La mozione di censura per il sottosegretario Cosentino non è passata purtroppo. Ma questo non è successo solo perché la maggioranza è stata compatta nel respingerala – come sempre compatta quando si tratta di difendere degli “uomini d’onore” – ma anche perché molte sono state nel PD le defezioni. Non sporadiche, tanto che si può a ben ragione dire che su questa vicenda (che non mi risulta essere un “tema eticamente sensibile”) nel PD ci sono due posizioni: una di chi ha proposto, firmato (Soro capogruppo alla camera era il primo signatario, non un peones a caso), e votato la mozione e una di chi non l'ha fatto, adducendo le motivazioni più fantasiose. Sul Corriere di oggi ci sono varie "motivazioni", tutte con il tono "mi fido della magistratura", "no alla cultura del sospetto" e amenità varie, confondendo (colpevolemente) il penale con l'opportuno. Come dice Luisa Bossa, deputata PD, “Ritengo che un politico che abbia un ruolo istituzionale così rilevante come nel caso di un sottosegretario non debba essere neppure sfiorato dal sospetto... fosse anche solo giornalistico”. Senza andare troppo lontano possiamo ricordarci il ministro francese che si è dimesso per aver usufruito (ed era un suo diritto) di un “logement fonction” molto grande al centro di Parigi, senza alcuna "ipotesi di reato" (per mutuare una frase tanto cara agli “impuniti”). Semplicemente era “non opportuno”.
Ma la nostra perplessità nasce proprio dal non riuscire a capire il perché di queste posizioni, e come militanti di un circolo all’estero vorremmo capirlo, chiedendone conto in primis proprio ai nostri rappresentanti, eletti tra le fila del PD, di noi italiani all’estro alla Camera: Laura Garavini (che ha firmato e letto in aula la mozione in qualità di capogruppo del PD in Commissione Parlamentare Antimafia, nonché votato SI), Gianni Farina e Franco Narducci. Ci interesserebbe sapere quale è stata la posizione di questi ultimi e avere delle motivazioni più sensate di quelle lette sui giornali.
Come diceva Elena:
Ammettendo che ci possa essere un perché: vorrei che ce lo dicessero questo perché: perché non hanno votato, quelli che non hanno votato?
Ecco vorremmo capire cosa dire a elettori e simpatizzanti giustamente increduli di fronte a quest’ulteriore comportamento assurdo di alcuni deputati e dirigenti (Veltroni e D’Alema erano assenti, Bachelet si è astenuto per fare qualche esempio) del PD. Capire se è una fronda interna – due figure istituzionali sull’argomento come il capogruppo alla Camera Soro e la stessa Laura Garavini hanno firmato e votato SI per la mozione – una parte di lunghe lotte intestine, un baratto come sostiene Claudio Fava, incompetenza o leggerezza per i tanti che erano in missione o veramente anche alcuni di loro sono stati lobotomizzati e succubi culturalmente così da aver fatto proprio il concetto di moralità pubblica dell’Italia Berluskoide (ovvero la giustizia è uguale per tutti, chi ha soldi/potere se ne fotte, se poi sei straniero invece “giustizia” sommaria). Vorremmo saperlo per noi stessi, per citare Andrea: così tanto per poter continuare a guardare in faccia certi amici se gli dico che ho la tessera del PD .
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