domenica 4 novembre 2012

Qualche riflessione nata dal caso M.

Il fatto è noto : commentando su twitter l’intervista a Vendola su La7, dopo il passaggio in cui il governatore della Puglia si diceva sicuro delladi sconfitta di Renzi alle primarie, M., assessore al bilancio del comune di Ferrara e sostenitore del sindaco di Firenze (non penso sia utile al nostro ragionamento scrivere esplicitamente di chi si parla, penso che l’interessato abbia fin troppo scontato e subito il suo errore, e sperimentato su di sé cosa sia nei fatti la cosiddetta gogna mediatica, perciò lo chiamerò M. per provare ad astrarre questo ragionamento), ha mandato a quel paese il candidato di SeL cercando di scimmiottare il modo di parlare di quest’ultimo. Diciamo subito che ha sbagliato, ma cerchiamo di capire meglio cosa è successo, non per giustificare qualcuno, ma perché magari possiamo usare il caso M. per capire meglio qualcosa su di noi e sulla società italiana. Userò il termine vaffa per sintetizzare il concetto, non riuscendo purtroppo a trovare alcuna espressione meno volgare. Diciamo che ho cercato di minimizzarne la volgarità, per quanto questo si possa fare quando il punto di partenza del nostro ragionamento è un insulto volgare. E semanticamente omofobo, come cercherò di spiegare nel seguito.

(continua su iMille)

Nessun commento: