domenica 6 novembre 2011

Bersani e la tartaruga



Il discorso di ieri di Bersani si può a mio avviso riassumere in due parole: andiamo con l'UDC (come dice bene Makkox).
Cosa che è come si dice legittima ma se la facciano loro, come si può altrettanto legittimamente dire. A me soprattutto non sono chiare due cose su come si muove il PD e la sua dirigenza "storica", che è, purtroppo, sempre quella PCI-PDS-DS, gli altri, come diceva Stefano Menichini qualche giorno fa, sono visti sempre come degli estranei (tranne qualcuno della ex sinistra DC, a prova che è vero che si trattava semplicemente di catto-comunisti ...).

Nel 1994 il PDS poco dopo aver cambiato nome da PCI costruì un’alleanza, "i Progressisti", senza ancora il PPI ma già orientata verso formazioni più di centro (i cristiano sociali, alleanza democratica etc …). Era qualcosa che a guardarla oggi sembrava coraggiosa e coerente (dispiace quasi rimpiangere Occhetto ...).
Poi venne il '96 e la grande alleanza con il centro, secondo me per evitare che un certo furbone da Arcore continuasse a gridare contro “la Sinistra” e “i Comunisti”. L’alleanza funzionò un paio di anni, l’Ulivo finì come sappiamo e Berlusconi continuò a chiamare quelli che ora si erano chiamati DS e tutta la sua area sempre nello stesso modo.
Nel 2001 vinse a mani basse Berlusconi, come era ovvio vista l'inettitudine dei governi D'Alema e Amato. Qualche ministro a caso: Enrico Letta, Livia Turco, Pierluigi Bersani, Piero Fassino, Rosy Bindi per citarne alcuni e tralasciare i sottosegretari. Curiosamente tutti dirigenti del PD attuale, dimentichi tutti (elettori in primis) del loro fallimento.
Quindi nella legislatura successiva si continuò con le aperture al centro: Mastella e Dini furono inglobati nell’armata dell’Unione. E così si quasi-vinse nel 2006. Nel 2007 si volle sigillare l’unione della sinistra con il centro progressista e si costituì il PD, che non aveva bisogno di allearsi al centro perché già un partito di centro-sinistra (le discussioni trattino o non trattino che avevano infiammato il 96 si tralasciarono). Però già nel 2009 iniziò il dibattito sull’alleanza con l’UDC (anzi forse già il giorno dopo la sconfitta del 2008). Una rincorsa infinita, degna di Achille e la tartaruga.

Mi domando ingenuamente allora: non sarebbe ora di rimettere tutto a zero, chi vuole fare un partito conservatore lo faccia, chi vuole farne uno progressista lo faccia? E amici come prima? Insomma allearsi con l’UDC mi sembra perdere completamente il senso dell’esistenza del PD (la certificazione della sua trasformazione in “PDS meno S”) e la sua fine politica ovviamente. Poi arriveranno i pasdaran a dire che bisogna turarsi il naso e votare PD, ma se poi gli elettori non lo fanno non si lamentino con loro come fanno verso chi vota Grillo, ma con se stessi.

E poi, possibile che quelli che quando stanno dentro il partito sono i più attaccati (Binetti, Rutelli e tutti quelli che li hanno seguiti nell’UDC e nell’API rispettivamente, ce li siamo dimenticati?) appena escono sono i primi con cui ci si vuole alleare? Non è questa un’incitazione alla scissione? Altro che unità, parole che sono fumo e basta nel noioso e fumoso discorso di Bersani.

In effetti un'ora per dire una cosa sola: "Io & Casini".

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