venerdì 14 novembre 2008

21 domande ai vertici del pd

che ricevo da una mailing-list:

1.Perché hanno creato organismi ciclopici e inutili?
2.Perché non ce n'è uno che si sia fatto da parte?
3.Perché Veltroni ha detto appoggio il referendum ma non lo firmo?
4.Perché hanno accreditato le correnti?
5.Perché hanno provveduto a spartizioni cencelliane e millimetriche?
6.Perché si sono alleati con Di Pietro?
7.Perché hanno candidato Rutelli a Roma?
8.Perché hanno candidato Rutelli anche in senato?
9.Perché: "Via gli accampamento rom da Ponticelli"?
10.Perché hanno cancellato, per decreto, le feste dell'Unità?
11.Perché sull'Englaro hanno lasciato l'aula e sono muti?
12.Perché hanno due televisioni?
13.Perché hanno 17 associazioni?
14.Perché, a volte, predicano benino e, sempre, razzolano male?
15.Perché Morando non l'ha mai smentito nessuno?
16.Perché Villari deve rispondere al partito?
17.Perché Binetti non deve rispondere al partito?
18.Perché non esprimono mai una posizione univoca su nulla?
19Perché non esprimono mai una posizione univoca su nulla, escluso Orlando?
20.Perché riescono a mettersi sempre e comunque sotto scacco?
21.Perché parlano quando dovrebbero tacere e tacciono quando dovrebbero parlare?

Per farne l'uso che si vuole: (a) liberatorio, (b) se ne sceglie una a caso quando doveste incontrare un se-dicente "leader della sinistra", (c) rispondere e scriverlo nei commenti, (d) gioco natalizio, (e) basta

1 commento:

Anonimo ha detto...

La risposta è una sola e vale per le 21 domande: perché il PD non è un partito politico, ma un luogo dove ciascuno si cura i suoi interessi individuali, dicendo e facendo il cazzo che gli pare, senza timore di mancare di rispetto né a un ideale né a un segretario.