martedì 11 dicembre 2007
domenica 4 novembre 2007
Le basi
Leggendo liberation qualche volta si trovano delle riflessioni che, se pur nascono nel contesto specifico francese, non sarebbe male guardare in ottica generale. Soprattutto quando si dice di voler fare una radicale riforma costituzionale che di fatto svilisce il ruolo del parlamento più di quanto non lo sia già ora.
L'articolo lo si può leggere qui , in francese.
Riporto solo un passaggio finale in italiano:
Bisogna basarsi sull'articolo 16 della dichiarazione dei diritti dell'uomo, che stipula che "ogni società dove la garanzia dei diritti non è assicurata, né la separazione dei poteri [esecutivo, legislativo, giudiziario] determinata, non ha alcuna Costituzione".
L'articolo lo si può leggere qui , in francese.
Riporto solo un passaggio finale in italiano:
Bisogna basarsi sull'articolo 16 della dichiarazione dei diritti dell'uomo, che stipula che "ogni società dove la garanzia dei diritti non è assicurata, né la separazione dei poteri [esecutivo, legislativo, giudiziario] determinata, non ha alcuna Costituzione".
sabato 3 novembre 2007
Ma se ...
Ma se nella scorsa legislatura avessero approvato norme di questo tipo:
"possono essere allontanati solo per motivi di sicurezza dello Stato e per motivi imperativi di pubblica sicurezza"
"Il provvedimento di allontanamento dal territorio nazionale per motivi di pubblica sicurezza è adottato con atto motivato dal prefetto territorialmente competente secondo la residenza o dimora del destinatario, e tradotto in una lingua comprensibile al destinatario, ovvero in inglese."
staremmo tutti quanti in piazza a gridare al governo fascista.
Bene, io credo che se non fascista, è un governo impazzito e impulsivo. Come dice bene, in modo pacato ed elaborato, Stefano Rodotà su Repubblica .
Spero che non uno ma tutti i senatori (e i deputati) di sinistra lo boccino in aula (se mai lo esamineranno).
"possono essere allontanati solo per motivi di sicurezza dello Stato e per motivi imperativi di pubblica sicurezza"
"Il provvedimento di allontanamento dal territorio nazionale per motivi di pubblica sicurezza è adottato con atto motivato dal prefetto territorialmente competente secondo la residenza o dimora del destinatario, e tradotto in una lingua comprensibile al destinatario, ovvero in inglese."
staremmo tutti quanti in piazza a gridare al governo fascista.
Bene, io credo che se non fascista, è un governo impazzito e impulsivo. Come dice bene, in modo pacato ed elaborato, Stefano Rodotà su Repubblica .
Spero che non uno ma tutti i senatori (e i deputati) di sinistra lo boccino in aula (se mai lo esamineranno).
venerdì 2 novembre 2007
Capolinea
Temo proprio che il governo Prodi con il suo comportamento convulso degli ultimi giorni abbia segnato la sua fine, se non tecnica quantomeno politica. Almeno tre cose ne segnano l'inizio delle fine:
- la bocciatura della sacrosanta commissione sulle violenze della polizia. Come diceva ieri Travaglio (non proprio uno di sinistra) su l'Unità, le commissioni parlamentari sono fatte per investigare le storture dello stato, non dei delinquenti. Citando a braccio, se un black-bloc rompe le vetrine e distrugge le auto "fa il suo mestiere" e viene perseguito dalla legge, se invece la polizia, LO STATO, massacra innocenti che dormono e i suoi dirigenti hanno promozioni invece di essere cacciati a pedata, quella è una cosa grave su cui il parlamento deve investigare.
- Dini che decide di dissociarsi sulle assunzioni dei precari nel pubblico impiego.
- e per finire l'assurda "emergenza criminali". Roba da demagogia pura e da razzismo viscerale, che finisce con Veltroni che impone l'agenda a Prodi. E contemporaneamente, il fatto che le carenze dello stato facciano morire un ragazzino a reggio calabria per carenza di ambulanze passa inosservato. Increscioso, da governo "Bruno Vespa".
se il buon giorno del PD si vede dal mattino, aridatece baffino!
- la bocciatura della sacrosanta commissione sulle violenze della polizia. Come diceva ieri Travaglio (non proprio uno di sinistra) su l'Unità, le commissioni parlamentari sono fatte per investigare le storture dello stato, non dei delinquenti. Citando a braccio, se un black-bloc rompe le vetrine e distrugge le auto "fa il suo mestiere" e viene perseguito dalla legge, se invece la polizia, LO STATO, massacra innocenti che dormono e i suoi dirigenti hanno promozioni invece di essere cacciati a pedata, quella è una cosa grave su cui il parlamento deve investigare.
- Dini che decide di dissociarsi sulle assunzioni dei precari nel pubblico impiego.
- e per finire l'assurda "emergenza criminali". Roba da demagogia pura e da razzismo viscerale, che finisce con Veltroni che impone l'agenda a Prodi. E contemporaneamente, il fatto che le carenze dello stato facciano morire un ragazzino a reggio calabria per carenza di ambulanze passa inosservato. Increscioso, da governo "Bruno Vespa".
se il buon giorno del PD si vede dal mattino, aridatece baffino!
martedì 23 ottobre 2007
Anche negli anni 80
c'era musica eccellente. Certo quando una grande voce e interprete si incontra con un autore in splendida forma ...
Insomma da gustarsi tutti i video grazie a youtube che può riportarci alla vita delle perle nascoste e dimenticate.
Insomma da gustarsi tutti i video grazie a youtube che può riportarci alla vita delle perle nascoste e dimenticate.
giovedì 18 ottobre 2007
Voto Estero
Sono finite le primarie e si hanno i risultati del voto dell’estero che veniva diviso in 4 ripartizioni (Asia/Africa/Oceania, America Latina, Nord America e Europa) e dove era possibile votare sia in modo tradizionale che online. Il risultato sul candidato merita pochi commenti: Veltroni si è imposto come in Italia ma la scommessa qui ancor più che in Italia era la partecipazione, oltre, limitatamente ad Europa e Nord America, la dialettica tra le liste che appoggiavano Veltroni. L’affluenza è stata buona anche se meno elevata rispetto alle primarie dell’Unione 2005. Questo per vari motivi. Possiamo individuarne almeno due: il senso delle primarie del 2005 era quello di legittimare Prodi come capo dell’Unione e come anti-Berlusconi in vista di elezioni già programmate di fine legislatura del 2006, mentre le primarie 2007 sono state sentite di meno perché riguardano uno specifico più nazionale, nel senso che un italiano all’estero si sente necessariamente meno implicato nella dialettica partitica italiana. Il secondo aspetto, forse non vero in assoluto ma certamente vero in alcune realtà, è stata l’estromissione dalle liste di alcune associazioni molto radicate nel territorio, anche con l’annacquamento della divisione lista-partiti vs lista-associazioni. Questa divisione faceva molto paura ai partiti, poiché qui sono le associazioni le realtà che, se vogliono, possono veramente mobilitare un numero consistente di persone, perché, per l’evidente peculiarità dell’estero, l’italiano all’estero ha più contatti con le varie ACLI, associazioni regionali, sindacati etc … Non tutte queste associazioni sono state escluse, ma per esempio l’esclusione delle ACLI ha prodotto un calo d’affluenza in Francia dove queste sono molto ben radicate e apprezzate per il lavoro che svolgono nel quotidiano.
In Europa comunque due liste appoggiavano Veltroni e anche se la distinzione non era nettissima, la prima raccoglieva i parlamentari eletti in Europa per l’Ulivo (nei primi posti dispari, nei pari per fortuna sono potute entrare donne giovani come Francesca Pollastrini sesta e Barbara Revelli ottava) mentre la seconda le realtà che si muovono nel territorio (principalmente persone che stanno nei Comites, nelle CGE, sindacalisti, e il nostro Giancarlo Bruno al quattordicesimo posto). Il risultato è il seguente: 29.82% alla prima lista (quella dei deputati), 48.36% alla seconda (quella delle associazioni). Quindi per prima cosa ci rallegriamo del fatto che i giovani Francesca, Barbara e Giancarlo sono passati, ma poi ci possiamo domandare: ma allora la lista della “società civile” ha vinto? Non proprio, nel senso che i suoi esponenti non sono certo candidati di primo pelo (non per questo incivili, come incivili non sono certo neanche i candidati della prima lista, a priori) ma al contrario stanno già nei “giri” del consenso degli italiani all’estero. Però una riflessione va fatta: i deputati che hanno massicciamente monopolizzato i primi posti della lista 1 hanno mostrato di non sapere in alcun modo portare consenso. Non sono loro (o non lo sono più) i veri interlocutori degli italiani all’estero, o almeno per molti di loro. E questo è forse il dato “politico” più importante del voto europeo. Teniamo poi in conto che nella scheda la “lista dei deputati” era anche la prima a sinistra, ovvero la più votabile. Quindi chi ha votato la seconda lista (“L’altra Italia con Veltroni”) o l’ha fatto “contro” i partiti (grazie a quel richiamo di “altra”) o l’ha fatto su indicazione delle associazioni di cui ha più fiducia e quotidianeità che i rappresentanti istituzionali.
Un discorso a parte merita il voto online, non tanto sulle modalità (tecnicamente ci sono stati non pochi problemi e molti si sono lamentati di non averlo potuto poi fare per problemi tecnici, intasamenti della rete …) ma sulla quantità. In Europa il voto “Online” rappresenta “il terzo stato”, nel senso che si hanno 2791 votanti in Germania, 2670 in Svizzera, 1667 in Belgio e ben 760 Online (davanti la Francia con 309 votanti per esempio). Sarebbe interessante sapere dove risiedono questi 760 votanti Online, ma è certo un segnale importante e uno stimolo sia per migliorare tecnicamente il voto Online sia per rendersi conto che le nuove tecnologie per l’informazione politica sono ancor più importanti per il voto all’estero.
Ora però il 14 ottobre è passato, e ora arriva “il bello”. Ovvero come organizzare le nuove realtà dell’estero, come diventare massa critica (o almeno coscienza critica), come rendere visibili i tanti italiani all’estero che non sono con la valigia di cartone e il mandolino, tanto per usare un’immagine evocativa. Non hanno la valigia di cartone ma sono neanche aggregati, sono parcellizzati, magari delusi del loro paese (che li ha costretti a partire) o fiduciosi ancora di poterci rientrare. Sono però accomunati da problemi quotidiani (integrarsi in altri stati non è sempre facile né immediato sia socialmente che concretamente) e possono sentire il bisogno di sentirsi parte di una “nuova stagione” italiana ed europea sia per “fare comunità” sia per portare nuove visioni del mondo e della democrazia in Italia ed in Europa. Il “logo” iMille può impegnarsi in questa direzione, insieme alle tante nuove individualità che si sono manifestate nel processo di formazione del partito democratico qui all’estero, perché si passi da individui isolati (ma con un sentire comune) a persone facenti parte di una sola società europea.
In Europa comunque due liste appoggiavano Veltroni e anche se la distinzione non era nettissima, la prima raccoglieva i parlamentari eletti in Europa per l’Ulivo (nei primi posti dispari, nei pari per fortuna sono potute entrare donne giovani come Francesca Pollastrini sesta e Barbara Revelli ottava) mentre la seconda le realtà che si muovono nel territorio (principalmente persone che stanno nei Comites, nelle CGE, sindacalisti, e il nostro Giancarlo Bruno al quattordicesimo posto). Il risultato è il seguente: 29.82% alla prima lista (quella dei deputati), 48.36% alla seconda (quella delle associazioni). Quindi per prima cosa ci rallegriamo del fatto che i giovani Francesca, Barbara e Giancarlo sono passati, ma poi ci possiamo domandare: ma allora la lista della “società civile” ha vinto? Non proprio, nel senso che i suoi esponenti non sono certo candidati di primo pelo (non per questo incivili, come incivili non sono certo neanche i candidati della prima lista, a priori) ma al contrario stanno già nei “giri” del consenso degli italiani all’estero. Però una riflessione va fatta: i deputati che hanno massicciamente monopolizzato i primi posti della lista 1 hanno mostrato di non sapere in alcun modo portare consenso. Non sono loro (o non lo sono più) i veri interlocutori degli italiani all’estero, o almeno per molti di loro. E questo è forse il dato “politico” più importante del voto europeo. Teniamo poi in conto che nella scheda la “lista dei deputati” era anche la prima a sinistra, ovvero la più votabile. Quindi chi ha votato la seconda lista (“L’altra Italia con Veltroni”) o l’ha fatto “contro” i partiti (grazie a quel richiamo di “altra”) o l’ha fatto su indicazione delle associazioni di cui ha più fiducia e quotidianeità che i rappresentanti istituzionali.
Un discorso a parte merita il voto online, non tanto sulle modalità (tecnicamente ci sono stati non pochi problemi e molti si sono lamentati di non averlo potuto poi fare per problemi tecnici, intasamenti della rete …) ma sulla quantità. In Europa il voto “Online” rappresenta “il terzo stato”, nel senso che si hanno 2791 votanti in Germania, 2670 in Svizzera, 1667 in Belgio e ben 760 Online (davanti la Francia con 309 votanti per esempio). Sarebbe interessante sapere dove risiedono questi 760 votanti Online, ma è certo un segnale importante e uno stimolo sia per migliorare tecnicamente il voto Online sia per rendersi conto che le nuove tecnologie per l’informazione politica sono ancor più importanti per il voto all’estero.
