martedì 26 gennaio 2010

Risposta aperta

Caro Marco,

provo a rispondere il più brevemente possibile alla tua lettera aperta. Sollevi parecchie questioni e io ti rispondo per quello che più mi riguarda, come portavoce de iMille.
Il rapporto tra iMille e il PD e le mozioni è sempre stato dialettico. I Mille infatti erano quelli che alla loro nascita
avevano due opinioni in contrasto tra loro sul PD. La prima opinione era che il PD fosse una grande occasione, la seconda era che i modi (e soprattutto gli uomini) che caratterizzavano la nascita del partito non sembravano in grado di dare quella ventata di freschezza necessaria e quindi di concretizzare quella grande occasione. Questo era il punto di partenza del 2007.
Da allora molte cose sono apparentemente cambiato, ma per molti di noi questo sentimento è rimasto immutato. Certo Ivan è vice-presidente del PD, molti "millesimi" e "milleunesimi" sono nelle assemblee e direzioni (nazionali e regionali). Sono cioè "organici" al partito. Molti altri di noi invece non lo sono.
Alcuni non sono neanche iscritti al PD. Questo perché se è vero che abbiamo sempre identificato nel PD lo strumento (potenzialmente) migliore per un nuovo riformismo italiano, è anche vero che non possiamo biasimare chi non vuole appartenere ad un partito che ha in sé esponenti autorevoli che hanno visioni molto diverse sul presente e sul futuro della società italiana. Questo essere "di frontiera" (ribadito recentemente nell'ultima assembla nazionale) non vuol dire essere altri, ma, più semplicemente, cercare di fare politica non solo con e attraverso il PD. Certo anche con e attraverso il PD.
Come dici tu, in un certo senso siamo (eravamo?) i più entusiasti del progetto originario del PD anche se (paradossalmente?) molto spesso questo ci ha portato a contestare i vertici del partito, soprattutto per come si sono mossi nel non-ricambio dei dirigenti, locali e nazionali.

E' chiaro che il progetto originario del PD ha perso fiato in questi due anni (Romano Prodi ha oggi detto più o meno la stessa cosa) e quindi il nostro lato "pessimista" rischia spesso di prendere il sopravvento sul nostro lato "ottimista". Ma non ti preoccupare, la politica è ottimismo, quindi continueremo a lottare perché la prima opinione (quella del PD come grande occasione) prevalga sulla seconda.

Il rapporto con la mozione Marino (ex ?) è stato (ed è) altrettanto dialettico. Sia nella fase congressuale (se è vero che la maggior parte di noi appoggiava Marino, altri, tra cui tu stesso, stavano con Bersani e Franceschini) sia in quella post-congressuale, iMille hanno una dialettica analoga a quella che hanno con il PD con quell'area. Per la fase congressuale non ho nulla da aggiungere a quanto detto da te. Per la gestione post-congresso, vengo subito alla tua critica. Questa "non-chiarezza" ha sicuramente almeno due cause. Per prima una evidentemente "scarsa" comunicazione da parte nostra (anche se nel mio video di capodanno mi pareva di essere stato chiaro sulla distinzione iMille-MozioneMarino, evidentemente no, oppure sarà colpa delle parole che volano). Pero', piuttosto che parole spero che saranno le nostre azioni che parleranno per noi. Ora stiamo infatti organizzando una serie di iniziative in febbraio-marzo in Italia per trattare direttamente i temi che ci hanno caratterizzato e quindi costruire "de visu" quella saldatura tra pezzi di società, di sensibilità e di culture di cui tu parli. E questo indipendentemente da mozioni e schieramenti nei congressi. E oltre al fronte sul campo stiamo lavorando anche a migliorare il "laboratorio delle idee". La seconda è chiaramente dovuta ad una "incertezza" sul futuro della mozione Marino. Questo non ci compete, non sta a noi (e soprattutto non sta a me) dire "che fare" di quelle energie che si erano attivate intorno a Marino per il congresso (ovviamente quelle forze diverse da iMille, che esistevano indipendentemente prima del congresso e così' lo saranno dopo). Tu dici che molti (ex)mariniani sono sperduti e la colpa è nostra. Mi pare che confondi ora iMille con chi ha votato per Marino. Io ho cercato di affermare una diversità e il fatto che noi non ci rivolgiamo agli ex-mariniani solo in quanto ex-mariniani è forse una piccola prova a favore della linea politica che cerchiamo di perseguire e che nasce dal desiderio di non "marcare territori" ma di essere quel movimento poroso il cui scopo è migliorare, lentamente ma inesorabilmente, la politica e soprattutto la società italiana.

