mercoledì 29 febbraio 2012
Nuove foto coreane
Mi sono accorto che non avevo caricato su faccialibro tutte le foto fatte in Corea. Ne ho messe un centinaio circa (le mancanti) su un nuovo album.
Anche perché presto ci saranno novità dalla Corea ...
Siamo tutti pecorelle
Tante volte abbiamo criticato il comportamento delle forze dell'ordine, e quindi in questo caso non possiamo che avere più forza, unendoci al comandante generale dell'arma dei Carabinieri e al ministro Cancellieri, nell'encomiare il comportamento di questo povero carabiniere che ha dovuto subire gli insulti vergognosi di un manifestante.
Sarà banale, ma tutto ciò non può non far rivenire in mente i famosissimi versi di Pasolini:
Adesso i giornalisti di tutto il mondo (compresi quelli delle televisioni)
vi leccano (come credo ancora si dica nel linguaggio delle università)
il culo. Io no, amici.
Siete paurosi, incerti, disperati (benissimo)
ma sapete anche come essere
prepotenti, ricattatori e sicuri:
prerogative piccoloborghesi, amici.
Quando ieri a Valle Giulia avete fatto a botte coi poliziotti
io simpatizzavo coi poliziotti!
Perché i poliziotti sono figli di poveri.
Vengono da periferie, contadine o urbane che siano.
Quanto a me, conosco assai bene
il loro modo di essere stati bambini e ragazzi
le preziose mille lire, il padre rimasto ragazzo anche lui,
a causa della miseria, che non dà autorità.
Qualcuno può leggerli a chi manifesta per non avere una ferrovia?
Leggere E-books Kindle sul Mac
martedì 28 febbraio 2012
Decrescita farneticante
All'ottimo articolo di Antonio Pascale sul Corriere di alcuni giorni fa, risponde oggi un a dir poco farneticante Sandro Veronesi, sempre sul Corriere.
E' quasi impossibile seguire il suo "ragionamento" (tra virgolette perché di razionale c'è ben poco nella sequenza del suo discorso) perché si affollano le più disparate chiacchiere da bar. Tanto per ricordare alcune perle: il progresso come concetto in sé viene accusato di aver prodotto le tragedie dell'amianto (È chiaro che ti riferisci alle innovazioni scientifiche e tecnologiche, e allora io ti faccio un esempio: l’introduzione dell’asbesto nei materiali da costruzione, cioè dell’amianto, è stata senza dubbio una grande innovazione, in termini di prestazioni coibentanti fratto costi di produzione — peccato però che ci fosse un altro problema) o il progressivo, spaventoso anticipo dell’età mestruale nelle bambine.
Se non fossero tragiche vicende sarebbero da prendere con uno sberleffo gli esempi di Veronesi. Possiamo farlo con la frase di chiusura: il povero scrittore che si accorge tutti i giorni di esseere più povero di venti anni fa ha la seguente idea del progresso scientifico: «Ho inventato l’acqua in polvere, ma non so in cosa scioglierla».
Dopo la "decrescita felice" siamo alla decrescita illogica, farneticante ...
lunedì 27 febbraio 2012
Rap alla romana
di Faida e Kallagan. Ora se il rap come genere non vi fa impazzire (e siamo in due), potrete sempre ammirare il video che è ben fatto, mi pare, oltre a girare per Roma (e questo è sempre un pregio).
Qui qualche informazione.
sabato 25 febbraio 2012
Lazio fedele alla linea
Bhe alla fine ha vinto Gasbarra (quello che anni fa a Roma si definiva il clone di Rutelli, che quando lo si sentiva alla radio non si poteva sapere se era lui o er cicoria), come tutti prevedevano, e pure tanto a poco. L'88% non lo si vedeve come risultato a delle elezioni dalle comunali di Cavriago.