Ora però il 14 ottobre è passato, e ora arriva “il bello”. Ovvero come organizzare le nuove realtà dell’estero, come diventare massa critica (o almeno coscienza critica), come rendere visibili i tanti italiani all’estero che non sono con la valigia di cartone e il mandolino, tanto per usare un’immagine evocativa. Non hanno la valigia di cartone ma sono neanche aggregati, sono parcellizzati, magari delusi del loro paese (che li ha costretti a partire) o fiduciosi ancora di poterci rientrare. Sono però accomunati da problemi quotidiani (integrarsi in altri stati non è sempre facile né immediato sia socialmente che concretamente) e possono sentire il bisogno di sentirsi parte di una “nuova stagione” italiana ed europea sia per “fare comunità” sia per portare nuove visioni del mondo e della democrazia in Italia ed in Europa. Il “logo” iMille può impegnarsi in questa direzione, insieme alle tante nuove individualità che si sono manifestate nel processo di formazione del partito democratico qui all’estero, perché si passi da individui isolati (ma con un sentire comune) a persone facenti parte di una sola società europea.
martedì 16 ottobre 2007
lunedì 15 ottobre 2007
Fresco dai seggi
Ecco i voti dei tre seggi di parigi, freschi freschi da scrutinio.
L'affluenza non è stata elevatissima, ma la cosa veramente positiva è stata l'età media bassissima: i nati negli anni 70 e 80 in maggioranza quasi assoluta, con una ragazza nata nel 1990 (l'anno delle notti maggiche!!!). La vecchia immigrazione, poco mobilitata perché le associazioni "storiche" si sono molto defilate, viene anche per motivi sia anagrafici che di motivazioni veramente soppiantata dai nuovi espatriati (per usare un francesismo). Senza avercela con i primi, è un piccolo segno del cambiamento al livello almeno di Parigi. E la maggior parte di questi avevano saputo della presenza del seggio da internet!
Ora buona notte, vedremo domani chi saranno gli eletti (a parte il grande Uòlter plebiscitato forse anche al di là delle previsioni).
mercoledì 10 ottobre 2007
Germany leader in Science
Ieri un nobel per la fisica (condiviso con un professore francese), oggi il nobel per la chimica (assegnato ad una sola persona, cosa rara). Come dire, sarà "l'effetto Merkel" (che in gioventù era ricercatrice in Chimica-Fisica Teorica, una collega insomma!)?
Ma insomma che fisica e chimica vadano lo stesso anno 100% in europa con il 75% in germania era forse da molto tempo che non si vedeva.
martedì 9 ottobre 2007
Logico ??
Sarà che il mio spirito "ciessino" non è sempre sopito, pero' quando leggo:
"Non è vero che ci sia stata una caccia all'uomo da parte delle forze dell'ordine su manifestanti inermi, perchè il corteo di Via Tolemaide (quello cioè delle Tute Bianche, ndr) non era composto da pacifisti"
è una chiara retorica mistificatoria. Ammesso che la frase "il corteo di Via Tolemaide non era composto da pacifisti" sia vera, non esiste nessun legame causale con "non è vero che non ci sia stata una caccia all'uomo". Ovvero quest'ultima frase puo' restare vera (come essere falsa) pure se la frase finale è vera. Casomai è l'aggettivo 'inermi' che diventa 'falso'.
Insomma una cosa è la caccia all'uomo (su manifestanti pacifici o non pacifici), una cosa è il comportamento dei manifestanti prima che le guardie (tutte poliziotti, carabinieri, finanzieri ...) si fossero rilevate per quello che sono sempre state sotto sotto: una masnada di fasciti degni del cile di pinochet e che rimpiangono i "bei tempi" di scelba e tambroni.
E il fatto che un ministro dell'interno che si dice "socialista" non li abbia ancora cacciati a pedate è il maggiore scandalo.
E vabbé me so sfogato ...
lunedì 8 ottobre 2007
Campagna virtuale
Leggo e sento il grande impegno porta a porta di millini e affini di quest'ultima settimana di compagna elettorale, volantinaggio davanti alle scuole, ai mercati, incontri pubblici, cose che sembrerebbero di altri tempi. Ma che invece sono infinitamente più importanti di scrivere milioni di cose su internet. E soprattutto danno molta più soddisfazione.
Sarà per la prossima volta.
Sarà per la prossima volta.
domenica 7 ottobre 2007
L'hanno fatta complicata
Manca solamente una settimana a queste famose primarie del PD, finalmente. E a volte mi capita di informare le persone su questa possibilità, e allora la maggior parte di queste mi dice "ma tanto ha già vinto veltroni". All'inizio ho provato a spiegare che si vota per delle liste e indirettamente per il candidato, che si può provare a far entrare nel nuovo partito persone diverse, che anzi si può entrare in prima persona, che l'assemblea costituente non è tutto, anzi. E poi però mi trovo a dover rispondere: "ma la bindi non si presenta?" (poiché in europa non ci sono liste bindi), e ancora a dire che sono le liste e non i candidati. Oppure a raccontare che ci sono liste bloccate (ma guarda che cosa terribile!), che non c'è il collegio Francia, ma Europa, e invece in Italia ci sono collegi piccoli piccoli dove diverse liste anche in appoggio allo stesso segretario propongono prospettive diverse (ma "a macchia di leopardo" non in tutti i collegi). Oppure a domandarmi quali sono i mille che possono votare, e lì ancora a dover rispondere che dipende da quale è il loro collegio uninominale ("collegio che? boh e chi lo sa ..").
Insomma, di un evento che poteva essere partecipativo, grazie all'amore sviscerato che troppi hanno per regole elettorali contorte, se ne è fatto un ridicolo simulacro di elezioni nazionali, ma dimenticando due "piccoli" particolari:
1) si votano in pratica i delegati per un "super"-congresso, non per un parlamento, "non si vince nulla";
2) nessuno è obbligato a votare, e soprattutto nessuno si sente obbligato a votare, perché tanto "il segretario c'è già".
Se inizialmente votare il segretario poteva servire per rendere più interessante mediaticamente il tutto, in queste condizioni penso che si sia ritorto contro.
Vedremo quanti andranno a votare domenica prossima .... qui a Parigi non ci si attende certo la folla (anche per ovvi motivi...).
Insomma, di un evento che poteva essere partecipativo, grazie all'amore sviscerato che troppi hanno per regole elettorali contorte, se ne è fatto un ridicolo simulacro di elezioni nazionali, ma dimenticando due "piccoli" particolari:
1) si votano in pratica i delegati per un "super"-congresso, non per un parlamento, "non si vince nulla";
2) nessuno è obbligato a votare, e soprattutto nessuno si sente obbligato a votare, perché tanto "il segretario c'è già".
Se inizialmente votare il segretario poteva servire per rendere più interessante mediaticamente il tutto, in queste condizioni penso che si sia ritorto contro.
Vedremo quanti andranno a votare domenica prossima .... qui a Parigi non ci si attende certo la folla (anche per ovvi motivi...).
sabato 6 ottobre 2007
Il racconto
Ripropongo per uscire dalla pausa internet forzata (free ha deciso di abbandonarci per un bel po', ma ora pare aver ripreso a funzionare), quella che mi sembra il racconto più lucido che spiega la nascita del pd vista da sinistra ...
mercoledì 26 settembre 2007
Qualcosa di sinistra
Per una volta che Walter Veltroni, per gli amici Uolter, dice una cosa di sinistra, "Dobbiamo riabituarci all'idea che la normalità è un contratto a tempo indeterminato.", non ha la maggioranza di voti al sondaggio di repubblica (16%). Ma forse è anche positivo, c'è ancora qualche voce fuori dal coro.
Aggiungo a questo proposito i nomi delle due liste che in Europa sosterranno Uolter come segretario del PD: "Democratici nel mondo per Veltroni" (dove vorrei far notare che Francesca è riuscita ad insersi tra due deputati in lista!) e "L’altra Italia con Veltroni", dove sono in una comoda 28a posizione. Gli elenchi li trovate qui .
Aggiungo a questo proposito i nomi delle due liste che in Europa sosterranno Uolter come segretario del PD: "Democratici nel mondo per Veltroni" (dove vorrei far notare che Francesca è riuscita ad insersi tra due deputati in lista!) e "L’altra Italia con Veltroni", dove sono in una comoda 28a posizione. Gli elenchi li trovate qui .
sabato 22 settembre 2007
Piccoli quiz crescono
"Se necessario, sia un nucleo forte di paesi a procedere per primo sulla strada che porta ad una vera e propria Unione politica. Una fase costituente dell’Europa politica per diventare global player, per uscire da una idea paternalistica di Europa per gli europei e giungere finalmente a un’Europa degli europei. Vogliamo scommettere fin d’ora sulla generazione figlia del programma Erasmus, estendendolo e potenziandolo fino ad arrivare a rendere normale per tutti un periodo di studio all’estero di almeno sei mesi."
Chi l'ha detto?
Chi l'ha detto?
venerdì 21 settembre 2007
Comunicazione di servizio per i Parigini
Domenica 23 Settembre
Vi aspettiamo, intorno a un bicchiere di vino, per contribuire con la propria firma alla presentazione della lista di vostra preferenza, in modo che questa possa concorrere alle Primarie del Partito Democratico. L'appuntamento è per domenica 23 settembre, dalle 17 alle 20, presso la sede ACLI, 28, rue Claude Tillier, 75012 Paris.
Questo e tante altre belle informazioni le trovate sul nuovo blog/sito della sezione francese del PD:
http://partitodemocraticofrancia.ilcannocchiale.it
Vi aspettiamo, intorno a un bicchiere di vino, per contribuire con la propria firma alla presentazione della lista di vostra preferenza, in modo che questa possa concorrere alle Primarie del Partito Democratico. L'appuntamento è per domenica 23 settembre, dalle 17 alle 20, presso la sede ACLI, 28, rue Claude Tillier, 75012 Paris.
Questo e tante altre belle informazioni le trovate sul nuovo blog/sito della sezione francese del PD:
http://partitodemocraticofrancia.ilcannocchiale.it
mercoledì 19 settembre 2007
La Società InCivile
Grilli, liste "non d'apparato", aperte alla famosa società civile .... ma chi certifica la civiltà? la voglia di entrare nella pappatoia? A me pare che molti pensino: "cosa hanno loro che io non ho? Perché i privilegi che loro hanno non posso pretenderli anche io?". E questo vale secondo me per grillini, marionici, millini e affini.
La mediocrità politica genera mostri.
Ha ragione Prodi quando dice che la società non è né più né meno civile dei propri politici. Quindi InCivile, una società incivile appunto. Quindi anziché volere a tutti i costi di entrare a pie' pari dentro, non sarebbe più "civile" cercare di fare in modo che chi spende tutto il proprio tempo nella politica, lo faccia in modo serio, programmato e trasparente? Questo come "programma zero", poi non ci dimentichiamo dei contenuti e soprattutto delle "linee ideali". Perché il cosiddetto "pragmatismo" della società civile non è certo carente di ideologie. Non c'è un solo modo di fare le cose, quando si sceglie di farle e come farle si compiono scelte ideologiche, che lo vogliamo oppure no.
La mediocrità politica genera mostri.
Ha ragione Prodi quando dice che la società non è né più né meno civile dei propri politici. Quindi InCivile, una società incivile appunto. Quindi anziché volere a tutti i costi di entrare a pie' pari dentro, non sarebbe più "civile" cercare di fare in modo che chi spende tutto il proprio tempo nella politica, lo faccia in modo serio, programmato e trasparente? Questo come "programma zero", poi non ci dimentichiamo dei contenuti e soprattutto delle "linee ideali". Perché il cosiddetto "pragmatismo" della società civile non è certo carente di ideologie. Non c'è un solo modo di fare le cose, quando si sceglie di farle e come farle si compiono scelte ideologiche, che lo vogliamo oppure no.
domenica 16 settembre 2007
martedì 11 settembre 2007
Però non se batte
Sto ascoltando il compagno Fausto su RaiTre che parla di precari e lavoro e sta stendendo quell'idiota di De Bortoli.
Fausto non si batte, comunque. Bisogna essere orgogliosi di avere un Presidente della Camera che dice certe cose. Peccato sempre che i progressisti abbiano perso nel 1994. Quando il resto della sinistra capirà che non si deve essere al servizio dei soldi ma delle persone sarà troppo tardi temo. Altro che perpetui, perpetue cazzate sull'economia liberista.
venerdì 7 settembre 2007
martedì 4 settembre 2007
Intervento Assembla de iMille
Ecco una versione scritta (ovvero una ripresa dei fogliacci che mi facevano tenere il filo) del breve intervento all'assemblea de iMille di sabato scorso.
