
Nel magma dei commenti, idee, progetti di mille e simpatizzanti, come più in generale di molto positivo fervore politico rinvigorito dalla futura nascita del partito democratico ci sembra di individuare due grandi aree, se vogliamo, purtroppo, riconducibili a un pensiero più di destra e ad uno più di sinistra:
- da una parte c’è chi, come noi, viene dalle feste dell'Unità, di Cuore, che ha magari votato Rifondazione una o più volte, che insomma ci fosse un PS tipo quello francese non esiterebbe un istante. Però non ci piacciono le mosse alla Mussi-Angius o alla Diliberto e sappiamo anche che bisogna andare oltre, ed è per questo che siamo qui a dibattere del PD. Chiediamo magari umilmente di rendere più di sinistra questo movimento.
Poi non siamo neanche per la dittatura del proletariato, ma vorremmo che si facessero politiche sociali, eque, democratiche, laiche e repubblicane. Vorremmo che le persone e la loro felicità, la loro qualità della vita vengano prima del denaro, dell'economia, di questo strabenedetto mercato. Forse siamo poeti, sognatori, ascoltatori di certa musica di Gaber che ci ricorda perché siamo (stati) comunisti, perché siamo felici solo se lo sono anche gli altri.
Ed è per questo che possiamo convergere con molti che non vengono dalle feste dell'Unità o di Cuore, ma che in fondo la pensano come noi sulle priorità. Ecco, per noi qui trova posto il Partito Democratico, al di là delle parole e delle fusioni fredde (LC). Il cuore degli elettori dei Progressisti, dell'Ulivo e dell'Unione è qui, da Rifondazione alla Margherita passando per tutti gli alberi, i cespugli e i cespuglietti. E iMille trovano il loro posto perché le nuove generazioni prendano il testimone di questi sentimenti dalla generazione precedente e li portino avanti nel mondo moderno.
- dall'altra parte ci sono quelli della meritocrazia esasperata che dimenticano che se è giusto che il figlio dell’operaio possa, eccellendo nei suoi studi, raggiungere la giusta realizzazione professionale, lui stesso deve poter sperare in una vita migliore anche dopo una non straordinaria formazione scolastica. Questi non sanno, o non ricordano, che esistono uomini e donne che non lasciano l’Italia per andare a fare i ricercatori o nonsoché in giro per il mondo, ma sono persone normali. Anzi, sono persone che conoscono l’Italia molto meglio di noi, semplicemente perché in Italia ci vivono. Scelte di vita diverse, possibilità e indoli diverse, forse, ma è anche questo la nostra ricchezza. Per esempio, il post sulla scuola di Francesca è stato commentato positivamente e propositivamente quasi esclusivamente da insegnanti, mentre è stato criticato nei suoi punti più essenziali da chi pensa che la scuola sia un’azienda come un’altra ma che forse l’ultima volta che ha visto un gruppo di 25 tredicenni era tanti anni fa e se l’è scordato. Perché se poi sanno scrivere bene e ragionare con logicità, hanno dimenticato che sono andati ad una scuola, la scuola italiana, che non è come una qualunque azienda. Ed è grazie a questa scuola, che noi vogliamo proteggere e salvare dalle derive “manda il CV e poi ti sceglie il preside”, proprio per permettere a tutti i bambini, un giorno, se vorranno, di andare ovunque e crescere.
Questi hanno magari avuto successo, vivono o hanno vissuto in Inghilterra e negli USA e sono riusciti a "sfondare", dimenticando però i più che non sono riusciti e che non potendo tornare a casa dalla mamma sono per la strada ubriachi o lavorano come schiavi da WalMart o Lidle. Badate bene, non vogliamo dire che questo modo di concepire la società non ha diritto di esprimersi o di esistere. Anzie, è questo un modello sociale che regna nel mondo. Ha un solo difetto per il partito democratico: questi sono programmi della destra.
Quindi se Veltroni, come ci sembra, tra i candidati ora sulla piazza, è quello che più rispecchia il modo di sentire sociale allora la scelta di Veltroni per noi rappresenta una SVOLTA a SINISTRA auspicabile.
Ci lamentiamo che la sinistra non trovi mai un rappresentante al di sotto dei 70 anni? ovvero un gruppo credibile? Forse ora ci possono essere iMille. Garibaldi e camicia rossa per darci una connessione col passato, internet per darci un mezzo del presente, il coraggio per provare a cambiare il futuro.
Francesca Pollastrini e Riccardo Spezia