mercoledì 15 luglio 2009

Il baluardo dello stato

Federico Aldrovandi e Gabriele Sandri da una parte, a rappresentare i cittadini, di diversa estrazione e sensibilità, dall’altra Spaccarotella, Florani, Pollastri, Pontani, Segatto, a rappresentare l’ordine dello stato. Volti che si annullano dietro l’indifferenza della divisa, mentre il sangue delle vittime vorrebbe farci ricordare il prezzo che si paga, che spesso si dimentica, che dimentica chi cerca sicurezza, chi cerca ordine, chi cerca disciplina. Chi vuole ricostruzioni fulminanti, decisioni ferme, piani quinquennali, gestione della finanza e dell’industria, cede parti della propria libertà e cittadinanza e la giustizia dello stato non può essere giustizia contro lo stato. Così gli omicidi sono colposi perché lo stato non ha volontà, è come Mefistofele, invocato per firmare un patto di sangue che non si può più cancellare.
Più di un secolo fa un lucido analista del suo tempo, un visionario degli anni che sarebbero venuti scriveva a proposito degli ufficiali dell’esercito, “preziosi servitori” dello Stato: “I borghesi tedeschi lo sanno e perciò sopportano patriottisticamente ogni specie d’offesa da parte loro perché vi riconoscono la loro stessa natura e soprattutto perché ritengono questi privilegiati mastini imperiali, che molto spessono li mordono per pura noia, il baluardo più saldo dello stato pangermanico”*.
Così unire la richiesta di ordine e sicurezza con l’indignazione per la vergogna dell’impunità sembra forse contraddittorio, ma non è forse molto di più che l’inevitabile conseguenza dell’accettare baluardi contro le proprie paure. Ma con la tanto sterile quanto giusta incredulità e ribellione per sentenze che sono la manifestazione della inevitabile falsità della giustizia dello stato sullo stato, non si ottiene molto più di qualche titolo su un giornale, qualche breve e inutile fiammata di emozione. Potrebbe un giorno mai invece diventare la tragica opportunità per fermarsi e riflettere sulla connessione che c’è tra il chiedere e l’applaudire missioni di pace che sono missioni di guerra, forze dell’ordine che vengono dirette contro il dissenso con quella crudeltà che trae forza dalla propria necessità, e l’essere al di sopra delle leggi?
Difensori dei cittadini dai fantasmi del caos, dell’ignoto, dello straniero che sono fuori dalla cittadinanza. Stato che è per come viene concepito, nazionalità, grate, barriere e bandiere, estraneo alla giustizia, nel momento stesso in cui, e soprattutto quando, si vuole portatore di giustizia.

*M.A.Bakunin, Stato e anarchia.

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