venerdì 30 dicembre 2011

Un nuovo blog

E da qualche giorno anche MaGa ha aperto un blog! E non le poteva mancare, un ultimo passaggio sul web 2.0 ma già lanciati verso il 3.0.

Su blogspot, Il blog di Maga, per ora ci sono una serie di interessantissime ricette siciliane ... e a breve le prime relative foto!

mercoledì 28 dicembre 2011

1939 - 2012



Questo è un post della serie "pessimismo". Ho letto da qualche parte (e lo riporto parafrasandolo perché non riesco a ritrovare le parole esatte) che si ha l'impressione di essere qui ad attendere il 2012 come i polacchi attesero il 1939.
Immagine suggestiva, che però non restringerei ai soli polacchi.

Tutti pensiamo che il nuovo anno non potrà essere che peggiore del precedente, e così succede da non pochi capodanni, anche se tra lustrini e paillettes, tra una festa ad Arcore e un botto (a proposito pare che li vogliano vietare a Bari e Torino, iniziativa magari anche lodevole ma sicuramente sintomo di qualcosa di negativo, se i botti servivano per allontanare gli spiriti del male nel passaggio da un anno all'altro direi che sono quanto mai necessari) non ce ne eravamo troppo accorti.

Siamo stati come la famosa "rana nell'acqua" che si scalda lentamente. E ora ci stanno per scolare, impanare e friggere.

Come si sentivano i nostri progenitori in quel capodanno 1939? Lo scopriremo presto.

sabato 24 dicembre 2011

Dall'Europa agli USA



La bufera finanziaria mi ha costretto lo scorso novembre a capire un po' meglio come funzionano i pochi spicci investiti che ho (e spero abbia costretta anche i tanti pigri come me che prima lasciavano tranquillamente a giacere i propri quattro spicci). Così dopo un mese a studiare e a monitorare, ho fatto un primo "arbitrage" e ho diviso in tre parti alcuni spicci che erano su un fondo di investimenti della zona euro: una parte resta, una parte va ad un fondo analogo US e una parte va verso un fondo specifico del mercato energetico.

Sono veramente spiccetti e il 2012 sarà quindi dedicato a seguire e capire meglio, cosa utile non solo per i suddetti pochi spicci ma anche per capire meglio cosa sono (e chi sono, e su questo penso che ci sia molto di vero quando si dice "i mercati siamo noi") questi "fondi di investimento" che hanno un impatto non trascurabile sulla vita quotidiana. C'è poi il non trascurabile divertimento di seguire dei numeri che salgono e scendono (sperabilmente salgono ...) in funzione del tempo ...

Speriamo quindi non solo nella ripresa EU ma anche US (che mi pare siano già previsti in ripresa, si sa l'americani so' forti ...).
Ne tengo d'occhio poi un altro paio per il futuro (volete sapere quali?) Si tratta di investimenti a lungo termine quindi con un paio di spostamenti ("arbitrages" appunto) l'anno e non frenetiche operazioni quotidiane in borsa.

Bene, non so chi possa interessare tutto ciò, ma tanto per fare anche un post in controtendenza natalizia.
O forse sarebbe stato più saggio investirli giocando a tombola?

giovedì 22 dicembre 2011

Un trapanese alle fosse Ardeatine



Arrivato a Roma ho letto un breve libro che racconta la storia di un trapanese morto alle fosse ardeatine, Pietro Ermelindo Lungaro. Una storia non proprio definita nei particolari, piuttosto qualche sprazzo: un ufficiale di PS che viene catturato dai nazisti e rinchiuso a via Tasso perché sospettato di fiancheggiare la resistenza. Muore così alle fosse Ardeatine e ai posteri risulta come un attivista del glorioso Partito d'Azione.
Anche se tutto questo resta fumoso, una cosa è fondamentale di questo libro. Ricorda la mistificazione fascista sul collegamento via Rasella - fosse Ardeatine (e anche qualche altra sul processo a Kappler).
Perché la vulgata (fascistoide) vuole che i nazisti abbiano chiesto agli attentatori di via Rasella di consegnarsi pena una rappresaglia nei confronti della popolazione.
La richiesta è un falso e soprattutto uno "scambio" impossibile da mettere in atto in una città come la Roma del 1944 (dove cioè non esistevano le comunicazioni veloci di oggi).
Già perché sapete quanto tempo è passato dall'attentato di via Rasella all'eccidio delle fosse Ardeatine? VENTIQUATTRO ORE

Ogni ulteriore commento è superfluo.

martedì 20 dicembre 2011

Concorsi universitari

Su iMille pubblico oggi un articolo sul senso dei concorsi universitari.

Un’altra volta ancora, come oramai accade con ciclicità, un po’ come i monsoni o le occupazioni studentesche, si infiamma la polemica sui «concorsi truccati» dell’Università. L’ultimo caso riportato è quello dell’Università del Piemonte Orientale, dove su 13 candidati è risultato vincitore quello che, in base ad una classifica stilata utilizzando diversi parametri quantitativi bibliometrici sul lavoro passato dei candidati, è risultato essere l’ultimo. Ma certo, aveva scritto un lavoro con il presidente della commissione. Concorso truccato, si è quindi detto, con tanto di petizione della comunità scientifica in questione, perché questi comportamenti, si dice, minano la «credibilità dell’ateneo e della ricerca in Italia».[1] Ora non vogliamo fare sterile e stupida ironia sulla credibilità dell’ateneo in questione, anche perché è in buona compagnia nel panorama nazionale: nessuna Università italiana figura tra le prime 100 del mondo, come avevo già scritto circa un mese fa, e un perché ci sarà. O meglio un insieme di perché tra cui figura anche il metodo di selezione.


(continua sul sito)

lunedì 19 dicembre 2011

Innovazione nel 2011 - Top 100



Ho scritto un breve decalogo sull'innovazione nel 2011 per il Post.

Eccolo.

L’Europa, come è noto, è al centro di una grave crisi, economica, occupazionale e di debito. Sembra anche una crisi industriale, e l’anno che sta per cominciare sarà probabilmente l’anno della recessione. Qualche elemento di speranza arriva in questi giorni da un’indagine sui 100 maggiori innovatori del mondo condotta da Thompson Reuters, che descrive una gerarchia del mondo un po’ diversa da quella che siamo abituati a sentire. Il rapporto analizza e descrive l’evoluzione mondiale dell’innovazione scientifico-tecnologica nell’anno che sta per finire, stilando una classifica delle aziende e degli enti che hanno ottenuto i maggiori risultati nel settore, sia tra quelli pubblici che tra quelli privati. I suoi contenuti fondamentali possono essere sintetizzati in dieci punti.

Brevetti
La gerarchia dei continenti vede in testa c’è il Nord America con 40 aziende o enti presenti in classifica, seguito dall’Asia (31) e dall’Europa (29).

E la Cina?
L’Asia è rappresentata soprattutto da Giappone e Corea del Sud, mentre la Cina non figura affatto. Ecco una prima cosa insolita rispetto a quello che siamo abituati a pensare: quella che è diventata la nazione prima produttrice di brevetti al mondo non ha però nessuna azienda o ente che sia tra le prime 100 innovatrici del mondo.

Chi innova di più in Europa
Tra i paesi europei con più aziende o enti leader mondiali dell’innovazione c’è in testa la Francia, con 11. Prima in Europa e terza nel mondo dietro Stati Uniti e Giappone.

Francia
La Francia ha anche un primato mondiale: è stata l’unica nazione a presentare in questa classifica ben tre enti di ricerca (per tutti gli altri stati si tratta di società private): il Centro Nazionale per la Ricerca Scientifica (CNRS, completamente pubblico), il Commissariato per l’Energia Atomica (CEA, parzialmente pubblico) e IFP-Energie Nouvelles (l’ex Istituto Francese del Petrolio ora riconvertito verso lo studio delle nuove fonti di energia).

L’Europa
L’Europa è anche, cosa meno inaspettata, il continente con il numero maggiore di Stati presenti nella classifica. Oltre alla Francia troviamo la Germania, i Paesi Bassi, la Svizzera, la Svezia e persino il piccolissimo Lichtenstein. L’Inghilterra è presente solo parzialmente con l’azienda anglo-olandese Unilever.

L’Italia non c’è
Italia non pervenuta. Nessuna azienda o ente italiano figura tra i primi 100 innovatori del mondo. Niente, né nella chimica, né nell’elettronica, né nella motoristica, né nella componentistica. Nulla. D’altra parte nessuna università italiana è tra le prime cento del mondo.

Lavoro
Le 100 aziende o enti presenti nella classifica hanno creato più di 400.000 posti di lavoro nel 2010, con un significativo incremento rispetto al 2009 (e senza contare l’impatto indiretto sull’indotto). Le stesse aziende o enti hanno avuto un incremento dei ricavi del 12,9 per cento tra il 2009 e il 2010 e conseguentemente un aumento del valore delle loro azioni in borsa.

