c'era musica eccellente. Certo quando una grande voce e interprete si incontra con un autore in splendida forma ...
Insomma da gustarsi tutti i video grazie a youtube che può riportarci alla vita delle perle nascoste e dimenticate.
martedì 23 ottobre 2007
giovedì 18 ottobre 2007
Voto Estero
Sono finite le primarie e si hanno i risultati del voto dell’estero che veniva diviso in 4 ripartizioni (Asia/Africa/Oceania, America Latina, Nord America e Europa) e dove era possibile votare sia in modo tradizionale che online. Il risultato sul candidato merita pochi commenti: Veltroni si è imposto come in Italia ma la scommessa qui ancor più che in Italia era la partecipazione, oltre, limitatamente ad Europa e Nord America, la dialettica tra le liste che appoggiavano Veltroni. L’affluenza è stata buona anche se meno elevata rispetto alle primarie dell’Unione 2005. Questo per vari motivi. Possiamo individuarne almeno due: il senso delle primarie del 2005 era quello di legittimare Prodi come capo dell’Unione e come anti-Berlusconi in vista di elezioni già programmate di fine legislatura del 2006, mentre le primarie 2007 sono state sentite di meno perché riguardano uno specifico più nazionale, nel senso che un italiano all’estero si sente necessariamente meno implicato nella dialettica partitica italiana. Il secondo aspetto, forse non vero in assoluto ma certamente vero in alcune realtà, è stata l’estromissione dalle liste di alcune associazioni molto radicate nel territorio, anche con l’annacquamento della divisione lista-partiti vs lista-associazioni. Questa divisione faceva molto paura ai partiti, poiché qui sono le associazioni le realtà che, se vogliono, possono veramente mobilitare un numero consistente di persone, perché, per l’evidente peculiarità dell’estero, l’italiano all’estero ha più contatti con le varie ACLI, associazioni regionali, sindacati etc … Non tutte queste associazioni sono state escluse, ma per esempio l’esclusione delle ACLI ha prodotto un calo d’affluenza in Francia dove queste sono molto ben radicate e apprezzate per il lavoro che svolgono nel quotidiano.
In Europa comunque due liste appoggiavano Veltroni e anche se la distinzione non era nettissima, la prima raccoglieva i parlamentari eletti in Europa per l’Ulivo (nei primi posti dispari, nei pari per fortuna sono potute entrare donne giovani come Francesca Pollastrini sesta e Barbara Revelli ottava) mentre la seconda le realtà che si muovono nel territorio (principalmente persone che stanno nei Comites, nelle CGE, sindacalisti, e il nostro Giancarlo Bruno al quattordicesimo posto). Il risultato è il seguente: 29.82% alla prima lista (quella dei deputati), 48.36% alla seconda (quella delle associazioni). Quindi per prima cosa ci rallegriamo del fatto che i giovani Francesca, Barbara e Giancarlo sono passati, ma poi ci possiamo domandare: ma allora la lista della “società civile” ha vinto? Non proprio, nel senso che i suoi esponenti non sono certo candidati di primo pelo (non per questo incivili, come incivili non sono certo neanche i candidati della prima lista, a priori) ma al contrario stanno già nei “giri” del consenso degli italiani all’estero. Però una riflessione va fatta: i deputati che hanno massicciamente monopolizzato i primi posti della lista 1 hanno mostrato di non sapere in alcun modo portare consenso. Non sono loro (o non lo sono più) i veri interlocutori degli italiani all’estero, o almeno per molti di loro. E questo è forse il dato “politico” più importante del voto europeo. Teniamo poi in conto che nella scheda la “lista dei deputati” era anche la prima a sinistra, ovvero la più votabile. Quindi chi ha votato la seconda lista (“L’altra Italia con Veltroni”) o l’ha fatto “contro” i partiti (grazie a quel richiamo di “altra”) o l’ha fatto su indicazione delle associazioni di cui ha più fiducia e quotidianeità che i rappresentanti istituzionali.