Mi presento: lavoro in Francia al CNRS come ricercatore permanente ma non vi parlerò dei cosiddetti “Cervelli in fuga”, come farà qualcuno dopo di me e come ha giustamente sottolineato Marco, ma di un aspetto legato alla nuova mobilità di italiani, e non solo, in Europa, ovvero quello del sorgere di un nuovo concetto di democrazia in Europa. E vengo al punto. L’Europa ama definirsi come uno spazio di democrazia sia “autodefinendosi” come uno spazio democratico, sia nelle relazioni con il resto del mondo. In 50 anni (un tempo breve per la storia) grazie alla determinazione di chi credeva nell’ideale europeista, il vecchio continente è diventato uno spazio di pace e libertà, uno spazio economico e commerciale comune. Proprio questo spazio di libero scambio di merci e persone, questo spazio commerciale ed economico comune, è diventato anche uno spazio lavorativo comune. E quindi si ha un nuovo tipo di mobilità intra-europea “fluida”, non più statica, fissa, monodirezionale, ovvero non ci si muove più per la vita, ma è sempre più comune passare 10 anni in Inghilterra, poi magari 10 anni in Germania e 10 anni altrove. Per la cosiddetta “generazione Erasmus” l’Europa è il normale e naturale spazio lavorativo, è il “giardino di casa” dove ci si muove tranquillamente e facilmente, ancor più agevolati dall’espandersi dei trasporti “low cost”. Questo fenomeno di mobilità fluida pone un problema democratico importante. Noi “stranieri in Europa” siamo abituati al fatto che tutti gli amministratori della cosa pubblica siano espressione del voto diretto o indiretto dei cittadini dal consigliere circoscrizionale fino al presidente della Repubblica. Ma per gli “stranieri in Europa” non è così, poiché gli Europei hanno il diritto (per molti anche poco noto) di votare solamente per le elezioni municipali del paese di residenza (oltre ovviamente a poter votare per le liste locali al parlamento europeo scegliendo tra il paese di cui si ha la nazionalità e quello di residenza). Ma la cittadinanza piena, ovvero pieni diritti politici attivi e passivi, è ancora legata alla nazionalità. Questo poteva avere un senso quando la residenza in una nazione era quasi sempre per la vita. Ma in realtà lavorative dove la mobilità europea è sempre più all’ordine del giorno, questa rigidità è un vulnus alla democrazia nell’Europa moderna. Perché noi, “Europei stranieri” facciamo parte del corpo sociale, paghiamo le tasse e usufruiamo dei servizi, ma siamo estranei alle decisioni, contribuendo alla separazione e non agevolando un comune sentire europeo. Chiaramente contestare il legame nazionalità-diritto di voto intaccaa “la pancia” di molti, ma confido che l’abitudine crescente dei cittadini europei alla mobilità porta e porterà sempre più questa questione alla ribalta. E il reclamare il diritto democratico di voto legato alla residenza non è solo una questione “di sinistra” ma si richiama anche al vecchio “no taxation without representation”. E’ quindi una battaglia civile e democratica che dovrebbe unire la sinistra alla destra liberale. Purtroppo al momento, ad un mio personale appello hanno risposto, con modalità diverse, pochi soggetti: il presidente della Camera Fausto Bertinotti (che ringrazio), due deputati italiani eletti in Europa (Antonio Razzi di IdV e Arnold Cassola di Ulivo-Verdi), l’eurodeputato Giusto Catania di Rifondazione Comunista, i coordinamenti esteri di DS e IdV e la LCR francese.
Le soluzioni a questa mancanza di democrazia possono essere diverse, tutte applicabile se dietro si ha la volontà politica di farlo. Alcune possibilità sono:
- rendere snella e semplice l’acquisizione di una seconda nazionalità;
- creare una nazionalità europea sic et simpliciter (formale e sostanziale);
L’Italia può in questo compiere alcuni passi e in questo il PD si mostra aperto nella sua fase costituente, dove ammette come elettori attivi e passivi tutti i cittadini non italiani (europei ed extra-europei) regolarmente residenti in Italia. E come comitato costituente del PD di Parigi proponiamo di emendare il manifesto del PD aggiungendo in modo chiaro quanto segue: Crediamo nella necessità di progredire, insieme agli altri stati europei, verso una vera e propria cittadinanza europe. In particolare pensiamo alla necessità di trovare forme adeguate perché il cittadino di uno stato residente in altro stato della comunità possa partecipare, se lo desidera, a tutte le elezioni dello stato in cui risiede.
Ovviamente tutti i cittadini residenti, europei e non, dovrebbero godere i pieni diritti democratici nel territorio di residenza. Ma chiaramente i non comunitari (esclusi nordamericani e svizzeri) hanno tutti i vantaggi nell’acquisire la nazionalità italiana anche eventualmente perdendo quella di origine.
Il problema del diritto di voto e della doppia nazionalità in Europa è un aspetto lasciato ad accordi bilaterali (in assenza di un unico accordo multilaterale) come per molte questioni che riguardano la vita quotidiana di molti cittadini europei, come previdenza, assistenza, tasse. Un punto importante per un rilancio necessario tra i cittadini dell’Europa sarebbe proprio il superare la selva di accordi bilaterali su queste questioni per giungere ad una vera unità che non sia solo dei soldi e dei grandi gruppi industriali e finanziari.
Penso che il PD, il governo, l’Italia intera, possa e debba riprendere la sua leadership in Europa come vera europeista portando aventi queste istanze “alte” di giustizia e democrazia.
lunedì 3 settembre 2007
Un mito Pseudo Liberista
Da alcuni anni si aggira quello che definirei un mito "pseudo-liberista" nella galassia delle proposte che dovrebbero rendere efficiente, competitiva e aperto il mondo del lavoro e dell'Università: l'abolizione legale del titolo di studio.
Io credo sia un falso mito e soprattutto profondamente anti-democratico e anti-repubblicano. Cerco di spiegarmi.
Il concetto di "valore del titolo" lo intendo come certificazione da parte dello Stato (ovvero della collettività) delle capacità acquisite che vengono in un certo senso rese pubbliche e certificate. Se ne certifica quindi la qualità. Il problema attuale è più nel concetto di unico titolo (la Laurea) come caratterizzazione professionale e di studio. Questo andava bene nell'Università di pochi, mentre l'Università di massa, che è indubbiamente un passo avanti importante, ha bisogno di altri strumenti. Questi strumenti non devono però ledere le possibilità di tutti, indipendentemente dalla loro estrazione sociale e geografica.
Quello che sarebbe una riforma importante ma equa sarebbe la diversificazione dei titoli, ovvero definire le specificità. Mi spiego: una laure in Scienze Politiche è un titolo vago che racchiude in sé molte specificità. Questo dovrebbe superarsi da una parte con la differenziazione delle "lauree specialistiche" (e con il loro riconoscimento legale e sostanziale nelle differenze) presenti nella riforma 3/5/8, da un'altra con la valorizzazione e differenziazione di tutti i 3 livelli, cui si potrebbe aggiungere la galassia dei master. Sui master non ho molta esperienza diretta, ma credo che dovrebbero confluire a lungo termine nel 5, sviluppando poi i dottorati (l'8) anche in campi in cui ancora il dottorato non è molto diffuso.
Sugli effetti "dinamici" come vengono chiamati (ovvero il fatto che l'abolizione del titolo porterebbe competizione tra università) ho ancor più dubbi. Credo che un'azione importante dovrebbe essere quella di definire dei poli di eccellenza tematici su tutto il territorio nazionale che possano essere quasi unici nel dare certi diplomi. Questo perché altrimenti avremmo ancor più esaltato il fenomeno dell'impoverimento culturale del Sud, dove resterebbero solo quelli che vogliono fare "università facili" (come le chiama qualcuno).
Il mio sogno resta quello di vedere uno studente di Torino fuori sede a Palermo.
Se poi il problema resta quello dei concorsi pubblici, basta rendere specifici anche questi (per i campi di cultura elevata) per gli altri (tipo vigile urbano) si avranno sempre migliaia di domande, un sistema corrotto, e l'abolizione dei titoli non cambia nulla.
Concludo con un commento un po' duro: l'Università non è come una macelleria dove vado da quella che mi offre la carne migliore (se ho molti soldi) o da quella che mi offre il miglior rapporto qualità/prezzo. Devo avere ottime macellerie ovunque, e per questo è necessario che lo Stato (la collettività) operi per bilanciare le differenze esistenti (che sono enormi) ed evitare che se ne riproducano di future.
P.S. tutto questo si aggiunge alle considerazioni già fatte secondo le quali il titolo dato dallo stato protegge un poco chi non è amico/parente dalla discrezionalità assoluta ...
Io credo sia un falso mito e soprattutto profondamente anti-democratico e anti-repubblicano. Cerco di spiegarmi.
Il concetto di "valore del titolo" lo intendo come certificazione da parte dello Stato (ovvero della collettività) delle capacità acquisite che vengono in un certo senso rese pubbliche e certificate. Se ne certifica quindi la qualità. Il problema attuale è più nel concetto di unico titolo (la Laurea) come caratterizzazione professionale e di studio. Questo andava bene nell'Università di pochi, mentre l'Università di massa, che è indubbiamente un passo avanti importante, ha bisogno di altri strumenti. Questi strumenti non devono però ledere le possibilità di tutti, indipendentemente dalla loro estrazione sociale e geografica.
Quello che sarebbe una riforma importante ma equa sarebbe la diversificazione dei titoli, ovvero definire le specificità. Mi spiego: una laure in Scienze Politiche è un titolo vago che racchiude in sé molte specificità. Questo dovrebbe superarsi da una parte con la differenziazione delle "lauree specialistiche" (e con il loro riconoscimento legale e sostanziale nelle differenze) presenti nella riforma 3/5/8, da un'altra con la valorizzazione e differenziazione di tutti i 3 livelli, cui si potrebbe aggiungere la galassia dei master. Sui master non ho molta esperienza diretta, ma credo che dovrebbero confluire a lungo termine nel 5, sviluppando poi i dottorati (l'8) anche in campi in cui ancora il dottorato non è molto diffuso.
Sugli effetti "dinamici" come vengono chiamati (ovvero il fatto che l'abolizione del titolo porterebbe competizione tra università) ho ancor più dubbi. Credo che un'azione importante dovrebbe essere quella di definire dei poli di eccellenza tematici su tutto il territorio nazionale che possano essere quasi unici nel dare certi diplomi. Questo perché altrimenti avremmo ancor più esaltato il fenomeno dell'impoverimento culturale del Sud, dove resterebbero solo quelli che vogliono fare "università facili" (come le chiama qualcuno).
Il mio sogno resta quello di vedere uno studente di Torino fuori sede a Palermo.
Se poi il problema resta quello dei concorsi pubblici, basta rendere specifici anche questi (per i campi di cultura elevata) per gli altri (tipo vigile urbano) si avranno sempre migliaia di domande, un sistema corrotto, e l'abolizione dei titoli non cambia nulla.
Concludo con un commento un po' duro: l'Università non è come una macelleria dove vado da quella che mi offre la carne migliore (se ho molti soldi) o da quella che mi offre il miglior rapporto qualità/prezzo. Devo avere ottime macellerie ovunque, e per questo è necessario che lo Stato (la collettività) operi per bilanciare le differenze esistenti (che sono enormi) ed evitare che se ne riproducano di future.
P.S. tutto questo si aggiunge alle considerazioni già fatte secondo le quali il titolo dato dallo stato protegge un poco chi non è amico/parente dalla discrezionalità assoluta ...
mercoledì 29 agosto 2007
Democrazia è Partecipazione
lunedì 27 agosto 2007
No Comment
Un esempio di concorso fresco fresco fatto dall'università di roma la sapienza per un posto di ricercatore, dal sito ufficiale.
Lascio a voi i commenti, riassumo solo i dati oggettivi:
hanno mandato il dossier 10 candidati, e la procedura di valutazione sui titoli riporta che si hanno candidati con i seguenti giudizi globali:
eccellente 3
ottimo 1
molto buono 2
buono 3
insufficiente 1
Leggendo i curricula, si trovano persone, comunque tutte italiane, che sono state a Berkley, Parigi, Oxford, New York. Uno potrebbe pensare: "ah, allora non è vero che l'università italiana è chiusa e provinciale!".
Seguitando a leggere ci si immagina quindi una sana competizione, come avviene in tutto il mondo, per le prove successive, almeno tra i tre eccellenti, e come possibili outsider l'ottimo e i due molto buono.
E invece, quanti si presentano alla prima prova scritta? Un candidato, e neanche uno di quelli che aveva eccellente ...
Forse però bastava fermarsi all'inizio quando si legge:
"Il Prof. Gozzi e il Prof. Canepa dichiarano che nei lavori in collaborazione il contributo dei candidati è stato paritetico con quello degli altri autori. La Commissione ritiene quindi che vi siano evidenti elementi di giudizio per definire l'apporto dei candidati e unanimemente delibera di accettare i lavori in oggetto ai fini della successiva valutazione di merito." Ovviamente uno dei due professori aveva lavori con due candidati (tra cui il vincitore) mentre l'altro professore con un solo candidato (il vincitore).
Non ho nulla contro il vincitore, voglio solo dire che la sua qualità scientifica e la sua dignità lavorativa si sviliscono con questo metodo di condurre le cose in italia.
Ok, qualche commentino me lo sono concesso ...
Lascio a voi i commenti, riassumo solo i dati oggettivi:
hanno mandato il dossier 10 candidati, e la procedura di valutazione sui titoli riporta che si hanno candidati con i seguenti giudizi globali:
eccellente 3
ottimo 1
molto buono 2
buono 3
insufficiente 1
Leggendo i curricula, si trovano persone, comunque tutte italiane, che sono state a Berkley, Parigi, Oxford, New York. Uno potrebbe pensare: "ah, allora non è vero che l'università italiana è chiusa e provinciale!".
Seguitando a leggere ci si immagina quindi una sana competizione, come avviene in tutto il mondo, per le prove successive, almeno tra i tre eccellenti, e come possibili outsider l'ottimo e i due molto buono.
E invece, quanti si presentano alla prima prova scritta? Un candidato, e neanche uno di quelli che aveva eccellente ...
Forse però bastava fermarsi all'inizio quando si legge:
"Il Prof. Gozzi e il Prof. Canepa dichiarano che nei lavori in collaborazione il contributo dei candidati è stato paritetico con quello degli altri autori. La Commissione ritiene quindi che vi siano evidenti elementi di giudizio per definire l'apporto dei candidati e unanimemente delibera di accettare i lavori in oggetto ai fini della successiva valutazione di merito." Ovviamente uno dei due professori aveva lavori con due candidati (tra cui il vincitore) mentre l'altro professore con un solo candidato (il vincitore).