Modelli
Non esiste un solo modello per sviluppare innovazione. Se da una parte ci sono modelli basati sulle aziende private come attori centrali e le Università a fornire “mano d’opera”, il modello francese testimonia come sia possibile innovare anche con enti di ricerca pubblici o parzialmente pubblici. La presenza del settore pubblico che non è necessariamente sinonimo di apatia, assistenzialismo e spreco.

Innovare conviene
Quanto sia “conveniente” investire in scienza e tecnologia non arriva dagli ambienti accademici o politici “di area” ma da una importante società nel campo dell’informazione economico-finanziaria. Che conferma una volta di più come per crescere serva sviluppare e incentivare ricerca e innovazione tecnologica.

Il mondo non è cambiato, ancora
L’Europa non è in testa alla classifica ma nemmeno condannata al declino come sembrerebbe osservando altri indicatori. Le economie emergenti, quelle dei cosiddetti BRIC (Brasile, Russia, India e Cina) ancora non si vedono dietro Stati Uniti e Giappone.

domenica 18 dicembre 2011

Ai miei tempi ...



Su Avvenire di mercoledì (già per motivi che non sto qui a spiegare a Parigi mi arriva Avvenire a casa per posta) si legge in prima pagina, nel "mattutino":

Ci sono difetti che sembrano oggi concepiti già nel ventre delle madri: parlo dell'infatuazione per la gente dello spettacolo, per le auto e i calciatori. Quanto tempo può concedere agli studi un animo assediato e preso da questi pensieri? E dove troviamo un giovane che parli di qualcos'altro a casa sua? E se entriamo in una scuola, che altri discorsi possiamo sentire tra i ragazzi? Persino i maestri non parlano d'altro!

Una ennesima filippica sulla decadenza dei nostri tempi? Non tanto, perché in realtà il passaggio, sostituendo le parole in grassetto con "istrioni, cavalli e gladiatori", è tratto addirittura dal De oratoribus di Tacito (I secolo d.C.).

A prova che si dice "ai miei tempi" dalla notte dei tempi. L'età dell'oro lasciamola ai nostalgici di nulla e teniamoci giusto una birra scozzese (che chissà se esiste ancora).

venerdì 16 dicembre 2011

Milizie?



L'articolo di ieri è stato commentato sia qui che su Agoravox da un certo Armando che sostiene che non posso citare Militia Christi tra i gruppi fascisti. Se siano o meno fascisti rimando alla risposta di Emanuela, certo sul loro sito leggo: "Tra i nostri principali nemici figurano [...] il sionismo [...] e la massoneria collegata al precedente". Ora se un messaggio come questo non ha una base "culturale" (tra virgolette perché la Cultura ha poco a che vedere con queste cose) fascista ditemelo voi. E si potrebbe andare avanti scorrendo il loro programma.
Ma poi un gruppo "cristiano" da quando in qua si identifica nell'avere un nemico?

Ma la cosa "sorprendente" è che esiste un'altra Militia Christi! Questa è un'associazione di diritto pontificale fondata niente meno che nel 1209! Hanno l'aria di essere un po' conservatori (anzi reazionari si direbbe dall'iconografia), però come è possibile che un movimento politico di estrema destra come quello romano possa avere lo stesso nome di una congregazione religiosa? E' come se Vendola fondasse un partito e lo chiamasse "Francescani" ....

E soprattutto, ma quante milizie ci stanno in giro? Troppe, a mio parere ...


Postilla sulla Militia Christi religiosa: Wikipedia dice che sono stati fondati per combattere gli albigesi (=sterminarli). E leggo pure sulla "Directory of International Associations of the Faithful, published by the Pontifical Council for the Laity" che hanno un "dipartimento della Verità", dove chissà di cosa si discute ...

giovedì 15 dicembre 2011

Fascisti in parlamento



Il deputato Barbato ha ieri divulgato le "confessioni" di Razzi, riprese di nascosto dallo stesso Barbato. Sicuramente una violazione e pure forse un reato, ma è allucinante la risposta della Mussolini. Che lei sia fascista è ovvio, lo dice il nome stesso. Mi domando in quale paese civile si potrebbe arrivare ad eleggere un discendente diretto di un ex-dittatore, il fatto che sia deputato e pure con un certo seguito popolare la dice lunga sul livello raggiunto dalla società italiana, ben rappresentata da questa classe politica di cui a parole tutti sono bravi a lamentarsi.

Il ragionamento della Mussolini è assurdo: il presidente della Camera dovrebbe "allontanare" dalla Camera un deputato perché ha fatto qualcosa di "scorretto o illegale"? Un atto poi palesemente compiuto nelle sue funzioni di parlamentare e quindi non punibile. E giustamente, aggiungo. Questa norma fu inserita dai padri fondatori che conoscevano i metodi del nonno della suddetta e allontanare un deputato d'imperio da parte del presidente della Camera è un atto fascista. Che poi non sono gli stessi che fanno un putiferio quando i loro deputati sono accusati dalla magistratura per atti non legati all'attività parlamentare (voto di scambio, associazioni mafiose o para-mafiose non direi lo siano, anche se magari sono state la chiave per farsi eleggere)? Mi pare che Cicchitto sonnecchi troppo da quando c'è il nuovo governo, svegliatelo!

Così, usando il tipico sofismo fascista, è Barbato a fare scandalo e non Razzi! Un mondo di folli ...

Ai fascisti il 5X1000 ?



Una volta l'Italia era antifascista, e una volta una legge vietava la ricostituzione del partito fascista. Una legge non fatta a caso, ma fatta da chi sapeva cosa volesse dire fascismo: violenza, menzogne (e in primis negare sempre la violenza e le responsabilità), soprusi, istigazione all'odio.
Fascista ha un significato che va ben al di là del momento storico, è tutto questo e anche di più. Sono fascisti quelli del Ku Klux Klan, come quelli di Militia Christi*, Forza Nuova come CasaPound, Blocco Studentesco come Movimento Politico (che fu giustamente sciolto) e il movimento di Saia.

Ora era in evitabile che nel momento in cui quelli che sfilavano con le celtiche e facevano il saluto romano (di cui non si vergognano neanche) diventano ministri e sindaci di grandi città, questa "diga" contro i mostri si sarebbe inevitabilmente sgretolata. Ma leggere sul sito di CPI (che non linko per principio) che è possibile finanziarli con il 5X1000 è veramente troppo.

Non riesco quasi a crederci. Altro che ristrutturazione economica, qui è tutto il contesto che è marcio fino all'inverosimile. I fascisti dovremmo mandarli su Marte e invece li sovvenzioniamo pure.


*P.S.: evidentemente l'autore quando ha scritto Militia Christi (MC) pensava che fosse la stessa Militia condannata per antisemitismo dai ROS di Milano. Comunanza non solo nominale ma anche perché così riportato da il Giornale (e mi direte: ma vedi a fidarti del giornale! e vabbé uno pensa che almeno su ste cose ....). Poi così mi sono andato a vedere questa MC italiana e non è che ho trovato un pensiero politico così lontano dal fascismo: omofobo, antisemita ... Infine scopro pure che c'è un gruppo religioso fondato nel 1209 con lo stesso nome che però non ha niente a che vedere con il primo. Ma le dispute interne alla chiesa non mi riguardano ...

mercoledì 14 dicembre 2011

La lista si allunga



Ecco la lista delle storie di ordinario nazismo si allunga con una velocità e un'escalation notevoli:

3) un militante neo-fascista (quelli della pseudo-cultura di destra di "Casa Pound") scende in strada e spara ai primi africani che incontra uccidendone due e ferendone gravemente uno. Quasi da presidenza onoraria del Ku Klux Klan.

martedì 13 dicembre 2011

Emanuela sul web

A furia di scribacchiare su fb e dopo aver messo qualche rado pensiero sul suo blog, finalmente Emanuela passa alla stampa online!
Una lettera di risposta ad un prof un po' montato ...

domenica 11 dicembre 2011

Storie di ordinario nazismo



Dunque recentemente nell'ordine:

1) un campo rom incendiato a Torino da una fiaccolata di "normali" cittadini. Poi ora iniziano a dire che sono degli ultrà infiltrati (come se l'essere ultrà giustificasse o meglio ci giustificasse, come fossero corpi estranei venuti da marte e non frutti coerenti della società), ma dimentichiamo gli incitamenti o quanto meno gli apprezzamenti che pare ci siano stati da parte delle cosiddette "persone per bene";

2) un deputato della Repubblica ha detto che essere orgogliosi di essere omosessuali è come essere orgogliosi di essere ladri. Ma questo è il meno che ha detto nella stessa intervista sull'argomento. Farfugliava di una "anomalia genetica". Che sia stato proposto come presidente di un partito nazifascista non stupisce. Stupisce che sia stato eletto in un partito del centrosinistra;

Poi oggi è domenica, anche se la serie A è stata ridotta a spezzatino basterebbe guardare in quelle curve rimaste o ascoltare qualche coro a caso per allungare facilmente la lista.

sabato 10 dicembre 2011

La saga dell'ICI



Se ne parlava da mesi, ma da quando sono arrivate le misure del governo Monti, grazie soprattutto alla reintroduzione dell'ICI (ora IMU) sulle prime case la richiesta "anche la Chiesa paghi l'ICI" ha ripreso, inevitabilmente, vigore.
Una faccenda che però è più intricata di quanto sembri perché regolata da norme sull'esenzione che sono di varia natura. Mi sono perciò chiesto quale sia esattamente la normativa e cosa voglia esattamente dire "la manovra ce la paghi la Chiesa" (che detta così ha veramente un sapore populista che porta inevitabilmente a dubitare della cosa, e se lo dico io che non posso certo essere accusato di avere simpatie per quella parte del mondo ...).