Il candidato sostenuto da D'Alema, Veltroni, Fioroni, Zingaretti, praticamente tutto il gruppo dirigente del PD (tranne la Bindi e Marino, se possiamo incasellare quest'ultimo nel gruppo dirigente storico e/o attuale) ha stravinto. Quindi chi è interessato a come si delinea il PD è d'accordo con la linea della "tradizione". E' il bello della democrazia, no?
Mi spiace per Bachelet (che ho sostenuto per quello che potevo) e Marta Leonori i quali rappresentavano entrambi un tentativo di rinnovamento. La loro divisione non ha pagato? Mah, non credo visto i numeri schiaccianti. Più semplicemente quello che una volta si chiamava "zoccolo duro" è duramente legato a certi politici. Magari gli piacciono, che male c'è?
Per cui al prossimo che si lamenta che al PD non c'è ricambio, che sono sempre i soliti e tutte le solite palle, ricorderò: ma se non vi piacciono proprio, perché alle segreterie votate i Gasbarra e i Bersani? Per fare in modo che poi alle primarie per le cariche elettive candidino dei pirla così da poterli battere con i primi Pisapia, Zedda e Doria di passaggio?
giovedì 23 febbraio 2012
Il ritorno del neutrino
E’ raro che la scienza fondamentale arrivi alle prime pagine dei quotidiani, e quando questo avviene c’è sempre sotto qualcosa, o un risultato tecnologico spacciato per scientifico o qualcosa di ‘rivoluzionario’ (spesso più per il giornalista che ne scrive che per chi ci ha lavorato). Alcuni mesi fa arrivò così agli onori della cronaca l’esperimento OPERA con la misura della velocità dei neutrini che forse sarebbe potuta essere superiore a quella della luce (i cosiddetti neutrini superluminali). Già all’epoca facemmo notare come la stampa trattò l’argomento in modo poco adatto. Certo è difficile uscire dalla logica dello scoop, ma forse sarebbe stato meglio per tutti se l’approccio alla notizia fosse stato meno scandalistico e più riflessivo (ovvero meno rivolto alla ricerca di una rivoluzione e più un’occasione per spiegare i motivi degli studi, i suoi oggetti e i suoi metodi).
... continua su iMille ...
mercoledì 22 febbraio 2012
Su qualche fondo
Dal mese di novembre seguo alcuni fondi (sì i famosi fondi dei cattivoni dei mercati) accessibili alla mia "assurance multiplacement" (ovvero una cosa che dei grandi capitalisti come me hanno a disposizione per mettere qualche spiccio così da avere magari tra trent'anni una pensione meno misera). Questo a causa della bufera finanziaria, perché prima più o meno tutto dava un guadagno minimo e certo, ma ad un certo punto mi sono detto che forse era meglio seguire le cose un po' più da vicino per cercare di scongiurare brutte sorprese (o almeno limitarne i danni).
Così ho "diversificato" qualche spiccio e iniziato a seguire l'evoluzione di alcuni fondi in vista magari di altri "arbitrages" futuri. I fondi erano tantissimi, ho quindi deciso un po' aleatoriamente di seguirne alcuni. Dopo quattro mesi è forse già possibile fare una prima valutazione (che ovviamente non vuole essere un consiglio per nessuno, non ne sono capace per me figuriamoci per gli altri!)
BNP Cliquet US: da novembre guadagna il 2.4% passando da 1200 € as 1230 € come valore unitario. Ha avuto un picco verso fine dicembre e ora è purtroppo in calo. Purtroppo perché io l'arbitrage l'ho fatto proprio non lontano dal picco, dannazione, speriamo si riprenda.
BNP Cliquet Emergents: è rimasto praticamente inalterato. E' un fondo molto nuovo legato appunto ai paesi emergenti, tutto da capire. E' necessario penso un orizzonte temporale più lungo per farsene un'idea migliore.
Parvest Equity BRIC C: mi pare questo sia in continua ascesa, da novembre sale infatti circa del 20% più o meno costantemente. Non ha la sicurezza del sistema Cliquet, ma è da tenere d'occhio per scommettere (scommessa forse fin troppo facile) sullo sviluppo dei BRIC.