Non ho nulla contro il vincitore, voglio solo dire che la sua qualità scientifica e la sua dignità lavorativa si sviliscono con questo metodo di condurre le cose in italia.
Ok, qualche commentino me lo sono concesso ...
giovedì 23 agosto 2007
NonDimenticare
in partenza per una settimana abbondante a roma, che finirà con il famoso incontro con iMille, una piccola ricarica con il che, sempre necessaria.
mercoledì 15 agosto 2007
Video
per ferragosto i nembutal presentano "astrocinesi" dal loro album "la marcia degli automi psigoedelici".
Tutte le informazioni si trovano sul nuovo sito di iperuranoaddizioni (http://iperuranoaddizioni.googlepages.blogspot.com).
Buona visione e buon ascolto.
domenica 12 agosto 2007
venerdì 10 agosto 2007
Bene Così
Girando su YouTube:
Se "la democrazia" [...] "fosse libertà sarebbe affrancamento dal lavoro e non occupazione sul lavoro, anche se non si scappa mai"
Lascio a voi indovinare l'allocutore.
Se "la democrazia" [...] "fosse libertà sarebbe affrancamento dal lavoro e non occupazione sul lavoro, anche se non si scappa mai"
Lascio a voi indovinare l'allocutore.
mercoledì 8 agosto 2007
Leva
Una piccola digressione agostana, con il blog de iMille quasi in ferie, riporto qui delle considerazioni che forse stavano meglio da quelle parti.
Bisogna parlare ogni tanto di argomenti che sembrano non riguardarci direttamente e personalmente, come per esempio la Leva e l’Esercito, o meglio dal modello di esercito che vogliamo, partendo, per quel che possibile, dalle nostre esperienze personali. Vista l’età media de iMille, molti di noi hanno dovuto scegliere tra servizio militare e civile, poi i più giovani sono stati esentati da ogni servizio, mentre i più attempati hanno vissuto il periodo in cui non si poteva scegliere, e chi era obiettore di coscienza se la passava veramente male. Faccio questa premessa perché, immagino, pochi di noi hanno fatto il CAR, io personalmente scelsi per il servizio civile da cui fui poi esonerato perché mi capitò di doverlo fare sotto il governo D’Alema quando non c’erano soldi per il servizio civile e quindi bastava entrare in uno dei criteri di esonero senza “amici” (nel mio caso “meriti scientifici” dovuti alla borsa di dottorato di ricerca del ministero dell’Università) e si era in esubero. Questo esubero era dovuto al fatto che c’erano moltissime più domande di servizio civile di quanti posti (ovvero soldi) fossero disponibili. La scelta del servizio civile, oltre ad essere un “sintomo di coscienza”, era soprattutto un’interessante mappatura sociale. Ovvero, normalmente domandavano il servizio civile giovani che avevano frequentato l’Università, provenienti da una famiglia di cultura medio-alta e abitanti nelle grandi città del centro-nord. Curiosamente questo profilo coincide con il profilo medio degli aderenti de iMille …
Ma i poveri del sud perché non volevano fare il servizio civile? Perché erano tutti militaristi? Certamente no, ma perché più semplicemente l’esercito era, è e sarà una speranza di occupazione sicura e morale (si perché almeno è legale e non bisogna accordarsi col boss locale) e l’anno di Leva il primo passo per entrarvi, spesso seguito dalla cosiddetta ferma. Ora non è più così, ora c’è l’esercito dei professionisti. Bene si dirà, lo Stato non obbliga più la popolazione a fare il servizio militare. Ma voglio essere provocatorio, è veramente un bene a lungo termine? In assoluto sì, ma questo deve essere accompagnato da una profonda revisione del concetto di difesa, esercito, uso delle armi. E la direzione presa in politica estera ed uso dell’esercito, sia dal centro-destra che dal centro-sinistra, non è compatibile con un esercito “di volontari”. Ma mi spiego meglio. Esercito di volontari, significa in realtà esercito di poveri e disperati, i figli delle classi benestanti sono ben contenti di non dover fare il militare (o comunque perdere un anno di studio-lavoro con il servizio civile) e sbandierano ai quattro venti quanto sia giusto e libertario che lo stato non obblighi i propri cittadini. Salvo costringere de facto i più poveri, che si identificano spesso con i giovani del Sud d’Italia, ad entrare nel “nuovo e moderno” esercito di professionisti. E se guardiamo quello che succede negli altri stati occidentali, vediamo che il trend è proprio questo. L’esercito USA, per necessità di sempre nuove reclute a causa della propria scellerata politica estera, oramai arruola chiunque, tanto che le gang criminali dei ghetti americani (altra faccia della medaglia del modello liberista americano) oramai si sono trasferiti a pie’ pari nell’esercito. E anche in Israele, i giovani delle nuove generazioni non sentono il motivato furore patriottico dei loro padri o fratelli maggiori.
Quindi esiste una profonda contraddizione, in Italia come in tutto il mondo occidentale dove l’esercito di leva non esiste più: in nome della libertà i più ricchi e coloro che possono sperare in un “lavoro normale” evitano la leva, mentre i più poveri (e anche i delinquenti) formano l’esercito, che è paradossalmente sempre più chiamato ad agire, a guerreggiare nel mondo.
Qual è la soluzione a tutto ciò? Non è certo una domanda dalla facile risposta. Nel doppio spirito “ideale e reale”, provo a suggerire due possibili modi di agire futuri:
1) Ideale: bisogna lavorare perché le questioni internazionali non si debbano risolvere più nel futuro con interventi militari, anche qualora questi si camuffino sotto il nome di “peacekeeping”. Non solo e non tanto perché il pacifismo è un valore assoluto, ma anche per una questione di giustizia sociale: un esercito di poveri che combatte a destra e sinistra nel mondo per preservare i diritti dei ricchi non è degno di una repubblica democratica.
2) Reale: proporrei che per poter prestare servizio militare volontario (il solo ora possibile) nell’Esercito Italiano o per essere arruolati in ogni forma nelle forze armate, si sia obbligati prima a prestare servizio civile presso un ospedale, un ente di assistenza a malati, invalidi etc … Perché se non vogliamo avere un esercito di popolo e non possiamo ottenere subito il pacifismo gandhiano in Italia e nel mondo, che almeno sia un esercito dove prima si impara il rispetto per il prossimo e poi la guerra.
lunedì 6 agosto 2007
Svolta A Sinistra
Nel magma dei commenti, idee, progetti di mille e simpatizzanti, come più in generale di molto positivo fervore politico rinvigorito dalla futura nascita del partito democratico ci sembra di individuare due grandi aree, se vogliamo, purtroppo, riconducibili a un pensiero più di destra e ad uno più di sinistra:
- da una parte c’è chi, come noi, viene dalle feste dell'Unità, di Cuore, che ha magari votato Rifondazione una o più volte, che insomma ci fosse un PS tipo quello francese non esiterebbe un istante. Però non ci piacciono le mosse alla Mussi-Angius o alla Diliberto e sappiamo anche che bisogna andare oltre, ed è per questo che siamo qui a dibattere del PD. Chiediamo magari umilmente di rendere più di sinistra questo movimento.
Poi non siamo neanche per la dittatura del proletariato, ma vorremmo che si facessero politiche sociali, eque, democratiche, laiche e repubblicane. Vorremmo che le persone e la loro felicità, la loro qualità della vita vengano prima del denaro, dell'economia, di questo strabenedetto mercato. Forse siamo poeti, sognatori, ascoltatori di certa musica di Gaber che ci ricorda perché siamo (stati) comunisti, perché siamo felici solo se lo sono anche gli altri.
Ed è per questo che possiamo convergere con molti che non vengono dalle feste dell'Unità o di Cuore, ma che in fondo la pensano come noi sulle priorità. Ecco, per noi qui trova posto il Partito Democratico, al di là delle parole e delle fusioni fredde (LC). Il cuore degli elettori dei Progressisti, dell'Ulivo e dell'Unione è qui, da Rifondazione alla Margherita passando per tutti gli alberi, i cespugli e i cespuglietti. E iMille trovano il loro posto perché le nuove generazioni prendano il testimone di questi sentimenti dalla generazione precedente e li portino avanti nel mondo moderno.
- dall'altra parte ci sono quelli della meritocrazia esasperata che dimenticano che se è giusto che il figlio dell’operaio possa, eccellendo nei suoi studi, raggiungere la giusta realizzazione professionale, lui stesso deve poter sperare in una vita migliore anche dopo una non straordinaria formazione scolastica. Questi non sanno, o non ricordano, che esistono uomini e donne che non lasciano l’Italia per andare a fare i ricercatori o nonsoché in giro per il mondo, ma sono persone normali. Anzi, sono persone che conoscono l’Italia molto meglio di noi, semplicemente perché in Italia ci vivono. Scelte di vita diverse, possibilità e indoli diverse, forse, ma è anche questo la nostra ricchezza. Per esempio, il post sulla scuola di Francesca è stato commentato positivamente e propositivamente quasi esclusivamente da insegnanti, mentre è stato criticato nei suoi punti più essenziali da chi pensa che la scuola sia un’azienda come un’altra ma che forse l’ultima volta che ha visto un gruppo di 25 tredicenni era tanti anni fa e se l’è scordato. Perché se poi sanno scrivere bene e ragionare con logicità, hanno dimenticato che sono andati ad una scuola, la scuola italiana, che non è come una qualunque azienda. Ed è grazie a questa scuola, che noi vogliamo proteggere e salvare dalle derive “manda il CV e poi ti sceglie il preside”, proprio per permettere a tutti i bambini, un giorno, se vorranno, di andare ovunque e crescere.
Questi hanno magari avuto successo, vivono o hanno vissuto in Inghilterra e negli USA e sono riusciti a "sfondare", dimenticando però i più che non sono riusciti e che non potendo tornare a casa dalla mamma sono per la strada ubriachi o lavorano come schiavi da WalMart o Lidle. Badate bene, non vogliamo dire che questo modo di concepire la società non ha diritto di esprimersi o di esistere. Anzie, è questo un modello sociale che regna nel mondo. Ha un solo difetto per il partito democratico: questi sono programmi della destra.
Quindi se Veltroni, come ci sembra, tra i candidati ora sulla piazza, è quello che più rispecchia il modo di sentire sociale allora la scelta di Veltroni per noi rappresenta una SVOLTA a SINISTRA auspicabile.
Ci lamentiamo che la sinistra non trovi mai un rappresentante al di sotto dei 70 anni? ovvero un gruppo credibile? Forse ora ci possono essere iMille. Garibaldi e camicia rossa per darci una connessione col passato, internet per darci un mezzo del presente, il coraggio per provare a cambiare il futuro.
Francesca Pollastrini e Riccardo Spezia
mercoledì 1 agosto 2007
danoncrederci
Veramente da non crederci. Ieri angela riceve una lettera inviata da un mittente a noi ben noto e che normalmente non porta buone notizie: il Ministero dell'Economia delle Finanze e dell'Industria - servizio tesoreria. Insomma le tasse.
Ora tutto mi potevo aspettare ma non questo: un rimborso (!!) di ben 568 euri senza che nessuno di noi l'abbia neanche mai chiesto. E a tempo di record, visto che angela è qui dal 2005, non può essere nulla di precedente.
Insomma, non sappiamo perché (e certo non contestiamo il fatto che ci abbiano dato dei soldi che non abbiamo chiesto) e siamo molto contenti.
A prova del fatto che lo stato francese del socialismo reale funziona, e che l'amministrazione pubblica può funzionare in modo degno, tutto sta a volerlo, ovvero a incazzarsi quando le cose non funzionano. E come sapete tutti bene "i francesi che si incazzano" sono molti, moltissimi :)
Eccone la prova:
il cannocchiale
Ora tutto mi potevo aspettare ma non questo: un rimborso (!!) di ben 568 euri senza che nessuno di noi l'abbia neanche mai chiesto. E a tempo di record, visto che angela è qui dal 2005, non può essere nulla di precedente.
Insomma, non sappiamo perché (e certo non contestiamo il fatto che ci abbiano dato dei soldi che non abbiamo chiesto) e siamo molto contenti.
A prova del fatto che lo stato francese del socialismo reale funziona, e che l'amministrazione pubblica può funzionare in modo degno, tutto sta a volerlo, ovvero a incazzarsi quando le cose non funzionano. E come sapete tutti bene "i francesi che si incazzano" sono molti, moltissimi :)
Eccone la prova:
il cannocchiale
mercoledì 25 luglio 2007
La Gabbia
Ricevo da un amico e pubblico :
Citando chi sai, ti parlo della gabbia, in un momento un po' speciale, allusivamente e soprattutto ad un referente idealizzato, che non sei tu ma del cui ruolo ti investo!
La gabbia, o la prigione, in senso fisico e lato, come ci si sta dentro? Male!
Ma ogni gabbia ne ha un' altra che la contiene, in un gioco che ben conosci.... anche l'ossigeno ci imprigiona.
Sei nella gabbia. A volte si esce da quella piccola e personale per visitare quella esterna ma sapendo bene che presto o tardi si dovrà rientrare nella propria... anche la casa è una gabbia.
Le gabbie, consumano tempo ed energia, il tempo è quello di permanenza in genere una vita, l'energia è quella impiegata per entrare od uscire in genere quella di una vita. Soggettivamente sembra necessario compiere tutti questi sforzi per trovarsi dentro una gabbia qualunque, si muore anche per esse.
Ma quello che è più sconcertante per me è che questi sforzi sono compiuti in visione di qualcosa che non si sa, o che si suppone solamente, un obiettivo finto perchè poi si muore tutti, ciò non vuol dire che l'obiettivo non ci sia, ma non è quello che ti fa andare verso la gabbia, quello è un'illusione pilotata.
