mercoledì 25 luglio 2007

La Gabbia



Ricevo da un amico e pubblico :

Citando chi sai, ti parlo della gabbia, in un momento un po' speciale, allusivamente e soprattutto ad un referente idealizzato, che non sei tu ma del cui ruolo ti investo!
La gabbia, o la prigione, in senso fisico e lato, come ci si sta dentro? Male!
Ma ogni gabbia ne ha un' altra che la contiene, in un gioco che ben conosci.... anche l'ossigeno ci imprigiona.
Sei nella gabbia. A volte si esce da quella piccola e personale per visitare quella esterna ma sapendo bene che presto o tardi si dovrà rientrare nella propria... anche la casa è una gabbia.
Le gabbie, consumano tempo ed energia, il tempo è quello di permanenza in genere una vita, l'energia è quella impiegata per entrare od uscire in genere quella di una vita. Soggettivamente sembra necessario compiere tutti questi sforzi per trovarsi dentro una gabbia qualunque, si muore anche per esse.
Ma quello che è più sconcertante per me è che questi sforzi sono compiuti in visione di qualcosa che non si sa, o che si suppone solamente, un obiettivo finto perchè poi si muore tutti, ciò non vuol dire che l'obiettivo non ci sia, ma non è quello che ti fa andare verso la gabbia, quello è un'illusione pilotata.
Se hai seguito, anche vagamente questa metafora, mi chiedo e ti chiedo se c'è una gabbia idealmente superiore(per cui si intende ottimale in senso di perfezione, non sovraordinata alle altre) ed è qui che casca l'uomo!!
Il primate.
Che primato hai?
Di quali aggettivi inghirlandare questa scimmia degenere.
Ti sfido in un elenco di aggettivi adatti prevalentemente all'uomo, anche Angela vorrei coinvolgere, rappresentante della pragmaticità ottimista tipica femminile, incarnazione della fabbrica dei geni e delle progenie.
Accetti?
E' chiara la sfida?
No?
Ripeto: vorrei da te ricevere, per un mio studio metafisico, un elenco di proprietà, aggettivi, attributi, qualità, tipiche prevalentemente della razza umana e non di altre razze.
Te la senti?
Se vuoi puoi pubblicare questa sfida sul tuo blog, (magari accannando la politica...)
più risposte ottengo, più lunga la lista meglio è.

Parto, intanto, per un viaggio alla tangente, forse ritorno, nella gabbia, a settembre.

9 commenti:

angiu ha detto...

emiliano non si smentisce...
ci penseremo in treno...

Anonimo ha detto...

Ma chi e' sto spessone?
Chiunque egli sia, gli raccomando di scendere dal pero.
Bacioni
Silvia

Anonimo ha detto...

La metafisica lasciatela ai filosofi. La risposta è più elementare nel senso di originaria: 1) l'uomo è l'unico animale che cerca e dà un senso alla realtà e al mondo. Anche la pulsione più elementare è perciò umana se è dentro una storia, se ha un significato - con buona pace degli scienziati - 2) C'è un modo per trascendere le gabbie o per guardare oltre i muri - quelli della bellissima prosa di gaber -. Siamo monadi - cioè abbiamo dei confini - ma siamo monadi costitutivamente aperte. Siamo uno sguardo che guarda l'infinito da una prospettiva - finita e sempre in divenire - che si costituisce nell'incrocio degli sguardi altrui. La psicologia non ci dice molto, la neurofisiologia neppure - abbiamo un cervello plastico, embè? - però la filosofia ci dice qualcosa: solo l'uomo abita un mondo. Ma poi è certo che molti di noi nelle gabbie ci si rinchiude volontariamente e ci sta pure comodo. Ma scusate, questo è un altro discorso. Caro Emiliano (Lembo???), hai qualcosa di più interessante su cui farci riflettere?
Ciao
emanuela (buone vacanze)

Mort Cinder ha detto...

Carissima white sabbath(???), felice di incontrarti di nuovo.... vuoi qualcosa di più interessante?
Vediamo....
1)Impossibile lasciare la metafisica ai filosofi: essi non esistono più da circa 2000 anni.
2)L'idea di monade con confini è opposta alla mia personalissima e attuale visione della realtà corroborata da tutte le scoprete scientifiche dell'ultimo secolo, dirò che i confini, sono come il libero arbitrio, sussistono solo per ignoranza (ma questa è un'altra lunga storia...). Le gabbie sono di molte forme, alcune di ferro, altre sottili, impalpabili, alcune servono per imrigionarti qualcosa, altre per imprigionarti qualcos'altro, se intuissi soltanto quella gabbia che mi imprigiona tutto, forse sarei libero....
3)Interessante e stimolante la tua(?) definizione: l'uomo è l'unico animale che cerca e dà un senso alla realtà e al mondo, posso concordare sul "cerca", qualche dubbio sul "dare": non possiamo escludere che anche le altre razze diano un senso alla realtà, anzi, mi sembra ovvio che lo facciano, posso sostenere che lo fanno anche meglio: sono soddisfatti della loro posiszione. Questo ricercare dunque, è indizio di che cosa?
4)Brava Miss.!! Hai centrato uno dei punti importanti! Il significato!!! entro cui collocare storie, sentimenti, pulsioni, istinti, ormoni, proteine ed elettroni. (spero sia evidente il climax discendente). Bene, il significato è, come dici tu, analogo alla prospettiva (da cui guardiamo gli oggetti): ciò che vediamo oltre ad essere prospetticamente parziale, è il risultato di un filtro situato nella scatola cranica, il significato poi, è un filtro del filtro(pure di una serie molto lunga di altri filtri considerando la fisica della luce e dei recettori preposti alla sua rilevazione). Senza calcolare che alla fine ciò che vediamo NON E' l'oggetto. A che distanza siamo allora dalla grotta scura?? Infinita, più o meno, ergo: così come risulta quotidianamente esperito, le prospettive mutano, mutano i significati, mutano le realtà. Sia intra che extra personalmente. Posso cambiare anche idea, per dimostrarlo.
5)Bene, distrutti(si è capito?) il significato e le storie in cui inserire le pulsioni, che resta di umano se non una sovrastruttura autogiustificante.
Se vuoi puoi anche scrivermi a cromocaone at gmail . com

Grazie ric & ang di farmi sfogare un po' qui da voi...