Un discorso a parte merita il voto online, non tanto sulle modalità (tecnicamente ci sono stati non pochi problemi e molti si sono lamentati di non averlo potuto poi fare per problemi tecnici, intasamenti della rete …) ma sulla quantità. In Europa il voto “Online” rappresenta “il terzo stato”, nel senso che si hanno 2791 votanti in Germania, 2670 in Svizzera, 1667 in Belgio e ben 760 Online (davanti la Francia con 309 votanti per esempio). Sarebbe interessante sapere dove risiedono questi 760 votanti Online, ma è certo un segnale importante e uno stimolo sia per migliorare tecnicamente il voto Online sia per rendersi conto che le nuove tecnologie per l’informazione politica sono ancor più importanti per il voto all’estero.
Ora però il 14 ottobre è passato, e ora arriva “il bello”. Ovvero come organizzare le nuove realtà dell’estero, come diventare massa critica (o almeno coscienza critica), come rendere visibili i tanti italiani all’estero che non sono con la valigia di cartone e il mandolino, tanto per usare un’immagine evocativa. Non hanno la valigia di cartone ma sono neanche aggregati, sono parcellizzati, magari delusi del loro paese (che li ha costretti a partire) o fiduciosi ancora di poterci rientrare. Sono però accomunati da problemi quotidiani (integrarsi in altri stati non è sempre facile né immediato sia socialmente che concretamente) e possono sentire il bisogno di sentirsi parte di una “nuova stagione” italiana ed europea sia per “fare comunità” sia per portare nuove visioni del mondo e della democrazia in Italia ed in Europa. Il “logo” iMille può impegnarsi in questa direzione, insieme alle tante nuove individualità che si sono manifestate nel processo di formazione del partito democratico qui all’estero, perché si passi da individui isolati (ma con un sentire comune) a persone facenti parte di una sola società europea.
In Europa comunque due liste appoggiavano Veltroni e anche se la distinzione non era nettissima, la prima raccoglieva i parlamentari eletti in Europa per l’Ulivo (nei primi posti dispari, nei pari per fortuna sono potute entrare donne giovani come Francesca Pollastrini sesta e Barbara Revelli ottava) mentre la seconda le realtà che si muovono nel territorio (principalmente persone che stanno nei Comites, nelle CGE, sindacalisti, e il nostro Giancarlo Bruno al quattordicesimo posto). Il risultato è il seguente: 29.82% alla prima lista (quella dei deputati), 48.36% alla seconda (quella delle associazioni). Quindi per prima cosa ci rallegriamo del fatto che i giovani Francesca, Barbara e Giancarlo sono passati, ma poi ci possiamo domandare: ma allora la lista della “società civile” ha vinto? Non proprio, nel senso che i suoi esponenti non sono certo candidati di primo pelo (non per questo incivili, come incivili non sono certo neanche i candidati della prima lista, a priori) ma al contrario stanno già nei “giri” del consenso degli italiani all’estero. Però una riflessione va fatta: i deputati che hanno massicciamente monopolizzato i primi posti della lista 1 hanno mostrato di non sapere in alcun modo portare consenso. Non sono loro (o non lo sono più) i veri interlocutori degli italiani all’estero, o almeno per molti di loro. E questo è forse il dato “politico” più importante del voto europeo. Teniamo poi in conto che nella scheda la “lista dei deputati” era anche la prima a sinistra, ovvero la più votabile. Quindi chi ha votato la seconda lista (“L’altra Italia con Veltroni”) o l’ha fatto “contro” i partiti (grazie a quel richiamo di “altra”) o l’ha fatto su indicazione delle associazioni di cui ha più fiducia e quotidianeità che i rappresentanti istituzionali.