BNP Paribas Ethéis Inc: il fondo "etico" (se questo può significare qualcosa) guadagna anch'esso il 20%. Ha però (come il precedente) un costo di ingresso e forse anche per questo non l'ho preso (e anche perché non avendo chissà quanti soldi non potevo aprirne tanti, ne ho scelti due in più rispetto ai precedenti).
BNP Paribas Immobilier Inc: il fondo dell'immobiliare è, forse curiosamente rispetto alla crisi economica ma un po' meno vedendo i prezzi parigini, in buona crescita, guadagna rispetto a novembre circa il 10%. Che il mattone sia una sicurezza pure nel mondo "virtuale" dei fondi?
BNP Paribas Energie: il migliore tra le mie nuove entrate, guadagna da novembre il 20% e da quando ne ho presi alcuni quasi il 9%. Sarà anche il periodo invernale (tendenza che ho visto anche nell'evoluzione precedente del fondo) ma l'energia resta un qualcosa di necessario e quindi forse anche per questo un po' più sicura di altre cose.
Ora speriamo che si riprendano i miei Cliquet (US e Euro), poi tra qualche mese rifaccio il punto.
Come si vede anche nelle piccole cose entrano problemi che a noi sembrano a volte lontani (i famosi mercati, i salvataggi greci, le riprese americani, il Brasile, la Cina etc ...). Già e quindi chi sarebbero i cattivi mercati che affamano i buoni popoli oppressi? Cinesi, canadesi, spagnoli che come me cercano di avere qualche soldo in più per quando non potranno più lavorare o ne avranno bisogno per qualche imprevisto?
domenica 19 febbraio 2012
Sulla decrescita
Alcuni giorni fa avevo scritto alcune righe su questo nuovo "mito" che si aggira per l'Europa, o meglio per certi suoi salotti buoni, la decrescita.
Oggi sul Corriere ne parla ottimamente Antonio Pascale.
Prendo due domande che vorrei girare a chi tanto parla della necessità di guidare una decrescita (altra cosa è che secondo me ci stiamo avviando ad una decadenza):
1) Quanto siamo disposti a perdere in termini di reddito per salvare il pianeta dall’eccesso di desiderio? Già perché in genere si dice che sono sempre altri che devono ridurre i consumi (cosa che si fa riducendo i redditi, e ciò non viene mai troppo enfatizzato, o in ogni modo le platee pensano ai redditi degli altri ...)
2) Ma chi sono quelle persone che stabiliscono cosa possiamo e cosa non possiamo consumare? Già perché si ha sempre l'impressione che sono gli altri (e anche gli altri rispetto alle sale che ascoltano chi prospetta la decrescita come la soluzione) ad avere cattive abitudini ...
p.s. le parti in corsivo sono prese dall'articolo, le altre sono mie considerazioni.
venerdì 17 febbraio 2012
Geniali
Secondo me questa versione con DJ Fargetta è veramente geniale! Hanno fatto diventare il palco di Sanremo una pista di discoteca.
Ve l'avevo detto che sta canzone spaccava e vedrete come girerà a cannone nelle radio locali e nelle serate.
Che c'è di male? La musica leggera è (anche) questo. Visto che grandi capolavori non mi pare di averne ascoltati, viva la sincerità pop "frizzantina"!
Il primo dell'anno
E il primo articolo accettato per pubblicazione nel 2012 è ....
J.P.Malhado, R.Spezia and J.T.Hynes. Conical Intersection Structure and Dynamics for a Model Protonated Schiff Base Photoisomerization in Solution.
Prossimamente sugli schermi di International Journal of Quantum Chemistry.
Curiosamente è sullo stesso argomento trattato da un post di qualche giorno fa dove riportavo di un blog australiano che citava un nostro articolo del 2012. Chissà se leggerà anche questo.
