lunedì 21 marzo 2011

La grande opera di Sarko



I presidenti della V Repubblica francese hanno sempre avuto il vizio di voler rimanere nella storia, come i re. In genere per questo facevano grandi opere, musei, biblioteche, aeroporti.

Charles De Gaulle, il fondatore della V repubblica non ha bisogno di molto di più. Salvatore della patria due volte, liberatore dal nazismo, "vincitore" (si fa per dire) della seconda guerra mondiale. A lui è dato il nome del più grande aeroporto nonché della piazza dove sorge l'arco di trionfo.

George Pompidou, suo primo ministro e successore, invece rimane nel ricordo collettivo per la sua passione per l'arte contemporanea, un nuovo re-mecenate. A lui dobbiamo il magnifico Centre Pompidou con una vastissima e sempre rinnovata collezione di opere moderne e contemporanee. Tanto che secondo me molti non associano questo nome ad un ex-presidente. Chapeau.

Valéry Giscard d'Estaing, invece è stato meno prolifico in grandi opere. E sfortunato. Ha provato, terminata la presidenza, a rimanere alla storia come l'autore della costituzione europea, ma purtroppo ha fallito. Sarebbe stato il giusto coronamento di una politica europeista importante. Rimarrà nell'immaginario per essersi fatto battere nella rivincita da Mitterrand.

François Mitterrand. Un comportamento da "re sole". La piramide del Louvre, l'Opera Bastille, il quartiere della Defense, la Bibliothéque Mitterrand. Ha portato pienamente l'architettura di Parigi nell'era moderna.

Jacques Chirac. Più in sordina, però resta voluto da lui il bel museo del Quai Branly, ancora poco noto ma molto bello architettonicamente.

E veniamo al presidente attuale, Nicolas Sarkozy ("le petit Nicolas" o "Sarko"). Il suo quinquennato sta finendo e i suoi progetti per la "grand Paris" sembrano ristagnare, come il "grande otto" che dovrebbe girare intorno a Parigi per gran parte dell'Ile de France. Anche il campus sul parco di Saclay stenta a decollare, l'Università di Parigi XI ha fatto sapere che non ci andrà e anche il CNRS se ne è tirato fuori. Gli resta qualche ente fedelissimo, ma non sembra possibile vedere qualcosa a breve. Così, colpo di genio e una grande opera gli ci si pone a portata di mano: una guerra!

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