Un discorso a parte merita il voto online, non tanto sulle modalità (tecnicamente ci sono stati non pochi problemi e molti si sono lamentati di non averlo potuto poi fare per problemi tecnici, intasamenti della rete …) ma sulla quantità. In Europa il voto “Online” rappresenta “il terzo stato”, nel senso che si hanno 2791 votanti in Germania, 2670 in Svizzera, 1667 in Belgio e ben 760 Online (davanti la Francia con 309 votanti per esempio). Sarebbe interessante sapere dove risiedono questi 760 votanti Online, ma è certo un segnale importante e uno stimolo sia per migliorare tecnicamente il voto Online sia per rendersi conto che le nuove tecnologie per l’informazione politica sono ancor più importanti per il voto all’estero.
Ora però il 14 ottobre è passato, e ora arriva “il bello”. Ovvero come organizzare le nuove realtà dell’estero, come diventare massa critica (o almeno coscienza critica), come rendere visibili i tanti italiani all’estero che non sono con la valigia di cartone e il mandolino, tanto per usare un’immagine evocativa. Non hanno la valigia di cartone ma sono neanche aggregati, sono parcellizzati, magari delusi del loro paese (che li ha costretti a partire) o fiduciosi ancora di poterci rientrare. Sono però accomunati da problemi quotidiani (integrarsi in altri stati non è sempre facile né immediato sia socialmente che concretamente) e possono sentire il bisogno di sentirsi parte di una “nuova stagione” italiana ed europea sia per “fare comunità” sia per portare nuove visioni del mondo e della democrazia in Italia ed in Europa. Il “logo” iMille può impegnarsi in questa direzione, insieme alle tante nuove individualità che si sono manifestate nel processo di formazione del partito democratico qui all’estero, perché si passi da individui isolati (ma con un sentire comune) a persone facenti parte di una sola società europea.
martedì 16 ottobre 2007
lunedì 15 ottobre 2007
Fresco dai seggi
Ecco i voti dei tre seggi di parigi, freschi freschi da scrutinio.
L'affluenza non è stata elevatissima, ma la cosa veramente positiva è stata l'età media bassissima: i nati negli anni 70 e 80 in maggioranza quasi assoluta, con una ragazza nata nel 1990 (l'anno delle notti maggiche!!!). La vecchia immigrazione, poco mobilitata perché le associazioni "storiche" si sono molto defilate, viene anche per motivi sia anagrafici che di motivazioni veramente soppiantata dai nuovi espatriati (per usare un francesismo). Senza avercela con i primi, è un piccolo segno del cambiamento al livello almeno di Parigi. E la maggior parte di questi avevano saputo della presenza del seggio da internet!
Ora buona notte, vedremo domani chi saranno gli eletti (a parte il grande Uòlter plebiscitato forse anche al di là delle previsioni).
mercoledì 10 ottobre 2007
Germany leader in Science
Ieri un nobel per la fisica (condiviso con un professore francese), oggi il nobel per la chimica (assegnato ad una sola persona, cosa rara). Come dire, sarà "l'effetto Merkel" (che in gioventù era ricercatrice in Chimica-Fisica Teorica, una collega insomma!)?
Ma insomma che fisica e chimica vadano lo stesso anno 100% in europa con il 75% in germania era forse da molto tempo che non si vedeva.
martedì 9 ottobre 2007
Logico ??
Sarà che il mio spirito "ciessino" non è sempre sopito, pero' quando leggo:
"Non è vero che ci sia stata una caccia all'uomo da parte delle forze dell'ordine su manifestanti inermi, perchè il corteo di Via Tolemaide (quello cioè delle Tute Bianche, ndr) non era composto da pacifisti"
è una chiara retorica mistificatoria. Ammesso che la frase "il corteo di Via Tolemaide non era composto da pacifisti" sia vera, non esiste nessun legame causale con "non è vero che non ci sia stata una caccia all'uomo". Ovvero quest'ultima frase puo' restare vera (come essere falsa) pure se la frase finale è vera. Casomai è l'aggettivo 'inermi' che diventa 'falso'.