Nel mentre stiamo finendo con Paola un grande lavoro di review ... speriamo bene!
giovedì 16 febbraio 2012
Pecorino? ...
mercoledì 15 febbraio 2012
martedì 14 febbraio 2012
Sanremo 2012 - le canzoni
Sembrerà strano ma ho ascoltato il Festival di Sanremo, come ogni volta che l'ho fatto, per le canzoni in gara, che, volenti o nolenti, rappresentano la musica leggera dell'epoca, piacciano o no. E' vero che spesso i "big" del momento non partecipano, ma i gusti musicali si riflettono molto in quello che passa sul palco del festival. Quindi di seguito per ogni canzone e interprete ho scritto un breve commento (e un piccolo voto riassuntivo, tanto per rendere il gioco più vispo). Un giudizio dato e scritto a caldo, subito dopo il primo ascolto, più centrato sulla musica come al solito e sull'interpretazione che sui testi. Tutti gli altri commenti su ospiti, conduzione, regia, tempistica li lascio ad altri (o al massimo a qualche mi cinguettio), nonché ogni altra riflessione musicale più ponderata.
Dolcenera in Ci vediamo a casa. Brava. Un inizio non facile con la propria voce che si intreccia con quella del coro, un timbro interessante e un ritmo moderno. Bella canzone ascoltabile e buona interpretazione, forse poteva metterci un po' più di grinta, ma è scusata perché non deve essere facile essere la prima a salire sul palco. Voto 7.5
Samuele Bersani in Un pallone. La canzone potrebbe anche essere carina, un bel ritmo e allegra. Peccato che l'interpretazione sia troppo sotto il limite della decenza. Il live è impietoso a volte, ma è il bello del festival.
Voto 4
Noemi in Sono solo parole. Anche per lei difficile giudicare la canzone senza pensare all'interpretazione. Insufficiente nel recititativo iniziale, sempre al limite. Quando sale di tonalità migliora un po' ma resta sempre un'incertezza nel tono. La melodia e la struttura sono d'altra parte poco originali anche se mediamente orecchiabili.
Voto 4.5
Francesco Renga in La tua bellezza. Anche lui incerto nel recitativo iniziale, più a sua agio quando sale di intensità. Canzone per il resto anonima, molto mainstream.
Voto 5
Chiara Civello in Al posto del mondo. Canzone interessante che potrebbe svilupparsi bene e sbocciare in qualcosa di bello ma l'interpretazione è troppo timida. Cerca di restare sul filo ma non riesce a dare quello che dovrebbe.
Voto 5.5
Irene Fornaciari in Grande mistero. Buona presenza scenica, canzone diversa dal solito sanremese, peccato che la grinta gestuale non la trasmette alla voce. Canzone senza infamia e senza lode, più adatta ad un gruppo rock da scantinato affumicato che ad una grande orchestra (per dire i passaggi di archi tarpano la canzone anziché valorizzarla). Ha il pregio di essere un po' energetica dopo una lunga serie di moscerie.
Voto 5.5
Emma in Non è l'inferno. Canzone non facile, non tanto melodicamente, quanto per una pulsazione non uniforme che è molto brava a rendere. Peccato il brano non arrivi mai ad esplodere completamente. Buona l'interpretazione vocale. Tra le favorite (giustemente) alla vittoria finale.
Voto 7
Marlene Kuntz in Canzone per un figlio. I gruppi rock si amalgamano sempre male con l'orchestra dell'Ariston e forse è per questo che il rock sembra essere rimasto a casa. Brano che ha qualche buon passaggio pur restando anonimo. Interpretazione vocalmente sufficiente (ma non presenta grandi difficoltà) anche se spesso non si distinguono le parole.
Voto 5.5
Eugenio Finardi in E tu lo chiami Dio. Un veterano della canzone dal timbro inconfondibile come anche lo stile delle sue canzoni. Un po' tirata vocalmente (specialmente l'inizio), risulta infine gradevole e scorrevole.
Voto 6.5
Gigi D'Alessio e Loredana Berté in Respirare. Bella canzone, sapientemente scritta ed organizzata. Orecchiabile, ritmica e comunicativa, si capisce che autore e interprete (D'Alessio) è a contatto diretto con un pubblico vero. Peccato l'incertezza iniziale della Berté che poi si riprende nei duetti.