Posso dirti pero' che molti che si sono ritrovati nella mozione Marino non vogliono fermarsi dopo essersi mobilitati e che sono "sperduti". Cercano un'appartenenza. E qui vengo ad un punto centrale, l'appartenenza.
Il PD nasce come partito "post-ideologico" si diceva. Cosa vuol dire? In sé nulla, ma noi l'abbiamo interpretato come non indentitario. Non si cerca cioè un gruppo di persone che ha un insieme di ricette su tutto e poi cerca truppe per vincere e ottenere la società ideale. Per questo iMille non hanno mai avuto vere e proprie adesioni, non hanno tessere. Sono per prima cosa un "comune sentire".
Ora mi pare che molti, sia al livello di partito sia di gruppi interni, sentano il bisogno di una identitarietà. Sul contrasto alla visione di un partito come un gruppo chiuso (su idee e quindi su persone) cerchiamo di non retrocedere e cerchiamo, nei nostri limiti, di costituire costitutori di partiti e di politica. Se al contrario costituissimo un gruppo indentitario, allora si' che ci rivolgeremmo alla "pancia" (come la chiami tu). Cercando di non eterodirigere discussioni (sulla mailing-list) e post sul blog certo può' succedere che a volte le discussioni tematiche siano poche e che prevalgano (o meglio restino di più nella memoria) post di protesta contro la leadership del PD. Il blog è pieno di argomenti su temi cruciali (energia, economia, lavoro, scuola, università …) ma purtroppo spesso le discussioni sono poche. Anche per questo vogliamo portare i temi tra le persone reali, per nutrire e soprattutto nutrirci di più di dialogo. Anche per questo vogliamo perseguire la nostra porosità, perché non ci vogliamo chiudere in un club dove siamo tutti felici e d'accordo su tutto.

Finisco con il tuo appunto sulla candidatura di Boccia. E sui differenti aspetti da te sollevati. Premettendo che questa parte della tua lettera, che tu consideri un "esempio" di quello spazio eccessivo che staremmo dando alla pancia, a mio avviso non ha niente a che fare con quella prima parte del ragionamento. Infatti penso che delle primarie pugliesi (soprattutto da quando si sono indette) non abbiamo poi parlato molto. E' vero che alcuni di noi si sono mobilitati quando si chiedevano le primarie, ma poi a primarie indette se ne è parlato poco. Forse troppo poco. Quindi più che di tifo per Vendola parlerei ti eccessivo distacco. Forse dovuto al temporaneo predominio della seconda considerazione che noi abbiamo del PD. Non posso poi certo rispondere delle accuse di "tradimento" (velate ma fino ad un certo punto) che porti a chi nella direzione pugliese ha prima votato (voto all'unanimità) per Boccia e poi non si è evidentemente speso per sostenerlo. Nessuno di noi fa parte della direzione pugliese né tanto meno abbiamo un potere di guida su qualcuno dei suoi membri (a dire il vero non vogliamo guidare nessuno, sarebbe contraddittorio con la nostra concezione del mondo).
E finisco con il mio pensiero (che avevo prima ma dico solo ora, così' non "inquino le prove") sulla candidatura Boccia. Si' certo Boccia era al lingotto e fa chiaramente parte di quei "giovani sperimentati". Ecco è anche la prova che quei giovani sperimentati di cui si parlava nella campagna congressuale accettano troppo la concezione dei rapporti basati sulla sudditanza e sulle attese. Sono i parenti politici di chi nelle Università attende pazientemente che il proprio barone gli conceda qualcosa, non lesinando alcun servizio nell'attesa. E' la visione tradizionale, conservatrice, per cui si fa piacere al padre per poi averne da lui qualcosa. Nel 2007 noi volevamo "uccidere il padre". Padri come i padri di Boccia sono i primi che vorremmo mettere da parte. E infatti la brevissima campagna elettorale, ha forse mai visto emergere le sue qualità? Io certo vivo lontano, ma non mi sono accorto di interventi particolari del candidato Boccia. La mia impressione (impressione che si è consolidata sentendo D'Alema, il grande manovratore del Tavoliere, da Fazio sabato scorso fare campagna per il suo pupillo, non potevano mandarci lui, per esempio?) è che la campagna era basata sulla "coalizione con l'UDC che ci avrebbe portato alla vittoria". Ora non sto qui a contestare la scelta strategica (cosa che faccio ma credo anche che Bersani e il suo gruppo sia stato eletto con questa visione strategica) ma sulla modalità con cui si sta portando avanti.
Non si è riusciti neanche a convincere i propri elettori (i propri che avevano votato per Bersani in Puglia pochi mesi fa, ne mancano all'appello circa 25000 come abbiamo letto in un interessante dibattito che si sta svolgendo nella Mailing List) a questa convergenza. Forse questi "professionisti" della politica dovrebbero iniziare ad agire in modo più professionale.

Ecco, spero di aver risposto un po' a tutto, almeno parzialmente.
buona giornata

venerdì 22 gennaio 2010

Non c'è niente da fare ...

... le canzoni italiane degli anni sessanta so sempre belle. E ce ne sono tantissime.

domenica 17 gennaio 2010

Integrazione? No, grazie

Arrivare in una nuova città, sconosciute le strade, sconosciute le facce, incomprensibile la lingua. Una lingua che anche quando si capisce, per studio o abitudine, resta sempre lontana negli usi delle frasi, delle espressioni, delle cadenze, degli sguardi e dei gesti associati.
I giorni bui, le persone chiuse nelle case e nei propri lavori. Arroccati nella produzione quotidiana del proprio benessere. La pioggia che cade incessante nei lunghi inverni, quando il pensiero facilmente corre al sole, al chiasso, all’accidia magica del passato.
Arrivare in paesi “civili” dove il lavoro fa rima con assenza, dove l’efficienza esterna deriva da una efficienza interna che ha distrutto ogni generosità, ogni apertura all’eccezione e all’imprevisto. Dove tutto deve correre nei grigi, umidi, tristi, inesorabili binari della programmazione. E il modo di vivere sembra aver corrotto gli spiriti, la vitalità dimenticata, i giorni scorrere inutili. Un distacco incolmabile. L’imposizione della lingua, sempre, comunque. Una violenza quotidiana al proprio cervello. Il lavoro obbliga a questa violenza semplice, impercettibile, costante. E i momenti di pausa, quando non si puo’ tornare nelle proprie terre del sole, non resta che chiudersi in sé o nelle proprie comunità. Integrarsi? Ovvero un continuo sforzo a capire il non-detto degli altri e spiegare spiegare spiegare i propri non detti.
No. Questo avviene nei giorni forzati del lavoro. Questo è ancor più faticoso del lavoro, è l’aspetto più faticoso del quotidiano.
Integrazione? No grazie.
Da stranieri in italia e da italiani nel mondo.

Di numerose visuali che citano antichi spazi urbani e molto altro

sabato 16 gennaio 2010

E tu come lo sai che è lassù?

Paradiso dei bambini
di
Nagib Mahfuz, scrittore egiziano vincitore del premio Nobel per la letteratura 1988.


- Papà...

- Dimmi.

- Io e Nadia stiamo sempre insieme.

- Certo, tesoro: è la tua amica...

- In classe, in cortile, anche alla refezione.

- Bene! Nadia è una bambina bella e bene educata.

- Nell'ora di religione però io vado in un'aula e lei in un'altra. 

Lanciai un'occhiata alla mamma e la vidi sorridere mentre era intenta a cucire. Sorrisi anch'io dicendo:
- Ma è solo nell'ora di religione...

- E perché?

- Perche tu hai una religione e Nadia un'altra.

- Come?

- Tu sei musulmana e Nadia è cristiana.

- Perché, papà?

- Sei ancora piccola. Un giorno capirai.

- No. Io sono grande!

- Ma no che sei piccola, tesoro!

- E perché sono musulmana?
Dovevo essere disponibile e accorto e soprattutto non tradire i nuovi sistemi educativi alla prima difficoltà.

- Il tuo papà è musulmano e la tua mamma è musulmana, per questo anche tu sei musulmana.

- E Nadia?

-I suoi genitori sono cristiani, perciò è cristiana pure lei.

- Forse è perché il suo papà porta gli occhiali...?

- Non c'entrano gli occhiali. E' che anche suo nonno era cristiano... dissi, deciso a risalire le generazioni senza smetterla finché non si fosse stancata e avesse finito per 
cambiare argomento.

Ma ella riprese:
- Chi è meglio?

Riflettei un poco, poi risposi:
- La musulmana è buona e anche la cristiana è buona.

- Una dev'essere migliore per forza.

- Son buone tutt'e due.

- E se mi faccio cristiana per stare sempre con Nadia...?

- Non si può, amore. Ognuno deve restare come il suo papà e la sua mamma.

- E perché?

Ecco qua la tirannia dei nuovi metodi educativi!

- Non vuoi proprio aspettare quando sarai grande?

- No, papà.

- Bene. Lo sai cos'è la moda? A uno piace una moda, all'altro un'altra. Essere musulmani è l'ultima moda, per questo devi rimanere musulmana.

- Allora quella di Nadia è una moda vecchia!

Benedette tu e la tua Nadia! Nonostante la mia prudenza mi ero sbagliato e avevo finito col mettermi in un bel pasticcio.

- E' una questione di gusti... però ognuno deve restare come i suoi genitori.

- Dirò a Nadia che la sua è una moda vecchia e che la mia è nuova.

- Tutte le religoni sono buone - mi affrettai a dire - chi è musulmano adora Dio e chi è cristiano anche.

- Ma perché lei lo adora in un posto e io in un altro?

- Perché da una parte lo si fa in un modo e dall'altra in un altro modo.

- E perché?

- Lo saprai l'anno prossimo, o quello dopo. Per ora basta che tu sappia che sia i musulmani sia i cristiani adorano Dio.

- E chi è Dio, papà?

Restai sorpreso. Riflettevo, mentre prendevo tempo.

- Cosa ti ha detto la maestra?

- Ci ha letto una sura del Corano e ci ha insegnato le preghiere. Però chi è Dio non lo so.

Ci pensai su ancora, nascondendo un sorriso. 

- E' il Creatore di tutte le cose.

- Di tutte?

- Di tutte.

- E che vuol dire Creatore?

- Vuol dire che è Lui che ha fatto ogni cosa.

- E come ha fatto?

- Con la Sua grande potenza...

- E dove vive?

- Ovunque nel mondo.

- E prima del mondo?

- Lassù.

- In cielo?

- Sì.

- Lo voglio vedere.

- Non si puo'.

- Nemmeno in TV?

- Nemmeno.

- Nessuno lo puo' vedere?

- Nessuno.

- E tu come lo sai che è lassù?

- Lo so.

- Chi te l'ha detto?

- I Profeti.

- I Profeti?

- Sì, come Muhammad.

- E lui come ha fatto a saperlo?

- Aveva una forza speciale.

- Una forza speciale negli occhi?

- Sì.

- E perché?

- E' Dio che lo ha creato così.

- Perché?

Mi dominai e risposi:
- Egli è libero di fare ciò che vuole.

- E quando lo ha visto com'era?

- Grande, forte, potente...

- Come te, allora.

Trattenni una risata: 
- Nessuno gli è simile.

- E perché vive lassù?

- La terra non basta a contenerlo, ma Egli vede ogni cosa.

Si distrasse per poco, poi riprese:
- Ma Nadia dice che ha vissuto sulla terra.

- E' perché vede ogni luogo, così è come se vivesse dappertutto.

- Nadia ha detto che lo hanno ucciso.

- No, amore mio, hanno creduto di averlo ucciso, ma Egli è vivo e non muore mai.

- E il nonno, è vivo anche lui?

- No, il nonno non c'è più.

- Lo hanno ucciso?

- No. E' morto da solo.

- E come è morto?

- Si è ammalato ed è morto.

- Allora la mia sorellina che è malata morirà anche lei?

Mi adombrai e prevenni la reazione della mamma affrettandomi a dire:
- Ma no, guarirà!
- E allora il nonno perché è morto?

- Il nonno si è ammalato da grande.

- Anche tu ti sei ammalato da grande. Perché non sei morto?

Questa volta la mamma la rimprovero' ed ella resto' smarrita a guardare ora l'uno ora l'altra.

- Moriamo quando lo vuole Iddio.

- E perché Dio vuole che moriamo?

- Egli è libero di fare ciò che vuole.

- La morte è bella?

- Oh no, tesoro.

- E perchè Dio vuole una cosa brutta?

- E' bella quando è Lui a volerla.

- Ma tu hai detto che è brutta.

- Mi sono sbagliato, amore.

- Perché la mamma si è arrabbiata quando ho detto che tu muori?

- Perché ancora Dio non lo ha voluto.

- E perché lo vuole, papà?

- E' Lui che ci fa nascere e fa che ce ne andiamo.

- E perché?
- Vuole che facciamo delle cose belle prima di andarcene.

- E perché non restiamo?

- Non ci sarebbe spazio per la gente se tutti restassero.

- Così lasciamo tutte le cose belle.
- Andiamo dove ci sono cose migliori.

- Dove?

- Lassù.

- Da Dio?

- Sì.

- E lo vedremo?

- Sì.

- E sarà bello?

- Certo.

- Allora dobbiamo andare.

- Ma non abbiamo ancora fatto tante belle cose...

- Il nonno le ha fatte?

- Sì.

- Che cosa ha fatto?

- Ha costruito una casa e ha coltivato un giardino.

- E cosa aveva fatto Totò, il mio cuginetto?

Mi rattristai per un istante, poi volsi uno sguardo commosso alla mamma e risposi:

- Anche lui ha costruito una piccola casa prima di andarsene.

- Il figlio dei vicini invece mi picchia e non fa niente di bello.

- E' proprio un ragazzaccio.

- Allora non morirà.

- Solo quando Dio lo vorrà.

- Anche se non farà nessuna bella cosa?

- Tutti si muore. Chi fa cose buone va dal Signore e chi le fa cattive va all'inferno.

Lei sospiro' e tacque.
Avvertii quanto la cosa fosse stata impegnativa, ma non sapevo dire se avessi risposto bene o male.
La fila dei perché aveva risvegliato domande celate dentro me. La piccola non lascio' passare molto tempo prima di sbottare:

- Voglio stare sempre con Nadia.
Guardai verso di lei con aria interrogativa.

- Anche nell'ora di religione!

Scoppiai a ridere. Anche la mamma rideva.
Soggiunsi sbadigliando:

- Non me lo immaginavo che si potesse parlare di cose simili a questo modo.

Intervenne la mamma con aria consolatrice:
- La bimba crescerà e un giorno potrai spiegarle tutte le cose che sai a riguardo.

Mi girai allora alterato verso di lei per capire fino a che punto avesse parlato sul serio o se piuttosto mi prendesse in giro.
Ma già aveva ripreso il suo lavoro di cucito.

(tratto da La taverna del gatto nero, traduzione di Paolo Branca)

Ricordando i padani



giovedì 14 gennaio 2010

Intermezzo

Cosi' per cambiare aria :)

Strani giorni

Qui nevica, poi fonde e intanto arrivano strani commenti ad un post innocuo ... o sarà stato per la successione numerica? misteri ... mica mi dovro' mettere a cancellare/moderare commenti?

venerdì 8 gennaio 2010

Infine giunsi

Alla fine giunsi all'ovile, domenica 3 dicembre. Prima dovevo arrivare il 26, ma la tosse mi fermo', poi dovevo arrivare l'1, ma easyjet mi fermo' (anzi, SI fermo'). Alla fine infine giunsi.
E lunedi' ho anche fatto gli esami ai 4 studenti di "Interactions dans la matière" (che poi era un corso di introduzione alla chimica quantistica).
Per i curiosi ecco i voti, in ventesimi:
0, 7, 10, 14

Poteva anche andare peggio. Mi dispiace soprattutto che nessuno ha risposto bene alla domanda su Valence Bond vs Molecular Orbitals. Sarà per la prossima volta ...