Insomma una cosa è la caccia all'uomo (su manifestanti pacifici o non pacifici), una cosa è il comportamento dei manifestanti prima che le guardie (tutte poliziotti, carabinieri, finanzieri ...) si fossero rilevate per quello che sono sempre state sotto sotto: una masnada di fasciti degni del cile di pinochet e che rimpiangono i "bei tempi" di scelba e tambroni.
E il fatto che un ministro dell'interno che si dice "socialista" non li abbia ancora cacciati a pedate è il maggiore scandalo.
E vabbé me so sfogato ...
lunedì 8 ottobre 2007
Campagna virtuale
Leggo e sento il grande impegno porta a porta di millini e affini di quest'ultima settimana di compagna elettorale, volantinaggio davanti alle scuole, ai mercati, incontri pubblici, cose che sembrerebbero di altri tempi. Ma che invece sono infinitamente più importanti di scrivere milioni di cose su internet. E soprattutto danno molta più soddisfazione.
Sarà per la prossima volta.
Sarà per la prossima volta.
domenica 7 ottobre 2007
L'hanno fatta complicata
Manca solamente una settimana a queste famose primarie del PD, finalmente. E a volte mi capita di informare le persone su questa possibilità, e allora la maggior parte di queste mi dice "ma tanto ha già vinto veltroni". All'inizio ho provato a spiegare che si vota per delle liste e indirettamente per il candidato, che si può provare a far entrare nel nuovo partito persone diverse, che anzi si può entrare in prima persona, che l'assemblea costituente non è tutto, anzi. E poi però mi trovo a dover rispondere: "ma la bindi non si presenta?" (poiché in europa non ci sono liste bindi), e ancora a dire che sono le liste e non i candidati. Oppure a raccontare che ci sono liste bloccate (ma guarda che cosa terribile!), che non c'è il collegio Francia, ma Europa, e invece in Italia ci sono collegi piccoli piccoli dove diverse liste anche in appoggio allo stesso segretario propongono prospettive diverse (ma "a macchia di leopardo" non in tutti i collegi). Oppure a domandarmi quali sono i mille che possono votare, e lì ancora a dover rispondere che dipende da quale è il loro collegio uninominale ("collegio che? boh e chi lo sa ..").
Insomma, di un evento che poteva essere partecipativo, grazie all'amore sviscerato che troppi hanno per regole elettorali contorte, se ne è fatto un ridicolo simulacro di elezioni nazionali, ma dimenticando due "piccoli" particolari:
1) si votano in pratica i delegati per un "super"-congresso, non per un parlamento, "non si vince nulla";
2) nessuno è obbligato a votare, e soprattutto nessuno si sente obbligato a votare, perché tanto "il segretario c'è già".
Se inizialmente votare il segretario poteva servire per rendere più interessante mediaticamente il tutto, in queste condizioni penso che si sia ritorto contro.
Vedremo quanti andranno a votare domenica prossima .... qui a Parigi non ci si attende certo la folla (anche per ovvi motivi...).
Insomma, di un evento che poteva essere partecipativo, grazie all'amore sviscerato che troppi hanno per regole elettorali contorte, se ne è fatto un ridicolo simulacro di elezioni nazionali, ma dimenticando due "piccoli" particolari:
1) si votano in pratica i delegati per un "super"-congresso, non per un parlamento, "non si vince nulla";
2) nessuno è obbligato a votare, e soprattutto nessuno si sente obbligato a votare, perché tanto "il segretario c'è già".
Se inizialmente votare il segretario poteva servire per rendere più interessante mediaticamente il tutto, in queste condizioni penso che si sia ritorto contro.
Vedremo quanti andranno a votare domenica prossima .... qui a Parigi non ci si attende certo la folla (anche per ovvi motivi...).
sabato 6 ottobre 2007
Il racconto
Ripropongo per uscire dalla pausa internet forzata (free ha deciso di abbandonarci per un bel po', ma ora pare aver ripreso a funzionare), quella che mi sembra il racconto più lucido che spiega la nascita del pd vista da sinistra ...
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