Voto 7.5
Nina Zilli in Per sempre. La sua vocalità la conosciamo, timbro caratteristico soprattutto negli incisi, nel ritornello sembra di tornare negli anni 60. La canzone è appunto per buona parte manieristica con qualche variazione. Buona l'interpretazione.
Voto 7
Pier Davide Carone e Lucio Dalla in Nanì. Più che altro sembra il saggio dell'allievo Carone davanti al maestro Dalla. Il "giovane" è però bravo sia vocalmente che nell'interpretazione dove riesce a metterci un po' di personalità senza "dallizzarsi" troppo (anche se non ne è esente). Dalla sorveglia e ogni tanto vocalizza tanto per fare qualcosa. La canzone è purtroppo poco più che un esercizio.
Voto 6
Arisa in Dove sei. Canzone scontata senza alcuno spunto interessante né melodico né ritmico, interpretata diligentemente senza sbavature né grandi vette.
Voto 5.5
Matia Bazar in Sei tu. Quando almeno si è capaci a fare una canzone. La nuova cantante non potrà arrivare alla Ruggero, ma se la cava bene e ha la sua, giustamente diversa, personalità. Melodia e ritmo, due ingredienti che sembrano scontati ma non poi sempre facili da organizzare. Forse non sarà la canzone del decennio ma scorre giù gradevolmente.
Voto 7.5
Queste le mie impressioni a caldo su ogni canzone. Ora si può parlare di Celentano.
lunedì 13 febbraio 2012
Ma gli sceicchi a Milano?
Da qualche giorno si parla dell'ingresso di investitori arabi nel Palermo di Zamparin (chissà cosa avranno pensato del finto sceicco invitato ieri da Gene Gnocchi alla domenica sportiva ...), la qual cosa non sarebbe un male, ma al contrario un segno di equiparazione del nostro calcio con quello d'oltralpe. Ma forse sarebbe il momento di andare oltre la discussione da bar su possibili investitori del Palermo e domandarsi: perché mentre fanno gola a sceicchi di varie provenienze petrolifere squadre inglesi (Manchester City, United, Arsenal ...) e da quest'anno anche francesi (con tutto che il campionato francese è ed è sempre stato di livello e interesse inferiore), mai lo stesso avviene per quelle italiane? Perché quando la Roma era in vendita nessuno si è presentato con seri petroldollari promettendo e attuando dei massicci investimenti come altrove?
Oggi non ci sono squadre ufficialmente in vendita, ma ce n'è una cui forse farebbe bene un cambio, l'Inter. Credo infatti auspicabile per l'Inter che un qualche investitore arabo si presenti a Moratti (che nei suoi affari ne deve incontrare non pochi) con una proposta seria, il che ci eviterebbe che si ritorni nei i prossimi anni a lunghe alternanze Milan-Juve alla testa della classifica (certo si può sempre sperare che er proggetto arrivi fino ai vertici, ma la strada americana mi pare ancora lunga ...). Già perché oltre alla "fine di un ciclo" di molti giocatori (sarebbe impietoso elencarli) mi sembra anche la fine di acquisti di qualità. Si sono venduti i titolari Ballotelli, Pandev, Eto'o, Thiago Motta come anche dei rincalzi non troppo malvagi (Karja, Mariga, Coutinho ..) e chi si è comprato? Un terzino del Cesena, un attaccante della Sampdoria (che già era in calo prima della sua partenza), un bolsito attaccante uruguayano (inutilizzabile in champion e poi infortunato), un altro centrocampista della Sampdoria retrocessa e un oscuro centrocampista portoghese che arriva infortunato. Acquisti che se li avessero fatti Lazio o Roma avrebbero sicuramente fatto borbottare i tifosi. E considerando chi è stato venduto più che un borbottio avrebbero giustificato la furia ...
