giovedì 8 settembre 2011

Dalla Corea (3) - 7 settembre 2011



Questa mattina il fuso orario ha colpito. Occhi spalancati alle quattro del mattino. Tra l’altro esattamente in quel momento ho sentito un vociare di persone che rientravano. Il che mi fa piacere, non sono l’unico a dormire qui! Questa volta però era troppo “tardi” e non sono riuscito a riaddormentarmi come ieri, ho provato a sonnecchiare sul letto, ma inutilmente, e ora sto giustamente crollando. Provo a scrivere qualcosa sulla giornata odierna prima di crollare. Quindi sveglia prestissimo, alba coreana macchiata da un po’ di foschia, che si è prolungata in una giornata sul nuvoloso, quindi umido e comunque caldo (ma mi dicono che a Roma fa ancora più caldo). Così sono arrivato presto in laboratorio, dove ho approfittato della calma che si ha solo quando si è in visiting per guardarmi un bel po’ di traiettorie e catalogarle secondo i vari meccanismi. Poi devo far vedere alla povera studentessa di Ki cosa dovrebbe fare ... su sistemi anche più grandi del mio. Ma insomma tanto avevo lavorato un po’ all’HDR di mattina, come anche al codice che dovrebbe risolvere numericamente i sistemi cinetici. A parte queste cose che credo interessino in pochi, la prima “esperienza” della giornata è arrivata a pranzo. “Noodles or rice?” mi chiede Ki. Io rispondo “rice” e allora andiamo in un posto sempre dalle parti del campus dove prima del riso lo scoglio da superare è ... mangiare accosciati per terra su un tavolino basso. Uno di quei posti tipici (ma non per turisti, che qui non se ne vedono, proprio normali della corea) dove ci si levano le scarpe prima di entrare, e poi ci sono tanti tavolini bassi dove ci si accoscia su dei cuscini. Non facile, anche perché dopo un po’ le gambe si atrofizzano, per quanto si possa provare a cambiare posizione. Da mangiare il solito zuppone con dentro però una specie di osso buco. Buono e meno pesante sicuramente del maiale di ieri. Hanno poi pietà di me, povero occidentale, e mi portano una forchetta. Non è certo facile spulciare con le bacchette i pezzi di carne dalle vertebre di bue ... Ci teniamo comunque leggeri, non è tanto, molta verdura, brodo e piccolissimi gamberetti da pescare nelle solite ciotoline. Poi si torna in dipartimento, caffè e riprendo a guardare le mie traiettorie. Come sempre sono molto gentili, al mattino uno studente (Woo) mi aveva offerto dei biscottini (in realtà creakers) che ho accettato volentieri perché avevo un po’ fame, poi un choko-pie giusto prima di pranzo e verso le cinque passa Ki con uno spuntino coreano. Un “salsicciotto” che ha alghe come involucro, dentro riso, con un po’ di tonno e verdure. In pratica maki, mi dicono il nome coreano - senza dirmi che ne esiste uno simile in giappone - perché è tagliato a rotoli. Mi direte che sto sempre a mangiare ... ma non vi sta mai bene niente!? E sulle cose che faccio con le traiettorie già vi vedo con l’aria perplessa, allora se non vi parlo delle esperienze culinarie, di cosa? Verso le sei e un quarto ecco il “group meeting” ovvero tutti (o quasi) a rapporto dal capo, ovvero Ki. Così posso capire esattamente da chi è composto il gruppo: un simpatico ragazzo “undergradueate” (lo stesso del ristorante della prima sera), due ragazze graduate (che corrisponde al master ovvero alla laurea specialistica in Italia) e un ragazzo PhD student, che però non fa a tempo pieno perché questa è una Università per formare insegnanti, e quindi lui insegna e contemporaneamente fa il dottorato (ricorda nulla a nessuno dei miei pochi lettori?). Passano quindi tutti a rapporto dal capo, discutiamo delle cose in comune, con Ki che spesso traduce ... insomma il mio primo group meeting in coreano! (nel senso che loro parlavano in coreano, io so dire solo “cin cin” ...) E dopo a cena con il gruppo! Ho fatto delle foto e quindi potrete vedere la tavola del ristorante e anche il gruppo coreano di Ki. Il ristorante non sta vicino al campus, quindi per la prima volta vado verso la città (non da solo, sempre portato, non vi preoccupate!), Chungwan, o qualcosa del genere. Noto che qui usano abitare in questi grandi palazzoni, anche dalle parti del campus, e pure di spazio ce ne sarebbe! Un po’ inquietante questa teoria di grandi edifici, alveari che brulicano di persone, con i sigilli stampati a caratteri cubitali sui fianchi: un nome e un numero. Effettivamente inquietante. Dicono che c’è anche una città vecchia dove ci sono le case tipiche coreane, però non facciamo in tempo a vederla. Andiamo al ristorante dove per fortuna è tutto abbastanza leggero e si può capare scegliendo, in ogni modo si tratta delle tipiche grigliate coreane, con verdure e affini. Ritorniamo ed eccomi qui. Sono stato un po’ conciso, anche perché ho molto sonno, pure essendo prestissimo (le 22:10 credo).
Finisco con una riflessione sul sentirsi analfabeti. Praticamente è quello che si percepisce qui, perché tutto è scritto in coreano. Anche il tedesco, persino il russo (il cui alfabeto cirillico è molto simile al greco maiuscolo) sembrano lingue familiari al confronto, lingue soprattutto che si è in grado di leggere. Qui nulla.
Bene, ora provo a dormire un po’ più a lungo, maggiori dettagli sulla cena non appena avrò scaricato sul computer le foto che vi ho fatto!

Nota del mattino seguente: sono riuscito a dormire di filato fino alle sei e mezza passate, quasi un’ora normale per il risveglio. Ma non è per questo che mi metto qui a scrivere. E’ perché pensavo alla differenza tra i camerieri coreani e quelli europei, soprattutto francesi, in gentilezza - differenza che pare sia alla base della cosiddetta “sindrome di Parigi” che parrebbe colpire i giapponesi. Qui quando si arriva tutti ti salutano garbatamente facendo l’inchino e quando andiamo via vengono tutti alla porta nuovamente a salutare. Buona educazione che possiamo trovare giusto nei ristoranti familiari, come quello di Castel Viscardo di questa estate, ma se pensiamo ai bofonchiamenti dei camerieri francesi ... li manderei (come anche un po’ di studenti!) a fare uno stage in oriente, magari tornano che hanno appreso qualcosa!

p.s. in foto potete ammirarmi con una coppa di frutta con gelato!

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