A chi mi vede su di un pero:

Che prospero impero
quand'ero sul pero,
però pare ero nero
per impari pire di rospe!

Anonimo ha detto...

Caro Lembutal, straordinaria la filastrocca del pero, non posso competere, ma ti mando una poesia (e mi riservo più lunga risposta in altro tempo e luogo):

Kairos felino

"sabato dopo pranzo, ai piedi della sughera/ contravvenendo per una volta/ alla mia nevrotica natura/ ho deciso di mantenere/ la medesima, gravosissima postura/ fino a quando anche tu gatto/ non avessi cambiato posizione./
Confronto senza storia:/ gioia suprema dell'immobilità/ versus tormento e posizione./
Tu precipitato nel tuo ozio/ facevi trascorrere i secoli, estasiato./ Io ossessionato dal controllo/ dilapidavo il pomeriggio/ e mi guardavo intorno, desolato/. etc. (Franco Marcoaldi)

Un aggettivo: l'uomo è l'unico animale fatto di tempo e che sente di sprecare il suo di tempo.

ps. ci sono gli scienziati che hanno l'insana pretesa di fare i filosofi - ma non per molto -.

Ciao!
emanuela (sabbath)

Mort Cinder ha detto...

Non vorrei, emanuela, che questo diventi un nostro, per quanto gradito, dialogo. Replico brevemente, in attesa del tuo altro tempo e luogo, ma anche di altri cervelli.
Primo(anche se fuori tema) la mia idea di filosofo coincide con quella di scienziato e quindi interpreto il tuo "ma non per molto" come riferito ad "insana". Tutti i più grandi scienziati sono stati anche filosofi. I filosofi inoltre erano in origine "gli scienziati".
Secondo e più pertinente.
Sicuro! Percezione di tempo sprecato (e quando si dorme?),
farei ricadere questa proprietà nel tema della ricerca.
Che a sua volta deriva da qualche necessità più profonda....
Valuterei anche l'arrogante tendenza dell'uomo ad umanizzare: ecco il cane offeso, il gatto mortificato o lo scimpanzè che fuma il sigaro.
L'amico poeta, non si sarbbe mai sognato di imitare l'immobilità del bacillus rossius (alias insettostecco), o di marcare con ferormoni la propria casa... eh? Si umanizza l'umanizzabile e si scarta tutto il resto?!? Troppo comodo!
L'errore, se di errore si tratta, è sempre, come sopra, riguardante l'interpretazione dei significati.

RIASSUNTO:

1) S'è detto che l'uomo cerca, ricerca... (quindi trova, perde, avverte il tempo), e dà un senso alla realtà... Ma anche le altre razze sia animali che vegetali cercano: la tana, il cibo, il partner, la luce....
La differenza starà dunque nell'oggetto della ricerca?
Ma quale sarà mai, allora, questo oggetto??? Che fa una così evidente (è evidente per voi?) differenza???
(il complemento "senso della realtà" è un po' vago e fritto nell'olio dell'ovvietà(senza offesa) vuol dire la stessa cosa che "cercare la realtà" solo che detto così suona in tutta la sua ridicola estensione...), estremizzando si potrebbe anche cercare il "significato del senso della realtà" o il "reale senso del vero significato".
Senza calcolare che solo lo 0,7% degli umani si dedica a questo sport. Il restante 99,3% ricerca anch'esso una tana, il cibo, un partner...

2) Vabbene... eccovi snocciolati alcuni attributi\aggettivi\qualità comunemente, ma non unanimamente, ritenuti tipici della razza umana, al solo scopo di animare la conversazione:
abbiamo il LINGUAGGIO
abbiamo la MANIPOLAZIONE della realtà (costruzione degli artefatti)
abbiamo la AUTOCONSAPEVOLEZZA
non commenterò queste caratteristiche, ma aspetto vostre risposte.

Sforzatevi le meningi!!
Siete o no umani?
Dove siete, oh 0,7%!

Anonimo ha detto...

Carissimi amici, di queste cose che impegnano lo 0,7 degli umani parlo solo davanti a un buon bicchiere di vino e a un piatto di spaghetti. Niente eccezioni.
Quanto agli scienziati ero ironica (ce l'ho solo con alcuni, nomi e cognomi, ma in altra sede), anzi aggiungo che per i filosofi è dura, il linguaggio della scienza è diventato molto complesso, quasi inaccessibile. D'accordissimo sugli animali, e perchè no l'insetto stecco - è meraviglioso -... Quanto al linguaggio non ne sarei così sicura. Un saluto a Riccardo e ad Angela e buone vacanze a tutti.
Ciao
emanuela

Riccardo ha detto...

Sono contento di vedere come questo spazio si sia elevato a luogo di dibattito filosofico ....
ma volevo ricordare (non certo a emilianus) della "Gabbia nella Gabbia".

Anonimo ha detto...

molto intiresno, grazie