Se hai seguito, anche vagamente questa metafora, mi chiedo e ti chiedo se c'è una gabbia idealmente superiore(per cui si intende ottimale in senso di perfezione, non sovraordinata alle altre) ed è qui che casca l'uomo!!
Il primate.
Che primato hai?
Di quali aggettivi inghirlandare questa scimmia degenere.
Ti sfido in un elenco di aggettivi adatti prevalentemente all'uomo, anche Angela vorrei coinvolgere, rappresentante della pragmaticità ottimista tipica femminile, incarnazione della fabbrica dei geni e delle progenie.
Accetti?
E' chiara la sfida?
No?
Ripeto: vorrei da te ricevere, per un mio studio metafisico, un elenco di proprietà, aggettivi, attributi, qualità, tipiche prevalentemente della razza umana e non di altre razze.
Te la senti?
Se vuoi puoi pubblicare questa sfida sul tuo blog, (magari accannando la politica...)
più risposte ottengo, più lunga la lista meglio è.
Parto, intanto, per un viaggio alla tangente, forse ritorno, nella gabbia, a settembre.
mercoledì 18 luglio 2007
Mappa
src="http://www.voisietequi.it/images/banner_105x105.png" alt="Elezioni 2006. Io sono qui. E tu dove sei?">
certo col pd non c'azzecca .... vabbé ...
sabato 14 luglio 2007
Grande Pic-Nic Democratico e Repubblicano!
Torno ora dal nostro pic-nic de iMille (e simpatizzanti) a Parigi. In foto la mitica tovaglia del "Pique-Nique de la République" portataci da Silvia e Philippe. Eravamo la bellezza di 10, numero massimo di partecipanti che ci aspettavamo. Magari non vi sembrano molti in Italia, ma stando all'estero, e con molti italiani già in Italia in ferie, per noi eravamo molti. Ed è andata molto bene. Abbiamo avuto anche due ospiti venuti dalla Spagna appositamente per l'evento e motivatissimi a lanciare i Mille anche nella penisola iberica (da associarsi a giodi per fare una cellula iberica?). Poi avevamo un ospite francese (Philippe), che pero' è discendente di Ugo Foscolo (e quindi io una cittadinanza italiana gliela darei) nonché campione di pesto alla genovese col mortaio, vincitore del premio come miglior pesto venuto da lontano ai mondiali di pesto che si sono tenuti a genova l'anno scorso. I Mille hanno deciso che il 19 aprile 2008 si vedranno a Genova per assistere ai prossimi mondiali di questa splendida specialità!
Il pic-nic è iniziato alle 12 ed è durato fino alle 19 ! un successone dovuto soprattutto alla prima bellissima giornata che ha fatto qui a parigi. Noi lo prendiamo come un ottimo augurio! Con Filippo siamo d'accordo che avanziamo sulla nostra bozza di proposta per il voto degli stranieri, mentre con Francesca, Silvia e Philippe vogliamo definire in modo chiaro quali sono i valori repubblicani e portarli nella dialettica dei Mille, come primo documento politico de iMille sezione di Parigi.
Questo è solo un breve resoconto ufficioso, eccoci qua tutti (tranne me che scattavo la foto)!
mercoledì 11 luglio 2007
martedì 10 luglio 2007
Riunione del Comitato per il PD di Parigi
Ieri sera si è svolta a Parigi la prima riunione del comitato per la costituzione del PD locale. Ovviamente stando all'estero i partiti (DS e Margherita) non hanno una struttura molto grande. I partecipanti eravamo dieci, che per essere a luglio, ovvero a scuole chiuse e università finita, non è malissimo. Noi dieci presenti ci si è "classificati" così: 2 DS, 1 DL Margherita, 1 ACLI, 1 Ulivo, 1 una cosa illegibile che sembra PLI Paris (mah) più 4 senza nulla (e io ho ceduto alla tentazione di scrivere iMille per spirito unitario).
Per venire al dunque, si è discusso di
1) cercare di emendare il manifesto del PD, che in teoria è aperto, quindi emendabile, e il gruppo, da francese cacacazzo ci prova. L'emendamento è da definire in una settimana attraverso un giro di mail, e verte su Europa e Cittadinanza, ovvero diritto di voto. Questo si dovrebbe fare con altri comitati costituentesi in Europa. Qui in Francia si stanno costituendo a Lille e Lione. Quindi se ci sono mille da quelle parti andate, direi.
2) si è parlato di altre cose, quali da settembre fare una campagna per informare sul diritto di voto per gli italiani (come tutti i comunitari) alle elezioni municipali che ci saranno nel 2008. Qui bisogna segnarsi sulle liste elettorali, informazione da diffondere.
3) ci si è interrogati sulle modalità della consultazione di ottobre e sulla formazione delle liste. Il gruppo DS ha già inviato le rimostranze che sono sorte riguardo la confusione e l'impossibilità di presentare liste altre ai partiti soprattutto all'estero. Se si dovranno raccogliere 100 firme in Francia sarà durissima per tutti. Tutti si borbottava sul caos e l'incertezza tipicamente italica.
4) alla fine si è parlato del famoso gruppo dei 12 che "rappresenterà" il comitato per il PD di Parigi. Ed anche qui la logica spartitoria nazionale varrà, ovvero 4 DS, 4 Margherita e 4 Associazioni. Ora essendo noi ieri 10 (di cui solo 2 DS e 1 Margh) mi domando come ... dicono che ci sono altri interessati (es. associazione dei marchigiani ...), si dovrà definire a breve.
Complessivamente temevo peggio. Ci si aggiorna per mail e ci sarà un appuntamento per settembre, per organizzare una giornata di raccolta firme (necessaria se queste dovranno essere autenticate da un notaio del consolato .... assurdo!), per una giornata a liste fatte per presentarle e l'organizzazione dei banchetti (cosa all'estero nient'altro che facile) e informazione ovviamente sull'esistenza dei seggi.
Per venire al dunque, si è discusso di
1) cercare di emendare il manifesto del PD, che in teoria è aperto, quindi emendabile, e il gruppo, da francese cacacazzo ci prova. L'emendamento è da definire in una settimana attraverso un giro di mail, e verte su Europa e Cittadinanza, ovvero diritto di voto. Questo si dovrebbe fare con altri comitati costituentesi in Europa. Qui in Francia si stanno costituendo a Lille e Lione. Quindi se ci sono mille da quelle parti andate, direi.
2) si è parlato di altre cose, quali da settembre fare una campagna per informare sul diritto di voto per gli italiani (come tutti i comunitari) alle elezioni municipali che ci saranno nel 2008. Qui bisogna segnarsi sulle liste elettorali, informazione da diffondere.
3) ci si è interrogati sulle modalità della consultazione di ottobre e sulla formazione delle liste. Il gruppo DS ha già inviato le rimostranze che sono sorte riguardo la confusione e l'impossibilità di presentare liste altre ai partiti soprattutto all'estero. Se si dovranno raccogliere 100 firme in Francia sarà durissima per tutti. Tutti si borbottava sul caos e l'incertezza tipicamente italica.
4) alla fine si è parlato del famoso gruppo dei 12 che "rappresenterà" il comitato per il PD di Parigi. Ed anche qui la logica spartitoria nazionale varrà, ovvero 4 DS, 4 Margherita e 4 Associazioni. Ora essendo noi ieri 10 (di cui solo 2 DS e 1 Margh) mi domando come ... dicono che ci sono altri interessati (es. associazione dei marchigiani ...), si dovrà definire a breve.
Complessivamente temevo peggio. Ci si aggiorna per mail e ci sarà un appuntamento per settembre, per organizzare una giornata di raccolta firme (necessaria se queste dovranno essere autenticate da un notaio del consolato .... assurdo!), per una giornata a liste fatte per presentarle e l'organizzazione dei banchetti (cosa all'estero nient'altro che facile) e informazione ovviamente sull'esistenza dei seggi.
lunedì 2 luglio 2007
14 Luglio: Pic-Nic Democratico e Repubblicano
Salve,
ieri, domenica 1 luglio, al fresco parigino si è svolta la seconda riunione de iMille. I dettagli sono nel pdf scaricabile a lato.
La cosa più importante, e urgente da comunicare, è stata la decisione e l'organizzazione del
PIC NIC DEMOCRATICO e REPUBBLICANO
de iMille di Parigi e simpatizzanti del PD e delle iniziative per il voto degli stranieri.
Ci si ritrova il 14 luglio, presa della Bastiglia, alle ore 12 all'ingresso del Parco delle Buttes Chaumont davanti alla Mairie del XIX arrondissement. Si mangerà quindi nel parco (per i ritardatari girate e ci troverete). Dopo si andrà verso la Bastiglia, e da lì all'isola di S.Louis per prendere un gelato da Berthillon o Amorino (a seconda dei gusti).
Accorrete numerosi!! (avvertiteci nel caso ...) e portate abbondanti libagioni (senza funghi),
Non si tratta di un pic-nic di finanziamento ma semplicemente per mangiare e cazzeggiare in allegria ... ovviamente ...
ieri, domenica 1 luglio, al fresco parigino si è svolta la seconda riunione de iMille. I dettagli sono nel pdf scaricabile a lato.
La cosa più importante, e urgente da comunicare, è stata la decisione e l'organizzazione del
PIC NIC DEMOCRATICO e REPUBBLICANO
de iMille di Parigi e simpatizzanti del PD e delle iniziative per il voto degli stranieri.
Ci si ritrova il 14 luglio, presa della Bastiglia, alle ore 12 all'ingresso del Parco delle Buttes Chaumont davanti alla Mairie del XIX arrondissement. Si mangerà quindi nel parco (per i ritardatari girate e ci troverete). Dopo si andrà verso la Bastiglia, e da lì all'isola di S.Louis per prendere un gelato da Berthillon o Amorino (a seconda dei gusti).
Accorrete numerosi!! (avvertiteci nel caso ...) e portate abbondanti libagioni (senza funghi),
Non si tratta di un pic-nic di finanziamento ma semplicemente per mangiare e cazzeggiare in allegria ... ovviamente ...
sabato 30 giugno 2007
Idee - Cultura della Programmazione
Lo vediamo in questi giorni con la costituzione del partito democratico: quello che manca sempre in Italia è la programmazione. A tutti i livelli. Ogni cosa sembra lasciato al caso e all’approssimazione, alla cultura dell’ultimo minuto, così che coloro che sono nella migliore posizione, i più scaltri, coloro che hanno la miglire rete di conoscenze, in breve coloro che sono già in posizione dominante sono i più avvantaggiati. Come dire che da costume e abitudine è divenuto modus operandi per mantenere lo status quo.
Democrazia vuol dire anche chiarezza, trasparenza e comunicazione. Una Glasnost all’italiana sarebbe per esempio introdurre la regola della programmazione degli eventi. L’approssimazione e la precarietà delle decisioni è deleterio infatti per la vita di molti, penso per esempio a tutti coloro che aspettano magari un concorso o che ancor peggio l’hanno vinto ma non vengono assunti. Prendiamo il caso della ricerca e della scuola: gli enti di ricerca non assumono più per concorso, ma solo per vie “traverse” con procedure oscure e mai rese troppo pubbliche, nell’università si può vincere un concorso (i cui termini sono sempre lasciati all’arbitrio locale) ma non si conoscono mai le scadenze dei vari passi (quando si fanno le prove? Quando si sanno i risultati? E quando si entra in servizio? Tutto arbitrario e oscuro). Nella scuola poi l’esercito dei precari è divenuta un’abitudine da molti tempi. E nella pubblica amministrazione non è diverso, come anche nelle associazioni politiche.
Prendo un esempio che conosco bene: il funzionamento (inteso come regole) delle assunzioni al CNRS francese:
- ogni anno in ogni disciplina vengono aperti un certo numero di posti;
- a dicembre (e sempre a dicembre) escono i bandi con la ripartizione dei posti in ogni settore;
- entro circa il 15 gennaio bisogna presentare la domanda (che per la cronaca consta di un dettagliato programma di ricerca, più CV, diplomi e lettere di presentazione e si può fare tutto su internet);
- in primavera, tra fine marzo e maggio si svolgono i colloqui, le cui date sono note verso febbraio in genere e variano per ogni sezione, ma il periodo è comunque sempre quello;
- dopo una settimana dal colloquio i risultati sono noti (sul sito internet);
- quindi iniziano ad arrivare le carte in cui si accetta (o no);
- il primo ottobre si entra in servizio.
E questa procedura si attua tutti gli anni per il CNRS e in modo simile per gli altri enti di ricerca. Una procedura simile si ha nelle università e per l’insegnamento nelle scuole. D’altra parte lo stato sa chi va in pensione e chi no, sa e decide quali sono le necessità, e quindi programma, dimostrando serietà e dando fiducia ai cittadini.
Ripeto, un valore estremamente democratico è la programmazione (quando possibile ovviamente, ma lo è quasi sempre se ci si pensa bene), poiché costituisce quella eguaglianza delle opportunità nel suo livello di base, ovvero sapere in anticipo quali sono le opportunità e regolare così la propria vita.
Democrazia vuol dire anche chiarezza, trasparenza e comunicazione. Una Glasnost all’italiana sarebbe per esempio introdurre la regola della programmazione degli eventi. L’approssimazione e la precarietà delle decisioni è deleterio infatti per la vita di molti, penso per esempio a tutti coloro che aspettano magari un concorso o che ancor peggio l’hanno vinto ma non vengono assunti. Prendiamo il caso della ricerca e della scuola: gli enti di ricerca non assumono più per concorso, ma solo per vie “traverse” con procedure oscure e mai rese troppo pubbliche, nell’università si può vincere un concorso (i cui termini sono sempre lasciati all’arbitrio locale) ma non si conoscono mai le scadenze dei vari passi (quando si fanno le prove? Quando si sanno i risultati? E quando si entra in servizio? Tutto arbitrario e oscuro). Nella scuola poi l’esercito dei precari è divenuta un’abitudine da molti tempi. E nella pubblica amministrazione non è diverso, come anche nelle associazioni politiche.