venerdì 1 gennaio 2010

Non tanto easy

Roma-Parigi, volo del pomeriggio di capodanno. Pieno di famiglie e coppie francesi che tornano dalle vacanze di capodanno a Roma (lunedì ricominciano scuole, università, addirittura molti hanno gli esami) e di italiani che vanno a Parigi a fare le vacanze dell’epifania. Un giorno anche scomodo, dopo la nottata di capodanno, arrivare anche dalla Campania (molti sia privatamente sia attraverso agenzie usano Roma per andare nella Ville Lumière). Biglietti che nelle tra lunghe settimane natalizie sono molto cari perché i parigini amano andare a Roma in vacanza e i romani amano andare a Parigi in vacanza. Due città che sono gemellate. Un gemellaggio unico tra due città dalla storia immensa molto diverse ma che forse in questa diversità e complementarietà trovano una magica sintonia.

Ma torniamo al giorno di capodanno. La compagnia arancione, quella che si autodefinisce “la compagnia a basso costo leader in Europa” dopo aver annunciato il ritardo di un’ora del volo delle 16, cosa abbastanza normale soprattutto in periodi densi e con i livelli di sicurezza alzati dopo il recente tentativo di attentato nel volo Amsterdam-Detroit, alle 17 annuncia, come se nulla fosse, che il volo è semplicemente annullato.
300 persone, attonite e preoccupate, quindi escono dalla zona check-in per andare al banco informazioni dove campeggiava un cartello arancione. Solo che in realtà li’ non c’era nessun impiegato della compagnia aerea, ma solo tre impiegati di Aeroporti di Roma (contentissimi già di lavorare il giorno di capodanno, immaginate poi beccarsi pure i francesi inferociti). Quindi nessun cambio di posto, nessuna soluzione alternativa proposta per tornare a casa o non perdere completamente la vacanza prenotata (e pagata spesso). Nulla. Trecento viaggiatori lasciati in balia di loro stessi con promesse di rimborsi basate solo su informazioni scritte sul sito arancione. Lo stesso sito che cinque ore dopo l’annullamento del volo non dice nulla, riportando la frase beffarda “Al momento non ci sono cancellazioni”. Sì, al momento del giorno prima. Che ognuno si arrangi, chiami Fiumicino per vedere se è possibile trovare posto ancora sui voli delle compagnie di bandiera (il volo fatto il giorno stesso costa 1000 euro), vada in albergo che gli verrà rimborsato. Oppure se ha fortuna e possibilità di avere una connessione internet si prenoti un volo. Preferibilmente, aggiungo, su un altro vettore, non fosse altro che per ripicca.

Voli si annullano ogni giorno, ma farlo senza alcuna motivazione e senza alcuna assistenza significa non tenere in alcun conto la dignità dei propri clienti. La serietà di una compagnia che è (o vuole essere) leader si vede da queste cose.
Ma soprattutto, è mai possibile che una compagnia possa usare degli scali senza avere in quegli scali almeno un responsabile? Evidentemente sì. Ecco, l’Europa, gli stati, le regole, non potrebbero iniziare, prendendo questo piccolo esempio, a partire da tutte quelle distorsioni del sistema che denigrano i diritti dei consumatori? Le compagnie non vivono di chi compra i propri biglietti? E chi li tutela? Evidentemente non avere degli uffici in ogni scalo è un grande vantaggio economico per le compagnie e per gli scali. Salvo poi lasciare i clienti nel più totale abbandono. E poi si dice tanto di serietà e rispetto anglosassoni. Se fosse successo con una compagnia italiana tutti si sarebbero messi a urlare contro la solita faciloneria italica e con i fannulloni para-statali. Qui si tratta invece di un fulgido esempio del libero mercato all’anglosassone.

E così mi viene una domanda finale: ma a queste compagnie, che propongono voli a prezzi così bassi, qualcuno ha mai fatto una analisi di sostenibilità finanziaria? Ad essere malpensanti sembra proprio una versione volante delle truffe finanziarie di Madoff e sodali. Deve essere una specialità che viene particolarmente bene al mondo anglosassone.