giovedì 18 agosto 2011

Feste civili



Non amo firmare troppe petizioni online, perché rischiano di diventare uno strumento abusato, inflazionato e quindi sostanzialmente inutile (come dire: una petizione non si nega a nessuno). Però ogni tanto lo faccio, e credo che quella contro l'abrogazione delle feste civili sia necessaria (io ho trovato questa, magari ce ne stanno anche altre, il che porta ad una digressione sul troppo proliferare di siti di petizioni non coordinati).

Non voglio dilungarmi, però se pensiamo che i disastri dell'economia italiana (sia in termini di tesoreria, sia in termini di entrate, sia in termini di gestione, sia in termini di produttività) si risolvono con la possibilità di spostare alcuni giorni di vacanza, allora è meglio nascondersi sotto un tavolo per la vergogna. E' vero che "ogni cacatella di mosca è sostanza" e che il "benaltrismo economico" è pernicioso come tutti i benaltrismi, però qui veramente credo si stia spacciando una cosa per l'altra. E si approfitta per dare un colpo all'unità d'Italia, alla Resistenza e alla Repubblica e infine anche al lavoro. Tutti intesi come valori condivisi che prevalgono sul particolare. Simboli, e come tali al tempo stesso inutili e fondamentali.

E poi, per riprendere e portare avanti, un articolo di Alessandro Pace su Repubblica di ieri: chi in Francia si azzarderebbe a chiedere lo spostamento del 14 luglio? I nostalgici dell'ancien régime (che si contano sulle dita di una mano). Quindi, chi può essere interessato in Italia a chiedere, e ad ottenere, lo spostamento del 25 aprile (che resta delle tre la data più emblematica e fondativa secondo me)? I nostalgici di ciò che c'era prima, di chi si sente in opposizione con la resistenza al nazismo e al fascismo. Proprio quelli che affollano le stanze di governo ...

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