Prendo un esempio che conosco bene: il funzionamento (inteso come regole) delle assunzioni al CNRS francese:
- ogni anno in ogni disciplina vengono aperti un certo numero di posti;
- a dicembre (e sempre a dicembre) escono i bandi con la ripartizione dei posti in ogni settore;
- entro circa il 15 gennaio bisogna presentare la domanda (che per la cronaca consta di un dettagliato programma di ricerca, più CV, diplomi e lettere di presentazione e si può fare tutto su internet);
- in primavera, tra fine marzo e maggio si svolgono i colloqui, le cui date sono note verso febbraio in genere e variano per ogni sezione, ma il periodo è comunque sempre quello;
- dopo una settimana dal colloquio i risultati sono noti (sul sito internet);
- quindi iniziano ad arrivare le carte in cui si accetta (o no);
- il primo ottobre si entra in servizio.
E questa procedura si attua tutti gli anni per il CNRS e in modo simile per gli altri enti di ricerca. Una procedura simile si ha nelle università e per l’insegnamento nelle scuole. D’altra parte lo stato sa chi va in pensione e chi no, sa e decide quali sono le necessità, e quindi programma, dimostrando serietà e dando fiducia ai cittadini.
Ripeto, un valore estremamente democratico è la programmazione (quando possibile ovviamente, ma lo è quasi sempre se ci si pensa bene), poiché costituisce quella eguaglianza delle opportunità nel suo livello di base, ovvero sapere in anticipo quali sono le opportunità e regolare così la propria vita.
venerdì 29 giugno 2007
Idee Organizzative
Non sono neanche dieci giorni che un gruppo di folli e visionari ha deciso di riunirsi e provare a costituire qualcosa di fluido e omogeneo allo stesso tempo che orbiti, in un certo senso, intorno al nascituro partito democratico. E sto parlando de iMille. E come iMille altri gruppi di cittadini sembrano volersi raggruppare per cominciare a fare qualcosa intorno al PD o più in generale per ragionare e, spero, agire su problemi reali e moderni. I Mille, come molti altri di questi gruppi, sono nati grazie alla meraviglia di internet, che è indubbiamente uno strumento incredibile per far circolare idee nuove e aggregare i più attivi, ma magari impigriti dalle recenti e meno recenti delusioni della politica italiana.
Questi gruppi spesso hanno lo svantaggio (ma anche il vantaggio) di non presentare un monolitico e coerente blocco di risposte a tutti i problemi. Si potrebbe dire che, finalmente, non sono ci sono nuovi ideologismi totalizzanti in giro, ma dei pragmatismi. E in questo spirito pragmatico e parcellizzato penso che debba nascere l’organizzazione dell’agglomerazione reale de iMille (e non solo). E vengo al punto: “Uscire dal Blog”. Ovvero, dopo essersi aggregati, o aver cominciato a farlo, sulla rete, bisogna iniziare a conoscersi, inizialmente al livello locale, semplicemente raggruppandosi e cominciando a discutere vis-à-vis, senza i tempi di latenza di internet, le assurdità dei “nomignoli” e lo scudo dello schermo del computer. Mettersi in gioco, se si vuole creare qualcosa di reale, che possa essere un qualcosa per il PD. Quello che propongo, e che stiamo cercando di fare qui nella lontana Parigi, con tutte le difficoltà dovute al fatto di stare all’estero, è quindi:
1) formare subito delle piccole cellule, vedersi al più presto per non perdere lo slancio iniziale e far seguire alle riflessioni dei blogs, il suono delle parole e la concretezza dei gesti;
2) usare altre forme di proselitismo diverse dalla rete, che resta poi il punto aggregante, per il momento, al livello generale. Non chiudersi neanche nel settarismo millesco, ma cercare il contatto con tutte le altre associazioni esistenti nel territorio;
3) identificare i “problemi” maggiormente sentiti da ogni gruppo, dei problemi concreti su cui attivarsi, non essere necessariamente “tuttologi” ma individuare uno o due punti e cominciare a “martellare” su questo. Noi qui a Parigi abbiamo deciso di occuparci di diritto di voto e residenza e più in generale dei problemi legati alla mobilità e all’integrazione europea;
A chi, apparentemente giustamente, si lamenta domandando un programma, la risposta è qui penso. Vedersi e iniziare a identificare le sensibilità. Penso infatti che non ha alcun senso pensare a “programmi”, “pacchetti” e pseudo risoluzioni di tutti i problemi, ma sia meglio veramente identificare sensibilità sulla realtà, domande sulle linee di fondo, ovvero i punti cardine su cui lavorare e riflettere, ma anche agire. Magari rovesciando i discorsi usuali. Vogliamo provare a veder nascere un partito democratico e repubblicano? Iniziamo a pensare fuori dai cliché impostici da altri, ma in termini di diritti, di partecipazione, di vita reale delle persone. Non voglio stare a definire cosa e come qui, noi stiamo cercando di farlo per i problemi che abbiamo individuato, ognuno lo farà indipendentemente. Ecco, non ci aspettiamo un qualche leader carismatico o promotore. Questo è il modo di ragionare che ci ha portato a Berlusconi e ai, goffi, tentativi di anti-Berlusconi. Spirito democratico e repubblicano vuol dire anche non fidarsi dei leader carismatici, il carisma è infatti una specie di magia, una mistificazione che genera dei sogni che possono facilmente diventare incubi o torpore.
Questi gruppi spesso hanno lo svantaggio (ma anche il vantaggio) di non presentare un monolitico e coerente blocco di risposte a tutti i problemi. Si potrebbe dire che, finalmente, non sono ci sono nuovi ideologismi totalizzanti in giro, ma dei pragmatismi. E in questo spirito pragmatico e parcellizzato penso che debba nascere l’organizzazione dell’agglomerazione reale de iMille (e non solo). E vengo al punto: “Uscire dal Blog”. Ovvero, dopo essersi aggregati, o aver cominciato a farlo, sulla rete, bisogna iniziare a conoscersi, inizialmente al livello locale, semplicemente raggruppandosi e cominciando a discutere vis-à-vis, senza i tempi di latenza di internet, le assurdità dei “nomignoli” e lo scudo dello schermo del computer. Mettersi in gioco, se si vuole creare qualcosa di reale, che possa essere un qualcosa per il PD. Quello che propongo, e che stiamo cercando di fare qui nella lontana Parigi, con tutte le difficoltà dovute al fatto di stare all’estero, è quindi:
1) formare subito delle piccole cellule, vedersi al più presto per non perdere lo slancio iniziale e far seguire alle riflessioni dei blogs, il suono delle parole e la concretezza dei gesti;
2) usare altre forme di proselitismo diverse dalla rete, che resta poi il punto aggregante, per il momento, al livello generale. Non chiudersi neanche nel settarismo millesco, ma cercare il contatto con tutte le altre associazioni esistenti nel territorio;
3) identificare i “problemi” maggiormente sentiti da ogni gruppo, dei problemi concreti su cui attivarsi, non essere necessariamente “tuttologi” ma individuare uno o due punti e cominciare a “martellare” su questo. Noi qui a Parigi abbiamo deciso di occuparci di diritto di voto e residenza e più in generale dei problemi legati alla mobilità e all’integrazione europea;
A chi, apparentemente giustamente, si lamenta domandando un programma, la risposta è qui penso. Vedersi e iniziare a identificare le sensibilità. Penso infatti che non ha alcun senso pensare a “programmi”, “pacchetti” e pseudo risoluzioni di tutti i problemi, ma sia meglio veramente identificare sensibilità sulla realtà, domande sulle linee di fondo, ovvero i punti cardine su cui lavorare e riflettere, ma anche agire. Magari rovesciando i discorsi usuali. Vogliamo provare a veder nascere un partito democratico e repubblicano? Iniziamo a pensare fuori dai cliché impostici da altri, ma in termini di diritti, di partecipazione, di vita reale delle persone. Non voglio stare a definire cosa e come qui, noi stiamo cercando di farlo per i problemi che abbiamo individuato, ognuno lo farà indipendentemente. Ecco, non ci aspettiamo un qualche leader carismatico o promotore. Questo è il modo di ragionare che ci ha portato a Berlusconi e ai, goffi, tentativi di anti-Berlusconi. Spirito democratico e repubblicano vuol dire anche non fidarsi dei leader carismatici, il carisma è infatti una specie di magia, una mistificazione che genera dei sogni che possono facilmente diventare incubi o torpore.
giovedì 28 giugno 2007
Piccola risposta ad una giusta critica su iMille
Provo a dare una risposta globale (e più corta) a una lunga e interessante riflessione di suzukimaruti (http://suzukimaruti.it) sul piccolo fenomeno de iMille. E dico subito che, un po' meravigliandomi di me stesso normalmente restio, ho deciso di parteciparvi. Perché? non per soppiantare una nomenklatura con un'altra, ma per cogliere finalmente l'occasione della nascita del PD e di provare, per quanto ognuno di noi possa, a farne un soggetto politico "moderno", "attuale". E mi spiego. Quando penso alla "società civile" anche io rabbrividisco un poco (penso ai leghisti per esempio). Ma quando penso ai grigi dirigenti DS, ai loschi ex-DC (ma anche ex-PCI e ex-PSI di cui le province italiane sono piene) non mi felicito. E anche tralasciando la moralità di molti e identificando quanti sembrano immuni a queste questioni (e poi lo saranno?), li vedo nella loro torre d'avorio, totalmente avulsi dalla realtà. Quanti di loro prendono i trasporti pubblici, camminano a piedi per strada, hanno il problema del lavoro dei loro figli/nipoti/parenti ? Nessuno. A destra (penso alla figura atroce di Selva) come a sinistra (quanti "figli di" riempiono le elites sinistrorse a partire dal buon Luca Sofri, alla progenie berlingueriana) si è creata una casta, una aristocrazia.
E aristocrazia non fa rima con democrazia. E allora, proviamo a far uscire dall'oscurità (e anche "far uscire dal blog") quanti provano passione politica ma magari la reprimono, quanti hanno un'esperienza di militanza ma non ne possono più del grigiore e delle imposizioni dall'alto.
Non so se saranno iMille, noi da Parigi ci proviamo. Ma mille o non più mille, il PD finalmente ci sarà, e magari possiamo provare a renderlo migliore e far partecipare un po' più tutti.
cordialmente
riccardo da parigi
E aristocrazia non fa rima con democrazia. E allora, proviamo a far uscire dall'oscurità (e anche "far uscire dal blog") quanti provano passione politica ma magari la reprimono, quanti hanno un'esperienza di militanza ma non ne possono più del grigiore e delle imposizioni dall'alto.
Non so se saranno iMille, noi da Parigi ci proviamo. Ma mille o non più mille, il PD finalmente ci sarà, e magari possiamo provare a renderlo migliore e far partecipare un po' più tutti.
cordialmente
riccardo da parigi
lunedì 25 giugno 2007
iMille sezione di parigi ... senza funghi
Mentre a roma si chiacchiera e si schiatta di caldo, a parigi, sotto la pioggia, in un ameno bar di piazza Gambetta (nota ai più perché prossima al cimitero di Pere Lachaise, ove è sepolto Jim Morrison), si è tenuta la prima riunione reale della base de iMille.
Due aderenti, Francesca e Riccardo, che sono diventati poi tre, perché Angela prima aveva da fare (cose ben più importanti evidentemente).
Sono state deliberati i seguenti punti:
1) Che Francesca deve candidarsi peché ci sono poche donne, e che eventualmente possiamo cercare di coinvolgere anche Angela, ma chi paga il biglietto per Roma e parla col preside (o con Alain)?;
2) Iniziamo un'opera di proselitismo, al motto di "quello che sei, i mille sono";
3) iMille francesi si occupano principalmente dei diritti degli europei per votare nel paese in cui risiedono;
4) se ci saranno da raccogliere firme siamo già a dodici;
5) che delle pensioni e delle tasse degli italiani ci interessa relativamente;
6) che veltroni era da mo' che si sapeva, e che fregherà iMille e la proposta di candidatura forte che è uscita è stata quella di Giuseppe Garibaldi come giusto condottiero de iMille a scelta tra almeno i 61 utenti telecom:
http://www.paginebianche.it/execute.cgi?btt=1&tl=2&tr=101&tc=&cb=&tq=2&qs=Garibaldi&qsn=Giuseppe&dv=&ind=&nc=
7) iMille devono indentificare "les enjeux" e mostrare "du courage en politique".
Ci aggiorniamo alla prossima riunione che cercheremo di fare al circolo dei garibaldini di parigi (ancora da contattare) ....
i 3 Mille di parigi approvano all'unanimità
Due aderenti, Francesca e Riccardo, che sono diventati poi tre, perché Angela prima aveva da fare (cose ben più importanti evidentemente).