E non si capisce, con i soldi delle cessioni possibile che non si poteva comprare nessuno di migliore? Non sarà che è il ciclo Moratti ad essere arrivato al termine? E non potrebbe essere l'Internazionale la prima squadra italiana ad arabizzarsi?
domenica 12 febbraio 2012
Sulla crisi: 1. Decadenza o decrescita?
Commentando con una mia compagna di scuola questo post sulla Grecia siamo arrivati alla "teoria della decrescita", una teoria che mi convince poco sia per un motivo empirico (chi può controllare la decrescita) sia teorico (perché presuppone che il sistema economico sia imposto a priori e non derivante dai fatti e poi concettualizzato da qualche economista o filosofo).
Ma veniamo con ordine. La domanda che molti si pongono è: "ma non possiamo fare come si faceva prima?", che è la naturale reazione che si ha quando si percepisce che la propria condizione (intesa come quella della società intera) peggiora anziché migliorare. Se guardiamo le immagini della Grecia, delle persone senza luce, lavoro, casa, cibo che passano in tanti programmi TV (scene che se Monti non avesse ripreso la barra avremmo probabilmente anche in Italia), non possiamo non pensare qualcosa di simile. Ma come è possibile che fino a pochi anni fa si poteva andare in pensione ad un'età non tarda, vivendone decorosamente, si poteva lavorare senza doversi troppo preoccupare per i prossimi fine mese, e invece improvvisamente "qualcuno" ci chiede di privarci di ciò?
Un discorso sicuramente lungo, che non si può riassumere tutto qui, ma su cui provo ad iniziare a ragionare.
Possibile che si deve solo "tagliare"? E' chiaro che la strada di solo tagli non funziona, ma è anche chiaro che c'è qualcosa di strutturale che non va in Europa. Non ho le competenze per dirlo partendo da un'analisi dettagliata (e magari qualche lettore di passaggio può essere d'aiuto), ma semplicemente dall'aver viaggiato e visto come vivono e lavorano in USA e in Asia.
Comincio perciò da una considerazione "storica": in Europa abbiamo troppo vissuto "sugli allori" (o meglio avevamo le colonie che lavoravano gratis per noi, fornendoci materie prime e mano d'opera a basso prezzo), e ora siamo andati addosso al muro. Un po' come quegli aristocratici decadenti abituati a non lavorare che avevano bei palazzi, terre, servitù, agi, ma che poi quando il popolo si è messo a lavorare per sé si sono ridotti in miseria. O almeno quelli che non avevano capito in tempo che "i bei tempi andati" erano andati e non sarebbero tornati.
Per questo ci sono (almeno) tre piani, interconnessi, ma da analizzare separatamente:
- psicologico, legato al modo di consumare;
- finanziario, legato ai famigerati "mercati", che poi forse sotto sotto siamo noi stessi;
- ambientale, legato alle materie prime e agli sconvolgimenti che i cambiamenti climatici potrebbero apportare.
In quella stessa interessante discussione mi veniva citato Latouche, come teorico della "decrescita". Non lo conosco e quindi non posso certo "commentarlo". Posso però commentare le simpatie che suscita nell'estrema sinistra, sempre "psicologicamente". Da una parte c'è una sorta di rivalsa, ovvero il pensiero che non era così vero che il "comunismo" è stato sconfitto dalla storia, il vecchio rivale, il capitalismo, sta, finalmente, mostrando la sua insostenibilità. Dall'altra c'è l'idea marxista e più in genere ottocentesca che i sistemi economici sono come una macchina, ovvero si stabiliscono dall'alto. Così avviene per i sistemi "semplici", ma una società non è un orologio ma un sistema dinamico, che anche la fisica ha mostrato essere per loro stessa natura "caotici", ovvero auto-organizzati.
