venerdì 12 ottobre 2012

Bello il Nobel all'Europa

Oggi arriva la notizia che il Nobel per la pace è stato assegnato all'Unione Europea. E non possiamo che gioirne. Vale sempre la pena di ricordare che l'Europa era uscita da una guerra mondiale mortale nel 1945 e solo un decennio dopo, nel 1957, con i Trattati di Roma diede inizio ad un edificio politico unico nel suo genere. Un edificio che ha fatto sì non solo che la pace tra gli stati nazione europei fosse stabile e duratura (giova forse ricordare che Francia e Germania se le davano di santa ragione da tempo immemorabile, tanto per dirne una) ma che si andasse ben oltre ciò. Si affermasse un'entita ultra-nazionale, che supera i concetti ottocenteschi di stato-nazione verso un'unione dei popoli che si riconoscono nelle democrazie occidentali. Vi pare poco?

Pensate se nel 1895 qualcuno nei caffé parigini, dove si discuteva animatamente dell'Affaire Dreyfus - accusato, ricordiamolo, di essere una spia del nemico tedesco - avesse descritto l'Europa di cento anni dopo. L'avrebbero preso per pazzo.

Qualcuno ha detto che è arrivato tardi. Altri forse potrebbero dire che è arrivato presto. Direi che non fa male di certo per ricordare le basi politiche e ideali della costruzione europea, soprattutto in momenti in cui le tinte fosche dei revanscismi nazionali (che si affacciano dietro le frasi "abbiamo perso la sovranità", tanto per essere chiari) sembrano ritornare.

Un Nobel per andare avanti, perché la pace è conditio sine qua non per la prosperità.

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