Inizia a parlarne Andrea Sarubbi che divide bene la storia dalla vulgata. Anche se non approfondisce esattamente la normativa, lasciandomi quindi ancora insoddisfatto. E' però un primo passo che chiarisce meglio l'esistenza di zone grigie date dalla frase "non esclusivamente commerciali" contenuta nella normativa.

Qualche giorno dopo Mario Berlanda invece ci spiega in modo molto diffuso la normativa. E' un articolo lungo e dettagliato, l'unico che sono riuscito a trovare finalmente esauriente e che quindi pone i termi della questione. Li provo a riassumere chiedendo anticipatamente venia a Mario per inevitabili leggerezze.

L'esenzione riguarda la chiesa per:
1) proprietà del Vaticano. Queste sono pochissime e comunque se anche si levasse questa parte sarebbero ugualmente escluse perché appartenenti ad uno stato estero (e gli stati esteri come gli organismi sovra-nazionali non pagano le imposte, come stabilito da norme reciproche internazionali ovvie);

2) gli enti no-profit. E qui Mario entra nei dettagli delle zone d'ombra. Ci sarebbe da discutere se siano veramente no-profit alcuni di questi che sono esentati, non solo nell'elusione della norma ma anche nella regolamentazione della stessa. Gli ospedali convenzionati sono no-profit? Non ho capito se le scuole parificate sono anche no-profit (ma penso di sì). Mario fa notare che i "rifugi dei pellegrini" aprono dei facili varchi all'elusione. Ovviamente non possiamo non essere d'accordo sul fatto che "attività caritatevoli" non dovrebbero pagare l'ICI, ma quando Bagnasco dice "se si vuole che il no-profit paghi l'ICI che lo facciano tutti" è "sofista" perché non distingue neanche lui. Ma lo fa scientemente, secondo me, adottando la solita tecnica del "buttarla in caciara" e riportare tutto in una guerra tra bande.

3) i luoghi di culto. E qui ovviamente è una questione "Politica". I luoghi di culto sono attività "sociali"? Aiutano la società e quindi la società li esenta da partecipare al proprio sostentamento? La domanda è aperta e vale per tutte le confessioni. Anche qui la normativa apre ad alcune possibili elusioni o zone d'ombra (conventi, oratori, etc ...), però resta il motivo di fondo. Per questo bisognerebbe riprendere il senso della tassa sugli immobili, spiegato bene da Monti alcuni giorni fa (nella famosa intervista con Bruno Vespa). L’ICI, anzi l’IMU, la si dovrebbe vedere come una tassa sui servizi che lo stato e/o i comuni mettono a disposizione per l’immobile: accesso all’immobile (strade, porti, aeroporti), servizi per l’immobile (acquedotti, fognature etc …). Ora di questi servizi ne beneficiano anche i luoghi di culto. Il culto religioso è un servizio “sociale”? Ovviamente è una scelta politica, dipende da quale si pensa sia il ruolo dei culti religiosi all’interno di una società.

Riusciranno i nostri eroi a riportare la discussione ai fatti? Purtroppo ne dubito ...

venerdì 9 dicembre 2011

La perfida Albione



In pratica l'Europa tutta, zona Euro più gli altri tranne uno, hanno deciso che si daranno regole anche fiscali e finanziarie. Cosa ottima e inevitabile. Peccato per quel tranne uno. Ma ci saremmo sicuramente (positivamente) meravigliati se quello stato avesse accettato una vera unione degli stati che cerca di andare verso una diminuzione della sovranità nazionale per contribuire a costituirne una europea. Intendiamoci, non è che i governi di Francia, Germania, ma anche della stessa Italia, sono lì pronti a spostare i loro poteri verso un potere federale. Ma procedono in questa direzione, volenti o nolenti.

Ancora, il più direi, è da fare. Per farlo bisogna dare pienezza alla democrazia europea. Questa ha un suo strumento, l'Europarlamento, sempre troppo sbeffeggiato ma che è l'unico luogo dove rappresentanti del popolo europeo democraticamente eletto discutono e decidono insieme di molte cose. Ancora non di tutte, purtroppo. Ma come può questo parlamento ora essere la democrazia della nuova Europa se è eletto dai 27? Non sarebbe atto di onestà da parte di quello stato uscire completamente o entrare completamente? Restando sulla soglia, fuori dalle decisioni dell'unione fiscale ma dentro l'unico luogo democratico dell'Unione, non svilisce ancor più quest'ultimo, privandolo ancor di più della sua già bassa autorevolezza e importanza?

lunedì 5 dicembre 2011

Padania barbarica



A me questa immagine dell'europa divisa in "regioni" presentata da Bossi al sedicente parlamento padano (mi domando sempre: chi l'ha eletto e quando?), mi sembra una di quelle cartine dell'Europa medievale con i regni barbarici.
Ostrogoti, visigoti, vandali, unni ...

domenica 4 dicembre 2011

Socrates



Oggi invece ci lascia pure Socrates, "il dottore". I più se lo ricordano ai mondiali '82 con la maglia del Brasile, ma sicuramente gli "esperti" dei campionati italiani tra l'84 e l'88 se lo ricordano raffigurato nella sua bella figurina Panini con la maglia della Fiorentina.

sabato 3 dicembre 2011

Goldrake



Dal blog di AdF vengo a sapere che è morto il creatore di Goldrake e grazie a lui ritrovo questa bella sigla, che ricordo passare su un vecchio televisore in bianco e nero, anche se dentro di me l'ho sempre pensata a colori (magie dell'immaginazione). Chissà dove hanno riposto l'alabarda spaziale.

Ma Cicchitto dove stava?



E' di questa settimana la rinuncia da parte di Scattone della cattedra di supplente (supplenza annuale del provveditorato) di Storia e Filosofia al liceo Cavour di Roma, lo stesso frequentato da Marta Russo, la studentessa di Giurisprudenza della cui morte è stato condannato in via definitiva per omicidio colposo aggravato. Pena di sei anni scontata. Interdizione dai pubblici uffici levata (non so se finita di scontare, non è sempre una pena "perenne" o se revocata da qualche passaggio giuridico). Quindi Scattone, come ogni cittadino, aveva il diritto di rientrare nella società e fare il lavoro che conosce: insegnare storia e filosofia. Cosa che fa da anni nei licei della capitale (mia madre e anche mia zia, mi pare, lo hanno avuto come collega già diversi anni fa). Per un caso di quelli che solo la burocrazia è capace di combinare (quando la realtà supera l'immaginazione) a settembre è stato nominato dal provveditorato a coprire una cattedra al Cavour. E due-tre mesi dopo se ne sono accorti i giornali, sollevando un putiferio che qualcuno ha giustamente condannato come "da Italia medioevale". O meglio da stato di non-diritto.
Non voglio stare qui a discutere nel merito del processo (ha avuto una condanna, punto), né sul fatto che lui si dichiari innocente (è un diritto anche questo, o no?). La polemica, come ho già detto, è stata veramente indegna, una risposta "fascista" (e infatti fascisti doc, di forza nuova, erano quelli che hanno esposto un indegno striscione davanti alla scuola). Ma ancor più fascista è stato il silenzio, l'aver, come si dice, lasciato solo Scattone davanti alle polemiche, all'odio e all'astio. Un colpevole che è diventato vittima, privo di ogni protezione delle istituzioni.
E infatti mi domando le istituzioni devono essere vicine solamente alle alte cariche dello stato? Ai "famosi" che incappano in qualche inchiesta? Dove stavano Cicchitto, Capezzone e la folta la schiera dei cosiddetti "garantisti", di tutti quelli che difendono Dell'Utri, Previti, Berlusconi (già dov'era Berlusconi?)?

Già allora anche le dimissioni di Guarguaglini sono state una forzatura del diritto? Si e no, perché non bisogna confondere il diritto con l'opportunità, soprattutto quando si tratta del mantenimento di una posizione "privilegiata" nella società. Mi spiego: una cosa è dire che è poco opportuno che qualcuno che sia in odore di mafia, o che sia implicato in vicende di corruzione (a prescindere dall'iter giudiziario) resti o prenda posizioni di "comando" o "politiche", potendo invece ovviamente continuare (o riprendere) il suo normale lavoro, un'altra è che scontata la pena non si possa ricominciare il proprio lavoro.
Soprattutto perché non si tratta di fare il manager o il politico a 15000€ al mese (minimo) ma il professore precario di storia e filosofia per scarsi e insicuri 1000€ al mese.
Insomma la "buonauscita" è stata data a Guarguaglini e il povero Scattone a casa.
E Cicchitto troppo occupato con il nuovo governo, evidentemente.

lunedì 28 novembre 2011

Cover Italia-Francia



Ecco la bella Cover del Phys. Chem. Chem. Phys. andato online proprio oggi (è la issue del 21 dicembre, ma per un curioso motivo sono in anticipo di un mese). L'articolo corrispondente lo trovate sul sito (accessibile al 100% per chi ha l'abbonamento, gli altri possono comunque leggere l'abstract).