Il mito del "ritorno all'età dell'oro" non considera alcuni aspetti che dovrebbero essere lampanti (oltre a quelli più complessi): la società industriale ha portato ad un chiaro miglioramento della qualità della vita. Grazie al commercio internazionale, all'industria della plastica (pensiamo agli involucri), all'industria alimentare (pensiamo alla conservazione sicura dei cibi) e ovviamente alla medicina e la farmacologia, l'età media in pochi decenni si è innalzata grazie al fatto di aver quasi completamente estirpato malattie e insufficienze alimentari.
Verso dove ci dovrebbe quindi concretamente portare questa ipotetica decrescita? (sempre che si possa guidare in modo così stringente un sistema complesso come una società) Per ora stiamo assistendo ad una decadenza, che non è come sempre voluta ma subita. A volte inevitabilmente.
Ovviamente questi pensieri non si possono fermare qui, continueranno ...
sabato 11 febbraio 2012
Bachelet, "uno di noi"
La settimana prossima, bufere di neve permettendo, si voterà per eleggere il segretario del PD Lazio, elezioni cui possono (anzi direi devono) partecipare non solo gli iscritti (che hanno già selezionato i tre candidati finali) ma soprattutto i simpatizzanti. Ovvero quanti spesso prima criticano i dirigenti del PD per poi inevitabilmente votarlo e lamentarsi di una dirigenza che "è sempre la stessa". Bene se lasciamo votare sempre gli stessi allora poi non lamentiamoci che nulla cambia a sinistra, non si può pretendere che gli "eterni" si mandino in pensione da soli.
Purtroppo non vivo nel Lazio, quindi non posso partecipare alle elezioni, ma se potessi non avrei dubbi: il 19 febbraio andrei a votare per Giovanni Bachelet.
Certo sono di parte, Giovanni è "uno di noi": professore di Fisica alla Sapienza si occupa di struttura della materia. Ma sono ancora più di parte perché la prima volta che l'ho conosciuto è stato nel 1996 all'esame di Fisica II, quando mi mise 30 e lode. Siccome i 30 e le lodi a quell'esame non si sprecavano (come in generale nelle scienze "dure"), non posso che ricordarmene con piacere. Anche e soprattutto perché l'orale fu particolarmente interessante (lo scritto fu in realtà più che decisivo per il voto finale).
L'ho ricontrato tanti anni dopo, ancora alla Sapienza, quando fresco deputato venne a festeggiare la promozione di un mio collega che era stato un suo alunno. In una mia visita alla Sapienza sono addirittura stato nel suo vecchio gruppo, il TNT, quando lui però aveva già sospeso l'attività universitaria perché deputato.
Ma l'avevo incontrato indirettamente pochi mesi prima, quando, arrivato ad Evry nel 2005 ho studiato i suoi pseudopotenziali (i Bachelet-Hamann-Schluter). L'ho poi rincontrato durante la campagna elettorale di Cristiana alle regionali del Lazio e nei racconti di un suo vecchio post-doc finlandese oggi professore all'Università di Zurigo, come in quelli di un mio amico che grazie a lui fu ben indirizzato verso un dottorato alla Sissa (e ora è professore a Berna).
Una delle ultime volte me ne parlò quasi commossa l'attuale direttore del CECAM, ricordando quando insieme in USA, fu lei a comunicargli l'assassinio del padre.
Ecco, uno di noi, una brava persona, intelligente, pacata, lavoratrice. Sembra strano che una persona così si sia voluta invischiare nelle beghe infinite del PD del Lazio. Eppure se tutti quelli come lui restassero tranquillamente a casa a criticare comodamente, non potrebbe mai cambiare nulla.
Sarà un'elezione difficile, il candidato dei big del partito ha distanziato tutti tra gli iscritti (anche se hanno votato meno della metà) e purtroppo in Italia si ha la tendenza a votare per chi è considerato "vincente". Ma chissà, le rimonte sono sempre possibili. E soprattutto da aiutare, invitando tutti quanti mi leggono ad andare domenica prossima, 19 febbraio, a votare per Giovanni Bachelet segretario del PD nel Lazio.
Gianna a Roma!
