domenica 25 marzo 2012

Welcome to United States, sir



Così mi ha detto lo stranamente cordiale poliziotto dell'immigrazione, dopo aver messo il mio bel timbretto "admitted" a Washington DC.

Un viaggio lungo, ma, tranne quei dieci minuti di perturbazioni nel bel mezzo dell'Atlantico tra l'Irlanda e Terranova, poco sotto l'Islanda, tranquillo e senza intoppi.
E anche la compagnia americana è stata buona (cosa non ovvia), avevano gli schermi individuali e il personale era molto cordiale.

Un aereo non tanto grande, 757, tre sedili per fila con solo due file. E poi immigrazione, recupero bagaglio, dogana e lì il momento "cruciale", lasciare il bagaglio per il re-check, nella speranza di ritrovarlo a destinazione.
Durante il secondo volo ho dormito praticamente sempre, sono circa cique ore tra Washington DC e San Diego California (perché l'America non è piccolina) e ho ritrovato la valigia all'arrivo.

Quindi tutto bene, dormo a Little Italy e prima di dormire mi sono rifocillato con una specie di panino con la mortadella (o meglio un insaccato simile).

Se penso che in Italia è mattino e qui ancora le dieci di sera ... mi viene solo molto sonno. Per cui vado a dormire che domani ho una giornata intensa.

Welcome to United States!

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