Si tratta dell'articolone fatto in collaborazione con Alberto Mezzetti (Univ. di Lille e CEA-Saclay) e il gruppo di Leonardo Guidoni (Univ de l'Aquila e La Sapienza). Ma soprattutto grazie al programma HPC-Europa2 che ha finanziato una mia permanenza a Roma e la venuta di Daniele (studente di Roma) a Evry, oltre a parecchie ore di calcolo sui supercalcolatori del CINECA (Italia) e del CINES (Francia).
Insomma una bella collaborazione Italia-Francia (poi che il lato Francia fosse zeppo di italiani è un altro paio di maniche).

Come dice il titolo, si tratta di una accurata caratterizzazione delle vibrazioni molecolari della peridinina, una molecola implicata nella fotosintesi e precisamente nei primi passi di cattura della luce. Studiandola in vari solventi abbiamo anche ottenuto delle piste semi-quantitative per proporre delle caratterizzazioni in proteina, o meglio come i diversi posti dove la si può trovare dentro una proteina possono influenzare il suo spettro vibrazionale.

Università e Ricerca nelle proposte del PD



In questi giorni il PD ha presentato un bel libretto per esporre in modo succinto ma non solo tramite slogan le proprie proposte per “L’Italia di domani” (che è anche il titolo del libro). Il libretto è abbastanza agile, il formato sembra poter coniugare “comunicazione” e “proposte concrete”, il tutto corredato da belle foto e qualche “highlight” su ogni tema. Insomma rispetto alle 600 e passa pagine del programma dell’Unione un notevole passo in avanti.

Andando oltre i saluti di rito di segretario, presidente dell’assemblea nazionale e vice-segretario, si delineano i differenti temi sui quali si declinano le proposte del partito. Si inizia con “famiglie e politiche sociali”, si continua con “lavoro”, “salute”, “scuola”, “sicurezza”, “immigrazione” etc … Non voglio entrare nei dettagli di ogni tematica, ma soffermarmi su una sola, quella “Università e Ricerca”, senza non poter prima non restare abbastanza sorpreso dalla mancanza di qualcosa sulle politiche industriali (a parte un capitolo sulla “green economy” in cui però c’è un po’ di tutto, anche i rifiuti …).

(continua su iMille)

domenica 27 novembre 2011

Gli opposti vanno insieme



E poi non mi venite a dire che la famosa teoria degli "opposti" in politica non vale! Ho notato come un articolo di Giulietto Chiesa su il Fatto Quotidiano sia stato ripreso dal blog della formazione fascista di Saia (che non linko per principio).
Poteri forti, governo delle banche, complotto internazionale dei "mercati" (ovviamente demo-pluto-giudaico), perdita della sovranità nazionale. Insomma ci sta tutto il tipico campionario della destra fascista in bocca a chi si professa come la vera e unica sinistra.
Che questa crisi, come tutte le crisi epocali, avrebbe rovesciato molte cose lo si diceva da tempo, ma per ora sembrava restare tutto molto astratto e futuribile. Ora sembrano arrivare le prime nere nubi, cariche di pioggia acida, e il veleno propagarsi tra la popolazione ...

venerdì 25 novembre 2011

E se non lo contiamo sul PIL ?

Ieri su iMille Raoul Minetti e Alessandro Giovannini criticano, giustamente, un articolo di Oscar Giannino perché quest'ultimo riportava l'andamento del debito assoluto e non in rapporto al PIL (il famoso prodotto interno lordo).
Da anni (dai tempi di Maastricht) sentiamo parlare di rapporto deficit/PIL (deficit inteso come annuale) o debito/PIL (debito complessivo). Quest'ultimo è quello che viene citato quando si parla dell'enormità del debito italiano.

Commentando il post, ho chiesto da profano di economia (che è una curiosa disciplina che quantifica oggetti non fisici): ma non sarebbe più corretto calcolare il deficit e il debito rispetto al "volume di affari" dello stato?
Giustamente, mi è stato risposto che Il rapporto misura quindi quale frazione del PIL annuale della nazione lo stato dovrebbe “prelevare” in tasse per riuscire ripagare il suo debito. Ora questo però, quando si comparano i rapporti deficit/PIL e debito/PIL di diversi stati, ha poco senso se non si tratta di stati con la stessa fiscalità e con la stassa presenza dello stato nell'economia nazionale.
Se prendiamo due stati con lo stesso debito/PIL che, per fare un esempio "scolastico", è generato dallo stesso debito e dallo stesso PIL, ma sono organizzati molto diversamente, uno con una tassazione robusta, uno stato attivo che ha enti, industrie etc … (o se vogliamo prendiamo il limite di uno stato “sovietico” che controlla tutta l’economia) e l’altro che invece non ha nulla, dove tutto è privato, dove le tasse sulle imprese sono molto basse, etc … è ovvio che i due stati avranno tempi e possibilità diverse di ripianare questo deficit. Insomma riportare tutto al PIL mi sembra o una pretesa di "statalizzazione dell'economia" (paradossale visto che questo indicatore è utilizzato da entità che sono quanto di più lontano al controllo statale dell'economia) oppure mi pare possa essere molto fuorviante nel determinare le classifiche di virtuosità degli stati.

Il bravissimo Alessandro mi ha quindi mandato questi due interessanti grafici dove il debito e il deficit sono stati divisi per la "revenue" di ogni stato. Forse il denominatore non è ancora corretto, però mi pare diano una visione complementare sullo stato di salute degli stati, sull'ordine di "virtuosità" e di reazione possibile alle tempeste.
L'ordine non è radicalmente diverso, con delle eccezioni interessanti che riguardano USA e Francia ...



lunedì 21 novembre 2011

Sguardo sui governi "tecnici"

Oggi su iMille abbiamo pubblicato un lavoro collettivo in cui abbiamo individuato i governi tecnici, di larghe intese, di unità nazionale (e qualche governo di minoranza) che si sono formati negli ultimi cent'anni nei paesi industrializzati.

Un'interessante rassegna che mostra una certa "unicità" del caso italiano e come governi appoggiati da tutte le forze politiche abbiano spesso coinciso con eventi eccezionali.

Buona lettura.

domenica 20 novembre 2011

Ma qual è l'exit-strategy del PD?



Come molti stanno scrivendo e dicendo, il governo Monti potrebbe portare ad uno scombussolamento del panorama politico, a partire dai due partiti che ne sono gli interpreti principali: PD e PdL. Premessa necessaria è il successo del governo Monti. Se questo dovesse fallire (e con lui lo stato italiano, nel senso vero e tecnico del termine) il terremoto economico sarebbe tale che l'ultimo dei problemi sarebbe quello dei nuovi assetti dei partiti politici.

Ipotizziamo quindi un successo (anche solo parziale) del governo Monti. Questo avverrà passando attraverso misure economiche e sociali importanti. Non solo tasse ma anche rottura di privilegi e modifica di molte regole sociali, a partire da quelle sul lavoro, sugli ordini professionali, sulle pensioni. La mia impressione è che le misure che ogni forza politica e sociale cita, ognuna singolarmente, andranno (e mi auguro saranno) fatte tutte.

Allora il panorama cambierà molto, non solo lato PdL, su cui tanto si parla. La sua exit-strategy è secondo me abbastanza segnata: verso un'unità Alfano-Casini che ridisegnerà il centro-destra. Un progetto dal loro punto di vista coerente e omogeneo e che quindi può andare a buon fine. Ne avevo già parlato in tempi non sospetti. Ovviamente ci saranno una serie di variabili che possono farlo fallire: il rapporto con la Lega, l'ostilità di grandi pezzi del PdL, il ruolo di Fini etc ...