Sono state deliberati i seguenti punti:
1) Che Francesca deve candidarsi peché ci sono poche donne, e che eventualmente possiamo cercare di coinvolgere anche Angela, ma chi paga il biglietto per Roma e parla col preside (o con Alain)?;
2) Iniziamo un'opera di proselitismo, al motto di "quello che sei, i mille sono";
3) iMille francesi si occupano principalmente dei diritti degli europei per votare nel paese in cui risiedono;
4) se ci saranno da raccogliere firme siamo già a dodici;
5) che delle pensioni e delle tasse degli italiani ci interessa relativamente;
6) che veltroni era da mo' che si sapeva, e che fregherà iMille e la proposta di candidatura forte che è uscita è stata quella di Giuseppe Garibaldi come giusto condottiero de iMille a scelta tra almeno i 61 utenti telecom:
http://www.paginebianche.it/execute.cgi?btt=1&tl=2&tr=101&tc=&cb=&tq=2&qs=Garibaldi&qsn=Giuseppe&dv=&ind=&nc=
7) iMille devono indentificare "les enjeux" e mostrare "du courage en politique".
Ci aggiorniamo alla prossima riunione che cercheremo di fare al circolo dei garibaldini di parigi (ancora da contattare) ....
i 3 Mille di parigi approvano all'unanimità
Oltre Veltroni
Per iMille e non solo, ovvero per tutti coloro che (ancora) sperano che il PD possa essere un'occasione di rilancio dell'area progressista italiana. Giustamente ivan, adinolfi et al., si pongono il problema della candidatura veltroni che riduce il dibattito della costituente all'incoronazione del segretario, un po' come per le primarie dell'unione. E tutto il dibattito si ridurrà ad un plebiscito per Veltroni segretario con Franceschini vice, insomma l'incarnazione dell'unione fredda tra DS e Margheriti.
Penso che iMille insieme a tutti gli altri gruppi che in questi giorni stanno freneticamente cercando di costituirsi intorno al PD, dovrebbero continuare a sparigliare, non cadere nella trappola della personalizzazione e cercare di martellare il blocco di pietra formato da DS e Margherita e tutta la nomenklatura partitica.
Poi molto dipenderà dal sistema che sceglieranno per la famosa costituente, che già sta per diventare una sterile assemblea dei grandi elettori. Se bisognerà collegarsi ad un leader, allora bisognerebbe trovare uno sparigliatore che possa aggregare il più possibile i non-sistemici. Butto giù qualche nome tanto per, visto che ad un certo punto bisognerà pensarci e rapidamente trovare un simbolo anti-Veltroni = anti-Sistema.
I nomi, un po' alla rinfusa, potrebbero essere (ed è una lista molto incompleta): Beppe Grillo, Giovanna Melandri, Antonio Di Pietro, Arturo Parisi, Achille Occhetto ....
Penso che iMille insieme a tutti gli altri gruppi che in questi giorni stanno freneticamente cercando di costituirsi intorno al PD, dovrebbero continuare a sparigliare, non cadere nella trappola della personalizzazione e cercare di martellare il blocco di pietra formato da DS e Margherita e tutta la nomenklatura partitica.
Poi molto dipenderà dal sistema che sceglieranno per la famosa costituente, che già sta per diventare una sterile assemblea dei grandi elettori. Se bisognerà collegarsi ad un leader, allora bisognerebbe trovare uno sparigliatore che possa aggregare il più possibile i non-sistemici. Butto giù qualche nome tanto per, visto che ad un certo punto bisognerà pensarci e rapidamente trovare un simbolo anti-Veltroni = anti-Sistema.
I nomi, un po' alla rinfusa, potrebbero essere (ed è una lista molto incompleta): Beppe Grillo, Giovanna Melandri, Antonio Di Pietro, Arturo Parisi, Achille Occhetto ....
domenica 24 giugno 2007
Tristezza giornalistica
Che tristezza, ho letto il pezzo su panorama online sui mile. Ecco i passaggi più disgustosi:
"E, soprattutto, centinaia di firme di sostegno, raccolte via Internet nel giro di poche ore: dirigenti locali di partito, ricercatori e giornalisti, qualche nome del mondo dello spettacolo." -> motivo del distusto: un movimento si fa con dirigenti di partito, giornalisti ma soprattutto gente famosa, questo è quello che pensano i giornalisti confindustriali/sistemici
"il giornalista e promotore dell’iniziativa Luca Sofri"1) disgusto ancora non tanto per Luca Sofri, ma per il fatto che il nome famoso promuove un'iniziativa, mentre i 40 sono sconosciuti e chissenefrega.
come sempre i commenti dei lettori sono più interessanti:
1) "Vogliono un partito di sinistra laico? Ma allora vogliono un partito che non è il PD. Che si creino un loro partito: di spazio ce n’è. O che votino per Mussi. Li facciano con lui, iMille." Tutto sommato, per quello che mi riguarda, Mussi, Salvi (ma soprattutto chi si riconosce nella sinistra laica, popolare e socialista) hanno più diritto di stare nel PD che Follini, Dini e compagnia. E anche Verdi e comunisti per me dovrebbero far parte del PD più di democristiani e altri loschi individui.
2) "Ottima iniziativa, secondo me. Però se ne parla solo su Internet. Non so se è un bene. Non vorrei che iMille facessero la fine di Scalfarotto, assai conosciuto sul web e sui blog ma ahimè ignoto ai più. Vediamo." Molto saggio, non c'è bisogno di alcun commento.
"E, soprattutto, centinaia di firme di sostegno, raccolte via Internet nel giro di poche ore: dirigenti locali di partito, ricercatori e giornalisti, qualche nome del mondo dello spettacolo." -> motivo del distusto: un movimento si fa con dirigenti di partito, giornalisti ma soprattutto gente famosa, questo è quello che pensano i giornalisti confindustriali/sistemici
"il giornalista e promotore dell’iniziativa Luca Sofri"1) disgusto ancora non tanto per Luca Sofri, ma per il fatto che il nome famoso promuove un'iniziativa, mentre i 40 sono sconosciuti e chissenefrega.
come sempre i commenti dei lettori sono più interessanti:
1) "Vogliono un partito di sinistra laico? Ma allora vogliono un partito che non è il PD. Che si creino un loro partito: di spazio ce n’è. O che votino per Mussi. Li facciano con lui, iMille." Tutto sommato, per quello che mi riguarda, Mussi, Salvi (ma soprattutto chi si riconosce nella sinistra laica, popolare e socialista) hanno più diritto di stare nel PD che Follini, Dini e compagnia. E anche Verdi e comunisti per me dovrebbero far parte del PD più di democristiani e altri loschi individui.
2) "Ottima iniziativa, secondo me. Però se ne parla solo su Internet. Non so se è un bene. Non vorrei che iMille facessero la fine di Scalfarotto, assai conosciuto sul web e sui blog ma ahimè ignoto ai più. Vediamo." Molto saggio, non c'è bisogno di alcun commento.
iMille e la dispersione
Disperdersi in tante listarelle contro il listone DS-Margheriti mi sembra il miglior servizio che si possa fare agli elefanti. Come dicevo sul blog di ivan, ho giusto letto che APD sta promuovendo un'altro gruppo simile con tanto di lista per le primarie del PD "liberalitalia", non dissimile negli intenti dai mille (almeno ad una prima scorsa). E temo non sarà la sola. Inoltre è anche visibile penso perché rappresentata nella famosa assemblea dei 45 ...
continuo a pensare che bisogna trovare punti di incontro con tutti questi movimenti e per fare questo chiarire le linee di contenuti e di sensibilità da subito. Altrimenti iMille diventano un contenitore vuoto e sterile.
Una volta i movimenti popolari nascevano da esigenze di vita concreta e da grandi idee di soluzione di questi problemi, ora il giornalismo spicciolo (e confindustriale) astutamente evita ogni movimento di rivendicazione vera. iMille come tutti gli altri?
continuo a pensare che bisogna trovare punti di incontro con tutti questi movimenti e per fare questo chiarire le linee di contenuti e di sensibilità da subito. Altrimenti iMille diventano un contenitore vuoto e sterile.
Una volta i movimenti popolari nascevano da esigenze di vita concreta e da grandi idee di soluzione di questi problemi, ora il giornalismo spicciolo (e confindustriale) astutamente evita ogni movimento di rivendicazione vera. iMille come tutti gli altri?
martedì 19 giugno 2007
iMille
Ho scritto a iMille, per porre loro alcune domande e per dare loro una mia disponibilità di massima per aiutarli da qui lontano. In particolare per una lista nella circoscrizione Europa (ci sono 20 posti nella costituente del PD nella circoscrizione europa).
Ecco una copia della mail che ho inviato:
"Carissimi Mille,
vi scrivo per darvi il mio sostegno, e prima di dirvi quale puo' essere la mia disponibiltà, vorrei sapere cosa bisogna fare a differenti livelli. Io vivo a Parigi, dove sono ricercatore in chimica fisica teorica presso il CNRS in un laboratorio di Evry (che si trova nella banlieu sud-est di parigi), quindi quello che posso fare è al livello delle circoscrizioni europee, oltre che telematicamente ovviamente. A questo proposito vi pongo alcune domande:
- se ho capito bene dai vari blog, i contenuti e le sensibiltà su diversi aspetti importanti (democrazia, libertà, concezione dello stato e della società) sono "in fieri" e iMille voglio proprio essere uno spazio per questo, tagliando fuori le "cariatidi" dei partiti tradizionali. Quindi immagino ci sarà un forum unico che riunisca quello che si dice nei vari blog (ivan, onemoreblog, adinolfi, ect ...), il che porterà anche ad una diversità di vedute. Come si comporterà il "gruppo" davanti a questi facilmente immaginabili diversità ? In ogni modo convergerà in un'unica lista per le primarie, lasciando le diversità? non rischia di diventare un "piccolo governo prodi" nel senso di un grosso contenitore unito solo dalla voglia di scalzare la vecchia guardia (sono malizioso lo so ...)?
- concretamente come si organizzera? come si constituiranno le liste? dove si potrà firmare per costituire le liste e come si organizzerà la costituzione delle liste?
- e per i residenti all'estero? la circonscrizione europa è molto grande, come organizzare una lista non basata su alcuna struttura in questa vasta circonscrizione? e dove si voterà per l'assemblea costituente del PD in europa? nelle primarie del 2006 si votava solo nelle grandi città, come fare per i centri minori? e come esibire un certificato elettorale che non abbiamo (o almeno a me non l'hanno mai dato) noi residenti all'estero?
quindi, posso certamente contribuire per il dibattito sui temi che mi sono più vicini: scienza/ricerca, istruzione/meritocrazia,
democrazia/europa/diritti. Al livello organizzativo, ho visto che per ora ci sono 3 persone per l'estero, di cui francesca dalla banlieu in francia (a parigi ancora per poco), se ci potete mettere i contatto posso vedere con loro cosa posso concretamente fare da qui lontano, per aiutare alla presentazione della lista (ci vogliono 100 firme) e per far conoscere iMille al mio piccolo gruppo di italiani a parigi. Ivan si candida nella circoscrizione estera?
a presto,
buona giornata
riccardo
Ecco una copia della mail che ho inviato:
"Carissimi Mille,
vi scrivo per darvi il mio sostegno, e prima di dirvi quale puo' essere la mia disponibiltà, vorrei sapere cosa bisogna fare a differenti livelli. Io vivo a Parigi, dove sono ricercatore in chimica fisica teorica presso il CNRS in un laboratorio di Evry (che si trova nella banlieu sud-est di parigi), quindi quello che posso fare è al livello delle circoscrizioni europee, oltre che telematicamente ovviamente. A questo proposito vi pongo alcune domande:
- se ho capito bene dai vari blog, i contenuti e le sensibiltà su diversi aspetti importanti (democrazia, libertà, concezione dello stato e della società) sono "in fieri" e iMille voglio proprio essere uno spazio per questo, tagliando fuori le "cariatidi" dei partiti tradizionali. Quindi immagino ci sarà un forum unico che riunisca quello che si dice nei vari blog (ivan, onemoreblog, adinolfi, ect ...), il che porterà anche ad una diversità di vedute. Come si comporterà il "gruppo" davanti a questi facilmente immaginabili diversità ? In ogni modo convergerà in un'unica lista per le primarie, lasciando le diversità? non rischia di diventare un "piccolo governo prodi" nel senso di un grosso contenitore unito solo dalla voglia di scalzare la vecchia guardia (sono malizioso lo so ...)?
- concretamente come si organizzera? come si constituiranno le liste? dove si potrà firmare per costituire le liste e come si organizzerà la costituzione delle liste?
- e per i residenti all'estero? la circonscrizione europa è molto grande, come organizzare una lista non basata su alcuna struttura in questa vasta circonscrizione? e dove si voterà per l'assemblea costituente del PD in europa? nelle primarie del 2006 si votava solo nelle grandi città, come fare per i centri minori? e come esibire un certificato elettorale che non abbiamo (o almeno a me non l'hanno mai dato) noi residenti all'estero?
quindi, posso certamente contribuire per il dibattito sui temi che mi sono più vicini: scienza/ricerca, istruzione/meritocrazia,
democrazia/europa/diritti. Al livello organizzativo, ho visto che per ora ci sono 3 persone per l'estero, di cui francesca dalla banlieu in francia (a parigi ancora per poco), se ci potete mettere i contatto posso vedere con loro cosa posso concretamente fare da qui lontano, per aiutare alla presentazione della lista (ci vogliono 100 firme) e per far conoscere iMille al mio piccolo gruppo di italiani a parigi. Ivan si candida nella circoscrizione estera?
a presto,
buona giornata
riccardo
lunedì 7 maggio 2007
Passo indietro
lunedì 30 aprile 2007
Pausa Ecologica
L'altro giorno vedendo una (delle tante oramai) trasmissioni che parlavano del riscaldamento del pianeta, Angela mi domandava cosa possiamo fare noi (ognuno di noi singolarmente) per cercare di fermare il fenomeno (sempre che sia ancora possibile). Provo a buttare lì un piccolo decalogo:
1) Prendere la macchina il meno possibile;
2) Non usare l'aria condizionata;
3) Usare i riscaldamenti il meno possibile, cercando di non disperdere il calore, utilizzando, quando possible, un'architettura "intelligente"
4) Diminuire in generale il consumo di elettricità;
5) Non comprare oggetti inutili;
6) Cercare di scegliere i prodotti che sono stati prodotti il più vicino possibile al luogo di vendita;
7) Preferire il treno all'aereo;
8) Preferire le riparazioni di un vecchio oggetto all'acquisto di uno nuovo;
9) Diminuire la produzione di rifiuti e effettuare la raccolta differenziata;
10) Sperare che tutto questo serva a qualcosa e non sperare che i governi facciano qualcosa grazie ad una particolare illuminazione;
e poi non ci resta che piangere ....