Beh ogni commento è superfluo. Grandissimi! Lo metto qui per tutti quelli che non hanno faccialibro :)
E buona sciata al Circo Massimo anche oggi!
martedì 7 febbraio 2012
Citati da un blog!
Di blog e scienza avevo parlato alcuni mesi fa qui e sul Post. Alcuni giorni fa questo blog parla dell'articolo Dynamical Friction Effects on the Photoisomerization of a Model Protonated Schiff Base in Solution pubblicato l'anno scorso su J. Phys. Chem. A con Joao e Casey.
Un blogger scientifico che è partito da un articolo sperimentale recentemente uscito su JACS e, grazie ad un'attenta lettura, è arrivato sul nostro modello, finendo poi per parlare del nostro articolo.
Bello, no? Conterà su ISI Web of Knowledge una citazione da un blog?
domenica 5 febbraio 2012
Spesso vibra per suo gioco
C'è un'aria di Scarlatti nel volume uno del Parisotti che recita così:
Spesso vibra per suo gioco
il bendato pargoletto
strali d'oro in umil petto,
stral di ferro in nobil cor.
Poi languendo in mezzo al foco
dei diverso acceso strale
per oggetto non eguale
questo manca e quel vien men.
Bellina, no? Pensando al prossimo San Remo mi viene da pensare: ma possibile che nel XVII secolo avevano quella malizia delicata che nutriva il languore di ambiguità mentre oggi pare che tutto debba per forza essere solo diretto? O melenso o volgare. Vedremo se qualcuno la settimana prossima porterà qualche testo un po' più interessante del solito.
Sull'interpretazione invece ho trovato questo arrangiamento che, lungi dall'essere filologico, trovo bello e degno di essere ascoltato. D'altra parte se il Parisotti arrangiava secondo il gusto di un'epoca (stravolgendo gli originali) perché non continuare a farlo?
Non sono riuscito però a trovare qualcuno che la canti con una pronuncia "degna": ma possiamo almeno insegnare a tutti questi cantanti (anche spesso professionisti) a dire "pargoletto" e non "pargolèto"?
sabato 4 febbraio 2012
Sciatori romani
E vabbé tanto fu che nevicò. E a Roma il solito caos. Ma soprattutto la neve è proprio contro la natura della popolazione, come sempre ben sintetizzato da questa famisissima ed esilerante scenetta di Aldo Fabrizi.
giovedì 2 febbraio 2012
Domani a Bruxelles
Domani vado a Bruxelles per discutere di Europa, Ricerca, Giovani e Futuro.
Qui il programma. Con il Thalys si va in 1h20 da Parigi, è come fosse in periferia.
mercoledì 1 febbraio 2012
Liste nere
Oggi cercando in rete informazioni sulle origini del mio cognome mi sono imbattuto per caso su un sito (linkato per altro anche da altri siti) che era una vera e propria lista di cognomi di ebrei italiani. Fatto per conoscere le proprie origini, come ingenuamente pensavo all'inizio? No! Fatto da un gruppo di estrema destra al fine di (cito testualmente) "conoscere la minaccia che viene dalla lobby ebraica". Una vera e propria lista nera, una lista di proscrizione, un elenco di bersagli. Allucinante.
Il sito che la ospita, e che non linko, certe cose non devono avere ancor maggiore pubblicità (semmai qualcuno pensasse di poter adire vie legali o presentare interrogazioni parlamentari o poter fare qualsiasi azione legale e democratica mi contatti e sarò lieto di mandarglielo in privato) si presenta come un sito negazionista (ovviamente) di ultra-cristiani. E non continuo a commentare, penso solo che come dicevo alcuni giorni fa, queste cose vadano svelate e smascherate e la rete sia usata per far emergere la verità dal caos. Il sito sarà magari già conosciuto (purtroppo), io non l'avevo mai visto, e stavo molto meglio prima.
p.s. sulle origini del mio cognome invece non ho trovato nulla. Solo che potrebbe derivare dal nomen romano Spetius o dal napoletano spiezie (cozze) e quindi venditore o raccoglitore di cozze.
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