Meno si parla, anche se si sta iniziando a farlo, di come potrà essere ridisegnata la sinistra e il PD. Questo anche perché Bersani non ha subito iniziato a parlare di "spine da staccare" e ha, per il momento, contenuto i mal di pancia all'interno. Però le differenze verranno presto fuori e la strategia del "tenere chiuso il tappo" rischia di poter risultare controproducente quando la pressione sarà talmente grande che non si potrà più contenere. Venendo al sodo: come si comporterà il PD quando arriveranno le misure sulla riforma del mercato del lavoro? Come conterrà chi dice che la legge Gelmini "attacca il diritto allo studio" quando, ben presto, si finiranno i decreti attuativi e si dovranno attuare quei famosi criteri meritocratici per permettere di rendere reale il diritto allo studio per chi vuole studiare e lo fa con profitto e non per tutti indiscriminatamente (dando poi troppo poco a tutti)? Si ha l'impressione che l'exit-strategy a sinistra non si sia ancora delineata. Si sacrificheranno le posizioni di Fassina, benché "validate" dalla fantomatica assemblea di Genova sul lavoro del PD, sull'altare del governo? Probabilmente si, ma subendole o rilanciandole (famosa è la posizione opposta di Ichino che sembra stia risalendo nei consensi interni, anche se l'opposizione della CGIL resterà sicuramente maggioritaria)?
Il rischio evidente è che l'asse Alfano-Casini, se il PD continuerà a seguire il modello di un partito ancorato all'asse CGIL-SeL, riuscirà nel disegno di marginalizzazione della sinistra e della carica innovatrice contenuta nel progetto laico e democratico. Perché ricordiamo che se il centro-destra ha delle convergenze sicure in alcuni provvedimenti di questo governo, resta aperta la partita sul modello di società che si ha in mente. La destra resta su un modello "familista" e basato sulla "tradizione" (in molti campi). La sinistra dovrebbe farsi artefice di un modello liberale nel senso non solo economico ma soprattutto sociale. Se invece si ritira nel caro alveo assistenzialista farà poca strada e farà crescere poco il paese.

Trovare un'exit strategy è perciò fondamentale. Il governo può dare un'utile sponda a chi nel PD è nel lato "liberal-democratico" (un po' i miglioristi del 2000, mutatis mutandis), bisogna però coglierla e non farsi affossare dall'apparato e dal suo immobilismo e trasformismo inconcludente.

venerdì 18 novembre 2011

Il PD Parigi in piazza

Grazie a Raffaello per aver fatto un bel montaggio per rappresentare la manifestazione del PD Parigi del 5 novembre, in collegamento San Giovanni, in una bella sezione del PS (quella del II arrondissement, che ringraziamo e particolarmente Gerard).

Ecco il video

martedì 15 novembre 2011

La notte dei Ministri



Allora pare proprio che il governo partirà, anche se non è chiaro quanto lunga e sofferta sarà la sua corsa. Intanto la notte sarà lunga alla ricerca dei ministri. Ricordiamo che la Legge Bassanini del 1999 ne individuava 12:

1) Ministero degli Affari esteri;
2) Ministero dell'Interno;
3) Ministero della Giustizia;
4) Ministero della Difesa;
5) Ministero dell'Economia e delle finanze;
6) Ministero delle Attività produttive;
7) Ministero delle Politiche agricole e forestali (così il quasi ex ministro Romano può stare tranquillo);
8) Ministero dell'Ambiente e della tutela del territorio;
9) Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti;
10) Ministero del Lavoro, della salute e delle politiche sociali (anche se l'ultima volta fu necessario in tutta fretta scorporare la Sanità a causa del virus H1N1 e si sa che i virus non si possono vietare per decreto né perché non stanno nella lettera alla UE);
11) Ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca;
12) Ministero per i Beni e le attività culturali;

Ora chi ha voglia e tempo può tentare di incasellarvi i nomi che frullano nei diversi totoministri. C'è tutta la notte a disposizione.

domenica 13 novembre 2011

State bboni



Se qualcuno non lo sa ieri sera si è dimesso Berlusconi. E questa è certamente una buona notizia. Da qui però a lanciarsi a destra e a manca in dichiarazioni del tipo "la fine di un'era", "la guerra è finita" o "la riscossa del paese" ce ne passa.
Si dice: “il ritrovato spirito civile di noi italiani”. Ritrovato come? Con Antonione o la Carlucci? Ricordo che il governo Berlusconi è caduto per pochi transfughi e non certo per aver perso le elezioni. Certo è che (contrariamente a quanto dicono dal pdl) il fenomeno dei transfughi è causato (indirettamente) dal tracollo del paese e quindi le pressioni di confinudstria, sindacati, associazioni di commercianti etc … hanno avuto un peso anche nelle scelte dei “transfughi”. Ma non c’è stata nessuna “riscossa civile”, e non c’è nessuna “nuova pagina”.

Ci sarà invece, temo, un periodo parecchio burrascoso. Il PdL ha sempre 212 deputati e 128 senatori, Berlusconi è sempre il suo leader (lo ha appena ripetuto Alfano nella trasmissione di Lucia Annunziata) e ritornerà a fare il tribuno (ha anche annunciato una manifestazione nazionale del PdL).
Non è cambiato nulla, si formerà, probabilmente, un governo per evitare il baratro prendendo per qualche mese soldi dove potrà e poi ricomincerà il solito circo. Il PdL si spaccherà tra Pisanu/Scajola e gli altri? Ancora peggio, si coaguleranno gli ultrà della peggiore destra (e il messaggio di Berlusconi al partito di Storace è un pessimo sintomo) e renderanno ancora più pestifera l'aria politica e parlamentare.

Finché non perde, e di molto, le elezioni, non cambia nulla.

sabato 12 novembre 2011

Con il PdL dentro o nulla



In questi giorni si assiste ad uno dei più duri scontri mai registrati in quello che fu il monolitico (almeno da fuori) partito (o meglio pseudo-partito) creato da Berlusconi. E questo non può che farci piacere, è uno dei migliori sintomi che il capo sta veramente per concludere la sua carriera politica. Anche se aspetterei sempre per esultare.
Anche perché il "si salvi chi può" del PdL ha creato una inevitabile spaccatura su appoggiare o meno un governo tecnico a guida Monti che si va delineando in questi giorni.
La Lega se ne è già tirata fuori: è possibile che il governo nasca senza l'appoggio anche del PdL. No, e giustamente Bersani (e mi pare anche Casini) hanno detto che o è appoggiato anche dal PdL o non se ne fa nulla.
Ma a parte le ovvie motivazioni politiche, ci sono prima delle motivazioni numeriche.
Per questo dobbiamo guardare la composizione dei gruppi parlamentari di Camera e Senato.
Alla Camera PdL+Lega hanno 271 deputati, mentre Fli+IdV+PD+Udc ne hanno 292. In questo caso se aggiungiamo i 42 deputati del gruppo misto arriviamo a quota 334, che basterebbe teoricamente per avere la maggioranza (che è di 316). Una maggioranza risicata, debole politicamente e numericamente soggetta agli "sbalzi d'umore" dei deputati del gruppo misto (7 componenti + 17 deputati non iscritti ad alcuna componente, insomma una giungla paludosa).

Ma è al Senato la faccenda sarebbe ancora più intricata. Qui PdL+Lega hanno 153 senatori e IdV+PD+FLI+UdC ne hanno 146. Se si aggiungono i 15 deputati del Misto si arriva giusto a 161 (che è giusto giusto la maggioranza). Sarebbero quindi necessari i 12 deputati del gruppo "Coesione Nazionale-Io Sud-Forza del Sud", vi rimando alla sua composizione per vedere di chi si tratta.

Se quindi il governo Berlusconi non poteva agire perché appeso ad una maggioranza risicata, potrebbe mai farlo con una maggioranza altrettanto risicata numericamente un governo tecnico che sarebbe in più debolissimo politicamente?

Certo, sarebbe possibile che il PdL si spacchi ancora, costituendo un gruppo di deputati e senatori che entrano comunque nella maggioranza, abbandonando il vecchio padre-padrone in compagnia dei suoi ultimi scagnozzi che non avrebbero alcun futuro in nuove riorganizzazioni del centro-destra (un po' come i repubblichini, ed ironia della sorte molti sono proprio gli eredi dei repubblichini ...). Ma questa spaccatura è per il momento poco chiara soprattutto numericamente e poi si dovrebbe concretizzare prima delle consultazioni. Ovvero domani.

Ad oggi quindi o il governo è appoggiato (senza escamotages di appoggi esterni, sarebbe come farlo nascere con il cappio al collo, sopra una sedia con un piede rotto), oppure dubito serva a qualcosa. Se non andare a prossime elezioni con un Berlusconi di nuovo trionfante (un mezzo cerino, insomma).

venerdì 11 novembre 2011

Toto-ministri!



Beh, è già partito sul corriere un gioco cui avevamo purtroppo un po' perso l'abitudine: il totoministri!!
Per ora il corriere presenta due scenari: tecnico-puro e tecnico-politico.
Vediamo chi mette, così poi tra qualche giorno controlliamo.

Tecnico Puro
Economia: Saccomanni/Monti.
Esteri: Amato/Frattini non vedo dove sia il loro tecnicismo, Amato è stato ministro già con De Mita, poi con Craxi, poi ultimo premier del pentapartito, poi ultimo premier dell'ulivo, poi ministro con Prodi. Non oso immaginare se fosse stato politico ... Un discorso simile vale anche per Frattini, ministro già dai tempi di Dini. Per un maestro di sci il tecnicismo lo vedrei altrove ...
Sviluppo Economico: Bini Smaghi/Saccomanni.
Giustizia: Barbuto/Pomodoro.
Istruzione: Profumo, presidente da pochissimo del CNR.
Welfare: Ichino: ma non è senatore del PD? non credo che un governo "tecnico-puro" possa avere un senatore PD e nessuno PDL in un posto importante.
Beni Culturali: Baratta.