1) Prendere la macchina il meno possibile;
2) Non usare l'aria condizionata;
3) Usare i riscaldamenti il meno possibile, cercando di non disperdere il calore, utilizzando, quando possible, un'architettura "intelligente"
4) Diminuire in generale il consumo di elettricità;
5) Non comprare oggetti inutili;
6) Cercare di scegliere i prodotti che sono stati prodotti il più vicino possibile al luogo di vendita;
7) Preferire il treno all'aereo;
8) Preferire le riparazioni di un vecchio oggetto all'acquisto di uno nuovo;
9) Diminuire la produzione di rifiuti e effettuare la raccolta differenziata;
10) Sperare che tutto questo serva a qualcosa e non sperare che i governi facciano qualcosa grazie ad una particolare illuminazione;
e poi non ci resta che piangere ....
sabato 28 aprile 2007
venerdì 13 aprile 2007
Pausa Elettorale
Siccome mancano pochi giorni ormai al fatidico primo turno delle elezioni francesi, faccio una piccola pausa fotografica per scrivere qualche nota sui 12 (si dodici) candidati alle presidenziali, di cui sei (6!!!!) alla sinistra del Partito Socialista:
1) José Bové: Altermondialisti Antiliberali (doveva federare le tre B francesi, Buffet-Bové-Becancenot ma evidentementi si presentano tutti e tre!). A parte bruciare campi di ogm, essere contro gli idraulici polacchi e fumare la pipa non c'è molto di più;
2) Olivier Becancenot (detto il postino perché di mestiere fa veramente il postino) del LCR (lega comunisti rivoluzionari), formazione trozkista modernista (dicono loro), da non confondere con la formazione trozkista LO (lotta operaia, vedi dopo)tradizionalista;
3) Marie-George Buffet del Partito Comunista Francese, che vorrebbe prendersi i voti dei socialisti di "sinistra" (quelli che hanno votato no al referendum sull'europa, per intenderci) e di quelli tentati dai gruppettari ma che magari optano per un voto più "utile" (le virgolette in sinistra e utile sono d'obbligo). Risultato, credo, non piglierà molto più del 2-3% credo;
4) Arlette Laguilleur di LO (Lutte Ouvriere) detta l'inossidabile, alla sesta candidatura credo, più di Le Pen che una volta non è riuscito ad avere le firme. Alfiere della rivoluzione permanente, mah!;
5)Dominique Voynet dei Verdi che dopo che un certo Hulot (star televisiva, una specie di Piero Angela francese, dato al 10%) ha detto che non si presentava ma che sottoponeva a tutti i candidati un "patto ecologico" che quasi tutti (tranne Le Pen e De Villiers) hanno sottoscritto, sperava di ereditarne una parte ma che arriva a stento all'1% ...
6)Gerard Schivardi "sostenuto" dal Partito dei Lavoratori (mah! un ulteriore partito trozkista ...) che dice di essere il candidato dei sindaci ... una specie di segni trozkista mai visto pero' ....
7)Segolene Royale (infine ...) che tanto nun gliela fa, già se arriva al secondo turno ... oramai la butta tutto sulla bellezza, sono usciti i manifesti dove sembra una star di hollywood. Purtroppo per lei non siamo in italia, dove achiapperebbe più di rutelli;
8)Francois Bayrou del grigio partito di centro UDF anziano alleato dei gollisti ma da un po' battitore libero. Potrebbe pure farcela, se arriva al secondo turno contro sarkozy puo' vincere, unendo i voti degli chirachiani che odiano sarkozy con i socialisti che odiano sarkozy ... insomma un prodi francese anche se più rutelliano (sono nello stesso gruppo all'europarlamento!) e poi fatto presidente se ne puo' fottere, non ha bisogno di cercare i voti in parlamento ... se ne sta all'eliseo tranquillo;
9)Nicolas Sarkozy, ovviamente dell'UMP, ex-Unione Majorité Presidentielle (dove presidentielle=Chirac) che ha cambiato nome in Unione Majorité Populaire. Che fa un po' come il berlusca, ovvero fa discorsi come se fosse all'opposizione quando è al governo da 5 anni ... in ogni modo chirac lo sostiene blandamente (credo costretto dai suoi), anche se un eventuale ballottaggio con bayrou potrebbe terremotare tutto e allora penso che molti chirachiani passeranno in blocco con bayrou (ci sono le legislative poi dove il mercato delle vacche è vigoroso). Resta comunque il favorito, a sinistra sono troppo pippe (tanto per cambiare) e se non fa qualche cazzata sicuramente va al secondo turno, dove vince sicuro contro segolene ma non sicuro con bayrou, che infatti sta diventando il centro degli attacchi di sarko. Ora poi ha preso di mira gli elettori di Le Pen e paventa addirittura un accordo per il governo col FN, insomma una politica ondivaga a doppio taglio, d'altronde chi risica non rosica (a differenza di Sego ...);
10)Frederic Nihout di Caccia e Pesca ... avete letto bene!!!!! mah un po' destrorso, mai sentito ...
11)Philippe de Villier, del "movimento per la francia", un vandeano che farà un po' di concorrenza a Le Pen, detto "l'uomo dalla patata in bocca", inascoltabile;
12)Jean-Marie Le Pen, altro inossidabile, classe 1928 (un giovinotto per il quirinale ....) che ha detto che se eletto non si ricandiderà tra 5 anni (e vorrei vedere!!). Da qualche giorno si paventa un ulteriore secondo turno con Le Pen (e chi Sarko? il ballottaggio degli incubi della sinistra, che ci potrebbe pensare prima ...);
bhe che dire, ora che la campagna è aperta hanno tutti e 12 pari diritti di tempi televisivi .... (ma nel 2002 erano 16), ci sarà da divertirsi, mancano meno 10 giorni al primo turno. Dopo un po' meno che con sarko .... ma lo sapete che sarko è stato bocciato a scuola quando aveva undici anni e poi se ne è andato al privato? non ha fatto l'ENA e manco SciencePo (ci è andato ma non ha mai preso alcun diploma). Il padre era un nobile ungherese cacciato dall'armata rossa che ha preso la nazionalità
francese arruolandosi nella legione straniera, e la madre la figlia di un medico ebreo sefardita di parigi. Nelle banlieue non puo' entrare, ma tanto se ne fotte che quelli non ci vanno a votare ... Quindi speriamo ancora debolmente in Sego ma inizio a pensare che è meglio un ballottaggio Sarko-Bayrou incerto che un Sarko-Sego dove Sarko vince .... (o l'incubo del Sarko-LePen).
Un bel casino, che non ha nulla da invidiare all'italia ! (a parte mastella ....). Beh non posso che godermi lo spettacolo, che far votare gli stranieri neanche a parlarne (a parte schivardi .... ovvero nessuno) mentre a fargli pagare le tasse si .... ma questo penso che sia comune anche in italia (non mi sono mai posto la questione in italia ovviamente), mentre a pagare le tasse si ... è come essere azionisti di una società per azioni ma non potere votare al consiglio degli azionisti ... insomma come telecom!
a presto con più simpatiche foto ....
1) José Bové: Altermondialisti Antiliberali (doveva federare le tre B francesi, Buffet-Bové-Becancenot ma evidentementi si presentano tutti e tre!). A parte bruciare campi di ogm, essere contro gli idraulici polacchi e fumare la pipa non c'è molto di più;
2) Olivier Becancenot (detto il postino perché di mestiere fa veramente il postino) del LCR (lega comunisti rivoluzionari), formazione trozkista modernista (dicono loro), da non confondere con la formazione trozkista LO (lotta operaia, vedi dopo)tradizionalista;
3) Marie-George Buffet del Partito Comunista Francese, che vorrebbe prendersi i voti dei socialisti di "sinistra" (quelli che hanno votato no al referendum sull'europa, per intenderci) e di quelli tentati dai gruppettari ma che magari optano per un voto più "utile" (le virgolette in sinistra e utile sono d'obbligo). Risultato, credo, non piglierà molto più del 2-3% credo;
4) Arlette Laguilleur di LO (Lutte Ouvriere) detta l'inossidabile, alla sesta candidatura credo, più di Le Pen che una volta non è riuscito ad avere le firme. Alfiere della rivoluzione permanente, mah!;
5)Dominique Voynet dei Verdi che dopo che un certo Hulot (star televisiva, una specie di Piero Angela francese, dato al 10%) ha detto che non si presentava ma che sottoponeva a tutti i candidati un "patto ecologico" che quasi tutti (tranne Le Pen e De Villiers) hanno sottoscritto, sperava di ereditarne una parte ma che arriva a stento all'1% ...
6)Gerard Schivardi "sostenuto" dal Partito dei Lavoratori (mah! un ulteriore partito trozkista ...) che dice di essere il candidato dei sindaci ... una specie di segni trozkista mai visto pero' ....
7)Segolene Royale (infine ...) che tanto nun gliela fa, già se arriva al secondo turno ... oramai la butta tutto sulla bellezza, sono usciti i manifesti dove sembra una star di hollywood. Purtroppo per lei non siamo in italia, dove achiapperebbe più di rutelli;
8)Francois Bayrou del grigio partito di centro UDF anziano alleato dei gollisti ma da un po' battitore libero. Potrebbe pure farcela, se arriva al secondo turno contro sarkozy puo' vincere, unendo i voti degli chirachiani che odiano sarkozy con i socialisti che odiano sarkozy ... insomma un prodi francese anche se più rutelliano (sono nello stesso gruppo all'europarlamento!) e poi fatto presidente se ne puo' fottere, non ha bisogno di cercare i voti in parlamento ... se ne sta all'eliseo tranquillo;
9)Nicolas Sarkozy, ovviamente dell'UMP, ex-Unione Majorité Presidentielle (dove presidentielle=Chirac) che ha cambiato nome in Unione Majorité Populaire. Che fa un po' come il berlusca, ovvero fa discorsi come se fosse all'opposizione quando è al governo da 5 anni ... in ogni modo chirac lo sostiene blandamente (credo costretto dai suoi), anche se un eventuale ballottaggio con bayrou potrebbe terremotare tutto e allora penso che molti chirachiani passeranno in blocco con bayrou (ci sono le legislative poi dove il mercato delle vacche è vigoroso). Resta comunque il favorito, a sinistra sono troppo pippe (tanto per cambiare) e se non fa qualche cazzata sicuramente va al secondo turno, dove vince sicuro contro segolene ma non sicuro con bayrou, che infatti sta diventando il centro degli attacchi di sarko. Ora poi ha preso di mira gli elettori di Le Pen e paventa addirittura un accordo per il governo col FN, insomma una politica ondivaga a doppio taglio, d'altronde chi risica non rosica (a differenza di Sego ...);
10)Frederic Nihout di Caccia e Pesca ... avete letto bene!!!!! mah un po' destrorso, mai sentito ...
11)Philippe de Villier, del "movimento per la francia", un vandeano che farà un po' di concorrenza a Le Pen, detto "l'uomo dalla patata in bocca", inascoltabile;
12)Jean-Marie Le Pen, altro inossidabile, classe 1928 (un giovinotto per il quirinale ....) che ha detto che se eletto non si ricandiderà tra 5 anni (e vorrei vedere!!). Da qualche giorno si paventa un ulteriore secondo turno con Le Pen (e chi Sarko? il ballottaggio degli incubi della sinistra, che ci potrebbe pensare prima ...);
bhe che dire, ora che la campagna è aperta hanno tutti e 12 pari diritti di tempi televisivi .... (ma nel 2002 erano 16), ci sarà da divertirsi, mancano meno 10 giorni al primo turno. Dopo un po' meno che con sarko .... ma lo sapete che sarko è stato bocciato a scuola quando aveva undici anni e poi se ne è andato al privato? non ha fatto l'ENA e manco SciencePo (ci è andato ma non ha mai preso alcun diploma). Il padre era un nobile ungherese cacciato dall'armata rossa che ha preso la nazionalità
francese arruolandosi nella legione straniera, e la madre la figlia di un medico ebreo sefardita di parigi. Nelle banlieue non puo' entrare, ma tanto se ne fotte che quelli non ci vanno a votare ... Quindi speriamo ancora debolmente in Sego ma inizio a pensare che è meglio un ballottaggio Sarko-Bayrou incerto che un Sarko-Sego dove Sarko vince .... (o l'incubo del Sarko-LePen).
Un bel casino, che non ha nulla da invidiare all'italia ! (a parte mastella ....). Beh non posso che godermi lo spettacolo, che far votare gli stranieri neanche a parlarne (a parte schivardi .... ovvero nessuno) mentre a fargli pagare le tasse si .... ma questo penso che sia comune anche in italia (non mi sono mai posto la questione in italia ovviamente), mentre a pagare le tasse si ... è come essere azionisti di una società per azioni ma non potere votare al consiglio degli azionisti ... insomma come telecom!
a presto con più simpatiche foto ....
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