martedì 4 ottobre 2011

Meglio Fritz Lang di Amanda&Raffaele



Ieri sera tutti quanti in Italia, in televisione come sul web, in una comunanza di intenti e soprattutto morbosità, fremevano nell'attesa della sentenza di appello sull'omicidio di Perugia prima per poi lanciarsi nel solito frullatore di sdegno, collera, lamentele, riprovazione, gli "innocentisti" lamentando una giustizia fallace, i "colpevolisti" prendendosela con gli avvocati.
Francamente in nessun tipo di processo penale capisco come i semplici (tele)spettatori possano prendere posizione, essere "colpevolisti" o "innocentisti", in qualsiasi procedimento, mi sembra assurdo. Su cosa infatti si può basare una o l'altra professione (di fede, in pratica)? Capisco la morbosità, il fascino del giallo, del mistero, del delitto, ma io lascerei queste pulsioni ai libri gialli e ai tanti film e telefilm polizieschi e giudiziari (consiglierei anzi "Delitto e Castigo" e "I Fratelli Karamazov" ai più appassionati).
Quindi ieri sera non mi passava certo per la testa di seguire questa assurda diretta (e assurdo anche l'emettere una sentenza in notturna, mah), anche se mio malgrado ho dovuto vedere come twitter, fb e compagnia cantante fossero completamente monopolizzati da Perugia.
Su Arte, il canale franco-tedesco, davano due film molto belli che non avevo mai visto, di Fritz Lang: I Nibelunghi: la morte di Sigfrido e I Nibelunghi: la vendetta di Crimilde. Due film muti del 1924, in una versione restaurata, con i cartelli in tedesco (con caratteri gotici) tradotti in francese, più di due ore ciascuno, fantozziani se vogliamo scherzare, ma godibilissimi (anche se il secondo iniziava troppo tardi e non ho potuto vederlo tutto). Un modo anche per ritornare su una mitologia che è diventata doppiamente mito con la saga wagneriana e su una storia medioevale che unisce mito e realtà (i burgundi, i sassoni, gli unni con draghi, nani, spade magiche e tesori maledetti).
Insomma sicuramente più interessante ed edificante di un processo penale.

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