Tecnico Politico
Economia: Monti.
Vicepremier: Letta & Letta. Ah questa sarebbe la certificazione della forza del nepotismo in Italia! Un sigillo di continuità, insomma.
Interno: Frattini (o agli esteri) ... già detto (vedi sopra).
Giustizia: Nitto Palma. Si commenta da solo.
Istruzione: Buttiglione ... eh!????? l'onorevole Buttiglione??? ma siamo qui a smacchiare i giaguari????
Affari Regionali: Fitto. Simbolo dell'inossidabilità democristiana.
Pubblica amministrazione: Bassanini. Il nuovo che avanza, insomma.

Come si può notare ne mancano molti, alcuni sono veramente impresentabili (e quindi facile che ci azzecchino). Il "tecnico-puro" suona ovviamente meglio, anche perché il tecnico-politico così come dato sembra veramente essere il peggio di una serie di tradizioni: berlusconismo, democristianesimo, apparatismo della sinistra immutabile etc ...

Beh è solo il primo che leggo, e non credo sarà l'ultimo. Il bello è poi andare a rivedere a governo fatto. Se mai si farà, alla fine dei giochi.

le 11h11 dell'11-11-11

Qui in Francia oggi è vacanza (fine della prima guerra mondiale), quindi alle 11h11 stavo a casa.
Non ve ne frega nulla, lo so ...

martedì 8 novembre 2011

La mossa del cavallo



La maggioranza che non è maggioranza ha costretto Berlusconi a salire al Colle, ma poi la montagna ha partorito un topolino: "le dimissioni a babbo morto". Ovvero prima approvo la legge di stabilità (ora ha cambiato nome, fino a qualche anno fa la chiamavamo finanziaria, è la stessa cosa evidentemente questo nome è più "fashion") e poi mi dimetto.
Non sono neanche dimissioni col timer ma un "lo farò". Ovviamente le reazioni sono state le più disparate, dalle prime esultanze ("si è dimesso" diceva qualcuno, cosa falsa) alla successiva titubanza. Fino alla possibile "fregatura" paventata da Dino Amenduni.
A questo punto, siccome è partito il gioco del "cosa succederà", mi ci metto anche io. Qualcosa non diversa dall'incubo di lunedì.

Allora se ho capito bene mercoledì prossimo ci sarà la fiducia in Senato su un provvedimento legato alla Legge di stabilità. In Senato la maggioranza ce l'ha, quindi la fiducia dovrebbe averla. A quel punto può fare due cose: (i) tirarla per le lunghe (un po' come paventato sull'articolo de il Fatto Quotidiano); (ii) andare da Napolitano con la fiducia del Senato in tasca e quindi con delle "mezze" dimissioni.
Nel secondo caso Napolitano sarebbe quasi obbligato a rimandarlo alla Camera per chiedere la fiducia. Oggi è andato sotto grazie al non-voto di molti, ma siamo sicuri che da qui a diciamo quindici giorni ci sarà una maggioranza di deputati disposti a non votargli la fiducia? In una situazione che inevitabilmente sarebbe: "o questo governo o elezioni subito".

Dibattito

"A che serve la scienza?" Una domanda secca su cui Amedeo Balbi apre il "dibattito" su il Post.

Oggi c'è troppa concitazione politica, ci iniziamo a ragionare in tempi di minore crisi :)

Situazione politica

La situazione politica attuale è facilmente riassumibile così

lunedì 7 novembre 2011

Il cerino



In questi giorni ho sempre più paura che lo scenario del cerino si concretizzi.
Vediamo cosa sarebbe:
1) cade in qualche modo (dimissioni o sfiducia) il governo Berlusconi (faccio mio il principio della Moka, quindi niente date ma un semplice esercizio di stile);
2) si fanno le consultazioni e grazie a vari transfughi del pdl in vari gruppi di centro sembra che una maggioranza è possibile;
3) l'incarico non viene dato ad uno del PDL ma ad un tecnico e a questo punto Berlusconi e Bossi se ne tirano fuori;
4) viene varato un governo tecnico che viene subito additato dalla stampa filo-berlusconi (che non è minoritaria, al contrario) come "il governo di chi ha perso le elezioni";
5) il governo ha la fiducia, votata da Terzo Polo, transughi del PDL (che saranno non a caso tanti, tantissimi), PD e tutti i vari gruppi e gruppetti misti con magari astensione di IdV e perché no anche dei restanti PDL;
6) questo governo adotta le misure "lacrime e sangue" necessarie e poi cade, aprendo la strada alle elezioni;
7) PDL Berlusconiano con la Lega si presentano, con Silvio o Marina candidati, come i salvatori della patria, quelli che avevano protetto gli italiani etc ...

Marina a palazzo Chigi e Silvio al Quirinale.

E' solo un incubo?

domenica 6 novembre 2011

Bersani e la tartaruga



Il discorso di ieri di Bersani si può a mio avviso riassumere in due parole: andiamo con l'UDC (come dice bene Makkox).
Cosa che è come si dice legittima ma se la facciano loro, come si può altrettanto legittimamente dire. A me soprattutto non sono chiare due cose su come si muove il PD e la sua dirigenza "storica", che è, purtroppo, sempre quella PCI-PDS-DS, gli altri, come diceva Stefano Menichini qualche giorno fa, sono visti sempre come degli estranei (tranne qualcuno della ex sinistra DC, a prova che è vero che si trattava semplicemente di catto-comunisti ...).

Nel 1994 il PDS poco dopo aver cambiato nome da PCI costruì un’alleanza, "i Progressisti", senza ancora il PPI ma già orientata verso formazioni più di centro (i cristiano sociali, alleanza democratica etc …). Era qualcosa che a guardarla oggi sembrava coraggiosa e coerente (dispiace quasi rimpiangere Occhetto ...).
Poi venne il '96 e la grande alleanza con il centro, secondo me per evitare che un certo furbone da Arcore continuasse a gridare contro “la Sinistra” e “i Comunisti”. L’alleanza funzionò un paio di anni, l’Ulivo finì come sappiamo e Berlusconi continuò a chiamare quelli che ora si erano chiamati DS e tutta la sua area sempre nello stesso modo.
Nel 2001 vinse a mani basse Berlusconi, come era ovvio vista l'inettitudine dei governi D'Alema e Amato. Qualche ministro a caso: Enrico Letta, Livia Turco, Pierluigi Bersani, Piero Fassino, Rosy Bindi per citarne alcuni e tralasciare i sottosegretari. Curiosamente tutti dirigenti del PD attuale, dimentichi tutti (elettori in primis) del loro fallimento.
Quindi nella legislatura successiva si continuò con le aperture al centro: Mastella e Dini furono inglobati nell’armata dell’Unione. E così si quasi-vinse nel 2006. Nel 2007 si volle sigillare l’unione della sinistra con il centro progressista e si costituì il PD, che non aveva bisogno di allearsi al centro perché già un partito di centro-sinistra (le discussioni trattino o non trattino che avevano infiammato il 96 si tralasciarono). Però già nel 2009 iniziò il dibattito sull’alleanza con l’UDC (anzi forse già il giorno dopo la sconfitta del 2008). Una rincorsa infinita, degna di Achille e la tartaruga.

Mi domando ingenuamente allora: non sarebbe ora di rimettere tutto a zero, chi vuole fare un partito conservatore lo faccia, chi vuole farne uno progressista lo faccia? E amici come prima? Insomma allearsi con l’UDC mi sembra perdere completamente il senso dell’esistenza del PD (la certificazione della sua trasformazione in “PDS meno S”) e la sua fine politica ovviamente. Poi arriveranno i pasdaran a dire che bisogna turarsi il naso e votare PD, ma se poi gli elettori non lo fanno non si lamentino con loro come fanno verso chi vota Grillo, ma con se stessi.

E poi, possibile che quelli che quando stanno dentro il partito sono i più attaccati (Binetti, Rutelli e tutti quelli che li hanno seguiti nell’UDC e nell’API rispettivamente, ce li siamo dimenticati?) appena escono sono i primi con cui ci si vuole alleare? Non è questa un’incitazione alla scissione? Altro che unità, parole che sono fumo e basta nel noioso e fumoso discorso di Bersani.

