domenica 11 marzo 2012

Jonas e Dio dopo Auschwitz



Devo ringraziare Barbara che mi ha consigliato di leggere "Il concetto di Dio dopo Auschwitz", un breve saggio di Hans Jonas.
Non starò qui a farne una recensione, sarebbe troppo. Mi attendevo un testo più storico e invece è puramente teologico-filosofico (il che non è un minus, è solo una constatazione). Il punto più interessante che provo a mettere giù in modo "facile" (for dummies come si direbbe, in questo caso dummy è soprattutto chi scrive) è l'impossibilità della presenza contemporanea di tre attributi di Dio: bontà, conoscibilità e onnipotenza. Questione sollevata da Auschwitz perché "dopo Auschwitz possiamo e dobbiamo affermare con estrema decisione che una Divinità onnipotente o è priva di bontà o è totalmente incomprensibile".

Ma meglio di me possono le pagine scritte direttamente da Jonas.

In appendice poi ci sono alcune pagine da lui scritte quando a novant'anni volò fino ad Udine per ricevere il premio Nonino, che si concludono con una piccola considerazione sulla condizione umana: "Una volta era la religione a dirci che eravamo tutti peccatori a causa del peccato di origine. Oggi è l'ecologia del nostro pianeta che ci accusa di essere tutti peccatori a causa de l'eccessivo sfruttamento dell'ingegno umano".

Curioso parallelismo no?

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