martedì 11 settembre 2007
Però non se batte
Sto ascoltando il compagno Fausto su RaiTre che parla di precari e lavoro e sta stendendo quell'idiota di De Bortoli.
Fausto non si batte, comunque. Bisogna essere orgogliosi di avere un Presidente della Camera che dice certe cose. Peccato sempre che i progressisti abbiano perso nel 1994. Quando il resto della sinistra capirà che non si deve essere al servizio dei soldi ma delle persone sarà troppo tardi temo. Altro che perpetui, perpetue cazzate sull'economia liberista.
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9 commenti:
Riccà, torno ora da scuola, disfatta, quindi perdonerai la confusione con cui ti scrivo queste poche righe. C'è almeno una cosa su cui penso che la cultura di sinistra - quella che non esiste più - e una certa cultura cattolica - che esiste ancora, ma non si conosce -dovrebbero essere alleate, nella difesa dell'uomo, del rispetto dell'alterità, nella promozione della società civile, della realizzazione della persona, e quindi del lavoro etc. Ma in particolare c'è un fenomeno che mi fa gelare il sangue e su cui vorrei richiamare la tua attenzione. Nelle scuole (tutte prestigiose e paritarie) dove ho insegnato e dove insegno, dove ho splendidi colleghi, e dove cerchiamo di dare una formazione ai ragazzi, di trasmettere loro una passione e dei valori - gli stessi valori di promozione dell'uomo etc. che dovrebbero stare a cuore a una certa sinistra - si iscrivono ragazzi di famiglie ricche - e questo si sa, va corretto, in origine le scuole cattoliche erano scuole statali grtuite per tutti -, ma quello che per me è fonte di sempre più grande stupore è che questi ragazzi sono cresciuti in un clima di destra razzista, antisemita, intollerante, revisionista, che non pensavo esistesse così e in modo così diffuso da rasentare oramai la quasi normalità. Sono diventate ovvie affermazioni che a noi avrebbero fatto inorridire, unite ad un benessere e una indifferenza ancora più terricanti. Sono un'insegnante che vuole bene ai ragazzi, ma sempre più preoccupata per qualcosa che vi assicuro non è un problema isolato e forse bisognerebbe prenderne coscienza e fare qualcosa. Se questa è la nuova classe dirigente di questo paese e se non si fa qualcosa siamo perduti. Eh, mi prendo della comunista quasi con orgoglio - io che sono cattolica -.
Ciao!
emanuela
mi sa che su sto post si aprono gravi divergenze tra iMille :D
ciao
sergio
Ci sono molte forme di intgralismo e poi ci sono persone che credono nel dialogo e nella complessità. Evviva le discrepanze se sanno costruire qualcosa. Ci sono dei limiti di cultura nei Mille, quanto a me sono di sinistra, ma non amo il laicismo integralista, gli attacchi alla Chiesa etc. R mi conosce, questo era solo un voler condividere una preoccupazione che credo potrebbe essere comune.
e
Si manuela, torno ora da Zurigo e sono disfatto, però concordo al 100% (e anche di più) con quello che dici. Era la stessa cosa che dicevamo con francesca tempo fa nel post "una svolta a sinistra" e che cerco di far passare.
Mettere avanti la persona davanti al profitto mette: questo è veramente il solo punto di unione tra la cultura di sinistra e quella cattolica. Altrimenti ci restano solo le "alleanze di nuovo conio" di rutella ....
Per i tuoi studenti: bhe stai facendo conoscenza con i "pariolini". Vedi che vantaggi a fare il liceo a Spinaceto!!!
Sergio: ora non ricordo le parole esatte che sentivo dal "subcomandante Fausto" l'altro giorno, però mi sembravano proprio sacrosante. Anche se poi all'opera fausto combina poco, non solo concretamente ma anche "tatticamente". Ora che è presidente della camera è il massimo per lui, può fare dei bellissimi discorsi senza doversi prendere per questo nessun impegno, perché poi su questioni specifiche su cui la camera deve votare lui non si pronuncia perché lui rappresenta tutti i deputati .... questo è sempre stato il grande limite di fausto e la sua maggiore colpa non solo nei confronti di RifCom ma della sinistra intera.