In effetti un'ora per dire una cosa sola: "Io & Casini".

sabato 5 novembre 2011

Manifestazione 5 novembre anche a Paris



Ecco, anche a Parigi per chi vuole si può partecipare alla manifestazione nazionale del PD. Grazie alla disponibilità dei compagni del PS (in particolare quelli della sezione del 2° arrondissement) che ci hanno dato la sala di una bella sezione che si affaccia sulla pedonale rue Monteurgueil.
Proietteremo la manifestazione nazionale di Roma e sarà un'occasione per discutere sulla sempre burrascosa situazione italiana. Ma anche un momento per scambiare le nostre opinioni con francesi, tedeschi e altri simpatizzanti delle sinistre europee, in un momento in cui l'importanza di una vera integrazione sembra come non mai importante.

giovedì 3 novembre 2011

Funzioni di distribuzione radiale




Se qualcuno oggi vuole sapere cosa ho fatto, allora la cosa più importante è stata quella di iniziare a mettere in ordine e trasportare su uno stesso computer due simulazioni, che dovranno continuare nel 2012, quando avrò le nuove ore di calcolo sui supercomputer francesi, quelle del 2011 le ho finite, anche abbondantemente visto che al CINES sono andato al 120%.
Una volta le simulazioni ordinate, ho potuto iniziare ad adattare i primi ed elementari programmi di analisi, ovvero ho aperto i codici fortran90 e li ho modificati, andando a selezionare i gruppi di atomi per i quali volevo calcolare le "funzioni di distribuzioni radiali".
Immagino qui debba aprire una parentesi, per i profani che sono il mio pubblico preferito (tra quei pochi lettori). La funzione di distribuzione radiale è una misura della probabilità di avere un certo tipo di atomo ad una distanza data da un altro atomo. Per essere chiari, se io mi siedo sopra un atomo e radialmente inizio a vedere se c'è o no un atomo di un tipo X (ossigeno, idrogeno, carbonio, per dire), facendo questo su un insieme di strutture ottenute da una dinamica, allora avrò la probabilità di trovare questo atomo ad una certa distanza da quello su cui mi sono seduto. Una specie di istogramma ma che nella teoria dei liquidi (o più in generale per la materia molle) è opportunamente normalizzato in modo da rappresentare la termodinamica del sistema. Un esempio è riportato in figura, per capire di cosa si tratta e cosa in pratica sputano fuori questi programmi.

Così mi sono potuto divertire a fare girare il programma sulle varie simulazioni e ho potuto iniziare a confrontare le proprietà geometriche ottenute dalla dinamica dei miei due soluti in acqua (nulla di rilevante, dei complessi metallo-ligando) con quelle calcolate dal mio collega nel vuoto.
Ovviamente sono preliminari, perché devo far girare ancora a lungo le simulazioni per avere quello che si chiama un ensemble statisticamente significativo, ma intanto l'armamentario è pronto.

martedì 1 novembre 2011

Walden



Oggi mi sono studiato per bene un vecchio articolo di Chen e Adelman del 1980 (J.Chem.Phys. 72, 2819, 1980) sui modelli macroscopici per la dinamica di ioni solvatati.
Ho riprodotto i loro dati per ioni 1+ in acetonitrile e prospettato quelli per ioni 3+.
Ora bisogna "solamente" estendere i modelli nel caso di solventi protici, magari con qualche approssimazione. E cercare nella letteratura di Wolynes che ha fatto dei modelli molecolari se sono facilmente utilizzabili.

Di cosa sto parlando? (postilla per i non specialisti) Una delle cose che i chimici-fisici hanno da sempre voluto capire è come sapere quali sono le proprietà degli ioni in soluzione e come queste sono legate a parametri macroscopici. Le proprietà dell'articolo di Adelman (studiate lungamente da gente come Onsager, Born, Stokes, Zwanzig etc ...) sono come gli ioni si muovono, ovvero qual è la loro velocità. Poiché gli ioni sono carichi questa è legata alla conducibilità, quindi a una grande quantità di proprietà elettrochimiche e di reattività in generale.
Questi modelli mettono in relazione quindi la diffusione (o la viscosità) con proprietà dello ione e del solvente (i prodotti di Walden, che titolano questo post ne sono una misura). Per esempio quanto è grande lo ione, qual è la costante dielettrica del solvente, ma anche proprietà più sottili come i tempi di orientazione dipolari o traslazionali o quanto strutturano etc ...
Questo alla fine può servire o per predire delle quantità o per comprendere gli andamenti osservati di queste quantità.

Blog e scienza



Ho scritto per la sezione Scienza de il Post un articolo su blog e ricerca scientifica.

Il rapporto tra i blog e la stampa tradizionale, così come quello tra giornalismo cartaceo e giornalismo online, è da anni al centro di un dibattito internazionale allo stesso tempo interessante e pigro, centrale per l’evoluzione della società moderna ma viziato da luoghi comuni e superficialità. Discussioni del genere, seppure un po’ diverse, stanno avvenendo da tempo anche per una serie di pubblicazioni meno generaliste, che si trovano anche loro ad affrontare le difficoltà e le sfide poste dalle nuove tecnologie: le pubblicazioni scientifiche.


Continua su il Post.

lunedì 31 ottobre 2011

L'Aquila - Bologna - Firenze, da qui passa il tunnel del PD



Con la Leopolda si è chiuso un mese denso di incontri di giovani del PD. Il tutto era iniziato il 16 ottobre a L'Aquila con i cosiddetti "giovani turchi" capitanati dal responsabile economia del PD Stefano Fassina. Un incontro passato quasi sotto silenzio, sia perché ha coinciso con i fatti del 15 ottobre, sia perché in sé molto poco mediatico. Una di quelle kermesse vecchio stampo cui ha cercato di dare un po' di risalto la sola Lucia Annunziata nella sua trasmissione In mezz'ora, ma anche lei ha dovuto incanalare l'intervista a Fassina e soci alla manifestazione degli indignati.
La settimana successiva è stata la volta di Bologna, dove Pippo Civati e Debora Serracchiani hanno chiamato a raccolta per il rinnovamento del PD in un luogo aperto, un tendone in piazza Maggiore. "Il nostro tempo" ha voluto rilanciare il centrosinistra come soggetto unitario, rompendo i tatticismi sulle alleanze e rimettendo in piedi il progetto originario del PD come cardine del centrosinistra. Molto seguita in rete, aperta a chi voleva inervenire (ad ognuno erano dati circa 6 minuti di tempo) non era molto dissimile come formato dall'ultimo incontro, il "Big Bang" di Renzi.
L'evento di Bologna, molto seguito in rete, ha avuto però molta poca risonanza sui media tradizionali.
Al contrario invece della Leopolda di Renzi. Quest'ultimo incontro, costruito sullo stesso formato di Bologna, formato che possiamo dire fu battezzato da iMille nel 2008 con "Uccidere il padre", ripreso dalla Carovana di Civati e Scalfarotto nel 2009, raggiunto il suo apice al Lingotto 2 del giugno 2009, continua ad essere riproposto in molti incontri "orizzontali". Peccato che quando è fatto proprio da un movimento collettivo o da un evento che vuole battezzare qualcosa ha un senso, ma quando serve per "incoronare" un leader assume toni ben diversi. E' indubbio che Renzi ha saputo mettere a frutto le esperienze di questi cinque anni dei rinnovatori, costruendo un evento meno spontaneo e di maggiore riuscita mediatica. Due giorni fiorentina che culmina con l'intervista di Fazio a Chetemmpochefa allo stesso Renzi. Scacco.

Così un nuovo attore è ufficialmente e pienamente sul terreno, sparigliando gli altri innovatori (Civati ha fatto una mossa mediaticamente azzeccata nell'andare a sorpresa a Firenze ma politicamente superflua) ha messo in chiaro le contraddizioni di lunga data del PD: è un partito socialdemocratico di massa (come piace a Bersani, anche se non si capisce allora perché sono stati sciolti i DS) o un nuovo partito all'americana, sia nelle forme che nei contenuti?

E veniamo quindi al tunnel che questi eventi stanno facendo imboccare al PD: quello della sua posizione sui temi del lavoro e dello sviluppo. Sacconi infatti annuncia che il governo vuole fare propria una proposta di legge depositata da Ichino e altri 50 sentori del PD due anni fa. Nessuno dice di che si tratta (la si può leggere sul sito di Ichino dove lo stesso senatore ne fa anche un'ottima sintesi), il circo mediatico riprende la parte dei cosiddetti licenziamenti facili (quando se si legge bene l'impossibilità di licenziare senza giusta causa, ovvero articolo 18, resta) dimenticando alcuni principi: (i) vale per i nuovi assunti; (ii) esiste solo il contratto a tempo indeterminato (esclusi lavori stagionali e supplenze), (iii) ai lavoratori in uscita si garantisce un sistema di assistenza e riqualificazione (simile all'assurance chomage francese, per intenderci).
Un programma che non si può non definire sociale e progressista (e anche di sinistra), ma che il PD non ha fatto proprio (al contrario di quanto fatto ieri stesso da Renzi), preferendo la mozione Fassina alla conferenza sul lavoro di Genova. Mozione Fassina sconosciuta ai più, come tutti i documenti ufficiali del PD. E il sagace Fassina ha subito emanato un comunicato tra il patetico e il grottesco (ne cito un passo: La ricetta di moda nell’ultimo quarto di secolo, riassunta nella proposta di legge del senatore Ichino e ripresa oggi alla Stazione Leopolda, è alternativa, per impianto culturale e misure specifiche, al programma del Pd sul lavoro e lo sviluppo, approvato all’Assemblea Nazionale di Maggio 2010 e alla Conferenza Nazionale per il lavoro di Genova a giugno scorso).

