Letta (Enrico ...) è venuto oggi a Paris a presentare il suo libro (edito da mondadori, of course non credo ci fosse bisogno di dirlo ...). Che ovviamente non penso meriti una grande lettura, meglio sicuramente se si vogliono proprio leggere libri di politica dell'oggi (istant books sempre da evitare) quelli di analisti più fini (Marc Lazar che presentava l'incontro mi sembra una persona i cui libri potrebbero meritare di essere letti), anche se è sempre meglio leggere romanzi, che parlano molto di più della "Politica", intesa come la vita vera e il senso delle azioni private e pubbliche, di tanti inutili panflet propagandistici.
Ma al di là di questo nuovo libro di un politico, di cui non credo si sentisse la mancanza e che non credo segnerà la storia né della politica né della società italiana, è stata un'ottima occasione per conoscere uno dei leaders del presente e del futuro.
Già però mi sembra piuttosto un leader di un futuro schieramento avversario moderato-conservatore, posizionato nel campo opposto a quello dei progressisti, che un "compagno" di partito. Così a pelle, ma anche per la questione dell'alleanza con l'UDC - che l'ha fatta da padrona nel dibattito. Non solo, e non tanto, per la questione in sé dell'alleanza, ma per la motivazione della stessa. Ovvero: per vincere bisogna allearsi e l'UDC è alleato naturale. Venendo così meno al senso stesso della nascita del PD, in barba alle lezioni del passato (lui stesso cita le vittorie del 1996 e 2006 in cui ci si è alleati con Dini e Mastella per vincere, non i migliori esempi mi pare ...) e in barba a qualsiasi discorso "contenutistico". Insomma in puro stile da notabile democristiano.
Se questo è il futuro del PD, aridatece baffo, baffetto, stecchino, chiunque!!!!
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