuiamo a mettere i nostri mattoni e allargare sempre la rete. Lentamente ma inesorabilmente.
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