domenica 11 gennaio 2015

Cosa è Voltaire ?


Sono appena tornato dalla “marcia repubblicana” di Parigi. Da République a Place de la Nation facendoci tutto Boulevard Voltaire. Simbolicamente proprio in nome di Voltaire, dell’Illuminismo, a Liberté, Egalité, Fraternité, nel 1901 si è aggiunto un quarto valore repubblicano: Laicité. Voltaire, libertà di espressione, libertà di professione religiosa ma anche libertà di critica e di sberleffo. Libertà di bestemmiare anche (come diceva ieri a proposito Jean-Alain Miller su Le Point). 

Ma cosa significa Voltaire per i giovani francesi emarginati? E’ qualcosa di più del nome di una stazione della metropolitana? Emarginati dal sistema scolastico, Voltaire per loro è il segno dell’istituzione che li ha emarginati, che li ha relegati nelle classi per i peggiori, è il normalien, il polytechnicien che ha tutto nella vita semplicemente per essere stato uno studente modello dai 10 ai 18 anni, il bravo bambino per bene, studioso e diligente, che ha fatto quello che gli è stato chiesto di fare, presto e bene. Ha allora vinto un concorso per entrare in una delle grandi scuole della République e la sua vita si è sistemata per sempre. Lui no, lui ha dovuto sempre lottare. E dove erano Voltaire, Rousseau e tutti i paladini della laicità e della République in quei momenti? A prendere un caffè in un bar della capitale, lontani, a lavorare di penna e di matita mentre lui doveva lavorare di notte in un deposito freddo ed inospitale per pochi spicci. Non è quindi una questione solamente di integrazione: l’integrazione è vista non solo come assimilazione ma soprattutto come asservimento. Non è l’assimilazione del figlio (o nipote) di algerini che è diventato agrégé, ma l’asservimento di chi porta le pizze la sera ai giovani agrégés, che nelle scuole di Voltaire, Rousseau e Diderot lava i cessi.

Sono vittime i terroristi? No, loro sono i carnefici. Carnefici indottrinati da tante falsità e da tanti sofismi. Carnefici che hanno risposto allo stato che li ha emarginati, che li ha classificati ZEP, rispondendo presente al nuovo califfato dell’ISI (sentite cosa dice il terrorista dell’HyperCacher a tal proposito). Carnefici che sono stati nutriti dalla manipolazione dell’ebreo cattivo.

Ma se veramente si vuole combattere questo terrorismo, non lo si può fare solamente con i controlli dei servizi segreti: non si potranno mettere dieci poliziotti a controllare ogni potenziale terrorista. Non possiamo rispondere con l’asservimento ad uno stato di polizia. Non ho risposte univoche, ma un punto ineludibile è che si riscopra il valore sociale dell’educazione. Educazione non solo come “riuscita scolastica” però. Facile a dirsi, molto più difficile a farsi, ahimé.

I terroristi, poi, mi sembrano sempre uguali, islamisti o brigadisti. Ma questo non voglio dirlo a parole, lo ha detto meglio di me Brassens. E come dice la canzone (nella traduzione più nota in Italia fatta da De André):

E voi gli sputafuoco, e voi i nuovi santi 
crepate pure per primi noi vi cediamo il passo 
però per gentilezza lasciate vivere gli altri 
la vita è grosso modo il loro unico lusso 
tanto più che la carogna è già abbastanza attenta 
non c'è nessun bisogno di reggerle la falce 
 basta con le garrote in nome della pace 



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