Erano gli anni Settanta ed io alle mie prime esperienze di docente insegnavo in un liceo (statale)super-elitario, creato ad hoc per i "montessoriani"...figli del fior fiore dell'intellighentia romana.Certo è sempre traumatizzante essere "docente" di giovani che appartengono a un mondo a te del tutto estraneo. Ma l'entusiasmo e la passione per il proprio lavoro aiutano a comprendere atteggiamenti e mentalità diversi dai tuoi e a creare un vero contatto con gli allievi, di destra o sinistra che siano (emanuela, hai visto "Caterina va il città"?).Tanto più quando tra discenti e docente intercorrono pochi anni...
Auguri, Maga
L'intervento precedente non è di Riccardo, come avrete già capito...
Riccardo hai capito al volo come sempre, la questione è complessa e apre scenari politici diversi da quelli degli anni 70 e cara/o maga magari avessi i figli dell'Intellighentia lombarda - e poi sono in provincia e non a Milano -. Però qualcosa di Caterina va in città sì c'è nei miei bischeri, l'indifferenza, la facilità nell'avere tutto, la noia, l'assoluta mancanza di interesse verso l'altro, il diverso etc. Mi aspetta un lavoro enorme e in salita. Anche questa è una sfida. Uno dei problemi è un certo clima (sotto)culturale e (a)sociale in cui questi ragazzi vivono, dove non conta altro che il denaro, l'interesse personale o di casta e per tutto il resto regna il più piatto conformismo - darò battaglia -. Quanto all'antisemitismo proprio non me lo spiego. Ma non voglio invadere il blog di Riccardo e sono in partenza per Venezia per parlare di interculturalità, bene comune, teoria dello stato etc. Sempre più convinta che occorre ripartire da una antropologia comune e da una difesa comune dell'uomo. emanuela
Emanuela, figurati se invadi il blog! Magari se vuoi ti ospito per un intervento "ad hoc" (sempre che non vuoi magari mandarlo al blog de iMille che è molto più letto del mio).
Ah guarda, che Maga, che sembra un nick, non sono altro che le iniziali di mia madre ... che non volendolo (e non sapendolo) entra a pie' pari su internet con un nickname dal doppio significato!
Proprio al livello di internet!
Grande, tua mamma è un mito! Anzi una maga,(ne ero affascinata da ragazzina). Ne approfitto per salutarla, sì c'è la passione, altrimenti non mi starei suicidando sui treni per seguire il dottorato a Venezia e fare lezione a Lodi invece di tornarmene a Roma. Quanto alla comprensione, non è certo questione di destra o sinistra, ma certe affermazioni violente e intolleranti non nascono dal nulla. Ho usato il termine casta, scrivo rapidamente, quello che voglio dire è che trovo sempre di più atteggiamenti di chiusura, da una parte il ghetto - vedi Brescia, Milano - dall'altra gruppi sociali omogenei che pretendono una cultura a loro uso e consumo - vedi richiesta di revisionismo storico che nelle scuole dove insegno arriva fino alla negazione dell'olocausto, adesso sembra che sono esistiti solo i gulag -. Marx è diventato tabù. A Venezia lavoro sui problemi di cittadinanza, sul bene comune, su una antropologia che nella sua traduzione politica deve per me essere il punto di incontro della cultura di sinistra e di una certa cultura cattolica, punto di partenza del dialogo e dell'inclusione sociale. A scuola lotto contro il muro di indifferenza e conformismo, con una fiducia grande nella capacità dell'animo umano di aprirsi alla bellezza, alla diversità, sempre, o non avrei scelto questo mestiere. Grazie per l'ospitalità,
emanuela
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