Così quando Renzi parla di "giovani burocrati" il pensiero non può che andare a quanti sembrano scimmiottare metodi da PCUS, gli uni e gli altri iniziando una guerra prematura ma forse inevitabile nel centrosinistra.
Riuscirà il centrosinistra ad uscire in tempo da questo tunnel per non perdere anche le prossime elezioni?

domenica 30 ottobre 2011

Non regaliamo Ichino a Sacconi



Anche se non sono un liberale sfegatato, anzi proprio perché non mi sento un iper-liberista, penso che regalare Ichino a Sacconi sia un danno enorme.
Questo sta avvenendo a partire dalla mistificazione che il governo sta facendo della proposta di legge di Ichino sulla flex-security (che si può trovare sul sito di Ichino), gioco che stanno assecondando Fassina e la Camusso.

Per questo sottoscrivo l'appello lanciato dal blog de iMille.

Lo riporto anche qui:

Dopo anni passati a fare niente, il governo ha annunciato, con “curiosa” e infelice scelta di tempi, di voler mettere mano ad una riforma del mercato del lavoro. La scelta dei tempi è curiosa, si diceva: parlare di deregolamentazione del mercato del lavoro (art. 18 dello Statuto dei Lavoratori) e di libertà di licenziamento nel bel mezzo di una crisi è come scegliere di far decollare una mongolfiera in una tempesta di fulmini. Il governo ha anche pochissime idee, e lo si vede dall’intervista del Ministro Sacconi al Corsera. Il mercato del lavoro italiano necessita di una riforma complessiva e strutturale. Ma mentre, per vie parallele, Pietro Ichino e Tito Boeri studiavano con attenzione per anni come mettere mano al problema del precariato, affrontare il dualismo del mercato del lavoro italiano e garantire al contempo flessibilità alle imprese e tutele ai lavoratori, il governo dormiva sonni pesanti. Il risultato è che oggi la maggioranza ripropone l’ennesima battaglia campale su un singolo articolo, aggredisce il problema dei vincoli ai licenziamenti, senza parlare di riforma complessiva dei contratti, di riforma degli ammortizzatori sociali, di formazione e assicurazione dei lavoratori.



Di fronte a tanta miopia, osserviamo però con preoccupazione quello che accade nel PD e dintorni. Invece di cogliere al balzo l’occasione e contrappore alla miopia del governo una visione moderna e unitaria di riforma, proprio sul tema del lavoro il PD rischia di spaccarsi. Mentre Pietro Ichino viene oggi contattato da Sacconi per sedersi ad un eventuale tavolo di lavoro e Matteo Renzi alla Leopolda sposa esplicitamente la proposta di riforma di Ichino, il responsabile economico del PD Stefano Fassina critica Ichino con queste parole: "La disponibilità espressa da qualche parlamentare del Pd sulla proposta del governo sui licenziamenti è a titolo esclusivamente personale. Non vi può essere alcuna intesa bipartisan sull’ulteriore facilitazione dei licenziamenti per il semplice motivo che è una proposta ideologica, dannosa ai fini della crescita, finalizzata ad indebolire i sindacati, quindi a ridurre il potere contrattuale dei lavoratori, le retribuzioni e le condizioni di lavoro di padri e figli. Qualità e quantità di lavoro sono variabili dipendenti di politiche macroeconomiche espansive, riforme strutturali, redistribuzione del reddito e della ricchezza. Vedere gli Stati Uniti per credere. La ricetta di moda nell’ultimo quarto di secolo, riassunta nella proposta di legge del senatore Ichino e ripresa oggi alla Stazione Leopolda, è alternativa, per impianto culturale e misure specifiche, al programma del Pd sul lavoro e lo sviluppo, approvato all’Assemblea Nazionale di Maggio 2010 e alla Conferenza Nazionale per il lavoro di Genova a giugno scorso. Il Ministro Sacconi non si illuda."


Il PD non dovrebbe far sentire Pietro Ichino come un ospite poco gradito del partito e definire una proposta di riforma articolata e pensata come quella di Ichino come un “residuo dell’ultimo quarto di secolo”. E Bersani farebbe secondo noi una cosa sensata se smorzasse queste dichiarazioni di Fassina e convocasse lui un tavolo del lavoro, a cui far sedere anche Ichino (prima che lo faccia Sacconi). Quantomeno perché è chiaro che le posizioni di Ichino non sono “posizioni esclusivamente personali”, ma riflettono la visione di un’anima importante del partito, come si è visto anche alla Leopolda. Il tema del lavoro rischia di essere un iceberg su cui il PD e più in generale il centro-sinistra può andare a sfracellarsi. Adoperiamoci perché ciò non accada.


E concludo con un commento sullo stile di Fassina da membro del politburo del PCUS ...

sabato 29 ottobre 2011

Non ha convinto nessuno



Ieri un Berlusconi oramai al dessert alla conferenza del commercio con l'estero si è lasciato sfuggire il suo pensiero (o meglio una riflessione probabilmente sfogo per come lui e l'Italia sono, a ragione, considerati in Europa e nel mondo), che conoscete oramai tutti: "l'Euro non ha convinto nessuno".

Dichiarazione che subito dopo, grottescamente come al solito, ha "smentito", utilizzando (e non poteva fare altrimenti, solo cinque minuti prima l'avevamo sentita dalle sue labbra) l'artificio mistificatorio a lui tanto caro del "travisare il pensiero", azione tipica di oppositori in malafede (che poi anche questo cosa vorrà dire ...).

A parte i motivi ovvi che portano Berlusconi a pensare e dire ciò, perché nonostante la smentita il sasso l'ha lanciato, diretto al suo elettorato, sasso che tradotto dice "siamo così per colpa dell'Euro, i sacrifici sono colpa di Bruxelles e di chi ci ha fatto entrare (quei comunisti della sinistra), il tutto per una cosa inutile oltre che dannosa", mi domandavo: se Merkel o Sarkozy avessero detto una cosa del genere che sarebbe successo? Un finimondo in Europa e nel mondo.

Invece l'ha detto un vecchio priapico rimbambito, che tra un'orgia e l'altra, si fa qualche viaggetto a Bruxelles a portare delle lettere cui nessuno crede, ma verso cui tutti mostrano accondiscendenza di facciata (un po' come con lo zio arteriosclerotico).
Insomma, spara cazzate a raffica, una più, una meno che importanza potrà mai avere?

giovedì 27 ottobre 2011

A lettera



Ieri è finalmente partita (e arrivata immagino; posta celere? piccione viaggiatore?) la lettera di intenti del governo all'Unione Europea. Il testo integrale si può trovare, tra l'altro, qui.

Ci sono un paio di passaggi che mi paiono "curiosi". Non saprei come definirli altrimenti, paradossali, assurdi, allucinanti. Eccoli, trovatelo voi il modo migliore.

Intanto uno dei primi passaggi recita:

Nei prossimi 4 mesi è, ad ogni modo, prioritario aggredire con decisione il dualismo Nord-Sud che storicamente caratterizza e penalizza l’economia italiana. Tale divario si estrinseca in un livello del Pil del Centro-Nord Italia che eguaglia il livello delle migliori realtà europee, e quello del Mezzogiorno, che è collocato in fondo alla graduatoria europea.


Cioè risolvere la questione meridionale, vecchia di 150 anni, in 4 mesi. Cavolo, potevano pensarci prima! Ma poi come, di grazia? Chissà come hanno sghignazzato i ministri della Lega leggendo. O forse è uno di quei tipici scherzetti della strana coppia Bossi-Calderoli.

Non è che poi scorrendo sia meglio. Mi sembra una lista di speranze, un vagheggiare di principi senza dire cosa e come, con delle scadenze talmente ravvicinate che nessuno può crederle realistiche. Declinano anche 9 punti su cui provano a spiegare qualcosa.

Iniziano con una roboante (e anche un po' triste) "Promozione e valorizzazione del capitale umano". Ovvero? In pratica si tratta dell'INVALSI per la scuola, dell'ANVUR per l'Università e una promessa di emanare i decreti attuativi della riforma Gelmini. Fatta quasi un anno fa, ma di cui pare manchino il 50% dei decreti attuativi, ciò che non si è fatto in 10 mesi lo fanno in 2, staremo a vedere, anche perché tutta la riforma sta nella sua applicazione. Interessante sapere che per il governo scuola, università e ricerca sono "capitale umano". Il Capitale in salsa Gelmini, insomma.

Si passa poi al "mercato del lavoro", quattro righe in croce meno di quanto Lupi dice a Ballarò, segue l'"apertura dei mercati in chiave concorrenziale", si parla di ordini ma il tutto resta fumoso, e i punti successivi continuano sulla stessa lunghezza d'onda.

Sembra un mix tra una pubblicità dei "pannicelli caldi" del governo e una blanda propaganda elettorale (si vede che sono in fase calante, non riescono neanche a fare un manifesto elettorale roboante ...).

Certo l'Europa ha detto che gli va bene, e che poteva dire? No grazie, lì c'è la porta?
"Una risata li seppellirà", come direbbe in questi giorni Sarkozy se non avesse le banche francesi enormemente esposte verso il debito italiano.